Le Storie vol.2

Numero insulso

claudio57 ha scritto:
oltre alla storia "immagini di morte" l'albo contiene 2 storie brevi apparse nei primi anni '90 su Amico Treno:

1. "omicidio in treno" di Luigi Mignacco e Luigi Siniscalchi
   
2. "il rapinatore del tennis" di Claudio Nizzi e Corrado Mastantuono
   

Due storie già pubblicate su un albetto di Cronaca di Topolinia vent'anni fa tra l'altro.

a maggio nel n. 115 arriva il giudice Bean di Nolitta e Tarquinio

Ma che diavolo di mistura fanno, senza parole proprio

Speravo nella continuazione de "un ragazzo nel far west" con un terzo volume ed invece che delusione 
iniziavo a credere a una possibile ristampa completa della saga 
"il giudice Bean" è stato più volte ristampato, solo per quanto riguarda l'edicola, nella collana, Rodeo, in TuttoWest e recentemente da if edizioni.
perchè non recuperare personaggi mai più ristampati dopo la collana Zenith o quelli mai ristampati nelle tre collane Zenith (1-51), Rodeo e Tuttowest come ad esempio "mani in alto o occhio cupo?

Troppo facile non ci piace

claudio57 ha scritto:Speravo nella continuazione de "un ragazzo nel far west" con un terzo volume ed invece che delusione 
iniziavo a credere a una possibile ristampa completa della saga 

Ma io ci voglio credere , e spero sempre che prima o poi mettano in cantiere l'anastatica della serie Zenit 1-51, che contiene gran parte della saga di Un Ragazzo nel Far West.

claudio57 ha scritto:a maggio nel n. 115 arriva il giudice Bean di Nolitta e Tarquinio

Buono! Mi manca.

Io passo, roba che già ho con le edizioni IF.

graziano ha scritto:Ma che diavolo di mistura fanno, senza parole proprio

Leggasi ad cazzum...

continuo sperando di poter avere storie di personaggi da me non ancora letti ma in oltre un anno di Le Storie Cult ad eccezione del cavaliere nero di G.L. Bonelli e esseGesse sono tutti personaggi che possiedo in più edizioni sia SBE che if 

Speriamo in Occhio Cupo.

Preacher ha scritto:Speriamo in Occhio Cupo.

Occhio Cupo occuperebbe solo circa mezzo albo de Le Storie Cult e si potrebbe integrare con "l'uomo del Texas" di Nolitta/Galep

A giugno non una serie ma una storia autoclonclusiva su le storie cult n 116
"l'esploratore scomparso" di Decio Canzio e Alfio Ticci
questa storia è stats pubblicata da SBE per la prima ed unica volta sulla collana Rodeo n° 127 del dicembre 1977 di cui questa era la cover

LE STORIE - IL TESORO DI BISANZIO
Lettura molto soddisfacente sia per sceneggiatura che per disegni.
Marzano, autore che non conoscevo, sceneggia infatti un ottimo racconto. Si vede che fin dall'inizio aveva le idee chiare su come concludere l'episodio, perché infatti il "senso" della vicenda narrata lo si capisce nel meraviglioso finale, che coincide appunto con il miglior momento della storia. Nonostante però il racconto puntasse e ruotasse intorno al sorprendente finale, anche il resto della vicenda è molto avvincente e ben riuscito. Molto bella la suggestiva ambientazione storica durante la caduta di Costantinopoli nel 1453 per mano dei Turchi Ottomani di Mehmet II. Ben delineati i personaggi, di cui è reso molto bene lo sconforto dovuto all'assedio e alla caduta di Bisanzio. Marzano si dimostra poi molto bravo anche nello scrivere dialoghi, che appaiono realistici ed efficaci. Complimenti dunque allo sceneggiatore.
Per quanto riguarda invece i disegni, anche Lorusso si dimostra molto bravo; tuttavia non ho apprezzato l'eccessiva violenza che circonda le scene di combattimento.
Molto buona la copertina di Aldo Di Gennaro, per me uno dei migliori copertinisti di sempre.

