La palude dell'orrore (n.241/242/243)
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La palude dell'orrore (n.241/242/243)


Soggetto e sceneggiatura: Marcello Toninelli
Disegni e copertina: Gallieno Ferri
Ingiustamente incolpata di aver compiuto una rapina, una compagnia di attori girovaghi scappa nella misteriosa "Terra-da-cui-non-si-torna": nel loro carro c'è anche Cico, addormentato! Zagor fa parte della posse che dà loro la caccia, ma non crede alla colpevolezza dei saltimbanchi. Comunque, inseguiti e inseguitori attraverseranno una terra maledetta, popolata da mostri!
La “Terra-da-cui-non-si-torna” tiene fede al suo nome e richiede un pesante tributo di sangue. Rospi carnivori, enormi struzzi, deserti sterminati sono soltanto alcuni degli ostacoli incontrati da Zagor e dagli uomini che la attraversano. Ma la prova più difficile avrà per sfondo le Pietre Taglienti, dove il vero autore della rapina svelerà finalmente il suo volto...
Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Il topic nel vecchio forum : http://ramath.forumup.it/viewtopic.php?t=760&mforum=ramath
Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
La Terra da cui non si torna
Soggetto e sceneggiatura : Marcello Toninelli voto 8,5
Disegni e copertine : Gallieno Ferri voto 8,5
Torna in edicola, grazie al gruppo La Repubblica-L’Espresso una delle più belle avventure (in assoluto) di Zagor, pubblicata per la prima volta nel 1985 sui numeri 241/242/243 della serie mensile, e di cui tra l’altro, proprio in questi giorni è uscito un sequel dal titolo Spedizione di soccorso, apparso sulla collana Maxi Zagor (numero 21) a firma di Jacopo Rauch e Gianni Sedioli.
Resa ulteriormente accattivante dal colore e dal grande formato di questa collana, la storia, scritta da Marcello Toninelli (anche in questo caso, una delle sue migliori in assoluto) e disegnata dal leggendario Gallieno Ferri, racconta di una tragica odissea vissuta dai nostri, attraverso una zona sconosciuta di Darkwood a tutti ben nota come La-Terra-da-cui-non-si-torna : posto inaccessibile agli umani, visto che tutti coloro che in passato hanno cercato di spingersi oltre i suoi già scoraggianti confini, costituiti da rocce taglienti e vapori bollenti, non hanno mai più fatto ritorno…
l’intera zona è tabù per tutte le tribu della zona; afferma Zagor che fa ben presente la situazione al carro di attori girovaghi che proprio per sbaglio sta andandosi a ficcare in quella landa infernale dopo avere perso la strada che porta a Munrowhill, la cittadina dove in realtà erano diretti per allestire una tappa del proprio spettacolo teatrale.
Malauguratamente però, quando il diavolo ci mette lo zampino, è difficile che le cose vadano nel verso giusto e così, quando la compagnia di Lon Darnel, viene ingiustamente accusata della rapina in banca, verificatasi proprio in concomitanza del loro arrivo in città, ecco che succede l’irreparabile : spaventati dagli spari e dalla folla inferocita, i tre teatranti tentano la fuga con il loro carrozzone ma quel tentavivo di scappare in preda al panico, prenderà una via ancor più tragica, conducendoli, obbligati dalle circostanze, a imboccare il sentiero terribile della Terra-da-cui-non-si-torna, nella speranza che gli inseguitori, scoraggiati dalle dicerie su quella terra maledetta, rinuncino…
Non sarà così, e allora la rincorsa continuerà dentro un territorio ostile e malvagio, senza soste ed esitazioni, dove ben presto l’orrore dilagherà con spaventose creature mutate, feroci ed assassine che spuntando da tutte le parti, si avventeranno indistintamente, sia sugli inseguitori che sugli inseguiti, in maniera efferata e violenta.
La fine orribile dello sceriffo Trevor (amico di Zagor da vecchia data) divorato da giganteschi rospi carnivori, dopo essere stato squagliato con l’acido prodotto dagli stessi, terribili batraci è davvero atroce e raccapricciante, ma sarà la morte di Bush, colpito alla gola dai denti aguzzi di una specie di enorme serpente con le zampe a restare maggiormente impressa perché è come se non ci fosse possibilità di redenzione per chi, dopo la galera, cerca di rifarsi una vita, poiché il marchio dell’infamia ti resta appiccicato per sempre e il passato torna comunque a perseguitarti, anche nel modo più ingiusto e crudele, come in questo caso.
