Moreno Burattini - Parte terza

+17
KLAIN
natural killer
Sam Fletcher
capelli d'argento
OLIMPIA
kento
wakopa
MacParland
graziano
MASSIMO
biascid_70
GIOB225
doctorZeta
Andrea67
Preacher
Magico Vento
claudio57
21 partecipanti

Pagina 10 di 11 Precedente  1, 2, 3 ... , 9, 10, 11  Successivo

Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da graziano Dom 16 Ott 2022, 17:05

La risposta alla numero 2 è mitica, adesso mancavano le sette, orca zoccola oh... winki stella2 stella2 stella2
graziano
graziano
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA

Messaggi : 4176
Data d'iscrizione : 19.01.15
Località : falconara marittima

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da capelli d'argento Lun 07 Nov 2022, 00:11

I "detrattori".....
Definiti dal curatore "perenni insoddisfatti" e "talebani dell' ortodossìa", ora anche come una "setta".....Shocked  stella2 azzzz  mad

_________________________________________________
"Se l' avessi saputo prima avrei indossato quella benda 35 anni fa!"
John Wayne, dopo aver vinto l' Oscar, nel 1969, con "Il Grinta".
capelli d'argento
capelli d'argento
DOTTORE DEL FORUM
DOTTORE DEL FORUM

Messaggi : 2819
Data d'iscrizione : 02.08.16
Località : canaveìs

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Ospite Dom 13 Nov 2022, 01:40

In un'intervista su una diretta fb che ha fatto due settimane fa ha detto che con la direzione non ha fatto più riunioni per pianificare nuove strategie, il che è buon segno che le cose vanno bene in numeri di vendite mensili.
Poi ha detto che stanno pensando ad altre iniziative per il futuro in fatto di uscite.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Ospite Lun 14 Nov 2022, 00:27

Beh Zanna, mi sembra strano che un curatore con il direttore editoriale e Airoldi non faccia una riunione, almeno una volta ogni tanto.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Ospite Lun 14 Nov 2022, 01:31

Le nuove iniziative saranno sicuramente altre ristampe, tanto hanno capito che il pubblico zagoriano è composto al 90% da fidelizzati di cui fra questi c'è una buona fetta che le compreranno.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da doctorZeta Lun 14 Nov 2022, 04:38

Scarsine le "novità" dette a Lucca... Già sapevamo tutto

_________________________________________________
SENZA ORSATO CHE JUVE SAREBBE?

E ti sta parlando un Bonelli-dipendente...
doctorZeta
doctorZeta
ZAGORIANO INDISPENSABILE
ZAGORIANO INDISPENSABILE

Messaggi : 23606
Data d'iscrizione : 08.06.16
Località : Torino

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Ospite Mar 15 Nov 2022, 10:51

Wallenberg ha scritto:Beh Zanna, mi sembra strano che un curatore con il direttore editoriale e Airoldi non faccia una riunione, almeno una volta ogni tanto.

Infatti. Da quello che sapevo si vedono una volta all'anno a inizio di ogni anno.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Ospite Mar 15 Nov 2022, 11:57

zannabianca^ ha scritto:In un'intervista su una diretta fb che ha fatto due settimane fa ha detto che con la direzione non ha fatto più riunioni per pianificare nuove strategie, il che è buon segno che le cose vanno bene in numeri di vendite mensili.
Poi ha detto che stanno pensando ad altre iniziative per il futuro in fatto di uscite.

Altra miniserie in arrivo.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Mar 15 Nov 2022, 12:41

una voce che circolava da tempo
claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Mer 30 Nov 2022, 20:16

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (52)