Storia: 9
Disegni: 8,5

LE STORIE - ATTO D'ACCUSA
Ottimo numero de "Le Storie" uscito ormai nel 2016.
Giuseppe De Nardo è uno sceneggiatore che apprezzo molto in quanto le sue storie presentano sempre una precisa, ben delineata e realistica ambientazione storica, Storia che non si limita a fare da sfondo, ma, come in questo caso, fa da vera e propria protagonista. Lo sceneggiatore napoletano crea un avvincente thriller storico ambientato nella Roma repubblicana e che vede protagonista niente meno che il grande oratore, avvocato e politico Marco Tullio Cicerone, alle prese con il processo contro Verre, l'ex-governatore della Sicilia accusato accusato concussione. Un'opera ambiziosa, dunque, ma anche alquanto riuscita.
L'autore, probabilmente perché se avesse dato tutto lo spazio della narrazione a Cicerone avrebbe corso anche il rischio di travasarne la personalità e la figura, decide di imbastire un intreccio quasi corale dando grande spazio ad altri due personaggi che in certi momenti mettono anche in secondo piano l'oratore romano: sono il servo Tirone e l'ex-gladiatore Nicandro. È proprio quest'ultima figura quella che mi ha colpito di più e che ritengo la più riuscita.
Nonostante abbia apprezzato l'intera vicenda e il suo finale ricco di tensione, sono anche rimasto molto perplesso da una serie di errori resi ancor più gravi dal fatto che il racconto pretende e presenta una certa fedeltà storica. Nella terza tavola compare l'anno in cui la storia è ambientata: è il 684 secondo il calendario romano, il 69 a.C. secondo il nostro. In realtà, però, il 684esimo anno dalla fondazione di Roma corrisponde al 70 a.C. E, cosa molto più importante, il processo contro Verre avvenne proprio nel 70, e non nel 69. Non si può però pensare che per una svista sia stato scritto 69 al posto di 70, perché, nel corso dell'albo, vengono citati alcuni fatti storici del 69, come il consolato di Ortensio Ortalo e Quinto Metello e l'elezione di Cicerone a edile. Invece, il processo a Verre avvenne sotto il primo consolato di Pompeo e Crasso, nel 70.
Onesto il lavoro di Piccininno ai disegni, senza particolari sussulti, ma comunque mediamente di buon livello. Buono anche il dinamismo.
Copertina eccellente come al solito del maestro Aldo di Gennaro.

Storia: 8,5
Disegni: 8

LE STORIE - L'ABISSO
Boselli, ovunque scriva, finisce sempre con lo scrivere ottimi episodi. Anche "L'abisso", trentacinquesimo volume della collana "Le storie", disegnato dall'affiatatissimo Luca Rossi, ne è la dimostrazione.
Lo sceneggiatore milanese crea un'avventura marinaresca dal sapore lovecraftiano che non può non appassionare. Come al solito, la caratterizzazione dei numerosi personaggi di Boselli è degna di nota: anche qui, infatti, ogni pirata dell'equipaggio è "vivo" e realistico.
Ho notato per la prima volta in una storia del Bos che la trama procede quasi a "blocchi" più che linearmente o che addirittura alcune scene sembrano scollegate (credo volutamente) dal resto della narrazione: è, ad esempio, il caso della sequenza sull'isola tropicale con la foresta maledetta, che non viene ripresa nel seguito della vicenda. Anche queste scene che sembrano scollegate, tuttavia, hanno una loro notevole forza e potenza narrativa.
Molto efficace la sequenza in cui un membro dell'equipaggio trova un medaglione con il ritratto di una donna che "strega" tutti i pirati, creando anche discordia e portando a un omicidio. La seconda parte dell'episodio, molto più "visionaria" e angosciosa, è sceneggiata con impareggiabile maestria dal Bos. Splendida tutta la sequenza sull'isola circondata dal cimitero di navi. Il tragico e sorprendente "epilogo", in perfetto e voluto stile lovecraftiano, è, a mio giudizio, alquanto riuscito e inquietante.
Inoltre, in quest'episodio Boselli supera addirittura se stesso nello scrivere dialoghi, qui efficaci e realistici come non mai. Nel complesso, dunque, un episodio valido e spettacolare che, pur non essendo un capolavoro assoluto come "Mohawk River", si legge che è un piacere.
Rossi, insieme a Boselli, forma un duo di altissima qualità, una delle coppie più affiatate ed efficaci di casa Bonelli. Come l'autore dei testi, anche il disegnatore è fenomenale nel caratterizzare i personaggi, creando una precisa e inconfondibile fisionomia per ciascun membro dell'equipaggio e rendendo perfettamente le espressioni dei volti. Inoltre, il suo stile cupo e tenebroso si sposa alla grande con le atmosfere horror della vicenda.
Per concludere in bellezza, anche Aldo di Gennaro realizza una copertina magnifica a dir poco, di grande impatto anche grazie alla suggestiva colorazione.

Storia: 9+
Disegni: 9,5

a luglio come a giugno su le storie cult una storia autoconclusiva pubblicata in precedenza sulla collana Rodeo
"il serpente d'argento" di Pier Carpi e Virgilio Muzzi

Tale Alfio Ticci ha qualche grado di parentela col celebre disegnatore texiano?

Preacher ha scritto:Tale Alfio Ticci ha qualche grado di parentela col celebre disegnatore texiano?

è il fratello minore di Giovanni
nel 1979 entra nello staff di Tex aiutando il fratello maggiore nella realizzazione delle matite e di parte delle chine a esclusione dei volti dei personaggi fino al 1981 quando abbandona il mondo del fumetto.