"Non dovrai mai più avere paura...nel posto in cui stai per andare non ci sono ne sceriffi ne prigioni e nessuno ti perseguiterà più...potrai essere felice, finalmente…"; toccanti le parole del suo secondo padre, Lon Darnel che di quel ragazzo aveva compreso tutte le sofferenze psicologiche, e la sua vita infelice, dandogli la possibilità di entrare nel suo piccolo teatro itinerante e cercare in questo modo di farla ripartire sotto la sua tutela.
La parte conclusiva, rocambolesca e con fatti inaspettati, non è meno cruenta, poichè i guai per gli sfiancati superstiti non sono affatto terminati : il ladro (il vicesceriffo Luke) non appena fuori dalla parete delle Pietre Taglienti, rivela la sua vera identità (era stato lui ad avere commesso il colpo, nascondendo la refurtiva proprio nel carro di Lornel) cercando di fuggire con il bottino, avvalendosi dell'effetto sopresa e dell' ultimo inganno perpetrato ai danni dei compagni di quel viaggio allucinante…
Ma anche in questo caso, non è finita, perché ad aspettarlo ci sono i due avanzi di galera che avevano turbato il giovane Bush la sera dell’arrivo a Munrowhill, i quali, capendo ciò che stava succedendo in città dopo la rapina, hanno scaltramente aspettato tutti (presunti ladri e inseguitori) all’uscita della Terra-da-cui-non-si-torna, pronti a per recuperare il denaro rubato...
Il sipario che calerà definitivo, sarà tragico e mortale, con lo stesso Zagor costretto, suo malgrado, ad uccidere…;quante morti, quante sofferenze...e tutto per un mucchio di soldi che ora torneranno tranquillamente in banca>> saranno le parole dello Spirito con la scure, amareggiato.
L’avidità, dunque, come tema trainante di una storia che ci fa vivere il senso dell’avventura a 360 gradi, piena di suspense, di rischi e di meraviglie sconcertanti; la bramosia umana che acceca, che soverchia qualsiasi altro sentimento, rendendo l’uomo una belva, non più in grado di ragionare, capire, riflettere e quando, ci si accorge di avere passato il limite, purtroppo è davvero troppo tardi, perché il dramma si è ormai consumato in un ultimo scontro a fuoco;dovevo immaginarlo che sarebbe finita così...è andato tutto storto… fin dall’inizio…; confida Luke in fin di vita a Zagor.
I disegni di Ferri come al solito, sono molto belli ed efficaci, a cui, tra l'altro, sia il colore che il grande formato, conferiscono davvero un grande lustro, e quell’aggiunta di drammaticità che rende perfettamente la tensione della storia!
Non sono privi di imperfezioni, sia chiaro, ma al leggendario Maestro ligure tutto è concesso, perché esse appaiono in fondo, davvero ben poca cosa, in riferimento al rapporto qualità-quantità, tipico soltanto delle vere Leggende, quelle con la L maiuscola!
Soggetto e sceneggiatura : Marcello Toninelli voto 8,5
Disegni e copertine : Gallieno Ferri voto 8,5
Torna in edicola, grazie al gruppo La Repubblica-L’Espresso una delle più belle avventure (in assoluto) di Zagor, pubblicata per la prima volta nel 1985 sui numeri 241/242/243 della serie mensile, e di cui tra l’altro, proprio in questi giorni è uscito un sequel dal titolo Spedizione di soccorso, apparso sulla collana Maxi Zagor (numero 21) a firma di Jacopo Rauch e Gianni Sedioli.
Resa ulteriormente accattivante dal colore e dal grande formato di questa collana, la storia, scritta da Marcello Toninelli (anche in questo caso, una delle sue migliori in assoluto) e disegnata dal leggendario Gallieno Ferri, racconta di una tragica odissea vissuta dai nostri, attraverso una zona sconosciuta di Darkwood a tutti ben nota come La-Terra-da-cui-non-si-torna : posto inaccessibile agli umani, visto che tutti coloro che in passato hanno cercato di spingersi oltre i suoi già scoraggianti confini, costituiti da rocce taglienti e vapori bollenti, non hanno mai più fatto ritorno…
l’intera zona è tabù per tutte le tribu della zona; afferma Zagor che fa ben presente la situazione al carro di attori girovaghi che proprio per sbaglio sta andandosi a ficcare in quella landa infernale dopo avere perso la strada che porta a Munrowhill, la cittadina dove in realtà erano diretti per allestire una tappa del proprio spettacolo teatrale.
