MARTIN MYSTERE (II parte)

LA BALLATA DI THOMAS IL RIMATORE (n.380-381)
Questa doppia storia di Lotti-Mainardi mi ha colpito positivamente: trama solida, buon ritmo, buoni dialoghi. La ben delineata figura di Thomas "il Rimatore" è fin da subito molto affascinante. Ottimo l'alternarsi di scene ambientate nel presente e nel passato, più precisamente nel Basso Medioevo, dove Orlandi ai disegni si esalta moltissimo. Anche la strana vicenda nel presente, in cui Diana e altre persone iniziano a fare le più svariate previsioni, mi ha preso abbastanza. Tuttavia ho preferito le parti nel passato dove compare True Thomas. La storia scorre bene fino alle ultime tre pagine finali, in cui vengono tirati in ballo dei tardigradi che non capisco cosa centrino con la vicenda. Peccato, perché per il resto la storia è ottima e ha un bel ritmo.
I disegni di Orlandi a me piacciono moltissimo, per cui non mi trovo d'accordo con chi li critica. Come ho detto in precedenza, le scene nel Medioevo da lui rappresentata sono splendide.
Se la copertina del primo albo, "La ballata di Thomas il rimatore", è ancora piuttosto bella, quella di "Tutta la verità" non lo è affatto.

Storia: 8
Disegni: 9

Godibile divertissiment Natalizio.
Non avrei cambiao però Brody e Towers con questi due sconosciuti agenti di Altrove, penso deve esserci stato qualche errore in fase di editing di sceneggiatura.

La cosa più interessante di questa storia è la presenza di Angie in molte scena tutta ignuda, i rimandi a Bloch (il direttore della ACM Logististic) e i due agenti di Altrove vestiti da acchiappafantasmi. Per il resto è una trama troppo lineare sulla quale viene scritta una favoletta natalizia.
Buona l'idea del plasma predatore che andava sfruttata meglio. Sforza a fasi alterne.

Buonissima idea ma la trama a un certo punto l'ho trovata pesante al pari della spiegazione finale.
Sostanzialmente buoni i disegni di Sforza anche se non sempre azzeccato Martin. Bellissima la sua Angie.

Buon inizio e bella storia intrigante.
Disegni di Piacentini veramente brutti. Personaggi che sembrano statici anche nelle scene di movimento e in certi frangenti Martin è irriconoscibile.

Boccio assolutamente l'editoriale di Castelli.
Non bastava sentire ogni sera virostar, non bastavano i tg che ci bombardavano di numeri di contagi, ora arriva anche il predicozzo di Castelli a rispettare le norme anti covid e a favore del green pass. Mamma mia...ma se uno non sa quello che scrivere per riempire due pagine lasciasse gli spazi vuoti!

Thunderman78 ha scritto:Boccio assolutamente l'editoriale di Castelli.
Non bastava sentire ogni sera virostar, non bastavano i tg che ci bombardavano di numeri di contagi, ora arriva anche il predicozzo di Castelli a rispettare le norme anti covid e a favore del green pass. Mamma mia...ma se uno non sa quello che scrivere per riempire due pagine lasciasse gli spazi vuoti!

Peccato che dica cose di buon senso e assolutamente condivisibili... Trattandosi di persona anziana, ed essendo il suo personaggio da sempre attento alle tematiche sociali, davvero faccio fatica a capire cosa ci sia che non vada nelle quattro righe dedicate all'argomento.

Sulla storia, vado in controtendenza: storia meh, disegni discreti.
Per me, i problemi grafici della serie sono (erano?) altrove: Nisi, Ongaro, un Coppola svogliato, ecc. ...

Walter Dorian ha scritto:Ongaro a me piace molto, quei suoi chiaroscuri sanno creare quell'atmosfera inquietante e misteriosa.
I migliori o se ne sono andati (Esposito Bros) o ci hanno lasciato (Romanini).

Mai piaciuto...
E dire che ho una vera e propria passione per tantissimi "militi più o meno ignoti" bonelliani (te ne potrei citare a decine).

Non male come inizio e non male la tematica dei defunti rievocati grazie all'uso di una droga, affascinante anche l'andirivieni tra passato e tempo reale e tutta l'indagine che c'è dietro. Gustoso anche l'aggancio a Orloff.

Disegni di Piacentini veramente brutti e piatti. Diana è quasi presentabile ma su Martin non ci siamo proprio.

Queta mi piace! Sia la copertina che la trama

Ho altissime aspettative sia per il numero 385 che per il 386 (Castelli e Alessandrini di nuovo insieme!).
Molto bella anche la copertina de "L'ombra di Michelangelo".

GLI SPIRITI DEL NATALE (n.382)
Numero che non mi ha soddisfatto a pieno nè per quanto riguarda la sceneggiatura nè per quanto riguarda i disegni.
L'idea di base della trama creata dal duo Lotti-Mainardi non è male, però è sviluppata in modo semplice e non troppo avvincente. Presa come un divertissement, può però risultare più piacevole.
Ho apprezzato i numerosi richiami al meraviglioso racconto "Canto di Natale" di Charles Dickens. Bella e giusta la riflessione di Martin sui lati positivi (come la solidarietà) del Natale. Molto bello l'ironico congedo finale del "plasma cacciatore"!
I disegni di Sforza non mi hanno per nulla fatto impazzire, però sono sufficienti. Stesso discorso per la copertina di Alessandrini.

Storia: 6,5
Disegni: 6+

IL CANTO DELLA SIRENA (n.81-83)
Ennesima ottima storia di Castelli che si inserisce nel meraviglioso filone dedicato al continente perduto di Atlantide, aggiungendo nuovi interessanti tasselli alla continuity.
Mi è piaciuta la splendida sceneggiatura del BVZA, che si sviluppa in due sottotrame principali e parallele (la vicenda legata al delfino Patsy e quella sulla "scimmia acquatica") che nel corso della storia si incroceranno. Molto intriganti alcune teorie presentate all'interno degli albi, soprattutto quella della "scimmia acquatica".
Bella la spettacolare scena all'interno del laboratorio perduto di Atlantide; buono anche il colpo di scena su Elaine. Splendida invece la lunga spiegazione di Patsy che dà molte nuove informazioni su Atlantide. Castelli si dimostra, come in tante altre occasioni, in anticipo sui tempi, dato che introduce temi come quello dell'ingegneria genetica e dell'inquinamento atmosferico. Ottimo pure l'epilogo (aperto) della storia, che dà un bel tocco conclusivo inquietante.
Forse l'unico, ma trascurabile, difetto della storia è che Von Hansen viene messo un po' troppo da parte.
Buoni e onesti, come al solito, i disegni di Bignotti.
Per quanto riguarda le copertine di Alessandrini, ottima la prima, discreta la seconda.

Storia: 9
Disegni: 8