Plenilunio (n.534/535/536)
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Andrea67
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Re: Plenilunio (n.534/535/536)
GIALLO THRILLER AL CHIAR DI LUNA
Under the moonlight you see a sight that almost stops your heart
You try to scream but terror takes the sound before you make it
You start to freeze as horror looks you right between the eyes,
You're paralyzed
Chorus
'cause this is thriller, thriller night
Intonava più o meno cosi in un cult music movie Michael Jackson .
Luna piena, orrore , emozione violenta e raggelante .
Plenilunio di orrorifico ha sicuramente l'ambientazione e la suggestione, ma la storia viene raccontata puntando soprattutto sul mistero e sulla suspense tipica del Giallo Thriller ( chi è il licantropo , ce la farà Zagor a fermarlo prima che uccida ancora ? ).
Gli autori centrano pienamente l'obiettivo voluto e , citando ancora la precedente canzone la sensazione è che You're out of time.
Nel senso che il lettore viene letteralmente rapito dalla lettura e dalla rilettura in cerca di una spiegazione, di un particolare che possa illuminare l'ignoto, sino alla soluzione finale, forse vagamente intuita ma non nei dettagli , non nel movente .
Ma andiamo per ordine.
Il primo albo un po' spiazzante . Sembra esserci poco orrore , anticipo a parte il mostro si vede solo nel campanile, non c'e apprensione per una minaccia già nota e d'altro canto la pura avventura era ritardata dal finto mistero sulla natura del pericolo che per scelta iniziale si era reso inesistente. In effetti il primo albo , oltre alla funzione introduttiva, sembrava non assolvere pienamente a nessun compito tematico. Ci sono in realtà elementi funzionali alla struttura narrativa ed elementi ruffiani concessi al lettore nostalgico . Ne è esempio la doppia introduzione , prima moderna e poi classica che volendo fare una metafora chimica, somigliava all'acido e alla base che si neutralizzano a vicenda con produzione di sale neutro.
A guardar bene il Mistero , vero asse portante della storia , attanaglia il lettore già alla fine del primo atto .
Ovviamente l'enigma è tutto incentrato sul " CHI " , ovvero sull'identità umana dell'Uomo Lupo.
Anche l'azione nel suo complesso non manca , gli scontri con il mannaro sono avvincenti , dinamici e, grazie anche ad un'ottima intesa fra sceneggiatore e disegnatore, dal lettore sono vissuti con la suspense tipica del thriller.
Burattini crea un clima di totale incertezza, indeterminatezza e mistero, la soluzione sembra li fra i tanti indizi disseminati , forse a portata di mano, ma sfuggente , come se mancasse qualcosa nel quadro indiziario, ma soprattutto nel movente. In verità di carne al fuoco ce n'è anche troppa , alcuni indizi possono forviare o depistare , come è giusto che sia .
La trama scorre, le ipotesi e le giuste deduzioni del nostro eroe arrivano sempre funzionali, espresse in maniera logica e naturale , in corso d'opera senza forzature, ovvero senza "stop and go" e/o "Time Out" esplicativi .
Il secondo albo si chiude lasciando il lettore con un grosso nuovo punto interrogativo .
Zagor guarda in faccia al presunto assassino e se ne esce con un "non è possibile " .
Suspense alle stelle e la cover del mese successivo che sembra indicare un nuovo indizio , un capobranco che guida i lupi all'attacco …
Ed infatti è proprio così , i Lupi sono più di uno ma a guidarli è un solo ululato! Burattini capovolge un po' il canovaccio Nolittiano (giustamente, per evitare un effetto Deja- vu ) , lo si nota anche dalla inversione delle copertine , prima il mostro in prima pagina , l'uomo Lupo in primo piano e poi i lupi, le Belve .
Sul piano dei contenuti c'è sempre di mezzo uno scienziato , ma il Dr. Stubb è eticamente lontano da Terence.
Il primo , sfortunata vittima di un buon proposito era pur sempre uno scienziato a servizio dell'uomo . L'operato di Terence ( graficamente sembra un omaggio ad Asimov di cui Burattini è stato fan ) , invece , non è guidato da alcun controllo etico , cio che lo motiva è il solo gusto della scoperta, fine a se stessa, funzionale ad appagare il suo immenso appetito culturale, saziato però come farebbe un animale, senza badare alle conseguenze, senza remore di alcun tipo per raggiungere lo scopo.
Di questo il personaggio se ne ha piena consapevolezza quando dice che , in fondo , la vera essenza dell'uomo è quella belluina . Concetto fatto ripetere anche a Mortimer in altra occasione che connota la visione puramente manichea dell'intendere i cattivi da parte di Burattini , praticamente antitetica a quella Nolittiana.
In effetti l'involuzione etica in Terence è cosi spinta che nemmeno i Lupi lo hanno toccato, forse addirittura schifati, o semplicemente perché nessuna creatura mangia un proprio simile, se non per estrema necessità ( o forse semplicemente Terence li ha ipnotizzati ).
