Moreno Burattini - Parte terza

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Messaggio Da graziano Mer 02 Ago 2023, 06:09

Mi è bastato leggere le prime due righe della prima domanda per abbandonare subito la lettura
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Messaggio Da claudio57 Mer 02 Ago 2023, 10:21

Mai fermarsi fermarsi alla prima domanda
risposta n° 18
Claudio Chiaverotti sta lavorando a una sola nuova storia di Zagor. È probabile che la si vedrà pubblicata, senza certezza alcuna, nel 2025. La disegna l’ottimo Stefano Voltolini il quale però, come si sa, è impegnato anche nella realizzazione delle “cornici” dei “Racconti di Darkwood”.
dopo l'esito della kandraxata la "sola nuova storia di Zagor" si sarebbe dovuto evitare Mad pale Laughing
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Messaggio Da claudio57 Lun 22 Gen 2024, 08:43

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (56)

1 – Caro Moreno, nella storia uscita sulla serie regolare e che ha visto il ritorno di Rufus Dowler, la vera cattiva della storia è Mama Jane, che si ispira alla Madre della Banda Fratelli dei Goonies. O almeno, ciò mi è parso di capire leggendola. Non so se sia corretto domandarlo a Lei ma a cosa è dovuta questa ispirazione?
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Mamma Fratelli è sicuramente un’icona, un cattivo da manuale, complice anche la fisionomia dell’attrice Anne Ramsey. E’ del tutto possibile che Jacopo Rauch abbia pensato a lei tratteggiando la sua Mamma Jane. Ma è anche plausibile che alla base di entrambi ci sia invece Mammy Yoakum (anche chiamata Pansy), la vecchia madre del Lil’l Abner (personaggio a fumetti di Al Capp, creato nel 1934), autoritaria, con la tendenza a imporsi a pugni nelle discussioni.
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2 – Una domanda per Moreno. Tra tanti belli e graditi ritorni di vecchi nemici, chiedo: si sono perse le tracce dell’Arciere Rosso il cui ritorno era stato annunciato?
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La storia con il ritorno dell’Arciere Rosso (Perniola - Di Vitto) è già pronta da tempo, ma è stata pensata della lunghezza dei vecchi Maxi, dunque 282 tavole. Dal maggio 2021, però, il Maxi Zagor si è trasformato in Zagor Più, e pubblica storie di 190 pagine. Perciò, tutte le storie più lunghe devono obbligatoriamente trovar posto sulla collana Zenith, distribuite in varie puntate (nel caso dell’Arciere Rosso, sarebbero tre). Dato che abbiano un magazzino, diciamo così, “esuberante”, ogni avventura deve mettersi in fila e aspettare il proprio turno, sulla base anche di tutta una serie di considerazioni che valutano l’alternanza fra storie fantastiche e storie realistiche, fra racconti brevi e racconti lunghi, episodi con dei ritorni (che una frangia rumorosa contesta) o senza ritorni, eccetera.
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3 – Caro Moreno, verrà mai scritta una storia breve per i racconti di Darkwood da parte di Jacopo Rauch? Sempre parlando di autori, Pasquale Ruju, impegnato con Tex, troverà il tempo per sceneggiare una storia di Zagor?
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Un racconto breve (40 tavole) Jacopo Rauch in realtà l’ha scritto: si intitola “Il bracciale di pelle”  ed è contenuto nel Magazine dedicato ai 60 anni di Zagor uscito nel novembre 2021. A Pasquale Ruju ho chiesto da tempo una short story ma pare sia troppo impegnato con Tex (o tenuto incatenato da Mauro Boselli a cui è sempre difficile sottrarre degli autori).