Malauguratamente però, quando il diavolo ci mette lo zampino, è difficile che le cose vadano nel verso giusto e così, quando la compagnia di Lon Darnel, viene ingiustamente accusata della rapina in banca, verificatasi proprio in concomitanza del loro arrivo in città, ecco che succede l’irreparabile : spaventati dagli spari e dalla folla inferocita, i tre teatranti tentano la fuga con il loro carrozzone ma quel tentavivo di scappare in preda al panico, prenderà una via ancor più tragica, conducendoli, obbligati dalle circostanze, a imboccare il sentiero terribile della Terra-da-cui-non-si-torna, nella speranza che gli inseguitori, scoraggiati dalle dicerie su quella terra maledetta, rinuncino…
Non sarà così, e allora la rincorsa continuerà dentro un territorio ostile e malvagio, senza soste ed esitazioni, dove ben presto l’orrore dilagherà con spaventose creature mutate, feroci ed assassine che spuntando da tutte le parti, si avventeranno indistintamente, sia sugli inseguitori che sugli inseguiti, in maniera efferata e violenta.
La fine orribile dello sceriffo Trevor (amico di Zagor da vecchia data) divorato da giganteschi rospi carnivori, dopo essere stato squagliato con l’acido prodotto dagli stessi, terribili batraci è davvero atroce e raccapricciante, ma sarà la morte di Bush, colpito alla gola dai denti aguzzi di una specie di enorme serpente con le zampe a restare maggiormente impressa perché è come se non ci fosse possibilità di redenzione per chi, dopo la galera, cerca di rifarsi una vita, poiché il marchio dell’infamia ti resta appiccicato per sempre e il passato torna comunque a perseguitarti, anche nel modo più ingiusto e crudele, come in questo caso.
"Non dovrai mai più avere paura...nel posto in cui stai per andare non ci sono ne sceriffi ne prigioni e nessuno ti perseguiterà più...potrai essere felice, finalmente…"; toccanti le parole del suo secondo padre, Lon Darnel che di quel ragazzo aveva compreso tutte le sofferenze psicologiche, e la sua vita infelice, dandogli la possibilità di entrare nel suo piccolo teatro itinerante e cercare in questo modo di farla ripartire sotto la sua tutela.
La parte conclusiva, rocambolesca e con fatti inaspettati, non è meno cruenta, poichè i guai per gli sfiancati superstiti non sono affatto terminati : il ladro (il vicesceriffo Luke) non appena fuori dalla parete delle Pietre Taglienti, rivela la sua vera identità (era stato lui ad avere commesso il colpo, nascondendo la refurtiva proprio nel carro di Lornel) cercando di fuggire con il bottino, avvalendosi dell'effetto sopresa e dell' ultimo inganno perpetrato ai danni dei compagni di quel viaggio allucinante…
Ma anche in questo caso, non è finita, perché ad aspettarlo ci sono i due avanzi di galera che avevano turbato il giovane Bush la sera dell’arrivo a Munrowhill, i quali, capendo ciò che stava succedendo in città dopo la rapina, hanno scaltramente aspettato tutti (presunti ladri e inseguitori) all’uscita della Terra-da-cui-non-si-torna, pronti a per recuperare il denaro rubato...
Il sipario che calerà definitivo, sarà tragico e mortale, con lo stesso Zagor costretto, suo malgrado, ad uccidere…;quante morti, quante sofferenze...e tutto per un mucchio di soldi che ora torneranno tranquillamente in banca>> saranno le parole dello Spirito con la scure, amareggiato.
L’avidità, dunque, come tema trainante di una storia che ci fa vivere il senso dell’avventura a 360 gradi, piena di suspense, di rischi e di meraviglie sconcertanti; la bramosia umana che acceca, che soverchia qualsiasi altro sentimento, rendendo l’uomo una belva, non più in grado di ragionare, capire, riflettere e quando, ci si accorge di avere passato il limite, purtroppo è davvero troppo tardi, perché il dramma si è ormai consumato in un ultimo scontro a fuoco;dovevo immaginarlo che sarebbe finita così...è andato tutto storto… fin dall’inizio…; confida Luke in fin di vita a Zagor.
I disegni di Ferri come al solito, sono molto belli ed efficaci, a cui, tra l'altro, sia il colore che il grande formato, conferiscono davvero un grande lustro, e quell’aggiunta di drammaticità che rende perfettamente la tensione della storia!
Non sono privi di imperfezioni, sia chiaro, ma al leggendario Maestro ligure tutto è concesso, perché esse appaiono in fondo, davvero ben poca cosa, in riferimento al rapporto qualità-quantità, tipico soltanto delle vere Leggende, quelle con la L maiuscola!
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
e il tempo di rileggerti questa e il suo sequel rauchiano dove lo hai trovato?