1 – Caro Moreno, scrivo queste righe per chiederti: è tua intenzione scrivere il sequel di una storia che ha fatto sempre molto discutere, e che ha portato in gioco la questione degli universi paralleli: “Incubi!”?
.
“Incubi” (1988) è una storia inserita in una saga, quella di Hellingen, che ha già avuto vari seguiti, scritti da Mauro Boselli e da me (ci sono stati altri capitoli successivi, insomma: almeno tre o quattro, a seconda di come si considerano spezzate le storie disposte in continuità). Da un punto di vista puramente cronologico, il sequel di “Incubi” è stato sceneggiato da Boselli con la lunga avventura che comincia con l’albo “Ombre su Darkwood” (1996). Ricordo che l’intera saga di Zagor contro Hellingen è stata raccolta in una serie di sette volumi da poco completata. Se però la domanda si riferisce alla possibilità di ricreare in una nuova avventura la “fine del mondo” immaginata da Sclavi, con la realtà impazzita attorno allo Spirito con la Scure (frutto del delirio del mad doctor), e magari spiegarne meglio il senso, direi proprio di no, almeno per quanto mi riguarda. “Incubi” è un racconto che appartiene all’universo letterario sclaviano, più che nolittiano, quindi è una prova d’autore in cui volutamente si riconosce la personalissima calligrafia di uno sceneggiatore conscio del proprio talento e che pertanto non fa niente per “nascondersi”. Si tratta dunque di una storia a sé stante, che reputo intoccabile nella sua unicità.
.
2 – Caro Moreno, quando il Colonnello Perry è apparso per la prima volta nella serie, Zagor e l’ufficiale medico parevano conoscersi già. Ci verrà quindi mai narrato il primo incontro fra i due?
-
A volte gli sceneggiatori introducono nuovi personaggi facendoli incontrare a Zagor e Cico come vecchie conoscenze: questo serve a dare la sensazione di un racconto reale, con protagonisti che vivono in un contesti di rapporti pregressi. È come se volessimo far credere che i nostri eroi conducano una vita anche al di fuori delle vicende raccontate, come se esistesse veramente il loro mondo. Sarebbe perfino noioso, oltre che difficile, dover costruire storie in cui i personaggi o già sono noti al lettore o Zagor li debba incontrare tutti per la prima volta. Lo Spirito con la Scure entra in saloon o in trading post in cui sicuramente è già stato e saluta persone che già conosce anche se il lettore li vede per la prima volta. Faceva così anche Nolitta, l’esempio più lampante è quello de “La preda umana”, in cui Zagor si reca a un rendez-vous dei trappers, di cui mai si era parlato in precedenza ai lettori, e viene accolto da tutti come un vecchio amico. Proprio salutando i mountain men uno per uno, lo Spirito con la Scure li presenta al lettore. Lo stesso accade, del resto, nell’avventura d’esordio, “La foresta degli agguati”, allorché lo Spirito con la Scure entra in fortino di cacciatori di pellicce, Fort Henry, e viene riconosciuto e salutato da tutti, dimostrandosi particolarmente amico di un certo Pat, a capo dell’avamposto  Riguardo a Perry, una parte del suo passato è già stato narrato in un Color in cui era co-protagonista. Niente vieta che ci possano essere altre retrospettive, se utili a dare spessore a una bella storia.
.
3 – Caro Moreno, una volta scrivevi storie ad ampio respiro (Il gigante di pietra, La mummia delle Ande, per fare due esempi). Ora sembra che tu preferisca scrivere episodi più brevi, ma a mio avviso le storie di Zagor dovrebbero essere molto più complesse e articolate, un po’ come succede su Tex. Sembra che lo Zagor odierno sia semplificato rispetto al passato. Cosa ne pensi?
.
Nel corso del 2022 in realtà è uscita una mia storia con Mortimer lunga tre albi e un’altra dedicata al passato di Rochas ugualmente in tre puntate è cominciata con il mese di dicembre. Forse parlando di storie “di più ampio respiro” ti riferisci ad avventure ancora più lunghe, sopra le trecento tavole, magari in quattro parti. Ne sto scrivendo proprio una che probabilmente raggiungerà le quattrocento pagine, quella del ritorno di Supermike. Però, non mi pare che né su Zagor né su Tex la regola sia (né sia mai stata) quella delle storie lunghe più di tre albi, anzi, quelle in quattro o cinque sono statisticamente eventi eccezionali. Ciò detto, ci sono difficoltà oggettive nel portare a termine una storia a fumetti lunga come “Il gigante di pietra” o “La palude dei forzati”: al di là della necessità di trovare una trama che regga la lunga distanza, è inevitabile notare come i disegnatori di oggi realizzino un minor numero di tavole ogni mese rispetto alla produzione dei loro colleghi (o di loro stessi) in tempi passati. Tenere impegnato un illustratore su un racconto molto lungo significa bloccarlo su quel lavoro per anni e anni (tre, quattro, cinque), con il rischio costante di incidenti di percorso o rallentamenti (è ovvio peraltro che gli investimenti fatti dalla casa editrice sul work in progress rientreranno peraltro solo a storia pubblicata). Non è neppure detto che una storia in quattro albi sia per forza più bella di una in tre o in due (o in uno). Ogni storia deve avere la lunghezza richiesta dagli sviluppi della trama, allungare il brodo non migliora la qualità del racconto. Aggiungo che, in generale, i tempi di fruizione di qualsiasi contenuto multimediale (non solo fumetti ma video, libri, brani musicali) tendono a essere più brevi, i ritmi dei film si sono fatti più sincopati, la comunicazione avviene in modo più rapido. Gli autori, me compreso, lo percepiscono e, talvolta perfino involontariamente, si adeguano. Noi possiamo anche apprezzare le storie-fiume, ma nel mondo che ci circonda ci sarà sempre più spesso chi si spaventerà o storcerà la bocca o sarà scoraggiato di fronte a una storia a fumetti che gli venga proposta in quattrocento o cinquecento pagine.
.
4 – Gentile Moreno, pur essendo la storia “Fantasmi!” decisamente sopra le righe, c’è un fatto che mi ha sempre lasciato perplesso, ad ogni rilettura. Sappiamo che Jeremiah faceva da tramite fra Tampa Town e l’Isola delle Trenta Bare e che finisce in cenere insieme alla sua casa ma... ne è stato mai trovato il cadavere? Da semplice fan, cosa ha pensato della sua fine una volta anche lei per la prima volta quell’avventura qualche tempo fa?
.
Ho pensato che si trattava di una storia troppo sopra le righe per pormi troppe domande. Mi sono divertito con le trovate proposte da Castelli e Pini Segna, ho colto le evidenti citazioni da Carl Barks, e mi è bastato questo divertimento.
.
5 – Gentile Moreno, dopo essermi gustato fino allo sfinimento l’avventura (per adesso la prima) che ha visto protagonista la Cacciatrice Linneha, mi viene spontaneo chiederti se possa esserci in programma un team-up fra la stessa Linneha, la quale ha come missione quella di vendicare i torti subiti dagli indiani, e Odonak, l’indiano Abenaki di “Corpo speciale”, intenzionato a scoprire chi sia e dove si trovi Patrick Wilding per vendicare la strage raccontata in “Zagor Racconta...” e nella miniserie “Le Origini”. Dopotutto Zagor ha nel sua passato quell’eccidio che non potrà mai dimenticare, Odonak lo cerca per questo e Linneha è, appunto, nella condizione di vendicare un massacro di indiani da parte di un bianco, magari mettendo a repentaglio l’operato della Spirito con la Scure rivelando al mondo, e quindi soprattutto agli indiani, che l’Inviato di Manito abbia un grave peccato sulla coscienza. Il personaggio di Linneha non si presterebbe molto a questo “spiffero”, ma Odonak non dovrebbe avere problemi a mettere le cose in chiaro fra la vera identità di Zagor ed il massacro degli Abenaki. Cosa ne pensi?
.
Innanzitutto sono molto lieto dell’apprezzamento per la Cacciatrice, segno che qualche volta le ciambelle riescono con il buco. Poi, l’idea suggerita mi sembra ottima. Ma come fare a sfruttarla utilizzandola come se fosse mia dopo che è stata proposta in pubblico in questa sede? Intanto c’è una seconda avventura in arrivo il cui argomento è diverso, poi vedremo.
.
6 – Caro Moreno, quali sono, secondo te, i cinque avversari più deludenti dell’intera Saga Zagoriana... e perché?
.
Ovviamente mi starai chiedendo di avversari comunque degni di nota e di menzione, in grado di essere ricordati e identificati immediatamente (di banditi anonimi senza spessore è piena la serie). Mi presto al gioco, ché di questo si tratta, anche se non dovrei (potendo sembrare che stia criticando il lavoro degli altri). Il mitico Stiletto, quanto ad avversari deludenti, viene prima di tutti. Chi segue questa rubrica sa perché. Poi c’è Nakawa, il figlio di Kanoxen (vedi “La lancia spezzata”), che pianta un sacco di grane per vendicare il padre e quando viene a sapere che il sakem dei Delaware è morto cadendo nelle sabbie mobili e non per mano di Zagor, chiede scusa e se ne va come se nulla fosse (e lo Spirito con la Scure lo lascia andare). Al terzo posto metterei l’Uomo Invisibile: uno spunto interessante che poteva essere sfruttato meglio. Al quarto posto l’Uomo Dipinto, che non mi è mai piaciuto perché troppo bizzarro e sopra le righe. Concluderei con un villain di mia ideazione, dato che non posso esimermi dal figurare in questa classifica: temo che  la mia versione di Swamp Thing, ovvero la creatura che comanda i vegetali nello Speciale “Palude mortale”, non sia riuscita come era nelle mie speranze.
.
7 – Gentile Moreno, quali altre storie, scritte dal vero Edgar Allan Poe, le piacerebbe immettere nella saga di Zagor, con lo stesso personaggio di Poe come co-protagonista?
.
Tutte.
.
8 – Caro Moreno, ti scrivo per chiedere una cosa riguardante la storia “La vendicatrice” da poco giunta in edicola. Quando decide di scalare la palizzata in legno, non riesce a fare il minimo rumore pur mettendoci forza nell’usare il coltello per mantenerlo attaccato alla stessa palizzata. Possibile che le sentinelle non se ne possano essere accorte e ti sembra possibile che, davvero, non sia stato avvertito neanche il più minimo rumore verso un’azione che di rumore invece avrebbe dovuto farne, eccome?
.
Se si applicasse questo principio (quello della massima pignoleria nell’esame della credibilità dei particolari) nell’analisi di ogni storia (non solo di Zagor e non solo a fumetti, ma anche dei film d’azione) resterebbero ben poche avventure uscite indenni dal crivello delle critiche. Tanto per cominciare, sarebbe perfino impossibile credere al volo di Zagor tra i rami degli alberi. Tuttavia, ripensando al caso in questione, mi pare che si possano fornire alcune ragionevoli spiegazioni. Primo: la Cacciatrice è estremamente abile, una sorta di ninja pellerossa, e dunque saprà lei come si fa a non far rumore o a produrne poco. Secondo: la Cacciatrice è estremamente veloce e dunque il rumore provocato si esaurisce in pochi istanti restituendo subito il posto al silenzio: se anche qualcuno ha sentito qualcosa, rimarrà a interrogarsi in proposito e verrà attaccato prima di poterne capire l’origine. Terzo: le sentinelle possono essere distratte, lontane, mezze sorde, un po’ addormentate, un po’ alticce, soprappensiero (chi lo sa?), non è detto che gli uomini di guardia, peraltro ignari del pericolo che neppure sospettano, siano sempre lucidi, efficienti e con i sensi e i nervi tesi. Quarto: anche delle sentinelle lucide ed efficienti, che hanno sentito degli strani rumori, possono attribuirli alle origini più diverse e disparate, e innocue, come causati da animali, da oggetti caduti, da finestre fatte sbattere dal vento; non è così scontato che un TOC nella notte venga immediatamente attribuito a una donna indiana che si arrampica lungo la palizzata usando un coltello e una scure, e in ogni caso prima che una sentinella possa concepire un pensiero del genere senza aver visto nulla nell’oscurità, la Cacciatrice è già arrivata in cima.
.
9 – Gentile Moreno, crede possibile riportare in scena un torneo di boxe, con i vari Rocky Thorpe, lo stesso Zagor, Cucciolo e Rocky Buck, apparso ne “Il popolo della notte”, oltre che altri cultori di quello sport per una storia concentrata sul mondo del pugilato ma, ovviamente, differente da quanto ci è stato già narrato in precedenza?
.
Personalmente non ho molta simpatia per gli incontri di pugilato, e di storie incentrate su tornei di sfide sul ring ne abbiamo avute almeno tre o quattro. Sarebbe difficile pensare a qualcosa sullo stesso argomento che non ripeta quanto già visto. Però so che la boxe, nelle sue varie versioni ed evoluzioni, fa parte della storia dell’uomo fin dall’antichità, so che incarna e simboleggia temi archetipici so che ha ispirato la letteratura, il cinema e il fumetto, so che Giovanni Luigi Bonelli era un boxeur appassionato. Perciò credo che prima o poi torneremo a parlare di pugilato anche su Zagor, in un modo o nell’altro. Non lo farò io, ma sono sicuro che qualcun altro farà delle proposte, che valuterò senza pregiudizi.
.
10 – Caro Moreno, hai detto di essere stato un sottoposto di Mauro Boselli mentre quest’ultimo era curatore di Zagor. La stessa cosa sta accadendo per Giorgio Giusfredi con Mauro Boselli curatore di Tex. Ti chiedo: visto che lo stesso Giusfredi scrive anche per Zagor, cosa hai notato in lui di simile per quanto riguarda ciò che entrambi avete imparato da Boselli per i soggetti e le sceneggiature e cosa, invece, noti di differente tra i vostri due modi di scrivere?
.
Giorgio Giusfredi racconta spesso (l’ha fatto anche durante l’incontro zagoriano nel corso della recente Lucca Comics) di essersi convinto di voler fare da grande lo sceneggiatore di fumetti proprio ascoltando da bambino (accompagnato dal babbo) una mia conferenza in cui spiegavo ai ragazzi in che cosa consistesse il mestiere che facevo. Io rispondo sempre: dunque, se ti abbiamo tra i piedi, la colpa è mia. Tra me e lui ci sono 22 anni di differenza (potrei essere suo padre), quindi inevitabilmente ci sono molte diversità nella nostra formazione (letture, studi, film e cartoni animati visti, incontri fatti), tuttavia la passione verso il mondo in cui lavoriamo (avendo fortemente voluto lavorarci e fatto di tutto per riuscirci) è la stessa. Forse il suo legame con Boselli è più forte del mio, nel senso che quando ho cominciato a collaborare con Mauro (nove anni più anziano di me) ero già trentenne e dunque con un certo bagaglio di esperienza che il Bos mi ha aiutato a perfezionare, credo che Giorgio invece abbia mosso proprio con lui i suoi primi passi. Giusfredi ha poi frequentato i corsi di scrittura creativa di Sebastiano Mondadori (io, letterariamente parlando, sono autodidatta) e ha avuto - e credo ancora abbia - ambizioni letterarie (come Boselli, è coltissimo quanto a letture), in più è un grande appassionato di cinema (questo lo accomuna a Maurizio Colombo, del quale è molto amico). Quali le differenze fra noi due nel modo di scrivere? Io credo di essere più quadrato e razionale nella costruzione delle storie, e ambisco alla facilità di lettura; lui è visionario, bizzarro e sopra le righe.
.
11 – Gentile Moreno, ho letto con piacere che scriverà una storia dal sapore fantascientifico per Tex. A questo proposito, oltre a chiederle quali siano le sue storie fantascientifiche preferite sia per il Ranger che per Zagor, mi è venuto in mente come sia possibile che in tanti anni non sia stata ripresa una storia come “Il fiore della morte”. Se non ricordo male, la metà di uno di quei fiori dovrebbe essere ancora nelle mani del Morisco. Un incidente, un urto, una rapina riguardante oggetti antichi e misteriosi (tutto troppo banale vero?) che possa in qualche modo distruggere il contenitore di quel fiore e far tornare alla vita quel pezzo di storia texiana che vive ancora, quantomeno nel sottoscritto. Sarebbe almeno da provarci, non trova?
Essendo uno zagoriano, e quindi abituato alla contaminazione dei generi, ho sempre apprezzato molto le storie fantastiche di Tex, che mi sono rimaste impresse (se ripenso alle mie letture da ragazzino) molto più di quelle western. Il podio va naturalmente alla saga di Mefisto, ma anche racconti in cui compare El Morisco sono in cima alla mia personale classifica di gradimento. Tant’è vero che proprio il Brujo è protagonista insieme ai pards della trama portata avanti con Michele Rubini nelle 220 tavole che usciranno in due albi nei primi mesi del 2023. Mi rendo conto che la domanda in realtà verte sulle storie “fantascientifiche” e non tutte quelle con El Morisco lo sono (e non lo sono affatto quelle con Mefisto). Fantascientifica lo è di sicuro “Il fiore della morte”, così come un racconto dello stesso genere scritto da Mauro Boselli, “La minaccia nel deserto” (anche qui c’è un meteorite caduto dal cielo che diffonde una sorta di epidemia aliena, con organismi extraterrestri che si impossessano di corpi umani). Non metterei tra le mie preferite, invece, la storia dell’alieno squamoso che Tex affronta in una vecchia storia di G. L. Bonelli, mentre “Le terre dell’abisso” sì, mi è sempre piaciuta. Riguardo a Zagor, dove la fantascienza è più di casa, al primo posto ci vanno le avventure contro Helligen e le sue invenzioni decisamente futuribili (Titan, lo Squalus, il missili telecomandati). Tornando al “Fiore della morte”, io ho proposto a Boselli di far tornare Tex nei luoghi fantastici di certe storie del vecchio Gianluigi, scrivendo i sequel delle vicende sulla e nella Tigre di Pietra piuttosto che nelle già citate Terre dell’Abisso, e certamente potrebbero tornare in scena anche per le mortali piante spinose che tanto ci hanno impressionato (al pari del monaco incappucciato che rimesta nella lava della Sierra Encantada). Per il momento pare che l’idea sia stata messa nel pensatoio.
.
12 – Caro Moreno, quando appaiono paesaggi innevati, lupi che ululano di notte, persone che stanno bivaccando in una grotta per ripararsi dal freddo, non possono che farmi tornare in mente le belle storie ambientate in questo tipo di ambienti. Inoltre, ho particolarmente apprezzato la figura di Elvin Fishbourne, che se non sbaglio è apparsa due volte. Non so se possa essere in grado di reggere il peso da co-protagonista, ma cosa ne direbbe di renderlo perlomeno partecipante ad un Color Zagor, magari svelando qualcosa del suo passato ed integrando ciò con le vere esperienze vissute da colui che ha dato spunto per tale personaggio, ovvero Elvezio Pesci?
.
Il musher Elvin Fishbourne è stato finora protagonista non di due ma di tre storie di Zagor: una su un Maxi del  2008, “Corsa mortale”, ambientato nella zona delle Cascate del Niagara, un paio nelle fasi finali della trasferta sudamericana, in Terra del Fuoco e in Antartide. Si può certamente considerare entrato ormai a far parte del microcosmo zagoriano, e non sono contrario a renderlo co-protagonista di un futuro Color (non avrà sedimentato lo spessore di Tonka o di Rochas ma appunto un ruolo importante in una nuova storia può farlo “crescere” come personaggio). Il campione di sleddog (oggi ritiratosi dalle gare) Elvezio Pesci, grande appassionato di Tex, fornì una preziosa consulenza a Mirko Perniola nella sceneggiatura di “Corsa Mortale” e proprio per questo abbiamo pensato, lui d’accordo, di dare il suo volto (e in parte anche il suo nome) a uno dei conduttori di slitte che partecipano alla gara raccontata nel Maxi. Da allora Elvezio è sempre rimasto in contatto con noi della redazione e, personalmente, lo considero uno tra i miei più cari amici.
.
13 – Buongiorno Moreno. Recentemente ho avuto un confronto con il gestore della pagina FB ufficiale di Zagor, relativamente alle didascalie. Rimpiangendole ho definito “Pura poesia” quelle di Nolitta, e qui lo ribadisco portando ad esempio quelle a pagina 94/95 di “Zagor contro il vampiro” quando il Nostro attende il ritorno alla cripta di Rakosi, o quelle tra pagina 20 e 21 de “La preda umana”, mentre attende l’arrivo del cacciatore Nicholson, o ancora quelle che accompagnano lo snervante viaggio di Zagor verso Stoneville in compagnia di Billy Boy, ne “Il giorno della giustizia”. Mi sono sentito rispondere dal probabilmente giovane gestore della pagina, che è assurdo definire “pura poesia” didascalie che si limitano a descrivere ciò che si vede nelle vignette… mentre a me sembra che ci sia molto di più… Ma senza scomodare sempre Nolitta, potrei citare la pagina 52 de “L’uomo con il fucile”, una delle tue storie classiche che mi sono nel cuore. Ora, siamo tutti d’accordo che certi albi storici mantengono tutta la loro freschezza e che, letti oggi, non sentono assolutamente il peso degli anni… Ma allora perché oggi non è più possibile scriverle e si scorrono intere pagine di soli disegni? Dove sta scritto che l’utilizzo di didascalie renda la lettura meno gradevole e che uno sceneggiatore moderno non le debba più usare? A me sembra che, se ben scritte, possano aumentare il pathos in certi passaggi e lo chiedo a te che in passato le hai usate con efficacia mentre più recentemente le hai completamente bandite dalla tua narrazione. Capisco l’esigenza di rinnovamento, fino ad un certo punto visto che il pubblico di Zagor non è certamente fatto di ragazzini, ma siamo sicuri che il rinnovamento passi dall’abolizione delle didascalie?
.
Capisco e condivido in gran parte (sono nostalgico anch’io), ma quando la nostalgia per l’uso delle didascalie narrative spinge a fare degli esempi, si citano appunto certe storie di Nolitta (lei lo fa con “La preda umana”, “Zagor contro il vampiro”, “La rabbia degli Osages”) degli anni Sessanta e Settanta. Si può arrivare fino agli anni Ottanta (Marcello Toninelli ne faceva abbondante uso) e fino ai primi Novanta (giustamente lei ricorda che anche io ho fatto i miei esperimenti imitando chi c’era stato prima di me, e sarà interessante rileggere “L’uomo con il fucile” che la collana “Le grandi storie Bonelli” riproporrà in edicola nella prossima primavera). Però, appunto, ne è passata di acqua sotto i ponti. Il modo di raccontare del 2022 non può che essere diverso, in vari modi e misure, rispetto a quello del 1972. Questo non perché lo dico io, ma perché chi va a vedere un film di oggi non si aspetta di ritrovare il ritmo, i tempi, il montaggio, la qualità di immagine, i movimenti di camera, i dialoghi di cinquant’anni fa. Il James Bond di Daniel Craig non è diverso da quello di Sean Connery o Roger Moore soltanto per la faccia dell’attore, ma proprio per come si raccontano le storie dell’Agente 007. Lo stesso vale per le notizie del telegiornale, per la pubblicità o per le canzoni di Sanremo. È chiaro che chi, come me, ascolta ancora i brani degli anni Settanta e Ottanta e li preferisce al rap non si convincerà mai che la musica si è evoluta in meglio, ma tant’è, le hit di oggi non assomigliano proprio ai brani dei Beatles. Però c’è da dire anche che la “pura poesia” di certe lunghe didascalie nolittiane o toninelliane corrisponde perfettamente all’altrettanto “pura poesia” di “Cuccioli”, una storia di Ken Parker lunga una ventina di pagine sceneggiate da Giancarlo Berardi in cui non soltanto non ci sono didascalie, ma neppure balloon di pensieri o di  parole. Tutto è raccontato solo dalla potenza dei disegni di Ivo Milazzo. In teoria, uno sguardo silenzioso di un personaggio o un suo indugiare, o un suo lento incedere sono perfettamente in grado di trasmettere al lettore le stesse emozioni di una lunga didascalia (che in certi frangenti potrebbe essere addirittura disturbante). Lo sceneggiatore che non usa la didascalia deve saper usare le vignette mute per veicolare gli stati d’animo che vuol comunicare a chi legge (certo, servono disegnatori molto in gamba). Riguardo alle pagine senza il peso di troppo testo, io personalmente le preferisco appunto perché valorizzate dalla bellezza e dalla comunicatività dei disegni, però capisco che la nostalgia del modo di scrivere nolittiano possa far rimpiangere in qualcuno le sue vignette con tanto da leggere. Non c’è stato un momento esatto in cui qualcuno ha deciso che le didascalie andavano abbreviate o eliminate, semplicemente tutti o quasi gli sceneggiatori hanno cominciato a farne meno uso, percependo nell’aria che così si dovesse fare per rendere più agile la lettura e per lasciare un maggior ruolo al “lector in fabula” (per dirla con Umberto Eco). Non c’è nessuna regola scritta, ma gli sceneggiatori di oggi sceneggiano con meno parole, di loro iniziativa, partecipi della realtà che vivono e del diverso modo di fruire fiction da parte di chi usa i social o guarda Youtube o le serie TV. Del resto la stessa cosa è accaduta anche per Tex o Dylan Dog (solo per fare degli esempi). In conclusione: i racconti nolittiani degli anni Sessanta e Settanta restano lì, come giustamente dice lei, non invecchiati di un giorno; quelli nuovi sono sceneggiati da autori che scrivono in modo diverso. Ecco, personalmente sono del parere che chi scrive e chi disegna debba cercare di esprimersi come può e come sa, nel rispetto di una tradizione che pur si evolve, e il lettore dovrebbe cercare di accettare, se vuole, ciò che gli autori realizzano senza pretendere una scrittura su misura per lui. Perché poi, già, ci sono anche i lettori, magari più giovani, che di fronte a pagine con troppo testo scuotono la testa. Come si fa ad accontentare tutti? Si dovrebbe cercare una via di mezzo, e mi propongo di farlo o di lasciarlo fare ai miei collaboratori qualora la didascalia “poetica” sia davvero funzionale e non rallenti o disturbi la scena (mi viene in mente Dino Risi che disse a Nanni Moretti: “Levati, che devo vedere il film”). Escludo però un ritorno alla didascalia che descrive ciò che già si vede disegnato, come nei fumetti di Flash Gordon degli anni Trenta.
.
14 – Caro Moreno, in “Bandera!” non è stata molto utilizzata la tecnica del flashback per narrare tutto il passato fra Zagor, Adam Crane e Lupo Grigio. A tal proposito, sono state ristampate proprio le due storie delle quali “Bandera!” è la terza parte. Purtroppo, il costo delle ristampe non me lo sono potuto permettere, ma a parte questo le voglio chiedere, volendo prendere lo Speciale Tex Willer come storia a sé, risulta evidente, quantomeno ai miei occhi, che qualcosa mancasse per rendere la storia completa. Ecco, devo dire che in questo caso mi sono mancati i flashbacks ai quali lei mi ha abituato su Zagor. Pur essendo stato il loro incontro un evento, se non unico, almeno raro, mi sarei aspettato molte più spiegazioni sulle avventure passate, e non leggeri rimandi. Lo spazio, lo so anche io, era quello che era, ma sono convinto che qualcosa in più si sarebbe potuto fare in tal senso. Non so se sia d’accordo con me, ma le chiedo, pur non avendola scritta lei, se avrebbe deciso di agire come ha fatto il curatore di Tex oppure avrebbe optato per un riassunto più corposo delle storie passate.
.
Senza muovere alcuna critica a Mauro Boselli, che ha realizzato un team up eccellente ed emozionante, resta il fatto che io, mille volte meno bravo ma con una testa diversa, avrei scritto una storia senza riferimenti al passato, più autonoma, fruibile dai lettori senza far ricorso a eventi lontani nel tempo. Quindi non ci sarebbe stato bisogno di flashback. Quando sceneggio una avventura di Zagor in cui ritorna un vecchio nemico, mi preoccupo, è vero, di fare in modo che chi la legge possa venire a conoscenza (o rammentare) gli antefatti, rievocando in alcune vignette o tavole cos’era successo in albi precedenti, magari risalenti a molti anni fa. Oltre a facilitare la lettura (si capisce tutto subito), personalmente ritengo che rivedere certe scene di vecchie storie rievocate di nuovo faccia anche bene al cuore. Però, il mio ipotetico incontro fra Tex e Zagor, rivolto a due pubblici diversi, lo avrei giocato su un terreno neutro. Peraltro, anche perché non sono sicuro che avrei saputo tirare le fila di vicende, anche storiche, così complicate. Come invece ha saputo fare Mauro da quel grande maestro che è. Peraltro, la scelta di Boselli è comprensibile anche in ragione del fatto che le due storie zagoriane ambientate in Texas di cui “Bandera!” è in qualche modo il sequel (quelle ristampate nei due primi numeri de “Le Grandi Storie Bonelli”) sono da sempre tra le sue preferite, e a cui è rimasto molto affezionato.
.
15 – Caro Moreno, voglio innanzitutto scusarmi per volerti scrivere per il semplice fatto che andrò a farti una considerazione ed una susseguente proposta ironica a proposito di ciò che ho potuto captare su due dei personaggi meno riusciti apparsi nelle storie di Zagor. L’Uomo Dipinto, che mi è sempre sembrato una sorta di clone di Iron Man, quantomeno per ciò che riguarda la sua sfida vinta contro Zagor, e Stiletto, che invece ho saputo riscoprire proprio grazie a questo blog. Ecco, magari facendo loro ritagliare uno spazio in un presunto futuro Speciale Cico, o anche Zagor, in una storia minore, farli apparire insieme, dove di Uomini Dipinti ne appaiono due, e dove sembra che stiano in diversi posti contemporaneamente (tipo Montales e Tex nei primissimi anni delle storie del Ranger), per poi far scoprire a Zagor la magagna ed abbattere prima il clone (Stiletto) e poi l’originale Uomo Dipinto ponendo fine a queste a dir poco strazianti richieste di ritorni di personaggi indiscutibilmente minori, o per meglio dire inutili, facendo contenti quei lettori che sembrano volersi divertire citandoli spesso e volentieri, ed anche te stesso in maniera tale da togliere di gioco definitivamente (anche se in un fumetto non si può mai dire) queste due figure.
.
Se hai letto la risposta alla domanda numero sei, sai già cosa penso di Stiletto e dell’Uomo Dipinto.
.
16 – Perché a Kent, il traditore dell’ultimo Color, avete messo la faccia di Boselli? Uno scherzo di redazione? E il Mauro come l’ha presa? Si è fatto quattro risate o ha minacciato ritorsioni? Vedremo prossimamente le facce di Burattini, Russo e Venturi tra gli sgherri che Tex dovrà affrontare?
.
La responsabilità della somiglianza tra Kent, il cattivone di “Acque rosse” e Mauro Boselli (che secondo alcuni è anche più cattivo) è tutta del disegnatore Walter Venturi. Io me ne sono accorto ad albo già colorato, non avevo notato la cosa (che non era richiesta in  sceneggiatura). Se il simpatico Walter ha fatto apposta, cioè se volutamente ha inserito, per scherzo, un inside joke nelle sue tavole, o se gli è venuto così per caso, non saprei dire. A volte chi disegna cerca uno spunto per un personaggio e gli cade l’occhio su una foto o su una persona che è venuto a trovarlo, ruba le sembianze e non pensa che qualcuno avrà da contestare. Poco fa, in una risposta, ho citato il caso del campione di sleddog Elvezio Pesci che ha prestato il suo volto a un personaggio della storia “Corsa mortale”. La stessa cosa è accaduta con mister Rope, il cattivo de “La banda aerea”, la cui faccia è quella dell’astrofisico Christian Corda, che mi ha fornito consulenza e documentazione sulla forza di gravità. Ne ho parlato a lungo sul libro “Io e Zagor” (Cut-Up Publishing) e anche  in questo articolo pubblicato sul mio blog:

http://morenoburattini.blogspot.com/2011/01/la-banda-aerea.html.

Ma anche Honest Joe ha la faccia di un parente di Mauro Laurenti che cercava proprio quel volto per creare graficamente il personaggio, quando questo zio comparve sulla porta. Nelle mie due storie di Dampyr ho inserito come co-protagonista il professor Alessio Montanari, docente universitario fiorentino, che ha il volto dello studioso e saggista Alessandro Monti, a cui si deve il supporto storico e letterario durante la sceneggiatura. Insomma, gli esempi potrebbero continuare. Diciamo che Mauro Boselli non è stato avvertito se non quando l’albo stava per andare in stampa (quando cioè qualcuno l’ha fatto notare a me, che sono cascato dalle nuvole). Ha detto semplicemente che non era troppo d’accordo ma ha lasciato perdere senza dar troppo peso alla faccenda.
.
17 – Caro Moreno, non volendo entrare nei particolare della storia “Acque Rosse”, ovvero il Color Zagor uscito nell’agosto 2022, in quanto non voglio anticipare niente a nessuno, ti scrivo comunque per chiederti un ragguaglio. Non è raro che i disegnatori, a volte secondo la sceneggiatura, a volte per volontà loro, disegnino i volti di alcuni personaggi delle storie loro assegnate facendo riferimento ad attori, cantanti e via dicendo. Nel suddetto racconto, ad esempio, mi è parso, dimmi se sbaglio, che uno dei trapper ad inizio storia abbia la fisionomia di Lello Arena. Ma la cosa che più mi ha lasciato sorpreso, è il volto dato a Mister Kent, il gestore del trading post, che sembra essere ripreso dall’ex curatore della serie Mauro Boselli. Forse un omaggio di Walter Venturi, o forse di Alessandro Russo tornato ai testi, o forse di te curatore, ma potresti dare una risposta all’interrogativo riguardante questo volto e se la somiglianza sia stata voluta o è stata frutto solo di un caso fortuito per il quale Boselli, tra l’altro, non c’entra niente?
.
Direi che la risposta precedente si possa far valere anche per questa domanda. Posso soltanto aggiungere che la fisionomia di Lello Arena non la riconosco e che, anzi, il primo trapper mi sembra lo stesso Walter Venturi.
-
18 – Caro Moreno, credi di poter essere in grado, e soprattutto di voler fare, una storia di Zagor incentrata sulle origini di Halloween che partono dalla vecchia Europa e che, quindi, potrebbero anche avere un rimando alle origini dello Spirito con la Scure quando ancora non era definito così?
.
Il racconto delle origini di Halloween nella Vecchia Europa, con la rievocazione della leggenda di Jack O’Lantern, è già stata narrata nella storia “Il grido della Banshee” (Zagor 621) del 2017, testi miei, disegni di Giuliano Piccininno. Non c’è un rimando alle origini dello Spirito con la Scure (se non un riferimento alle sue radici irlandesi), origini che sono del resto già state ampliamente sfruttate e che non è il caso, secondo me, di rimpolpare ulteriormente.
.
19 – Caro Moreno, essendo Lei una persona che ha voluto attingere al passato di Ramath, e quindi “conoscendone i segreti”, fumettisticamente parlando, la potrebbe stuzzicare una sfida fra la magia indiana dei Fachiri e quella Celtica messa in scena da Kandrax? In un possibile scontro, chi potrebbe secondo lei avere la meglio nelle arti magiche?
.
Una storia che racconta un altro pezzo del passato di Ramath è in lavorazione (testi di Alessandro Russo, disegni di Walter Venturi). Escluderei, però, una “sfida della magia” tipo quella tra Mago Merlino e Maga Magò che veda contrapposti Ramath e Kandrax. Credo che i due universi “magici” di appartenenza vadano tenuti separati per non intorbidire troppo le acque. Mi vien fatto però di sottolineare come, tra i tanti che contestano le storie di Zagor con elementi magici, ci siano anche i lettori che, invece, ne vorrebbero di più. Segno che davvero, come ho scritto più volte, il nostro eroe viene visto e interpretato da ognuno in modo diverso, data la sua versatilità e poliedricità.
.
20 – Caro Moreno, ci sono disegnatori così veloci nello staff di Zagor da riuscire a disegnare due o più storie contemporaneamente? Se sì, di chi si tratta?
.
Se un disegnatore si trova a cimentarsi su due (o anche tre) storie contemporaneamente è solo perché c’è di mezzo una emergenza. Per esempio, lo sceneggiatore si è fermato o ha rallentato per qualche motivo (malattia, viaggi, malavoglia, altri impegni) e allora diamo all’illustratore una nuova avventura di scorta da portare avanti mentre aspetta il seguito di quella a cui si stava applicando. Oppure può accadere che una storia in programmazione, facendo il calcolo dei tempi, non possa essere pronta per il mese previsto per l’uscita in edicola ed ecco che si chiede a un velocista di realizzare lui una storia che la sostituisca, interrompendo il lavoro precedente. I nostri velocisti, che a volte hanno dovuto risolvere problemi anche su altre testate venendo dati in prestito, sono sicuramente Marcello Mangiantini, Walter Venturi, gli Esposito Bros, Stefano Di Vitto e Alessandro Chiarolla.
.
condiviso su https://www.facebook.com/forumzagortenay/
claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da doctorZeta Gio 01 Dic 2022, 00:20