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4 – Gentile Moreno, dal 2011 scrive la rubrica della posta di Zagor e, prima di ciò, venne scritta da Sergio Bonelli. Non ho dubbi sul fatto che sia lui a scriverla, ma con tutto il lavoro di editore che lo portava a non poter sceneggiare neanche più, Sergio Bonelli aveva davvero il tempo di poter scrivere mensilmente la “POSTAAAAA!” o dava solo le direttive ed erano altri ad ampliarla per lui?
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Sergio teneva moltissimo al contatto con il pubblico e se a volte gli capitava di delegare una risposta era soltanto perché impegnato in un viaggio o impossibilitato per qualche motivo a scrivere personalmente (perlopiù a mano, facendo poi ribattere a una dattilografa). Non so come andassero le cose prima del 2001, anno in cui ho cominciato a lavorare stabilmente in redazione, ma posso testimoniare di come sia stato coinvolto io nella gestione della rubrica “Postaaa!” (con tre “a”). Una volta al mese andavo nel suo ufficio, in fondo al corridoio, leggevamo insieme le missive dei lettori o mi spiegava quale argomento avrebbe voluto trattare, quindi mi dettava i punti salienti della rubrica, argomentando dettagliatamente. Sulla base degli appunti presi io mettevo in bella un testo che tornavo a fargli leggere: lui correggeva a pena, cancellando frasi e aggiungendone altre o sostituendo alcune parole. Si arrivava così a una versione definitiva.
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5 – Caro Moreno, so di chiederti molto ad andare a riprendere in mano, anche solo mentalmente, una storia lunga e complessa come quella della prima apparizione del Tessitore, ma vorrei soffermarmi su un fatto decisamente anomalo. Ad un certo punto della trama viene detto esplicitamente che due gruppi di uomini sono stati inviati in luoghi diversi con compiti misteriosi, ma di essi non ne abbiamo poi saputo più niente. Sul fatto che in giro potessero esserci ancora complici del Tessitore dopo la sua fuga, non c’erano dubbi, ma che Zagor non avesse perlomeno deciso di approfondire la questione, invece di lasciar perdere il tutto come è evidentemente successo, e puntando sulla rilettura avvenuta per far tornare, nel 2003, questo villain, pensi che ci sia stato un errore od un lapsus da parte dello sceneggiatore o forse non erano stati considerati come importanti elementi della storia da poterne buttare giù qualche pagina o qualche vignetta sul loro conto?
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Fermo restando che errori o lapsus degli sceneggiatori sono non solo possibili ma anche probabili, a partire da me, in realtà niente ci dice che Zagor non abbia lasciato indagare sui complici del Tessitore le stesse autorità che lo avevano coinvolto nella missione, e cioè i servizi segreti britannici e americani. Mi rendo conto che avrei potuto essere io, scrivendo “La trama del ragno”, a dare questa spiegazione, tuttavia la mia storia del 2003 aveva per oggetto più il ritorno di Mortimer che quello del Tessitore.
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6 – Caro Moreno, è cosa nota per alcuni, forse meno nota per altri che, a seguito di un’intervista, l’autore Cesare Melloncelli ha tenuto nel cassetto per anni, mandandola avanti saltuariamente, una storia di Zagor che, però, sta appunto mandando avanti solo come un piacere. Non l’ha mai, evidentemente, proposta a Sergio Bonelli e probabilmente mai la proporrà ma credo che, insieme a lei, pur se in un numero molto meno ampio di storie, sia riuscito a dare grande risalto al ruolo comico di Cico. Dovesse averne l’opportunità, magari anche grazie a questo blog, di fare una richiesta o una proposta per poter visionare questo suo plico, la cosa la potrebbe allettare, pur essendo lo staff di Zagor praticamente al completo?
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L’intervista a Cesare Melloncelli a cui fa riferimento la domanda è del dicembre 2017