invece nella recente "il mondo perduto" nonostante la presenza dei dinosauri,la fanno tutti francaNinaccio ha scritto:La fine orribile dello sceriffo Trevor (amico di Zagor da vecchia data) divorato da giganteschi rospi carnivori, dopo essere stato squagliato con l’acido prodotto dagli stessi, terribili batraci è davvero atroce e raccapricciante,
La parte conclusiva, rocambolesca e con fatti inaspettati, non è meno cruenta,
Il sipario che calerà definitivo, sarà tragico e mortale, con lo stesso Zagor costretto, suo malgrado, ad uccidere…;quante morti, quante sofferenze...e tutto per un mucchio di soldi che ora torneranno tranquillamente in banca>> saranno le parole dello Spirito con la scure, amareggiato.

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
wakopa ha scritto:e il tempo di rileggerti questa e il suo sequel rauchiano dove lo hai trovato?
invece nella recente "il mondo perduto" nonostante la presenza dei dinosauri,la fanno tutti francaNinaccio ha scritto:La fine orribile dello sceriffo Trevor (amico di Zagor da vecchia data) divorato da giganteschi rospi carnivori, dopo essere stato squagliato con l’acido prodotto dagli stessi, terribili batraci è davvero atroce e raccapricciante,
La parte conclusiva, rocambolesca e con fatti inaspettati, non è meno cruenta,
Il sipario che calerà definitivo, sarà tragico e mortale, con lo stesso Zagor costretto, suo malgrado, ad uccidere…;quante morti, quante sofferenze...e tutto per un mucchio di soldi che ora torneranno tranquillamente in banca>> saranno le parole dello Spirito con la scure, amareggiato.
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già!



vaglielo a dire tu al tuo amico sentimentalone di Boselli...

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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)

