Moctezuma (560)

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Messaggio Da Ospite Ven 16 Gen 2015, 14:59

Moctezuma (560) 29vl2yw

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Fernando Fusco
Copertina: Claudio Villa


Passate poche miglia oltre il confine tra Arizona e Messico c’è un piccolo villaggio. Un tempo governato da Don Victoriano Villalta, proprietario terriero rispettoso e generoso con i campesinos che lavoravano per lui, oggi il paese è dominato da Diego, brutale figlio del defunto latifondista. Questi deruba e affama chi lavora per lui e fa uccidere dai suoi uomini chi osa ribellarsi alle sue angherie! È abituato a ottenere sempre ciò che vuole e quando la sua preda diventa la bella figlia del povero Manuel Aribas, Diego non esita a farla rapire… Sta a Tex riportare la giustizia a Moctezuma e impartire una lezione al piccolo tiranno!

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Messaggio Da Ospite Dom 25 Gen 2015, 16:14


MOCTEZUMA (Tex nr 560)
La storia che mi accingo a commentare è una pietra miliare della saga Texiana, una perla di racconto di cui noi Texiani dobbiamo andare fieri, in quanto ci è sicuramente invidiata da tutte le altre testate. Il capolavoro di cui sto parlando è Moctezuma (nr 560) di cui consiglio vivamente la lettura anche ai non-texiani (come vedete, persino il titolo è altisonante, quindi perfettamente in sintonia con l’opera d’arte in oggetto). Molti forumisti rimarranno basiti dell’affermazione di cui sopra, ma leggendo il proseguo di questo messaggio sono sicuro che converranno con me.

Prima di entrare nel vivo della recensione, penso sia doveroso fare un’importante premessa : il brillante sceneggiatore di Moctezuma è un amante dei classici di letteratura, ed in particolare modo dei racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, ed il suo più grade cruccio è quello di non avere mai avuto la possibilità di scrivere una storia sui suoi beniamini.
Infatti l’hanno sempre costretto a scrivere le avventure di un serio ranger, un autentico attaccabrighe, sempre pronto ad estrarre le sue Colt 45 per sparare ai fuorilegge, che vaga nelle polverose piste del Far West in sella ad un puzzolente quadrupede; insomma una vera noia per il nostro artista.
Ma è proprio in questo frangente che viene fuori la genialità e l’astuzia del nostro sceneggiatore che, con una metodologia narrativa tipica dei fuoriclasse, riesce a trasportare le avventure dei suoi beniamini all’inteno della saga texiana : Moctezuma ne è un lampante esempio.

Quindi, letto con questa giusta ottica, sono sicuro che anche voi lettori apprezzerete l’ilarietà ed il sottile umorismo del racconto di cui stiamo disquisendo, la cui giusta dizione è quindi capolavoro.

Comunque, al fine di apprezzare pienamente la magneficenza di questa avventura, dobbiamo rivedere i nomi dei vari personaggi.
In questa storia è stato volutamente escluso Bertoldo, in quanto la sua arguzia e perspicacia sono altamente superiori a quelle del protagonista di questa vicenda, il quale, per le sue caratteristiche, sembra più affine a Cacasenno. Inoltre, in questo mirabolante racconto, il nostro scrittore ha preso in prestito, da altri testi letterari a lui cari, anche altri simpatici personaggi.

Adesso, dopo questa doverosa introduzione, possiamo passare ad evidenziare i punti salienti e più geniali dell’opera d’arte in oggetto.

Nelle prime pagine Tex (pardon Cacasenno) si fa subito piccionare : infatti un qualsiasi peones messicano, minacciandolo con una vecchia doppietta, gli chiede di slacciarsi il cinturone e lui lo fa senza mostrare la benché minima reazione. Però, una volta resosi conto che era un innocuo campesino, lo prende a pugni. Una scena veramente godibile e spassosa, me la sono riletta un paio di volte.