https://www.giornalepop.it/intervista-a-melloncelli-su-cico-e-zagor/

A tutt’oggi non ho avuto niente da esaminare da parte sua. Se lo storico autore, a cui Zagor deve molto, si farà avanti, non mancherò di tenere la sua proposta nella dovuta considerazione.
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7 – Dal 2016 sulle copertine della serie regolare disegnate da Piccinelli (tutte quindi) non si è mai visto Cico. È solo un caso? Saluti da Armando.
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Cominciamo col dire che neppure Gallieno Ferri metteva Cico in copertina troppo spesso. Ne ricordo una decina in cinquant’anni. Proseguiamo facendo notare che comunque Piccinelli ha messo Cico sulla copertine del Magazine del sessantennale zagoriano. Concludiamo segnalando un Cico di Piccinelli sulla copertina dello Zenith dell’ottobre 2023 e nel novembre successivo (addirittura in due albi di seguito). Direi che abbia superato la media di Ferri.
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8 – Caro Moreno, la storia “Il villaggio del mistero” - “Oscure presenze”, nel bel mezzo della prima lunga rincorsa di Zagor contro Richter, è ambientata fra i Cajun. Per l’ambientazione, era logico pensare che fosse una tappa, seppur provvisoria, del viaggio di Zagor. Però c’è sempre quella sensazione di filler, di divagamento che l’ha sempre attanagliata. Io l’ho presa, ai tempi, come una boccata d’aria prima di reimmergermi nell’azione delle storie più lunghe di quel ciclo. Ricordo che la storia successiva venne addirittura terminata mentre la prima puntata già stavano uscendo in edicola. È stata quindi immessa come tappabuchi o era stata programmata per quella posizione lì già dall’inizio? Avrebbe forse dovuto far parte di una storia extra a parte, magari allungata?
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Mi stai costringendo, ma non te ne faccio una colpa, a ritornare con i ricordi a qualcosa di accaduto venti anni fa, dato che “Il villaggio del mistero” è del 2004. Non mi viene in mente nulla di particolare riguardo al fatto che quella storia sia stata progettata per una destinazione diversa rispetto a quella che le venne data.  Ho controllato anche la scheda contenuta nel mio libro “Io e Zagor”, ma non c’è nessuna annotazione che faccia supporre a spostamenti o allungamenti in corso d’opera. Ora, il racconto si colloca molto distante da Darkwood, nella terra dei Cajun. E’ perfettamente inserito in un viaggio che porterà Zagor fino in Messico e oltre. Tutto lascia supporre che fosse stato programmato proprio come tappa di una trasferta e sia stata pubblicata esattamente quando si era deciso che dovesse uscire.
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9 – Caro Moreno, sono convinto che ogni autore faccia storia a sé. Per questo ognuno possiede i propri metodi. Ricordo, per esempio, che Alfredo Castelli lasciava spesso e volentieri incompiute, o ancora meglio non spiegate alla perfezione, le proprie storie, in particolare i finali delle stesse. Posso portare ad esempio il Tessitore, Smirnoff, la Minaccia Verde. Era come leggere una storia e ad un certo punto vederne la conclusione in maniera affrettata, anticlimatica. Capisco come lei possa essere tacciato del contrario, ovvero del tanto vociferato spiegazionismo, ma credo che, almeno al tempo, nonostante sicuri interventi redazionali, non fosse dato un occhio veramente clinico al “realismo” ed alla consequenzialità della trama. Cosa ne pensa?