Non è possibile che abbia risposto così alla numero 8  scratch

_________________________________________________
SENZA ORSATO CHE JUVE SAREBBE?

E ti sta parlando un Bonelli-dipendente...
doctorZeta
doctorZeta
ZAGORIANO INDISPENSABILE
ZAGORIANO INDISPENSABILE

Messaggi : 23606
Data d'iscrizione : 08.06.16
Località : Torino

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da graziano Gio 01 Dic 2022, 06:22

Se non hanno più niente da chiedere sarebbe meglio interrompere invece di fare domande assurde, io comunque ho letto solo la n 8 da te segnalata, mi avevano stufato da un pezzo ste domande
graziano
graziano
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA

Messaggi : 4176
Data d'iscrizione : 19.01.15
Località : falconara marittima

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da GIOB225 Gio 01 Dic 2022, 20:50

Io le ho lette tutte ma in effetti concordo con te, mi sembra che spesso ci si sforzi di fare domande solo per il gusto di farle....
L'uomo dipinto e stiletto in un Color  Mad  ma a chi Neutral   vengono in mente queste idee?

_________________________________________________
Il gregge sappia che il lupo uccide qualche pecora, ma è il pastore che le ammazza tutte.
GIOB225
GIOB225
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA

Messaggi : 4169
Data d'iscrizione : 22.01.15
Località : vallecamonica (BS) (e Cuneo, ogni tanto...)

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Mer 04 Gen 2023, 17:38

claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Gio 02 Mar 2023, 10:16

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (53)

1 – Caro Moreno, ti piacerebbe scrivere un romanzo tutto tuo, senza attinenze con Zagor?
.
Certamente sì. Mi rendo conto però che si tratterebbe di un’impresa molto faticosa, a volerla condurre in porto in modo da non sembrare un dilettante allo sbaraglio. Il che significa ponderare bene trama e personaggi, limare il linguaggio, studiare il ritmo e i colpi di scena, non percorrere sentieri troppo facili e troppo battuti. Serve soprattutto molto tempo, cosa di cui non dispongo finché, oltre a sceneggiare fumetti, devo lavorare anche in redazione. Mi propongo però di provarci appena andrò in pensione. Cercherò di non sfigurare e lasciare un buon ricordo.
.
2 – Caro Moreno, la tua prossima storia sul Sasquatch disegnata da Arturo Lozzi sarà breve, media o lunga?
.
Non sarà breve, poi bisogna intendersi su cosa si intende per “media” e “lunga”. Per il momento é progettata sulla misura di 188 tavole (due albi della serie regolare). Poi bisognerà vedere se Arturo manterrà il passo, se mi verranno in mente complicazioni della trama con scene da aggiungere, se qualche imprevisto ci complicherà la vita e così via.
.
3 – Caro Moreno, il territorio dell’Oklahoma è sicuramente famoso per la corsa agli appezzamenti di terre che però è successiva al periodo in cui si svolgono le avventure dello Zagor che noi tutti conosciamo. Ma, se non ricordo male, è diventato famoso, nella storia numero 100 della serie mensile, in quanto come Governatore di quel territorio si trovi ad essere Ignacio Vargas. Ex complice sanguinario di Marco Medina, secondo quest’ultimo ed i nostri eroi è riuscito a far carriera in politica grazie a loschi intrallazzi. Riusciremo quindi mai a vedere in un albo di Zagor le fattezze di questo governatore ed il possibile decadimento del suo impero a causa delle rivelazioni sul suo passato da parte di Medina?
.
Sul n° 100 di Zagor, “Il mio amico ‘Guitar’ Jim”, Guido Nolitta immagina (e lo spiega nel finale del racconto) che Ignacio Vargas e Marco Medina fossero stati in passato una coppia di rapinatori di banche in Arizona. Il primo aveva il grilletto facile e non esitava a uccidere, per cui il secondo, ladro sì ma non assassino, dopo avergli fatto da complice per un po’, decise di far perdere le proprie tracce rompendo il sodalizio e ritirandosi in una fattoria nei pressi di Galveston (in Texas). Passano gli anni e Vargas, grazie ai soldi incamerati alla sua attività criminale che gli hanno permesso di costruirsi un’aurea di rispettabilità, e a chissà quali intrallazzi, è riuscito addirittura a farsi eleggere governatore dell’Oklahoma. Però, avendo scoperto dove vive Medina, non volendo correre il rischio di lasciare in giro testimoni dei suoi trascorsi, spedisce dei killer da Oklahoma City che raggiungono la costa del Golfo del Messico, con l’ordine di assassinare l’ex compare. Zagor salva Medina e questi promette di recarsi in Oklahoma e denunciare Vargas, in modo che dalla poltrona di governatore si ritrovi catapultato sul palco di una forca (accettando anche di pagare il proprio debito con la giustizia trascorrendo qualche anno in prigione). Il fatto che non si siano narrati altri sviluppi della faccenda vuol dire, secondo me, che Medina ha fatto quel che si era proposto di fare e dunque a Oklahoma City hanno eletto un nuovo governatore (non sarebbe da Zagor non accertarsi che le cose siano andate per il verso giusto, dato peraltro che avrebbe facilmente potuto informarsi, trattandosi di una carica importante). C’è solo un problema: erano altri tempi (per la precisione, il 1973) quelli in cui Guido Nolitta poteva serenamente parlare di un governatore dell’Oklahoma e di una città chiamata Oklahoma City negli anni in cui si intendono solitamente ambientate le avventure di Zagor, cioè tra il 1830 e il 1840. La data di fondazione di Oklahoma City è fissata al 22 aprile 1889, e lo stato dell’Oklahoma è stato costituito nel 1907. In precedenza esisteva un Territorio dell’Oklahoma istituito nel 1890, e prima ancora una regione utilizzata per la deportazione dei nativi (dopo essere stato acquisito dai francesi, con la Louisiana) nel 1803.
.
4 – Caro Moreno, è noto ai più che la sua avventura preferita di Zagor sia rappresentata da “Odissea Americana”. Al termine di quell’avventura, viene proposto, forse senza alcun seguito, il progetto di un militare dell’esercito di rifare il medesimo viaggio svolto dai nostri eroi. Non ci è dato sapere se, successivamente, ciò sia avvenuto. Andare a toccare una storia “intoccabile” come questa sarebbe, probabilmente, pura follia ma la questione degli scimmioni, che avranno eletto un nuovo capo, oppure delle allucinazioni prodotte dalla nebbia violacea (con James Moreland che potrebbe essere sì affogato ma non ce ne viene data la certezza), meritano secondo lei di essere riveduti in una nuova storia?
.
Ho sempre sognato di leggere, se non addirittura di scrivere io stesso, un sequel di “Odissea Americana”. Ho anche buttato giù un soggetto che però prevedeva un viaggio di Homerus Bannington in un luogo diverso rispetto al fiume Tallapoosa, ma poi non sono andato avanti pensando che ogni confronto con il capolavoro di Nolitta sarebbe stato impietoso per me. Tuttavia, poco tempo fa, un altro sceneggiatore ha presentato una proposta convincente ed è stato messo all’opera (così il confronto lo subirà lui, con mio grande sollievo) e si tratta appunto di far tornare Zagor su un battello simile all’ “Athena” in navigazione sullo stesso fiume, in un tratto diverso. Non anticipo nulla, essendo la storia appena agli inizi.
.
5 – Caro Moreno, di serial killers, pazzi, invasati e chi più ne ha più ne metta, Zagor ne ha incontrati a bizzeffe durante le sue avventure. Ce n’è uno, in particolare, che a differenza di altri non è però deceduto. Ai nostri occhi appare prima come Jason Raven e poi col suo vero nome, Samuel Toby. Sto parlando dell’uomo preda di attacchi isterici di follia dovuti a ricordi messicani, terribili ricordi messicani, del passato. Ha dato luogo ad una delle più belle avventure dello Spirito con la Scure, quella che vide il debutto di Kandrax, quindi è stato utilizzato come espediente per far arrivare Cico, ferito, e Zagor a Stone-Hill. Ma chi è “El Machetero”, che era riuscito a ridurre il suo cervello in pappa? Cosa sappiamo di questo bandido messicano che è stato nominato solo in qualche vignetta? È possibile che in una eventuale trasferta (e ce ne saranno poche) o in una trasferta del “Machetero” a Darkwood, sempre che non sia stato catturato e ucciso, possa essere venuto a sapere della persona che conosce il suo volto, essendo scampato alla sua furia, e che voglia quindi concludere il suo sporco lavoro? Stavolta Zagor potrebbe porre fine alla malattia mentale di Toby con uno shock tale (ad esempio quello visto ne “L’abbazia del mistero”), da farlo tornare normale e diventare un alleato formidabile di Zagor senza più i suoi scatti d’ira o, perlomeno, che essi possano venire in qualche modo mirati verso i malvagi e non verso quelli che intendono aiutarlo?
.
La saga di Zagor offre tanti di quegli spunti che, in effetti, da ogni storia se ne potrebbero trarre dieci altre basandosi su personaggi secondari o su comparse, o su situazioni appena accennate su cui si potrebbero ricamare chissà quali approfondimenti. La figura di Samuel Toby, a suo modo protagonista dell’albo “Follia omicida” (1976), si presterebbe a venire di nuovo tirata in ballo per permetterci di scoprire qualcosa di più sul misterioso “Machetero” che lo ha fatto impazzire. Però, come hai detto tu, Toby è servito a Guido Nolitta solo come espediente narrativo per coinvolgere Zagor e Cico nell’avventura a Stone-Hill, giustificando il loro prolungato soggiorno in prossimità degli scavi dell’archeologo Mac Leod (che lo Spirito con la Scure non avrebbe avuto motivo di seguire, in effetti, se non fosse per la convalescenza del suo fido compagno d’avventure). Personalmente ho sempre considerato i raptus omicidi di Toby come qualcosa di buffo, quasi un supplemento di gag dopo quella, esilarante, della strada fangosa con cui si apre il racconto, una trovata umoristica nolittiana, sempre pronto a mescolare dramma e comicità a spese del solito Cico (e dei suoi degni compari Bat Batterton e “Digging” Bill). Sì, è vero che il folle ricercato ha vissuto un dramma, a cui si accenna soltanto, che lo ha fatto impazzire, ma è altrettanto vero che la scena delle aggressioni al messicano scatenate dal soltanto dal sentirlo dire “caramba y carambita” è una sequenza che trasforma la tragedia in farsa. Perciò, non so se sia il caso di costruire su una trovata tutto sommato comica una nuova storia drammatica, tenuto conto che del “Machetero” si è soltanto fatto il nome (che fa anch’esso sorridere) e che tirarlo di nuovo in ballo come avversario davvero cattivo sarebbe più difficile, ripensando alle circostanze in cui lo si è sentito rammentare la prima volta. Per di più, se il povero Toby ha subito davvero lutti e violenze in grado di “mandargli il cervello in pappa”, come dici tu, scoprire l’accaduto e assistervi in flashback rovinerebbe l’effetto tragicomico della gag di Nolitta.
.
6 – Caro Moreno, qual è la prima storia di Tex che ha letto e quale la prima di Dampyr? Di quest’ultima serie, qual è la prima delle avventure che ha letto ad averla “folgorata”?
.
Facendo uno sforzo nel ricordare letture fatte al tempo delle elementari, direi che la prima storia di Tex che ho letto sia stata quella de “Il signore dell’abisso” (che inizia sul n° 101 e che ha offerto lo spunto anche al film con Giuliano Gemma). Però più o meno nello stesso periodo rammento di aver divorato “Diablero” e “Il figlio di Mefisto”. Mi sono sempre piaciute le rare avventure di Tex con elementi magici e misteriosi. Dampyr ho cominciato a leggerlo dal n° 1, apprezzandolo fin dall’inizio, anche se poi la prima storia che davvero mi ha “folgorato” (come dice lei) è stata “Lo schermo demoniaco”, il n° 18, di cui fui anche il correttore di bozze avendo cominciato proprio in quel periodo a lavorare in redazione.
.
7 – Gentile Moreno, prima di essere il curatore della testata Zagor era (ed è rimasto) un fan dello Spirito con la Scure. Ha sicuramente inviato tanti suggerimenti a Guido Nolitta alias Sergio Bonelli, nonché parlato di cosa le sia piaciuto di più e cosa di meno. Oggi lei si trova al posto di Nolitta e quindi riceve suggerimenti, apprezzamenti e critiche. Avrà sicuramente inteso come si dovesse trovare Nolitta scegliendo di rispondere alle domande dei lettori, ma con internet di mezzo crede che rimanere a contatto con i lettori possa essere diventato meno difficoltoso in ambito di possibilità dei mezzi comunicazione, ma sicuramente più difficoltoso, addirittura soffocante, quando taluni decidono di farsi prendere la mano e di non lasciare stare i vari autori, tartassandoli, non essendo per forza haters ma al limite delle persone ossessionate dal personaggio e quindi da chi lo scrive e disegna?
.
Sergio Bonelli riceveva un gran numero di lettere su carta (io stesso gliene ho scritte diverse) e  riteneva suo preciso dovere rispondere sempre a tutti (ha risposto più volte anche a me). Aveva una sua segretaria che decifrava le calligrafia con cui lui vergava a mano le cose da dire, e quando queste eran state battute a macchina, rileggeva (talvolta correggeva) e firmava. Ovviamente, oggi neppure lui, se fosse ancora fra noi e usasse il computer, riuscirebbe a rispondere ai messaggi che gli arriverebbero via mail, via social, via messaggerie dei forum o via whatsapp. Peraltro, le critiche o i consigli che giungevano recapitate dal postino, al di là del fatto che potessero essere giusti o meno, erano (evidentemente) più ponderati di quelli scritti su Internet: il lettore doveva scrivere su carta, compilare l’indirizzo su una busta, affrancare, andare a spedire. Oggi, chiunque può dire qualunque cosa e inviare con un click. Non dico che non sia giusto, dico soltanto che i commenti, così potendo fare, diventano talmente numerosi che è impossibile leggerli tutti (se si deve anche lavorare) ed è molto difficile stabilire quali siano i giudizi sensati e quali frutto di raptus. Personalmente, ho risolto il problema limitando al massimo il tempo dedicato a leggere i commenti in Rete, limitandomi a seguire alcuni recensori più competenti o valutando quei post che mi vengono segnalati dagli amici. Cerco anche di seguire l’esempio di Sergio rispondendo a quante più mail possibili, anche se spesso mi ritrovo con più di cento messaggi a cui dare riscontro (magari in attesa da tempo). Il fatto che non segua le discussioni sul Web non significa che mi sottraggo al confronto con i lettori. Questa stessa risposta dimostra appunto il contrario.
.
8 – Caro Moreno, con tutte le domande che ti vengono fatte, con tutto l’amore per il personaggio di Zagor, credi che, basandoti sull’affluenza in questo blog e sui vari Social Media, Zagor possa avere una vita così lunga da “campare” ancora per 50 anni? Me lo auguro fortemente, ma con l’avvento della tecnologia ed il costo della carta a prezzi esorbitanti, e non essendo il personaggio di punta della Casa Editrice Bonelli, rischia di chiudere prima di altre serie o rimarrà a galla insieme al solo Tex negli anni a venire?

