Il mio amico Hutch (TEX WILLER 37-40)

TEX WILLER N°  37

IL MIO AMICO HUTCH

CAVALLI SELVAGGI, DUE AVVENTUROSI TEXANI E PIOMBO ROVENTE AL DI LÀ DEL CONFINE!




Soggetto: Giusfredi Giorgio
Sceneggiatura: Giusfredi Giorgio
Disegni: Valdambrini Fabio
Copertina: Dotti Maurizio

Un giovane gringo viene torturato da una banda di messicani... È Hutch l’amico d’infanzia di Tex! Si è messo nei guai per amore della giovane Alma, ma il padre della ragazza, Don Rodolfo Arenas, è un potente e malvagio ranchero che vuole impartire a Hutch una solenne e definitiva lezione. Per fortuna del biondo scavezzacollo, in Messico c’è anche Tex Willer...

   

A mio avviso, Giusfredi ha scritto un piccolo capolavoro con Il mio amico Hutch. Per inciso, ritengo questa la miglior storia di Tex Willer non scritta da Boselli e comunque giudico questo episodio quasi al livello di quelli del Bos su questa testata.
All'inizio, quando ancora ero alla presa con le prime pagine, il soggetto non mi era sembrato niente di nuovo e mi aveva dato l'impressione di essere molto classico e quasi un po' banale, ma subito dopo la trama ha iniziato a ingranare e si è fatta molto avvincente e per niente scontata, ma, anzi, si è rivelata ricca di sorprese.
Ho apprezzato il modo di portare avanti la narrazione molto simile a quello utilizzato da Boselli nella sua storia Sull'Alto Missouri, che consiste nello sviluppo di due trame parallele una con protagonista il giovane Tex, l'altra Carson. 
Con l'entrata nel penitenziario di Tex, la storia ha iniziato a entusiasmarmi sul serio. Bella anche l'idea del torneo di lotta per guadagnarsi la libertà indetto dal direttore della fortezza. 
La sceneggiatura di Giusfredi è sempre efficace e fresca e la storia non annoia un solo istante. Ben riuscito, secondo me, il trio di avversari che Tex e Carson devono sconfiggere.
Nell'ultimo albo, ho avvertito un aumento del ritmo della storia rispetto a quello più disteso dei precedenti numeri, probabilmente dovuto alla fretta di chiudere, ma la cosa non mi ha dato particolare fastidio perché Giusfredi è riuscito comunque a chiudere ogni filo di trama in modo convincente e senza forzature. Davvero commovente il momento della morte di Duarte, un bel tocco drammatico. Ho trovato molto convincente il personaggio di Hutch e ho apprezzato la non scontata conclusione della sua vicenda con Alma.
La vera ciliegina sulla torta è arrivata però con l'ultima tavola, bellissima e poetica, che vede Carson concedere a Lillian di passare con lui una notte di Luna Comanche. Ho trovato a tal proposito davvero ben caratterizzato il personaggio di Lillian e perciò questa scelta finale mi ha soddisfatto. 
Nel complesso, dunque, ribadisco che si tratta di un'ottima storia, ben scritta e avvincente, con un ritmo fluido e scorrevole e tanti bei colpi di scena.
Molto belli anche i disegni di Valdambrini, anche se devo dire che rispetto agli altri disegnatori della serie lo colloco un gradino sotto. Lavoro comunque molto convincente, ripeto.
Belle ma non perfette, nel complesso, le quattro copertine della storia. Quella che apprezzo di più è la prima. 

Storia: 9+
Disegni: 8,5

Letta in ritardo e rimasto piacevolmente sorpreso. La storia è così bella che sembra scritta da Boselli. Complimenti vivissimi a Giusfredi, che riesce a coniugare i due pards senza farli mai incontrare e lasciandoli vivere di vita propria. Due storie parallele, quindi, che alla fine si congiungono con maestria. Anche la scena dell’ultima tavola, con la ragazza che se ne va con Carson, ha il suo perché.
L’autore da’ risalto anche ad Arkansas Joe, ma ci tiene a sottolineare la differenza di velocità con la colt rispetto a Carson.
Molto belli anche i disegni, in linea con tutti gli altri della saga. A memoria, non mi sembra che qualcuno, finora, abbia toppato.
Voto alla storia: 8,4
Voto ai disegni: 9