terra maledetta
numeri 241, 242 e 243, testi toninelli, disegni ferri
altro che "viaggio nella paura", questa è la vera "odissea" toninelliana, ci sono sequenze "magiche" degne di essere accostate al miglior nolitta
come quella dei "gastornis", cioè gli uccelli preistorici, oppure quella dei rospi giganti, che è anche una delle scene più inquietanti di zagor
fondamentali sono gli splendidi disegni di un ferri addirittura più "costante" rispetto al passato, ma toninelli azzecca anche gli elementi di contorno
come, ad esempio, la scena con la cesta, il comprimario staggler, i sosia dei sullivan, il triste bush che toninelli non si fa remora di eliminare...
la seconda copertina è da "golden age", però bello anche il lucertolone della prima
voto 10
Ultima modifica di Kramer76 il Gio 10 Dic 2020, 10:10 - modificato 3 volte.
Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Bella storia, classica, scorrevole, che si rifà un po a "Odissea americana", e i personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati.
La storia inizia bene con il misterioso rapinatore che verrà svelato solo alla fine.
Ottima la sequenza della fuga, e dopo l'entrata nella "terra da cui non si torna", belle alcune scene con i vari mostri... Molto drammatica la fine del povero Bush e dello sceriffo.
Ho trovato però un po forzata la fuga dei girovaghi accusati di rapina, in quanto loro erano innocenti, ed anche la reazione di Zagor, quando lo viene a sapere si unisce alla caccia solo perche Cico si trovava dentro il carro!
I disegno sono molto belli, solo che i girovaghi assomigliano troppo ai Sullivan, addirittura uno si chiama Tobias...
! ma non è che Toninelli magari aveva davvero pensato ai Sullivan e poi in redazione gli hanno cambiato i personaggi? 
La storia inizia bene con il misterioso rapinatore che verrà svelato solo alla fine.
Ottima la sequenza della fuga, e dopo l'entrata nella "terra da cui non si torna", belle alcune scene con i vari mostri... Molto drammatica la fine del povero Bush e dello sceriffo.

Ho trovato però un po forzata la fuga dei girovaghi accusati di rapina, in quanto loro erano innocenti, ed anche la reazione di Zagor, quando lo viene a sapere si unisce alla caccia solo perche Cico si trovava dentro il carro!

I disegno sono molto belli, solo che i girovaghi assomigliano troppo ai Sullivan, addirittura uno si chiama Tobias...


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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Salgor ha scritto:
I disegno sono molto belli, solo che i girovaghi assomigliano troppo ai Sullivan, addirittura uno si chiama Tobias...! ma non è che Toninelli magari aveva davvero pensato ai Sullivan e poi in redazione gli hanno cambiato i personaggi?
già!
ma che senso avrebbe avuto il cambio? e perché? misteri (si è discusso molto su sta roba...)
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Altra buona storia Toninelliana che ricalca i temi di Odissea americana senza però mai raggiungerne le vette.
Molto buona, comunque, per quel periodo, anche se con uno Zagor mai veramente determinante e dominatore della scena.
Pessima scelta, del disegnatore ovviamente, quella dei cloni dei Sullivan, che però si fa subito perdonare con la qualità delle illustrazioni.
Voto alla storia: 8,2
Voto ai disegni: 9,5
Molto buona, comunque, per quel periodo, anche se con uno Zagor mai veramente determinante e dominatore della scena.
Pessima scelta, del disegnatore ovviamente, quella dei cloni dei Sullivan, che però si fa subito perdonare con la qualità delle illustrazioni.
Voto alla storia: 8,2
Voto ai disegni: 9,5
Ultima modifica di Andrea67 il Gio 27 Dic 2018, 15:06 - modificato 1 volta.
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
E' da tanto che non leggo questa storia, comunque mi ricordo che mi piacque molto, senza dubbio è tra le migliori scritte da Toninelli. E' un'avventura tutta azione, senza un momento di respiro, con molta suspence. I vari mostri sono veramente spaventosi e Zagor & company si trovano veramente in difficoltà, Toninelli riesce a rendere alcune scene molto drammatiche, con Zagor che si batte come un leone.
Per quanto riguarda i disegni, pur essendo molto piacevoli, notai che i saltimbanco sono i sosia dei Sullivan.
Alcune volte il maestro Ferri tende a fare la fisionomia dei personaggi molto simili ad altri da lui precedentemente disegnati, però bisogna pensare che ha disegnato centinaia di persone, quindi è abbastanza naturale che delle volte tra alcuni di loro vi sia una certa somiglianza.
Per quanto riguarda i disegni, pur essendo molto piacevoli, notai che i saltimbanco sono i sosia dei Sullivan.
Alcune volte il maestro Ferri tende a fare la fisionomia dei personaggi molto simili ad altri da lui precedentemente disegnati, però bisogna pensare che ha disegnato centinaia di persone, quindi è abbastanza naturale che delle volte tra alcuni di loro vi sia una certa somiglianza.
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
I saltimbanchi erano proprio i §Sullivan cambiati...chissà perchè!
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
lo sanno tutti che Toninelli e Ferri non si parlavano

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
wakopa ha scritto:lo sanno tutti che Toninelli e Ferri non si parlavano![]()
Se non erro, nel libro di Toninelli "un senese a darkwood", l'autore spiegava pure questa cosa, e se non sbaglio fu Canzio a cambiare....