Successivamente Cacasenno raggiunge il villaggio dove incontra due poveracci legati ad un carro. Tenta di liberarli ma spuntano alle sue spalle 4 cattivoni, sicuramente appartenenti alla famigerata Banda Bassotti!!! Sono veramente terribili, in quanto ammoniscono il nostro Cacasenno sparandogli per avvertimento. Ma l’impavido Cacasenno cosa fa? Gli volta nuovamente le spalle (ma che intelligentone!!!) ed i cattivoni cosa fanno? Gli sparano un secondo avvertimento!!! Che scena sublime, da scompisciarsi dalle risate!!! Poi dopo avergli sparato ben due volte per avvertimento, il più astuto dei Bassotti dice sottovoce agli altri componenti della banda “tutti insieme forza” e scaricano i loro winchesters su Cacasenno il quale, pur non essendo molto scaltro, riesce tuttavia ad intuire la minaccia ed a schivare le pallottole. Da rotolarsi per terra dalle risate, troppo bello!!!!! Veramente terribili questi Bassotti, sto ancora tremando dalla paura!!!

Dopo avere ucciso i 4 Bassotti Cacasenno decide di andare nella tana del loro terribile capo, Don Diego Villalta (alias Gambadilegno) per cercare di convincerlo a liberare una ragazza (Maria Dolores figlia del campesino di cui sopra) che aveva rapito. Durante il tragitto l’astuto Cacasenno rimugina tra sé “spedire all’inferno quei 4 è stata una semplice azione di legittima difesa, ma dubito che Don Diego la vedrebbe nello stesso modo se venisse a conoscenza dell’accaduto prima che io arrivi da lui. Devo sbrigarmi a precedere chiunque abbia interesse a informarlo della sparatoria”. Ma Cacasenno è proprio un volpone, che piano strepitoso ed intelligente!!! Sicuramente Gambadilegno, dopo una sua arguta spiegazione dell’accaduto, gli stenderà un tappeto rosso di benvenuto.

Dopo poco si imbatte in un altro gruppo di famigerati Bassotti, li uccide tutti, ma uno riesce a sfuggirgli e va avvertire nientemeno che Gambadilegno.

Proseguendo la sua passeggiata tra i dolci colli, incontra una donzella a terra svenuta. Il generosissimo Cacasenno non esita un attimo a prestargli soccorso e, dato che è un cuore nobile e puro, non pensa nemmeno lontanamente che possa trattarsi di una trappola. Purtroppo la sua gentilezza non è ricambiata, infatti un gruppo di fetentoni, quando è chino per accertarsi che la giovincella sia in buona salute, gli dà una botta in testa e lo cattura. Ma che ingrati, mi sono messo a piangere come un vitello per questa scorrettezza, che scena strappalacrime, un grande applauso allo sceneggiatore!!!

Cacasenno viene incatenato nelle segrete del palazzo di Gambadiegno e qui il nostro ranger, al fine di trovare un piano per liberarsi, dimostra tutta la sua proverbiale furbizia, facendo una proposta molto appetitosa ai cattivoni: propone a Gambadilegno di lasciarlo libero e lui, in cambio, andrà a cercare Aurelio Torres, un ribelle nemico di Gambadilegno.
Incredibile colpo di scena!!!! Gambadilegno non accetta!!!!!!!! Ma chi l’avrebbe mai detto!!!! Qui il lettore viene pervaso dallo stupore, un altro applauso allo sceneggiatore per questa fantastica scena!!!

Adesso entra in scena un altro fantastico personaggio, la mitica Nonna Abelarda, che libera nientemeno che Cacasenno che, attaccato ad una trave, penzola come un salame!!!

Durante la fuga c’è una sparatoria e sentendone il rumore, l’astuto capo dei Bassotti si domanda : cosa sarà successo? Poi, resosi conto della fuga, non dà l’allarme, ma cerca di capire come ha fatto Cacasenno a fuggire. Inoltre persino Gambadilegno si lamenta del rumore degli spari che non lo fanno dormire e, visto il ranger in fuga, invece di dare l’allarme ai suoi scagnozzi, la prima cosa che domanda è : come ha fatto a liberarsi? E l’intelligentone di cui sopra, gli spiega il tutto. Durante tutto questo scambio di spiegazioni tra i fetentoni, Cacasenno, che è un furbone di sette cotte, non rimane ad aspettare, ma bensì scappa!!!! Che scena realistica, emozionante e piena di suspance, qui lo sceneggiatore riesce a superare se stesso!!!!