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Penso che ogni autore abbia il suo stile e il proprio modus operandi, e che ci sia anche chi trova intrigante proporre storie che lasciano i finali aperti o punti in sospeso destinati a venire spiegati in seguito. Io personalmente ritengo che le porte rimaste aperte provochino fastidiosi spifferi, perciò cerco di chiudere per bene tutti i possibili spiragli (pazienza per chi ritiene questo mio atteggiamento “spiegazionistico”). Penso anche che in passato il fumetto seriale e popolare abbia dovuto fare i conti con staff più ridotti degli attuali, con programmazioni meno solide e con minori scorte, e che si sia dovuto in varie occasioni lavorare di corsa per uscire in tempo e rispettare le date di uscita, così come certi autori impegnati su più fronti si siano visti costretti a consegne più frettolose del solito, rinfrancati dalla convinzione che il pubblico di una volta era più disposto ad accettare storie anche meno convincenti di altre, se la qualità media si manteneva comunque dignitosa. Oggi non solo il pubblico non perdona niente (e ha tutto il diritto di farlo, naturalmente) ma anche l’organizzazione delle Case editrici è strutturata in modo che il prodotto sia mediamente più curato (anche se potrebbe esserci chi sostiene che ai bei tempi che furono non c’erano refusi).
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10 – Caro Moreno, nella storia “La prova del fuoco” (della quale hai ben saputo riprendere i fili nel secondo Zagorone) appaiono i disegni di Giancarlo Tenenti. Non eri in redazione, in quel lontano tempo, ma che tu sappia Tenenti avrebbe dovuto ultimare la storia da solo oppure avrebbe dovuto, come poi è effettivamente successo, dare semplicemente una mano al disegnatore abituale, in questo caso Gallieno Ferri?
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Non ne so nulla, sinceramente. Posso solo rimandare a ciò che su Tenenti dice Maurizio Dotti (che fu suo allievo) nell’intervista pubblicata in apertura del suo Texone, “Per l’onore del Texas”, aggiungendo che mai Ferri mi ha parlato di aver dovuto sostituire Tenenti per un suo improvviso abbandono di una storia. E’ probabile che Sergio abbia semplicemente voluto velocizzare Gallieno affiancandolo in alcune tavole, per esigenze di consegna in tipografia.
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11 – Buonasera caro Moreno, mi chiamo Attilio e sono di Ferrara. Ti scrivo perché vorrei chiarire una cosa riguardante Decio Canzio, che si potrebbe definire il tuo mentore e quello di tanti tuoi altri colleghi alla Bonelli. Canzio ha scritto alcune storie di Zagor, del Piccolo Ranger, anche di Tex, ma non è stato, secondo me, capace di eguagliare Nolitta (cosa impossibile anche oggi) e tanti altri autori, rimanendo nelle retrovie e non essendo stato quasi mai classificato come scrittore di punta. Aveva altri ruoli, ha curato molte collane, ma prendendo proprio Zagor nell’esempio, non ha lasciato a mio giudizio una traccia memorabile. Cosa distingueva una sua sceneggiatura da quella di un Nolitta, di un Gianluigi Bonelli, di un Alfredo Castelli tanto da renderla sì piacevole ma non memorabile come quelle altrui?
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Immagino che ogni sceneggiatore abbia personaggi che meglio di altri rientrano nelle proprie corde, non tutti (io per primo) sono ugualmente abili in ogni situazione. Anch’io preferisco Decio Canzio sceneggiatore del Piccolo Ranger o di Tex piuttosto che di Zagor, essendo altresì convinto che le sue cose migliori siano state pubblicate sulla collana “Un uomo un’avventura”. Va detto che Decio venne coinvolto nella scrittura dello Spirito con la Scure (ma anche di Tex) per sopperire alle difficoltà della serie in cerca di un nuovo staff di sceneggiatori, addirittura dovendo proseguire, come nel caso di “Pericolo Biondo”, storie lasciate a metà da Sergio Bonelli, occupato a gestire altre questioni.
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12 – Caro Moreno, risulta evidente la lettura differente dal punto di vista di un bambino e dal punto di vista di un adulto. Ad essere bambini si accetta un po’ tutto, da grandi si diventa molto più pignoli e più attenti al dettaglio. Ma se una storia è bella, rimane bella in ogni caso, ed una inguardabile rimane inguardabile in ogni fase della vita. Zagor è un fumetto per tutti, grandi e piccoli, ma non risulta un po’ troppo spesso essere utilizzato per metterci un po’ tutto, con storie ai limiti dell’impossibile, irrealistiche, fuori dagli schemi?