.
La vitalità di Zagor è testimoniata non soltanto dal blog che ospita questa fortunata rubrica, ma anche dal numero di frequentatori di forum, gruppi Facebook, siti di informazione e di discussione, così come da quanti parlano dello Spirito con la Scure sui vari social, piattaforme, canali. Ma anche gli incontri con il pubblico sono sempre affollati. Certo, ci sono lettori entusiasti e altri che esprimono opinioni critiche (anche perché il criticare fa più scena), ma mi pare che l’interesse, a dispetto dei tempi non favorevoli per gli eroi di carta, sia sempre alto. Zagor “camperà” altri 50 anni? Chi lo sa? Di sicuro essere arrivati a festeggiare (accadrà a giugno) il sessantaduesimo compleanno mi sembra un risultato già di per sé più che esaltante, considerando quanti altri personaggi anche più recenti ci siamo lasciati per strada. In ogni caso, non c’è alcun segnale visibile, per quanto mi sforzi di guardare l’orizzonte, di una chiusura. Poi, sarà quel che sarà. Zagor non è il personaggio di punta della Bonelli? È vero, essendoci davanti almeno Tex, e considerando che Dylan Dog probabilmente vende di più, ma non c’è una gara: se si guarda al numero di tavole pubblicate, alle uscite delle varie serie parallele, ai volumi in libreria, mi pare che anche lo Spirito con la Scure contribuisca efficacemente al risultato complessivo della produzione a fumetti bonelliana (anche se oggi non ci sono soltanto i fumetti). Non mi pare neppure che si tratti di “stare a galla”, credo che per ora stiamo procedendo sulla rotta dell’avventura con l’entusiasmo di sempre. Certo, ci sono gli iceberg da evitare e uno di questi è senza dubbio l’incredibile aumento dei costi della carta (che colpisce non solo noi ma tutta l’editoria): si parla dell’80 per cento di esborso in più su base annua (cito dati solo sentiti dire). Le Case editrici dovranno fare i loro conti, c’è perfino chi ha smesso di uscire in edicola. Noi ci siano e ci saremo confidando sui nostri lettori. Intanto, però, è stata varata la piattaforma Bonelli Digital Classic, una app che permette di leggere i nostri fumetti su schermo anziché su supporto cartaceo: è un altro modo per guardare con fiducia il futuro.
.
9 – Gentile Moreno, abbiamo già avuto a che fare con almeno un mutaforma nella serie di Zagor, ma permettimi di suggerirti, dal basso della mia conoscenza della saga zagoriana in confronto alla tua e agli altri autori, che forse non è stato considerato un mutaforma del calibro dell’Aswang. L’Aswang è un insieme di diverse creature che possono, appunto, trasformarsi dall’una all’altra. Tale mito è nato nelle Filippine, quindi ovviamente non vicino a Darkwood, ma con tutto ciò che è avvenuto nella Foresta di cui sopra, e con le persone che arrivano professando diversi culti e tradizioni, pensi di poter cavare qualcosa da una leggenda di questo tipo?
.
L’Aswang delle Filippine (una sorta di serpente-mannaro che di giorno si presenta sotto le sembianze di una donna molto bella salvo poi trasformarsi di notte in una vampira succhiasangue) è parente delle lamie o delle empuse della mitologia greca. Come tutti i mostri delle leggende è sicuramente affascinante. Accetto il suggerimento, e chissà che (se non scritta da me, da qualcun altro) una storia venga fuori. Con buona pace di chi non vuole mostri a Darkwood.
.
10 – A parte lo Zagor Classic, dedicato alle strisce, non c’è attualmente una ristampa “organica” di Zagor. Non credi, Moreno, che sia arrivato il momento di riportare in edicola (magari in un mensile a colori) quel ciclo ormai leggendario iniziato con “L’esploratore scomparso”?
.
Credo che una ristampa cronologica a partire da metà serie (tu proponi da “L’esploratore scomparso” in poi) non avrebbe un grosso appeal in un momento in cui l’edicola è avara di soddisfazioni per le nuove iniziative e le proposte zagoriane sono già tante. Non dimentichiamoci peraltro che non è poi così lontana nel tempo la ristampa “organica” della Collezione Storica a Colori di Repubblica, che ha riproposto proprio a colori il “ciclo leggendario” che a te piacerebbe rileggere. In ogni caso, le strategie editoriali e di marketing toccano ai nostri direttori che hanno già sperimentato, per esempio, la riedizione in sette volumi della saga di Hellingen, perciò chissà che non venga loro in mente di fare altrettanto con la seconda Odissea Americana. Personalmente credo però che sia più fattibile vedere “L’esploratore scomparso” in uno dei balenotteri de “Le Grandi Storie Bonelli” o in un volume da libreria, come è successo con “L’uomo con il fucile” e “La palude dei forzati”. Il fatto che si siano iniziati a ristampare anche classici non nolittiani lascia pensare che sarebbe possibile.
.
11 – Caro Moreno, ti scrivo per la serie “Dove andremo a finire?”. Con l’intenzione di leggermi un bell’albo in vacanza, sono finito con lo sfogliare “La fratellanza infernale” e mi sono bloccato. Mi sono bloccato a causa di questi riti magici, una formuletta e via, capaci di resuscitare un morto (e bisogna essere perlomeno resuscitati per poterla attuare). Fra tutte le possibili idee, proprio la più bambinesca è stata scelta. Come mai? Cosa è successo all’autore Antonio Zamberletti? Avrei tanto voluto, ma non sono riuscito ad andare avanti. Ed è raro per me non riuscire a concludere la lettura di un fumetto. Senza voler essere maleducato, dico solo che quando è troppo è troppo.
.
Ognuno ha i propri gusti e fra i diritti del lettore elencati da Daniel Pennac c’è anche quello di non finire un libro che si è iniziato, se a un certo punto non lo si trova di nostro gradimento. Nel caso della “Fratellanza Infernale” mi è capitato anche di sentire pareri positivi. Quello di questo youtber, per esempio: https://youtu.be/oc1lcw05WJE. Ascoltando il commentatore, ci si rende conto meglio dell’importanza che potrebbero avere in futuro due nuovi personaggi inseriti nella serie da Zamberletti. In ogni caso, un fumetto seriale prevede l’alternanza di storie una dopo l’altra: si spera sempre che per una che (a qualcuno) non piace ne segue un’altra che invece riscuote apprezzamento (ma che sarà disprezzata da qualcun altro). Riguardo le formule magiche, mi pare che nei racconti di magia siano previste. Perfino Nolitta, in “Zombi!”, fa ricorso a qualcosa del genere. Poi, se a qualcuno non piacciono le storie di magia, questo è un altro discorso.
.
12 – La collana a striscia prevista per la libreria quest’estate è scomparsa dalla programmazione. Siamo autorizzati a sperare che si tratti di una buona notizia? Nel senso che, visto il successo dell’anastatica di Tex con la tua storia inedita allegata, magari...
.
La collana a striscia è stata via via rimandata perché destinata alla fumetteria, e si sono accavallate molte altre proposte destinate a percorrere la stessa via distributiva, per cui si è trattato (da parte dei direttori) di scegliere a chi e a che cosa dare la precedenza. Ma prima o poi usciremo con la terza serie inedita. Riguardo invece a una eventuale ristampa anastatica delle strisce degli anni Sessanta, non azzardo previsioni ma senza dubbio è qualcosa di fattibile.
.
13 – Caro Moreno, vorrei farti una domanda, se mi è permesso, riguardante la storia “Lo squadrone maledetto” apparsa in un recente Zagor Più (anche perché una collana recente come quella su Zagor non c’è). Sono apparsi i ragni giganti, visti anche in molte altre avventure non solo di carta, ma con un’intelligenza propria. Ho trovato forse un po’ stra-abusato il fatto di riuscire a trasmettere i propri pensieri alle persone che vengono punte da loro, per farsi portare da mangiare. Mi ha saputo di già visto, ma essendo una razza aliena mi piacerebbe vedere approfondita l’origine di questa mutazione genetica oppure della loro origine aliena. Purtroppo ho letto da molte parti che non è stata apprezzata, mentre io apprezzo il fatto di aver visto provare uno sceneggiatore a trattare un tema del genere in poche pagine, e mi piacerebbe vederne il seguito spalmato in più pagine. Non so se sarà possibile, ma da parte mia voglio comunque fare i complimenti a sceneggiatore e disegnatore per quello che ho letto e per quel pizzico che mi fa fremere dal volerne leggere il seguito. Grazie a tutti voi.
.
Il concetto di “deja vu” (o “stra-abusato”) è difficile da applicare alle storie di una saga sessantennale come quella dello Spirito con la Scure, nel senso che qualcosa di già visto ogni tanto tornerà inevitabilmente alla ribalta (gli sceneggiatori sono chiamati appunto per questo a mescolare quanto più possibile le carte). Del resto, però, il ripetersi di certe situazioni a volte è persino apprezzato dai lettori (a quelli di Tex o di Diabolik, per esempio, fa piacere ritrovare le stesse atmosfere, gli stessi siparietti, lo stesso modus operandi dei personaggi). Sarebbe impossibile, peraltro, pubblicare ininterrottamente per decenni storie che in qualche punto non assomiglino a qualcosa che si è già verificato non dico nella stessa saga ma neppure in qualche film o qualche serie TV. Quando poi ci sono dei nemici come il Vampiro, Kandrax o l’Uomo Lupo i lettori chiedono a gran voce che ritornino, e se tornano cambiando troppo il tipo di storia di cui li si è resi protagonisti, c’è chi si lamenta. Ora, nel caso di Zagor non mi vengono in mente altre storie con i ragni che prendono possesso delle menti di chi mordono per obbligare le vittime a procurare loro del cibo. Non ricordo se la creatura adorata dai cavernicoli della storia “Il mostro a tre teste” (che aveva appunto l’aspetto di un ragno) avesse lo stesso potere di controllo mentale, tuttavia, ecco, si tratterebbe di un solo precedente, molto vecchio; forse qualcuno ne potrà indicare un altro e arriveremmo a due in sessanta anni. In ogni caso, mi pare di capire  che “Lo squadrone maledetto” tutto sommato ti sia piaciuto, e tanto basta. Però si tratta di una storia di sole 40 tavole inserita in una collana fuori serie rispetto alla Zenith, perciò non so se sia il caso di farne un sequel: in genere, “I Racconti di Darkwood” hanno il loro principale pregio proprio nella loro folgorante brevità e immediatezza.
.
14 – Gentile Moreno, ho appena finito di leggere la storia riguardante Jenny degli albi di agosto e settembre 2022. Non voglio fare spoiler, e proprio per questo so che questa domanda ti arriverà più in là nel tempo rispetto all’uscita in edicola della seconda parte della suddetta avventura. In questi momenti bui, terribili sotto tanti punti di vista, mi è capitato poche volte di lasciarmi coinvolgere in maniera tale da farmi addirittura emozionare per il finale. Mi sono chiesto anche che, se avessi iniziato a leggere Zagor con la storia di agosto 2022, avrei potuto emozionarmi allo stesso modo di quanto sia riuscito a fare seguendo la sottotrama che ci ha accompagnato per mesi durante gli albi mensili. Ed è proprio l’emozione che mi ha spinto a scriverti. La stessa emozione per i disegni di Anna Lazzarini che hanno saputo tratteggiare bene i momenti di intensità sia amorosa che di azione. E non posso che applaudire lei per questa scelta, per questo susseguirsi di colpi di scena, che ammetto di essermi goduto pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta. Vorrei segnalare il fatto che, nelle Zagor Darkwood Novels, Ellie May e Sara risposero a Roger Hodgson di non sapere che fine potesse avere fatto Jenny. Invece, forse volendo mentire, sanno eccome dove sia finita. E proprio lì dove è finita, in ricordo di una certa promessa fatta da Zagor, sarebbe proprio l’ideale, pur in tutta la sua tristezza e malinconia, vedere narrati i fatti accaduti col passaggio di Zagor e Cico in Italia. Dopo avere accennato, con qualche parola, alla loro traversata, Jenny chiese allo Spirito con la Scure di sentirsi narrare quegli eventi. E, riuscendo a trovare il giusto momento per un lungo “dialogo” fra entrambi, potrebbe davvero essere l’occasione giusta per rimembrare quegli accadimenti e per ricordare questa recente avventura che ha davvero colpito al cuore questo zagoriano che ti sta scrivendo e che ti invita, credo al pari di altri, a continuare così. Scusandomi per le lungaggini, auguro uno splendido prosieguo a questa collana che fa appassionare da più di sessant’anni a questa parte.
.
Grazie per le belle parole riservate alla storia di Jenny, a me e soprattutto ad Anna Lazzarini.  La ragazza con le lentiggini ha fatto innamorare davvero tutti, noi autori per primi. Complimenti per aver notato l’indizio contenuto nella miniserie “Zagor Darkwood Novels”. Riguardo a quanto è avvenuto in Italia durante i viaggio di ritorno dopo lo scontro con Rakosi in Transilvania, l’intenzione è appunto quella di raccontarlo, resta da stabilire come, quando e dove.
.
15 – Caro Moreno, ti scrivo per dirti che ho apprezzato veramente tanto che possa esserci un secondo Speciale di Zagor nel corso del 2022, e che per festeggiarlo venga ristampata una storia apparsa sulle strisce di tempi recenti che alcuni appassionati sicuramente non posseggono, più altre storie brevi. La domanda è, perciò, riguardante la seconda collana a strisce che non verrà ristampata, chiedendoti quindi se vedrà la luce in edicola nel corso del 2023 e se la nuova serie a strisce che sarebbe dovuta uscire nel 2022 finirà con l’intraprendere, fra qualche anno, lo stesso percorso?
.
Nel corso del 2023 ci saranno, come avvenuto nel 2022, due Speciali Zagor. Il secondo, previsto per settembre, ripetendo la formula dell’anno passato presenterà la storia della seconda serie a striscia, uscita nel 2019 e denominata “Collana Scure”, intitolata “I monti della solitudine” (testi di Jacopo Rauch, disegni di Raffaele Della Monica e Stefano Di Vitto), più una selezione di episodi brevi usciti su pubblicazioni non bonelliane in occasione di eventi, fiere e manifestazioni (quel tipo di racconti definiti di solito come “introvabili”). Tutto questo materiale non è ma uscito in edicola. La “Collana Scure”, per limitarci a parlare di quella, ebbe soltanto distribuzione libraria (uscì in fumetteria). Non so che cosa accadrà nel 2024. Se nel 2023 effettivamente uscirà la terza serie inedita a striscia, potrebbe venire ristampata quella, con l’aggiunta di altro materiale “introvabile”. Altrimenti potremmo tornare a un solo Speciale l’anno. Decideranno nei piani alti. Come dico sempre, non lavoro nella plancia di comando ma nella sala macchine.
.
16 – Caro Moreno, quali sono le sostanziali differenze fra il ritorno di Liberty Sam scritto da Lei e pubblicato sulla serie regolare e quello mai pubblicato scritto da Ade Capone?
.
Le sembrerà strano, ma davvero non lo so. Non ho mai letto la storia di Ade, che non è mai uscita dal nostro archivio nascosta chissà dove. Quando scrissi il racconto del ritorno di Liberty Sam, dopo aver presentato un soggetto che Bonelli approvò, non sapevo neppure che ci fosse un’avventura basata sul medesimo spunto sceneggiata da Capone (lo scoprii soltanto dopo).
.
17 – Buonasera, leggo Zagor da 40 anni, ho tutti i numeri, qualche ristampa nei primi 100, il resto tutti originali. Ogni tanto penso di smettere, ma Zagor è per me come una specie di fratello, che vedo una volta al mese. Fare morire Jenny è una scelta che non approvo, poi in un modo così veloce, come se la sua figura fosse di poca importanza. Rischiare la morte era già un pretesto sufficiente per giustificare l’impossibilità di in legame tra lei e Zagor. Forse in futuro, viste le tante risorse del mondo zagoriano, si potrebbe trovare un modo di fare risorgere Jenny a nuova vita. Un saluto.
.
In realtà, non sono stato io a decidere che Zagor non debba avere una compagna. Lo ha stabilito Guido Nolitta creando il personaggio. Io mi sono soltanto limitato a spiegare (meglio) il perché di questa scelta. Quando lo Spirito con la Scure convince Frida, al termine della famosa “marcia della disperazione”, che uno come lui non può legarsi a qualcuno finché porterà avanti la missione che si è scelto, propone delle argomentazioni che segnano chiaramente la via da seguire per i futuri sceneggiatori. Nolitta voleva che il suo Zagor rimanesse single, perché se uno come lui avesse una compagna, questa si troverebbe in costante pericolo e prima o poi finirebbe uccisa. Cosa che puntualmente succede a Jenny, e non per mano di un supernemico, come Hellingen o Kandrax, ma per colpa di quattro balordi (nella realtà è così che accade). Faccio notare che nella storia “Una ragazza in pericolo” Zagor prima dice di “no” a Jenny spiegandole a malincuore i motivi che lo costringono a rifiutare un legame (tornando però alla capanna sconvolto per una rinuncia che evidentemente gli brucia), poi, rientrando verso Pleasant Point dopo aver sconfitto i trafficanti di armi, crede di poter tornare sui suoi passi, arrendendosi a un sentimento che non riesce più a sopire. Questo lo rende un personaggio molto umano, secondo me (e inserisce nella saga sfumature psicologiche alquanto inedite). Ma alla fine il dramma si compie, perché se un eroe si dipinge come umano, si deve essere disposti anche a vederlo soffrire. La storia di Jenny ha colpito molto i lettori e a mio avviso questo dimostra come noi autori (io e Anna Lazzarini) tutto sommato abbiamo fatto un buon lavoro, che non ha lasciato indifferente nessuno. Le storie si raccontano per emozionare, e le emozioni pare proprio che ci siano state. Poi ci sono quelli che scrivono un giorno sì e un giorno no su Internet che sono un autore ormai “bollito”, e ci sta pure, dopo tanti anni di lavoro, però prima della definitiva cottura mi è riuscito almeno di scrivere qualcosa che ha colpito nel segno.
.
18 – Gentile Moreno, a leggere di Jenny per mesi e mesi fino ad arrivare al culmine del racconto mi fatto venire voglia di rileggere la storia della sua prima apparizione, insieme alle altre due sue amiche. La cosa che salta all’occhio è che non viene spiegato, visto che ognuna delle tre avrà sicuramente storie diverse, il come ed il perché siano arrivate a Pleasant Point. Inoltre, lo stesso Peabody appare dal nulla, e manca quindi un pezzo importante del passaggio di proprietà fra lui ed il vecchio gestore. Una cosa negativa, da aggiungere, è che la serie di Zagor, non solo per Jenny, sta ultimamente mettendo alla berlina maltrattamenti su maltrattamenti alle donne. Per il sottoscritto, chiarisco subito, fa parte di un fumetto e quindi di un racconto di fantasia ma purtroppo c’è chi questi fumetti li prende così sul serio da imitarli. Chiedo dunque se questa serie di percosse non finisca col prendere forma materiale, con imitazioni di vario genere da parte di persone che rischiano di sentirsi istigate da questi comportamenti. Ripeto, non sarà il caso di molti, ma qualche testa calda potrebbe pur esserci, tanto da rendere reale una cosa che dovrebbe invece rimanere soltanto nella propria immaginazione di lettore?
.
Come Jenny sia arrivata a Pleasant Point verrà raccontato in un Color previsto verso la fine del 2023. Può essere che ci siano altre sue apparizioni in storie retrospettive. Riguardo al fatto che Zagor stia “mettendo alla berlina” i maltrattamenti contro le donne, resto allibito ed esterrefatto! Alla berlina quando? Come? Dove? Casomai i maltrattamenti vengono denunciati e i responsabili puniti. Rappresentare la realtà delle violenze contro le donne serve appunto a dimostrare come queste violenze esistono, senza compiacimento alcuno, per sollevare indignazione nei lettori e suscitare repulsione verso chi di questi atti si macchia. Del resto si mostrano le violenze contro i pellerossa con lo stesso scopo. E questo non vale, naturalmente, soltanto per Zagor o per i fumetti ma anche per il cinema o la TV. Se io mostro una rapina e la punizione dei rapinatori, forse istigo qualcuno a rapinare? Direi esattamente il contrario. Anzi, è tacere sui maltrattamenti che subiscono le donne, non mostrandoli, è fare il gioco dei maltrattatori, che contano appunto sul complice silenzio.
.