Cacasenno entra nella casa di Gambadilegno con l'intenzione liberare Maria Dolores, ma sta per essere piccionato (strano, ma non sembra una novità), quando, altro incredibile colpo di scena, compare come per magia Nonna Abelarda, che l’avverte del pericolo!!! Per l’emozione il mio cuore ha incominciato a battere all’impazzata, tanto che ho dovuto interrompere la lettura per andare a preparami una tazza di camomilla, al fine di abbassare il mio tasso di adrenalina.

Il malefico Gambadilegno si fa scudo della bella Maria Dolores (alias Paperina) e fugge a bordo di un bianco destriero, portandosi dietro la dolce donzella.
A questo punto si ha lo sconvolgente epilogo di una immensa bellezza sceneggiativa, roba da fare invidia al miglior Salgari!!!
Infatti entra in scena Aurelio Torres (alias Paperino) che, con un’intelligentissimo stratagemma, ferma Gambadilegno : tende una corda sulla pista, in maniera da fare inciampare il cavallo del cattivone, che rotola a terra. Paperina si alza incolume e raggiante ed abbraccia il suo fidanzato, mentre il povero Gambadilegno giace a terra, col collo spezzato (sigh ).
A questo punto sono stato pervaso da un forte dubbio : ma Aurelio Torres sarà stato Paperino oppure Gastone? Infatti è un’autentica fortuna che nella caduta Paperina non si sia nemmeno graffiata mentre invece Gambadilegno è morto!!! Un altro atroce dubbio mi assale : fortuna o preciso calcolo? Se fosse vera la seconda ipotesi, allora Aurelio Torres sarebbe uno strepitoso stratega!!! E’ con questa domanda che martella la mia mente (chi è Aurelio Torress, Paperino, Gastone o uno strepitoso Stratega?) che si conclude la storia. Anche qui un plauso allo strepitoso sceneggiatore è doveroso, in quanto anche nel finale ci ha voluto deliziare con un’altra delle sue incredibili soluzioni sceneggiative.

Quindi per concludere un racconto molto godibile, un vero capolavoro, grazie di esistere Moctezuma!!!
Comunque, fortunatamente, il nostro esimo sceneggiatore ci ha deliziato con altre opere d’arte di tale fatta. In alcuni degli altri capolavori vengono addirittura coinvolti i 4 pards, ossia Cacasenno (Tex), Bertoldino (Kit Carson), Gianni (Tiger Jack) e Pinotto (Kit Willer); letture da non perdere!!!


PS : Ogni riferimento a fatti realmente accaduti ed a sceneggiatori realmente vissuti è puramente casuale

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Messaggio Da Andrea67 Dom 25 Gen 2015, 18:01

Premetto che non mi ha dato affatto fastidio il cinturone slacciato alla seconda tavola, perché se uno ti punta addosso un fucile a mezzo metro di distanza non puoi fare altro.
Mi hanno dato però fastidio altre scene: a cominciare dalle spalle voltate ai quattro banditi che però, per pura fortuna, sparano per intimidirlo; al doppio salvataggio di Tex da parte della vecchietta di turno; alla frase pronunciata da Tex mentre sente gli spari oltre la collina; alla scena finale.
Detto questo, c'é da dire che, da buon western all'italiana, Tex, da solo elimina circa 20 nemici, viene catturato e torturato come accade sovente agli eroi dei suddetti films.
Volendo compensare i difetti con i pregi, anche questa storia - oggi - non mi sento di bocciarla e, pertanto, le assegno una sufficienza, seppur scarsa.
Voto alla storia: 6
Voto ai disegni: 6,5

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