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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
wakopa ha scritto:e il tempo di rileggerti questa e il suo sequel rauchiano dove lo hai trovato?
invece nella recente "il mondo perduto" nonostante la presenza dei dinosauri,la fanno tutti francaNinaccio ha scritto:La fine orribile dello sceriffo Trevor (amico di Zagor da vecchia data) divorato da giganteschi rospi carnivori, dopo essere stato squagliato con l’acido prodotto dagli stessi, terribili batraci è davvero atroce e raccapricciante,
La parte conclusiva, rocambolesca e con fatti inaspettati, non è meno cruenta,
Il sipario che calerà definitivo, sarà tragico e mortale, con lo stesso Zagor costretto, suo malgrado, ad uccidere…;quante morti, quante sofferenze...e tutto per un mucchio di soldi che ora torneranno tranquillamente in banca>> saranno le parole dello Spirito con la scure, amareggiato.
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Vabbe` ma il mondo perduta in confronto a questa storia di toninelli e` un `autentica boiata
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Ninaccio lo sento particolarmente legato a questa storia. 

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Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo."Nicolás Gómez Dávila
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Credo che probabilmente sia la migliore di Toninelli per suspence (non è un capolavoro, intendiamoci) ma all'epoca della prima lettura mi piacque molto, l'atmosfera, l'orrore etc
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Storia avvincente: veramente inquietante la scena delle rane giganti!
Disegni molto belli che rendono l'atmosfera.
Disegni molto belli che rendono l'atmosfera.
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Ninaccio ha scritto:I saltimbanchi erano proprio i §Sullivan cambiati...

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
L'autore senese raggiunge uno dei picchi più alti della sua carriera al timone della collana, realizzando quest'ottima avventura che ricalca un po' "Odissea americana". La storia ha qualche difetto di troppo ( gli attori girovaghi sono anche graficamente la copia esatta dei Sullivan, il finale è un po' affrettato) e non eguaglia l'incomparabile bellezza del classico nolittiano per eccellenza ( nessun mostro della palude regge il confronto con le scimmie antropomorfe) ma sarebbe ingrato ed ingiusto scomodare quello che sul genere è il più bel racconto di sempre per sminuire "La palude dell'orrore" che resta invece un icona del periodo. Tra l'altro l'espediente utilizzato per far entrare gli uomini nella terra maledetta è ancora più interessante che nell'avventura precedente.
Il racconto pur se inserito nel filone fantastico avventuroso, cura tantissimo anche la psicologia dei personaggi, su tutti il giovane Bush, un ragazzo molto fragile portato sulla cattiva strada da pessimi elementi, il vecchio Lon che ne comprende il dramma, lo sceriffo Trevor non un semplice tutore della legalità ma un personaggio ricco di umanità, il losco Mallory e il vice sceriffo Luke che nel colpo di scena finale si rivela il misterioso rapinatore. Per molti di essi si compirà un tragico destino ma anche i sopravvissuti resteranno segnati come rivela la splendida inquadratura che li immortala nell'ultima pagina.
A distanza di anni sono rimasti nell'immaginario collettivo soprattutto l'attacco dei rospi carnivori che meritavano più spazio nell'economia del racconto e i meravigliosi disegni di Ferri che conferiscono al racconto la giusta resa.
VOTO 7/8
Il racconto pur se inserito nel filone fantastico avventuroso, cura tantissimo anche la psicologia dei personaggi, su tutti il giovane Bush, un ragazzo molto fragile portato sulla cattiva strada da pessimi elementi, il vecchio Lon che ne comprende il dramma, lo sceriffo Trevor non un semplice tutore della legalità ma un personaggio ricco di umanità, il losco Mallory e il vice sceriffo Luke che nel colpo di scena finale si rivela il misterioso rapinatore. Per molti di essi si compirà un tragico destino ma anche i sopravvissuti resteranno segnati come rivela la splendida inquadratura che li immortala nell'ultima pagina.
A distanza di anni sono rimasti nell'immaginario collettivo soprattutto l'attacco dei rospi carnivori che meritavano più spazio nell'economia del racconto e i meravigliosi disegni di Ferri che conferiscono al racconto la giusta resa.
VOTO 7/8
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
La mia top 10 di "Terra maledetta"
10. La copia toninelliana dei Sullivan... che, forse forse, li voleva far morire?