19 – Caro Moreno, sono ormai venti anni che seguo con attenzione le avventure dello Spirito con la Scure, al pari di Tex. E proprio dopo venti anni, più o meno negli stessi mesi, riappaiono storie riguardanti Mefisto e la famiglia Dowler, entrambe del 2002. Con tutto ciò che è aumentato, dalla carta alle bollette ai beni di prima necessità, forse è veramente arrivato il momento di finire di acquistare fumetti. Non lo dico per mancanza di passione, ma per impossibilità reale di non poter andare avanti così, con tante uscite, tante belle storie, ma anche tanta, tanta spesa da fare. E se l’avventura di Mefisto chiude con il numero di Ottobre, e quella dei Dowler ai primi di Novembre, sembra quasi essere fatto apposta (e so che non lo è), che la chiusura di un cerchio sia proprio messa lì per, purtroppo, approfittarne. E se per “Il covo del male” sono riuscito a passare... se di fronte alla famosa “Casa sulla scogliera” non sono riuscito a naufragare... che possa essere l’anno 2022 a farmi completamente fermare?
.
L’acquisto dei fumetti è una scelta. Se si ritiene che arricchiscano la nostra vita, si fa il possibile per acquistarli, se si reputa che ci giovi di più uno spritz, si opta che quello. Il prezzo di uno Zagor è inferiore a quello di un aperitivo (almeno dove vivo io), e in generale le avventure del nostro eroe sono uno fra i divertimenti più a buon mercato. Io capisco le difficoltà di tutti, perché sono anche le mie: vorrei comprare tanti libri, andare a tanti concerti, fare tanti viaggi, e devo decidere, facendo bene i conti, che cosa posso permettermi e che cosa no. Dovendo dare un consiglio a chi ritiene di aver esaurito il budget, direi di fare un pensierino all’app Bonelli Digital Classic, che permette di leggere tutti gli albi di Zagor (e di Tex, Mister No, Martin Mystére…) a un prezzo molto basso.
.
20 – Caro Moreno, nella storia in tre parti cominciata con “Il terrore dal mare” e che ha visto il debutto nella serie di Zagor di Andrew Cain, ci sono due questioni che da anni mi sembrano essere irrisolte. Innanzitutto, gli Agenti di Altrove che appaiono all’interno della stessa porgono a Zagor delle armi provenienti dal futuro, ma come ne siano venuti in possesso loro e cosa ne faccia poi Zagor alla fine della storia non sono mai riuscito a capirlo (forse dovrei chiederlo al curatore ed allo sceneggiatore di quel tempo, ma forse hai una tua teoria al riguardo). La stessa cosa si potrebbe dire dei due ragazzini che sono alfine salvati da Zagor. Cosa accade a loro? Perché ci sono delle domande rimaste senza risposta? Non sono forse state ritenute importanti?
.
Sulle domande rimaste senza risposta si basano molte storie scritte in seguito appunto per spiegare le questioni in sospeso. Come si sa, io sono un assoluto cultore dei racconti che offrono queste spiegazioni, ne ho scritti tanti e spesso, anzi, vengo criticato aspramente perché, mi si dice, non serve andare a giustificare proprio tutto, non c’è bisogno di narrare i retroscena, è bello che certe cose rimangano in sospeso, basta con i flashback (per quanto possa sembrare bizzarro, ci sono alcuni che, per motivi misteriosi, non sopportano i flashback). Ciò premesso, posso anticipare che è in lavorazione un sequel del “Terrore dal mare”. Non so dire, allo stato dell’arte, se il ritorno di Andrew Cain servirà a risolvere i dubbi che hai sollevato. Lo vedremo.


claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da CicCiak Gio 16 Mar 2023, 09:54

graziano ha scritto:Se non hanno più niente da chiedere sarebbe meglio interrompere invece di fare domande assurde, io comunque ho letto solo la n 8 da te segnalata, mi avevano stufato da un pezzo ste domande
Nella 55esima serie ci sarà una domanda (la mia) diversa da queste, tecnica, e riguardante le nuvolette multiple collegate e il perché del loro scarso utilizzo in Zagor. Potrebbe essere interessante vedere cosa risponderà. Personalmente mi piace molto usarle

CicCiak
New Entry
New Entry

Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 15.03.23

https://lautorecontoterzi.bio.link/

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da ZACCA Gio 16 Mar 2023, 17:18

credo perche prenderebbero troppo posto nella vignetta Surprised Surprised

_________________________________________________
Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 9sdzb811Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 19b9yb10 Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 12961712
ZACCA
ZACCA
Amministratore
Amministratore

Messaggi : 5143
Data d'iscrizione : 03.01.14

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da CicCiak Gio 16 Mar 2023, 19:57

ZACCA ha scritto:credo perche prenderebbero troppo posto nella vignetta Surprised Surprised
Nei primi piani e con una moderata quantità di testo, quando si ritrae un solo personaggio, tutto lo sfondo (che può anche essere bianco) non occupato dal mezzobusto può essere sacrificato senza problemi. Parlo dì moderata quantità ossia non la media tipicamente boselliana di testo in una vignetta. Cosa diversa dalle molte nuvolette multiple di fumetti in grande formato come Thorgal e similari.

CicCiak
New Entry
New Entry

Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 15.03.23

https://lautorecontoterzi.bio.link/

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Ven 05 Mag 2023, 19:13

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (54)

1 – Caro Moreno, alla fine dell’avventura “Tropical Corp”, sia le persone implicate dietro la scrivania, sia quelle utilizzate per l’azione sul campo, o almeno i capi principali, non sono deceduti. Il laboratorio scientifico dove i germi della febbre gialla erano stati colti è stato distrutto con un colpo di cannoncino ma... non ci vuole molto affinché un altro scienziato, per esempio un Adolfo Verybad, possa riuscire a rimettere insieme i “pezzi” andati in frantumi nella colluttazione. Potrebbe addirittura essere messo nella condizione d’obbligo di riottenere quell’effetto sulle popolazioni di Darkwood, a causa dell’intervento di un redivivo Caniff o del suo superiore Jordan. Dopotutto, ne “La rivolta” un vecchio nemico creduto morto era miracolosamente sopravvissuto alla fucilazione, dunque perché non credere che anche Caniff o chi per lui possa essere sopravvissuto a tanti anni di galera, se non all’ergastolo vero e proprio, covando vendetta contro Zagor e soci?


I “cattivi” che covano un senso di rivalsa nei confronti di Zagor sono una pletora innumerevole, e se si trattasse soltanto di trovarne uno per imbastire un nuovo racconto di una tentata vendetta ai danni del nostro eroe, certamente anche Caniff potrebbe essere un ottimo candidato al ruolo.


2 – Gentile Moreno, so benissimo che richiedere l’ennesimo ritorno possa essere un’arma a doppio taglio, oltre al rischio di vedere cassata questa domanda. Però, voglio partire dal principio, dal fatto che tutti possano essere riutilizzabili, con la giusta storia ed il giusto spunto. Non essendo sceneggiatore, lo spunto non posso proprio dartelo. Quello che posso provare a fare, se il curatore di questo Blog me lo permette, è ricordare un personaggio che, fra tanti, non è morto. Egli è finito con la testa sbattuta contro un albero a seguito di uno scontro con Zagor, ma appare ancora vivo, secondo le parole dette dallo Spirito con la Scure al termine della storia. E la storia di cui parlo è “Pugni e pepite”. Durga, l’egiziano, membro provvisorio della grande famiglia dei saltimbanchi Sullivan, che fanno il loro vero e proprio debutto in un’avventura in tempo reale proprio in questo racconto, si trovano a dover svolgere indagini per riuscire a scagionare dalle accuse di furto e di aggressione Tobia Sullivan. Durga, alla fine, verrà scoperto come vero colpevole e riesce a mettere in grossa difficoltà Zagor nella lotta corpo a corpo. Ovviamente finirà col perdere, perché lo Spirito con la Scure, a meno di casi speciali, non può finire a terra di fronte ad un avversario non propriamente principale. Ed è proprio questo il punto: dopo anni di mancanza dalla serie, avrà sicuramente affinato le proprie tecniche, imparate sia in Egitto sia grazie agli stessi Sullivan. So di non essere il primo a fare questo genere di richieste, e non so se sia un personaggio abbastanza interessante per lei da far tornare, però mi ha colpito sia per le sue motivazioni finali sia per le sue tecniche di lotta. Cosa si ricorda di lui e quale impressione le fece la prima volta che riuscì a leggerne le gesta?


Ho un buon ricordo di “Pugni e pepite” perché, da appassionato di giallo (e soprattutto del giallo del genere “whodunit”, quello che sfida il lettore a scoprire “chi è stato”) ho molto apprezzato la rivelazione di un colpevole insospettabile come Durga. Gallieno Ferri, poi, lo aveva caratterizzato molto bene. Se qualcuno proporrà un soggetto che lo riporti sulla scena in modo convincente, potremmo senz’altro rivederlo.


3 – Caro Moreno, cosa significa “modificare” il proprio stile di disegno ad uno Bonelliano? Quali sono le differenze fra lo stile Bonelliano ed altri?


Anni fa mi chiesero di scrivere un articolo, che finì pubblicato non ricordo più dove, in cui venisse spiegato che cos’era la “bonellianità”. All’epoca (Sergio era ancora fra noi) credevo di saperlo e cominciai così: «l’aggettivo “bonelliano” non significa semplicemente “pubblicato da Bonelli”, come “mondadoriano”. L’accezione è diversa e assai più complessa, riguarda un particolare modo di intendere e fare fumetto e si potrebbe discutere a lungo una definizione più congrua e soddisfacente. “Bonelliano” significa necessariamente “popolare”? Chi abbia in mente la popolarità degli eroi di casa Bonelli, sarebbe tentato di rispondere di sì. La “bonellianità” sembra effettivamente sinonimo di una produzione senz’altro di buona qualità, ma rivolta a un pubblico larghissimo e pertanto non sofisticato, né cerebrale, senza  pretese “artistiche”.  In realtà ci sarebbe da chiedersi perché mai un qualunque frutto dell’ingegno che piaccia al vasto pubblico non possa avere anche uno spessore artistico. Una delle caratteristiche della “bonellianità” è viceversa quella di aver felicemente risolto, trovando un giusto e non facile equilibrio, l’annosa dicotomia tra fumetto seriale e autoriale, fra produzione popolare e produzione colta». Oggi, la “bonellianità” è, probabilmente, un’altra cosa, anzi, più altre cose, nel senso che la produzione si è diversificata e se ci sono fumetti ancora riconoscibili come “bonelliani” per la rassicurante gabbia su tre strisce che garantiva una facilità di lettura e identificava il prodotto, vero è che ai giorni nostri l’offerta è più variagata, il centro di gravità permanente ha più di un fuoco attorno al quale ruotano le proposte, si parlano linguaggi diversi (prima la vetrina era più omogenea). In altre parole, se trent’anni fa ancora il disegno bonelliano si caratterizzava per una leggibilità (non disgiunta dalla qualità) che permetteva a tutti (dall’intellettuale al lettore con la quinta elementare) di trovarsi a proprio agio nel fruire del racconto, oggi ci sono probabilmente disegnatori (per non parlare degli sceneggiatori) che una buona parte della vasta platea del pubblico bonelliano non sente più come rivolti a chiunque. Io stesso, di fronte a certi nostri prodotti, di cui pure capisco il valore e intuisco le potenzialità, mi dico: “bello, ma non stanno parlando a me”.


4 – Caro Moreno, da qualche tempo ho appreso, per varie vie, che esiste nei vostri semi-segreti cassetti una storia mai pubblicata, ma completamente sceneggiata, di Marcello Toninelli. Si chiama “I Crociati” e non so se sia mai riuscito a leggerne la trama, ma contando le altre storie ormai non più pubblicabili a causa del passare del tempo, non esiste modo affinché possiate voi della Redazione deliziarci con un’ultima storia lunga (credo che lo sia) del Grande Maestro per Zagor?


Ho visto anch’io, in un cassetto ereditato dalle precedenti gestioni, quella sceneggiatura. Non so dire perché a suo tempo sia stata accantonata. Probabilmente, Decio Canzio o Sergio Bonelli preferirono non affidarla a un disegnatore, c’era qualche controindicazione (che ignoro). Non l’ho letta e non so quale sia l’argomento, anche se il titolo lascia immaginare qualcosa, e chissà che qualcosa nella trama non entri in contrasto con “I cavalieri del Graal”, uno Speciale mio e di Ferri del 1998 (dove, per combinazione, fanno ritorno alcuni personaggi toninelliani, come Beau Whyndam, sua moglie Kee-Noah e il russo Bezukoff). Ipotizzo che a distanza di tanti anni (una quarantina) lo stesso autore preferirebbe rimetterci le mani. Ci sono comunque altre storie giacenti, negli archivi di un po’ tutte le testate, e a volte capita di poterle recuperare, altre volte no. In ogni caso, un “ripescaggio” del genere dovrebbe essere discusso con i direttori, magari anche per trovargli una collocazione, che non potrebbe essere, credo, quella delle serie regolare.


5 – Egregio Moreno, quali sono i suoi ricordi, sia personali che lavorativi, riguardanti la Sua scomparsa collega Maria Baitelli?


Personalmente ho solo ricordi belli. Mi ha sempre accolto con il sorriso (era una donna, peraltro, molto bella) e dato indicazioni sempre professionali sul lavoro da svolgere in redazione, che dirigeva. Poi, so che aveva fama di essere molto volitiva e finanche severa nello svolgere le sue mansioni. Io, che sono sempre stato un bravo soldatino, non ho mai avuto problemi nell’interfacciarmi con lei.


6 – Caro Moreno, come e quando ha conosciuto per la prima volta Mauro Boselli? Che cosa ha spinto due colleghi, uniti dalla passione fumettistica, ma non solo da quella, a diventare amici?