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Mi pare che si sia trattato di una precisa e lungimirante scelta di Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, fin dall’inizio della serie, da lui creata e indirizzata proprio ai ragazzi, per giocare con la voglia di sogno e di meraviglia rimasta nei ragazzi poi cresciuti. Lo dice lui stesso in molte interviste, concordano su questi i critici che hanno scritto saggi su Zagor. Se non si vogliono storie al limite dell’impossibile si devono leggere fumetti più realistici, tipo Ken Parker. Lo Spirito con la Scure è già impossibile quando vola tra i rami degli alberi e lancia la scure. Farne un personaggio realistico significherebbe trasformarlo in un altro.
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13 – Caro Moreno, quali pensi che siano, compreso te stesso, gli sceneggiatori e i disegnatori zagoriani che hanno saputo utilizzare meglio Cico e le sue gag? Ti chiedo cinque nomi (sia degli uni che degli altri), e di questi cinque, se possibile, e secondo la tua opinione, il miglior segmento comico per ognuno di essi, in oltre sessant’anni di carriera.
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E’ sempre difficile stilare classifiche di questo genere, soprattutto se sono chiamato a posizionare anche me stesso. Però, dato che mi viene chiesto con gentilezza, starò al gioco (perché di gioco si tratta). Gli sceneggiatori che, secondo me, hanno saputo scrivere le migliori gag di Cico sono, nell’ordine: 1) Guido Nolitta; 2) Moreno Burattini; 3) Tito Faraci; 4) Alfredo Castelli; 5) Tiziano Sclavi. I disegnatori più efficaci nel realizzare Cico sono (sempre per gioco e secondo me): 1) Gallieno Ferri; 2) Marco Verni; 3) Franco Donatelli; 4) Francesco Gamba; 5) Raffaele Della Monica. Circa il segmento comico, secondo me chi ha un talento umoristico ce l’ha da quando nasce a quando saluta il mondo sorridendo.
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14 – Caro Moreno, ho saputo che il nuovo incontro tra Zagor e Tex Willer avverrà a Darkwood. È vero? Se è così, non è il contrario dei “Darkwood Novels” dove apprendiamo che le tribù indiane furono espulse dal Darkwood e che Zagor se ne andò una decina di anni prima?
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Ci sarà un terzo incontro tra Zagor e Tex Willer in cui tutto sarà spiegato.
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15 – Caro Moreno, riprendendo una risposta data a proposito dei Color e dei personaggi-comprimari apparsi insieme a Zagor in queste uscite speciali, vediamo se riesco a farmi capire, qual è il livello di co-protagonisti al quale il Color può aspirare? Nel senso, ci sono stati passati raccontati e storie con comprimari che niente hanno a che fare col loro passato, ma quali sono i tipi di personaggi che possono ambire ad un ruolo attivo per la maggior parte dell'albo? Un Fishleg, un "Guitar" Jim, un Rochas ed un Doc, ma perché Scarlett? Essendo imparentata con La Plume e per dare un seguito alla seconda storia basata su Ol Undas, sicuramente, ma allora possono apparire personaggi minori che però hanno fatto più apparizioni della ragazza dai capelli rossi oppure hanno lasciato più nel segno. Per cui qual è la giusta consistenza di un personaggio per rendere quest'ultimo protagonista di una storia colorata al fianco dello Spirito con la Scure?
.
Sicuramente Scarlet è un personaggio con un curriculum meno vistoso rispetto a Fishleg o a “Guitar” Jim, ma anche rispetto ad altre figure femminili come Gambit o Virginia (a cui è stato dedicato l’ultimo Color). Però, anche “Guedé” Danseur è stato riportato alla ribalta dal recente Color estivo, eppure era solo alla sua terza apparizione, esattamente come Scarlet, che prima di vedersi dedicare un albo a colori era apparsa soltanto due volte. E’ evidente, comunque, che se il Color con La Plume era congegnato in modo da prevedere un ritorno, non volendo fare il bis con il Barone era necessario che lui passasse il testimone nel sequel in cui la storia di Ol Undas trova la sua conclusione. Ed è ovvio che il fatto stesso di comparire in un Color aggiunge spessore a un personaggio.