9. Un classico toninelliano: scoppia il finimondo ma Cico dorme
8. La cesta

7. I mostriciattoli mezzi pesci mezzi boh!
6. La morte di Bush

5. L'ultima vignetta

4. I predatori nascosti tra le dune...
3. I mostriciattoli a "palloncino"!

2. Tutta la parte con i grandi bipedi!

1. La carica dei rospi giganti!

10. La copia toninelliana dei Sullivan... che, forse forse, li voleva far morire?


9. Un classico toninelliano: scoppia il finimondo ma Cico dorme

8. La cesta

7. I mostriciattoli mezzi pesci mezzi boh!
6. La morte di Bush

5. L'ultima vignetta

4. I predatori nascosti tra le dune...
3. I mostriciattoli a "palloncino"!

2. Tutta la parte con i grandi bipedi!


1. La carica dei rospi giganti!



Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
L'ODIESSEA DI TONINELLI
Una storia contraddistinta dal solito escamotage della regione inesplorata , forse alla lunga geograficamente implausibile, ma pur sempre una vecchia gustossissima ricetta fumettistica.
Tutto ha inizio con i cloni della famiglia Sullivan, condito in verità da dialoghi abbastanza stanchi , direi quasi banali, poi un lento ma progressivo prologo che spinge l'avventura verso l'ignoto...la terra da cui non si torna .
Forse l'ingresso nell'area inesplorata poteva esser gestito meglio soprattutto a livello di mistero , visto che , poco dopo le acque solfuree , l'elemento anormale fa subito la sua cruenta apparizione anticipando velocemente la tipologia del pericolo.
Ad ogni modo la sfida all'ignoto è lanciata e da qui in avanti la storia assume un ritmo coinvolgente a metà fra l'avventuroso e l'orrorifico , ottima l'ambientazione, veramente suggestiva , enfatizzata da disegni di un cupo incredibile ! Un mondo oscuro, primordiale, reso statico dalla nebbia, dal quale può improvvisamente scatenarsi l'inferno.
Assistiamo quindi ad una sorta di passerella di mostri e mostriciattoli, alcuni molto fantasiosi, altri tratti direttamente dalla storia dell'evoluzione naturale , pescati un po' qua e la fra le varie ere geologiche . Dai primi pesci colonizzatori della terra ferma (potenziati di fantasiosa ferocia ) agli Anfibi , poi uccelli ( forse Gastornis ) e rettili ( plesiosauri fuori contesto ambientale ) , un piccolo dinosauro fa appena una comparsata in una vignetta.
I personaggi sono ben caratterizzati . Molto drammatica la figura di Bush e dello sceriffo . Ottimo anche il falso cinico Staggler ispirato probabilmente ad Ambrogio Fogar (snaturato poi nel recente ritorno di Rauch ) . Anche alcuni dei personaggi negativi come il rapinatore della banca non sono degli spietati a tutto tondo . Gli altri due saltimbanchi sono forse troppo simili al modello di riferimento ( fisicamente , nei nomi , nelle caratteristiche salienti ) ...o Toninelli non godeva a pieno dei diritti d'autore su Zagor , o dopo la morte di Tawar la fine di un Sullivan sarebbe stata inaccettabile ! Forse , più semplicemente, Toninelli non se la sentiva di sfidare i mostri sacri della serie e creava situazioni analoghe o parallele come ad esempio la storia da simil Tessitore vista ne l'assassino di Darkwood .
Tralasciando il discorso plausibilità che in questi casi ha un'importanza relativa , la storia a mio modo di vedere assolve al suo compito principale … quello di divertire , c'è molta tensione ed azione e la cavalcata sui Bipedi lanciati al galoppo nel deserto mi ha ricordato un vecchio film della mia infanzia. Nel complesso una storia più che buona .