L'unica persona di cui manifesta dignitoso rispetto e il Dr. Metrevelich, anche lui un uomo di scienza, gli altri sono solo cavie.
Molto suggestivo il momento in cui Terence getta la maschera togliendo gli occhiali .
Carino l'espediente di Tawar , sul quale l'autore lascia scivolare il dubbio ( elaborazione subcosciente o manifestazione sovrannaturale ? ) .
Funzionali i richiami ad episodi passati cosi come lo sono le spiegazioni finali .
Alla fine i nodi devono venire al pettine , il mistero che tanto ci ha appassionato deve essere svelato, Burattini lo fa attraverso Zagor ma non tralascia la consulenza di Metrevelich , anche per giustificare la sua presenza .
Le spiegazioni sono ovviamente parte avvincente del racconto perché permettono di fare piana luce sugli avvenimenti , senza spezzare alcun ritmo .
Alla fine c'è solo il mancato funzionamento del pendolino che rimane solo un McGuffin.
Perché non ha funzionato ? E' dovuto alla mancata origine sovrannaturale o all'effetto fuoriscala ?
Cioè i lupi mannari erano più di uno e il pendolino non sapeva dove puntare ? Come per Tawar meglio lasciare la cosa all'interpretazione personale ?
Burattini molto efficace quando non eccede nei chiarimenti !
DISEGNI
Non mi intendo molto di matite e pennelli , non che mi intenda di più di sceneggiature , ma mi è più facile argomentare le mie sensazioni in merito alla trama. Ma le emozioni progettate nei testi trovano espressione grafica solo attraverso i disegni .
Che dire quindi dei disegni ? Senz'altro che sono fantastici , ma sarebbe riduttivo . Il mistero profondo e le atmosfere da incantesimo prendono vita attraverso matite e chine di un Joevito super ispirato , che di Ferri sembra ricordarne non solo le fisionomie ma soprattutto le tetre atmosfere ed il dinamismo . Qualcuno gli potrà rimproverare che il suo Zagor non è esattamente uguale a quello Ferriano , questa al massimo può essere una constatazione ma non certo un difetto . Perché da quelle pagine emerge comunque la magia degli anni 70, la stessa che ci aveva incantato da bambini, emerge la passione per il personaggio e l'ammirazione per il maestro , ma affiora anche il tratto di un disegnatore, moderno, tridimensionale, capace di bucare la pagina con prospettive ed espressività . Joevito è eccezionale. Il suo Uomo Lupo buca la pagina , ha vita , forza . Un esordio folgorante . Peccato solo che sia tornato una sola volta con la storia dello Zoo di Kauffman e la sua terza storia è stata purtroppo preceduta dalla fine del personaggio con il reboot di un suo sosia .
Ospite- Ospite
Re: Plenilunio (n.534/535/536)
Concordo su tutto ma quelle spiegazioni finali di una ventina di pagine si potevano espletare attraverso l'azione invece che con un eroe che ricostruisce come un investigatore.
ad ogni modo sono state meno ridondanti di altri casi passati.
ad ogni modo sono state meno ridondanti di altri casi passati.
Ospite- Ospite
Re: Plenilunio (n.534/535/536)
Il fatto è che nel giallo la ricostruzione degli antefatti è giocoforza un elemento essenziale , il mistero regge la scena esplicativa e la trasformazione finale, l'effetto sorpresa con gli eventi successivi movimentano l'ultimo albo .Le spiegazioni sono essenziali non va oltre i chiarimenti necessari, non si sofferma troppo sui dettagli e direi che la storia è pianamente riuscita. Non ho mai criticato l'autore per la sua passione per il giallo , se non per qualche eccessivo, snervante "stop and go" tipo il Mortimer Caraibico. Nel complesso ha portato aria fresca alla narrazione zagoriana. Il giallo è decisamente nelle sue corde, alla lunga si è scoperto che Zagor e la nolittianità di base lo erano molto meno ...
Ospite- Ospite
Re: Plenilunio (n.534/535/536)
Liberty Secular Sam ha scritto:Il fatto è che nel giallo la ricostruzione degli antefatti è giocoforza un elemento essenziale , il mistero regge la scena esplicativa e la trasformazione finale, l'effetto sorpresa con gli eventi successivi movimentano l'ultimo albo .Le spiegazioni sono essenziali non va oltre i chiarimenti necessari, non si sofferma troppo sui dettagli e direi che la storia è pianamente riuscita. Non ho mai criticato l'autore per la sua passione per il giallo , se non per qualche eccessivo, snervante "stop and go" tipo il Mortimer Caraibico. Nel complesso ha portato aria fresca alla narrazione zagoriana. Il giallo è decisamente nelle sue corde, alla lunga si è scoperto che Zagor e la nolittianità di base lo erano molto meno ...
Non la vedo proprio così come te, secondo me quella parte giallistica poteva essere spiegata con l'azione o poche vignette
comunque siamo ben lontani dallo spiegazionismo patologico del peggior Burattini, questo sì.
Ospite- Ospite
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