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16 – Caro Moreno, Fabio D'Agata ha ufficialmente annunciato di avere iniziate a disegnare un’avventura di Zagor. Dalla foto postata, chissà se per il suddetto lavoro oppure per semplice svago, appare l’albo “L’ombra del faraone”. La domanda è se stia lavorando al sequel di quella storia, quella del demone in bottiglia, oppure se sia stata ripresa per avere modo di occuparsi del ritorno di Oldbones e di una storia legata agli antichi egizi ma slegata dalle precedenti avventure, le quali potrebbero comunque venire citate durante il corso degli avvenimenti?
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Per il momento il buon Fabio lavora a una storia breve (quaranta tavole) che nulla ha a che vedere con Oldbones e “L’ombra del faraone”.
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17 – Caro Moreno, io capisco voler spiegare di tutto e di più. Creare un seguito e volere approfondire le cose non dette. Atlantide ha “creato” Ol Undas ma nel Color Zagor “La nave volante” è stata definitivamente distrutta. Non con questa i marchingegni utilizzati dall’inviato di Altrove e lasciati tra le rovine. È stato affermato che non ci sarà un terzo seguito di Ol Undas ma ci sono tre consistenti domande alle quali la storia, a parer mio, non ha dato risposta per il numero di pagine utilizzate. Eva Dunkopf si trova attualmente in un carcere femminile ed è stata usata come pretesto per riportare i nostri eroi ad Ol Undas nel Color Zagor di Agosto 2020 ma è viva e da un carcere si può sempre scappare, facendo anche conoscenza con altre agguerrite detenute, quindi da una parte potrebbe tornare alla carica semplicemente per volersi vendicare di Zagor e compagnia, o no? Quando sono scesi fra gli umani, gli scimmioni sono poi tornati ad Ol Undas ma vista l’intelligenza di Serkis non credo proprio che non abbia pensato a lasciare qualche esemplare del suo esercito a terra, magari più intelligente degli altri, pronto a ricreare o quantomeno a dare una progenie a questo popolo scimmiesco, o sbaglio? Infine, come citato sopra, la base di Altrove ha scovato i marchingegni utilizzati dal loro inviato per captare segnali magnetici ed elettrici. A questo proposito, cosa ne potrebbero mai fare?
.
Sono del parere che su Ul Ondas si sia esaurito tutto ciò che c’era da dire, ma Eva resta un personaggio da sfruttare. Così come la base di Altrove potrebbe essere senza dubbio interessata ai marchingegni atlantidei (già studiati da Hellingen quando era uno scienziato della Base). Quanto a Serkis e ai suoi piani B, lasciamo meditare gli sceneggiatori.
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18 – Caro Moreno, mi sono sempre chiesto, come sospetto che molti lettori abbiano fatto, se Cico abbia mai avuto una ragazza o sia stato in qualche modo intimo con una donna?
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Il secondo incontro fra Zagor e Tex Willer ha tolto ogni dubbio in proposito.
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19 – Caro Moreno, a parte l’inglese, quali altre lingue e dialetti indiani parla Zagor?
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Immagino che possa conoscere qualche parola di spagnolo e francese. La prima lingua, per via della vicinanza con il Canada, la seconda per la compagnia di Cico e i vari viaggi in Messico e in Sud America.
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20 – Caro Moreno, dopo tutte queste domande che sono pervenute, hai deciso di continuare a rispondere ad esse. Ti domando, però, cosa hanno portato queste domande alla tua persona? Hanno dimostrato quanta passione esiste ancora nei lettori di Zagor? Nel totale, credi che ti siano stati dati suggerimenti utili oppure richieste fattibili per la collana?
.
Queste domande mi fanno capire quanta importanza abbia il mio lavoro nella vita di tante persone. Non solo per ciò che mi si scrive, mi si dice, mi si critica, mi si loda, ma perché non si esauriscono mai, e questo è bellissimo.