Una storia contraddistinta dal solito escamotage della regione inesplorata , forse alla lunga geograficamente implausibile, ma pur sempre una vecchia gustossissima ricetta fumettistica.
Tutto ha inizio con i cloni della famiglia Sullivan, condito in verità da dialoghi abbastanza stanchi , direi quasi banali, poi un lento ma progressivo prologo che spinge l'avventura verso l'ignoto...la terra da cui non si torna .
Forse l'ingresso nell'area inesplorata poteva esser gestito meglio soprattutto a livello di mistero , visto che , poco dopo le acque solfuree , l'elemento anormale fa subito la sua cruenta apparizione anticipando velocemente la tipologia del pericolo.
Ad ogni modo la sfida all'ignoto è lanciata e da qui in avanti la storia assume un ritmo coinvolgente a metà fra l'avventuroso e l'orrorifico , ottima l'ambientazione, veramente suggestiva , enfatizzata da disegni di un cupo incredibile ! Un mondo oscuro, primordiale, reso statico dalla nebbia, dal quale può improvvisamente scatenarsi l'inferno.
Assistiamo quindi ad una sorta di passerella di mostri e mostriciattoli, alcuni molto fantasiosi, altri tratti direttamente dalla storia dell'evoluzione naturale , pescati un po' qua e la fra le varie ere geologiche . Dai primi pesci colonizzatori della terra ferma (potenziati di fantasiosa ferocia ) agli Anfibi , poi uccelli ( forse Gastornis ) e rettili ( plesiosauri fuori contesto ambientale ) , un piccolo dinosauro fa appena una comparsata in una vignetta.
I personaggi sono ben caratterizzati . Molto drammatica la figura di Bush e dello sceriffo . Ottimo anche il falso cinico Staggler ispirato probabilmente ad Ambrogio Fogar (snaturato poi nel recente ritorno di Rauch ) . Anche alcuni dei personaggi negativi come il rapinatore della banca non sono degli spietati a tutto tondo . Gli altri due saltimbanchi sono forse troppo simili al modello di riferimento ( fisicamente , nei nomi , nelle caratteristiche salienti ) ...o Toninelli non godeva a pieno dei diritti d'autore su Zagor , o dopo la morte di Tawar la fine di un Sullivan sarebbe stata inaccettabile ! Forse , più semplicemente, Toninelli non se la sentiva di sfidare i mostri sacri della serie e creava situazioni analoghe o parallele come ad esempio la storia da simil Tessitore vista ne l'assassino di Darkwood .
Tralasciando il discorso plausibilità che in questi casi ha un'importanza relativa , la storia a mio modo di vedere assolve al suo compito principale … quello di divertire , c'è molta tensione ed azione e la cavalcata sui Bipedi lanciati al galoppo nel deserto mi ha ricordato un vecchio film della mia infanzia. Nel complesso una storia più che buona .
Ospite- Ospite
Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Bellissima è bellissima, e va oltre di molto la media standard toninelliana, anche se alla lunga si avverte la sensazione del pim pum pam.
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Maurizio
Devil Mask- LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: La palude dell'orrore (n.241/242/243)
Liberty Secular Sam ha scritto:
Forse l'ingresso nell'area inesplorata poteva esser gestito meglio soprattutto a livello di mistero , visto che , poco dopo le acque solfuree , l'elemento anormale fa subito la sua cruenta apparizione anticipando velocemente la tipologia del pericolo.
.
Sono d'accordo. E' mancata quella lenta introduzione nel fantastico e nell'ignoto tipiche di Odissea americana o Viaggio senza ritorno.
Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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