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Messaggio Da biascid_70 Lun 22 Gen 2024, 09:07

claudio57 ha scritto:

La storia con il ritorno dell’Arciere Rosso (Perniola - Di Vitto) è già pronta da tempo, ma è stata pensata della lunghezza dei vecchi Maxi, dunque 282 tavole. Dal maggio 2021, però, il Maxi Zagor si è trasformato in Zagor Più, e pubblica storie di 190 pagine. Perciò, tutte le storie più lunghe devono obbligatoriamente trovar posto sulla collana Zenith, distribuite in varie puntate (nel caso dell’Arciere Rosso, sarebbero tre). Dato che abbiano un magazzino, diciamo così, “esuberante”, ogni avventura deve mettersi in fila e aspettare il proprio turno, sulla base anche di tutta una serie di considerazioni che valutano l’alternanza fra storie fantastiche e storie realistiche, fra racconti brevi e racconti lunghi, episodi con dei ritorni (che una frangia rumorosa contesta) o senza ritorni, eccetera.


Questa è la risposta a quando dicevo di non credere assolutamente che per febbraio non ci fosse un'altra storia pronta da mettere al posto del passato di Jenny.
Qualcuno ha detto invece di conoscere la realtà, che in magazzino bonelli di storie non ce ne sono, e che l'uscita in edicola si deve al sacrificio lavorativo di Laurenti Very Happy

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Messaggio Da ZACCA Lun 22 Gen 2024, 11:02

Continui a interpretare quello che leggi per dare vigore alle tue convinzioni,,
provo a rispiegartelo, poi, se ti fa più piacere, credi pure quello che preferisci,
sinceramente non ho nessun interesse a difendere
Moreno, Laurenti ,o addirittura la Bonelli.
Qui si parla di collocare storie lunghe ,tra l'altro alcune ancora in lavorazione
gia inserite nella programmazione zagoriana gia definita, per una emergenza.
Come puoi pensare che una storia di 282 tavole, e ti ripeto ancorata da finire,
possa essere inserita in emergenza per tappare il buco di un mese di ritardo ?
il magazzino di cui parla Moreno non e' nient'altro che la lista delle storie in lavorazione
e che nei tempi di lavoro e produzione programmato vengono inserite nel calendario delle uscite.
Alcune probabilmente sono state gia consegnate dai disegnatori,
ma questo non vuol dire che siano gia pubblicabili,
una volta che le tavole sono in redazione c'e' un altra seconda fase di lavoro da effettuare
prima che le tavole siano pronte per essere mandate in stampa.
Ma in ogni caso, anche se una storia fosse gia tutta pronta per essere mandata in stampa,
pensi che la pubblicherebbero, cosi a caso, modificando tutta la programmazione
gia pronta dei due anni successivi ?
perche forse non lo sai ma le cose vengono programmate per due anni successivi,
quindi per farti un esempio, adesso stanno programmando la scaletta del 2026
(con storie che sono gia in lavorazione) cosi da avere un margine di tempo sufficiente
a produrre le tavole e tutto il resto del lavoro, o almeno cosi era fino a qualche tempo fa.
Ti faccio un altro esempio, mettiamo che la seconda storia di nemo, o il ritorno della vendicatrice,
fossero gia pronta, tu pensi che sarebbe stata pubblicabile per tappare il buco ?
ovviamente no per ovvi motivi.
Quindi cerca di comprendere cosa vuol dire che non c'erano storie pronte da mandare in edicola
per tappare il buco di un mese, e cosa intende Moreno per magazzino "esuberante",
che sono sostanzialmente due cose molto diverse.  Very Happy  benvenuto

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