Se dovessi ricordare la prima volta che ho visto Mauro di persona sarei in difficoltà. Immagino sia accaduto nel 1990, anno in cui ho cominciato, da collaboratore esterno, a fare le mie prime visite in redazione. La prima in assoluto avvenne nel 1989, ma sospetto che all’epoca Boselli lavorasse ancora nella sede storica ma ormai distaccata di via Ferruccio 15, quindi è probabile che in quell’occasione non lo abbia visto. In via Ferruccio 15, fra le altre cose, si allestivano Pilot, Orient Express e i rispettivi albi monografici. Mauro, all'epoca, non era ancora lo sceneggiatore inarrestabile di oggi, ma un “semplice” redattore, con tutte le virgolette del caso. Fra le sue mansioni, c’era quella di curare la testata di ristampe “Tutto West”, sulla quale teneva una rubrica di corrispondenza con il pubblico. E io gli scrissi, ponendo una domanda. La questione era la seguente: come mai, se uno guarda le foto d’epoca del West vede che tutti gli uomini portano i baffi, mentre nei fumetti western predominano gli eroi glabri? La risposta di Boselli, pubblicata su un qualche numero successivo, fu più o meno questa: è vero, nella realtà gli abitanti del West erano quasi tutti baffuti e barbuti, ma gli eroi dei fumetti degli anni Cinquanta e Sessanta si rifacevano, quanto a look, non tanto alla documentazione storica ma ai modelli cinematografici che andavano per la maggiore ai quei tempi, e gli attori del periodo erano tutti ben rasati. Replica inappuntabile. Stabilito il contatto, non mollai la presa: continuai a scrivere al redattore di Via Ferruccio. Lo sventurato rispose, ogni volta. E appena fummo entrati in confidenza, gli chiesi un articolo per la fanzine “Collezionare”, da me curata. Si trattava di raccontare chi erano, com’erano e che facevano i redattori di Casa Bonelli. Mauro accondiscese e l’articolo fu pubblicato. Insomma, diventammo amici prima di diventare colleghi. Cominciammo a scrivere Zagor praticamente insieme: la mia prima storia, “Pericolo Mortale”, è del maggio 1991, la sua, “La fiamma nera”, del giugno dello stesso anno. In realtà, lui aveva già scritto alcuni episodi di “River Bill”, un personaggio nolittiano ospitato appunto su “Tutto West”, pubblicati nel corso del 1990. Ottenuto un ufficio al piano terra di via Buonarroti, Boselli fu promosso a curatore di Zagor e quindi i contatti fra me e lui (io a casa in Toscana, Mauro a Milano) divennero quasi quotidiani: discutevamo i miei soggetti e le mie sceneggiature, che lui approvava (o non approvava) e nel caso correggeva (il più delle volte, come egli stesso ha raccontato, gli andavano berne). Io salivo in redazione una volta ogni due o tre mesi per cui facevamo brainstorming di persona. Nel 2001 sono stato chiamato a lavorare in via Buonarroti proprio per fargli da assistente, dato che oltre a Zagor doveva pensare anche a Dampyr (e da “Il passato di Carson”, che è del 1994, anche a Tex). Dividendo la stessa stanza praticamente tutti i giorni il nostro legame non ha potuto che consolidarsi. Da lui ho imparato il mestiere del redattore e nel 2007, quando sono stato considerato ormai navigato, ha passato a me la cura di Zagor.


7 – Caro Moreno, ne “L’antica maledizione”, ultima storia disegnata dal Maestro Gallieno Ferri, quest’ultimo arriva ad un tot di pagine prima di lasciare il posto a Marco Verni e Gianni Sedioli. Mi dica se sbaglio, ma almeno una vignetta precedente all’ultima pagina da lui disegnata (si parla di due o tre pagine prima) sembra essere stata rifatta da uno fra gli stessi Sedioli o Verni. È possibile che sia così?

La malattia e poi la morte di Gallieno Ferri (avvenuta nell’aprile del 2016) hanno interrotto la realizzazione de “L’antica maledizione” (Color n° 5,  agosto 2017) a tavola 63, quella pubblicata a pagina 67 dell’albo. Dalla tavola successiva le matite sono di Gianni Sedioli, le chine di Marco Verni. Tuttavia, come ci si può rendere conto guardando i tratti delle ultime vignette di Gallieno, la sua mano si era fatta incerta, nonostante egli si sforzasse di portare a compimento un racconto che gli costava grande fatica disegnare, viste le sue condizioni. Ma disegnare era ciò che aveva fatto da una vita e praticamente se ne è andato con il pennello in mano. Consegnando la sceneggiatura di Jacopo Rauch a Sedioli e Verni si è creato il problema di “ammortizzare” la differenza tra le mani degli illustratori, in modo che si notasse il meno possibile il passaggio. Quindi, sì: i due allievi romagnoli hanno rifinito alcune delle ultime vignette del Maestro ligure, con grande rispetto e, lo assicuro ricordando ciò che ci dicevamo in corso d’opera, molta commozione.


8 – Caro Moreno, potresti spiegarmi la differenza tra la morte di un amore, come quello che stava per nascere con Jenny, e l’amicizia con Cico che si protrae fumettisticamente da più di 60 anni, e quindi, pur avendo visto lo stesso Messicano rischiare la vita più e più volte, il non volere una persona al fianco quando al proprio fianco ne ha una da eoni, pur non essendone ovviamente innamorato? Che sia l’amore più forte di un’amicizia?


Direi che ci sia molta differenza fra il sodalizio tra due amici che per libera scelta combattono insieme (Cico si può senza dubbio definire, a suo modo, un “pard” di Zagor come Carson lo è di Tex), e il rapporto di amore che lega un uomo e una donna. Non mi si potrà, spero, accusare di sessismo se sostengo, soprattutto riferendomi a un contesto ottocentesco (qual è quello zagoriano), che in una coppia il compagno tenda a proteggere la compagna che potrebbe essere la madre di suo figlio. Si dice, a ragion veduta, che l’universo di riferimento dello Spirito con la Scure sia quello de “L’ultimo dei Mohicani”. Ecco, sarebbe strano immaginare Nat Bumppo (nel film del 1993 interpretato da Danidel Day Lewis), Uncas e suo padre Chingachgook non cercare di proteggere Cora e Alice. Così come sarebbe impossibile ritenere che Tex Willer avrebbe dovuto portare con sé la moglie Lilyth durante le sue più pericolose imprese. Non significa che l’amore sia necessariamente più forte di una amicizia (anche se si potrebbe discutere valutando quale amore e quale amicizia), ma che i due sentimenti (che hanno caratteristiche diverse) si esprimono in modo differente. Concludo facendo notare, comunque, come non sia stato io a decidere che Zagor abbia per compagno d’armi il fido Cico e non una fanciulla, e che il nostro eroe abbia scelto per sé (a torto o a ragione) una vita da single: è stato Guido Nolitta. Lui ha sceneggiato la scena in cui lo Spirito con la Scure si accommiata da Frida Lang al termine dell’avventura de “La marcia della disperazione”, allontanandosi (peraltro dalla finestra) dopo aver fornito alla giovane donna tutte le spiegazioni del caso. Io, con la storia della morte di Jenny, ho soltanto spiegato di nuovo le sue ragioni.


9 – Caro Moreno, grazie a “Il morbo” siamo riusciti a vedere una storia zagoriana in stile manga. Senza toccare la regolare, vedrebbe bene una storia zagoriana in stile manga ma molto più lunga?


Non mi pare che si possa parlare de “Il morbo” (storia apparsa sullo Zagor Più n° 1, nel 2021) come di una storia illustrata in “stile manga”. Direi piuttosto che Walter Venturi abbia approfittato della maggiore libertà espressiva concessa dai “Racconti di Darkwood” per sperimentare un tratto grafico un po’ diverso dal solito per adattare i propri disegni alle caratteristiche decisamente insolite della sceneggiatura di Tito Faraci (anche lui deciso a far uso della possibilità di battere strade alternative offerta dalle storie brevi). Lo “stile manga” è decisamente un’altra cosa (in casa Bonelli forse ci si può essere un po’ avvicinati con “Attica”, di Giacomo Bevilacqua). Detto ciò, sicuramente ci saranno autori che sperimenteranno nuove formule, come per esempio hanno fatto Lola Airaghi o Fabiano Ambu (solo per citare due nomi); escludo però che ci possano essere storie zagoriane realmente realizzate in “stile manga”. Non perché vi sia un mio giudizio negativo verso il fumetto giapponese, ma perché la tradizione zagoriana è un’altra.


10 – Gentile Moreno, ti voglio chiedere come mai in seconda di copertina di “Yellow Rocks” sia scritto come titolo della storia che inizia nella seconda parte dell’albo il titolo di lavorazione “Furia omicida” mentre il titolo vero e proprio, così come appare nella prima pagina della storia, sia invece “Ossessione mortale”?


Sono cose che, purtroppo, succedono (e succederanno ancora). Nella fattispecie, la storia sceneggiata da Jacopo Rauch aveva un titolo di lavorazione che era “Furia omicida”, che però ricordava troppo il titolo dell’albo n° 129 di Zagor, “Follia omicida”. Si è deciso perciò di cambiarlo in “Ossessione mortale”, ma sono rimasti indicati entrambi. Questo tipo di incidenti accadevano anche in passato (non è che ai “bei tempi che furono” i refusi non ci fossero), tant’è vero che, solo per fare un esempio, il n° 34 della Collana Araldo (quella del Comandante Mark) recava in costolina il titolo “Nel campo nemico” e in copertina “Nel campo indiano”. Si veda la foto allegata.


11 – Buongiorno da Matteo Agostini. Innanzitutto i miei complimenti a Moreno che con le sue storie mi fa sognare da più di trent’anni e naturalmente agli altri sceneggiatori e disegnatori in forza allo staff. La serie regolare procede alla grande, secondo me, ma essendo anche un lettore di Tex mi sono posto una domanda. Perché non cominciare una serie parallela da affiancare alla Zenith con un giovane Zagor come con la collana Tex Willer? Forse ci state già pensando o non lo ritenete fattibile? Secondo me avrebbe un grosso successo.


Sarebbe una cosa sicuramente bella, forse buona, non so quanto giusta (nel senso che i conti e le previsioni sul venduto vengono fatti dai direttori).


12 – Caro Moreno, dopo aver letto per la prima volta la storia “Il battello dei misteri”, contenuta nello Speciale Zagor n. 35, ho due domande da porti. Il sergente baffuto che aiuta Zagor e Cico, di nome Pokofiev, è ripreso dalla fisionomia dell’attore Wilford Brimley visto in Cocoon e Cocoon 2? E poi, ad un certo punto del racconto, il tenente Daye scompare nettamente di scena, e non sappiamo quale fine abbia fatto. Come mai questo lapsus?


Il sergente de “Il battello dei misteri”, Prokofiev, non è ispirato all’attore Wilford Brimley, ma a un personaggio nolittiano del 1959: il baffuto Sam, partner del Giudice Bean (insieme al nipote di quest’ultimo, Danny), così come immaginato graficamente da Sergio Tarquinio. Riguardo al tenente Daye, a pagina 48 dello Speciale n° 35 viene detto che resta al Trading Post (con altri due soldati) per occuparsi del militare rimasto ferito (quello salvato da Zagor). Non mi pare un lapsus il fatto che non lo si riveda più, come non si rivede il Trading Post: si può immaginare che avrà fatto ritorno al suo Forte di competenza (non sempre è necessario raccontare la rava e la fava). In ogni caso, può anche darsi che in certe storie ci scappi il lapsus.


13 – Caro Moreno, quali sono (se ci sono) le nuove storie di Tito Faraci in arrivo sulla serie regolare di Zagor? Oppure si limiterà a tornare in quelle fuori serie?


Tito sta scrivendo due storie di Zagor. Credo che si tratteranno di uno Speciale e di uno Zagor Più, però poi bisognerà vedere quali saranno, a cose fatte, le esigenze di programmazione.


14 – Caro Moreno, correvano gli anni 1830-1831 quando molti esuli polacchi finirono in Francia dopo aver perduto l’occasione di sconfiggere la Russia a seguito di un’insurrezione. La Congregazione della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo venne formata in quegli anni e, grazie ad essa, vennero aiutati sia gli esuli che i rifugiati, sia persone bisognose di aiuto provenienti dalla Polonia. Non c’è scritto da nessuna parte che non fossero già presenti negli Stati Uniti, proprio nel periodo sovracitato. Un periodo dove vengono ambientate proprio le avventure dello Spirito con la Scure, e da dove magari prendere spunto per crearci sopra una storia. Cosa ne pensa?


La questione degli esuli polacchi e della resistenza alla dominazione russa è stata affrontata nel secondo Zagorone, “L’uomo che sconfisse la morte”, del 2012. Questo il riassunto che si legge sul sito Bonelli: “Un antico nemico, creduto morto, torna dall’Oltretomba e sfida Zagor, sostenendo che il Grande Spirito ha prescelto lui alla guida delle tribù di Darkwood e che proprio il suo ritorno in vita ne è la prova. Nel corso di un drammatico duello di fronte a tutti i sakem della foresta, Zagor viene sconfitto nel modo più incredibile... Ma c’è qualcosa di accaduto nel passato che influisce anche sul presente: infatti, lo Spirito con la Scure, prima di questi fatti, si era trovato coinvolto nella lotta contro un nobile russo, il conte Zalacenko, deciso a dare la caccia a una comunità di profughi polacchi, oppositori politici del regime zarista che domina il loro Paese. Che collegamento hanno le due vicende? Solo il tragico finale di una storia tesa e senza respiro, lo rivelerà”.


15 – Caro Moreno, capisco che possa essere la tradizione, e pur non essendo contro alle lunghe gag di Cico, ti chiedo da semplice fan, forse come voce fuori dal coro, che quelle iniziali, quelle che fanno da preludio alla trama vera e propria, non siano sempre slegate da essa ma che, perlomeno, vengano agganciate a quella che sarà poi la vicenda vera e propria. Chiedo troppo?


La tradizione delle gag iniziali con protagonista Cico slegate dalla vicenda che introducono è, appunto, una tradizione (era quasi la regola nei classici nolittiani). Se qualche volta è stata fatta anche di recente o se qualche volta lo rifaremo ancora, sarà solo in omaggio a quella consuetudine. Però, ciò detto, mi pare che gli sketch di questo tipo siano ormai una assoluta rarità, e quando Cico si rende protagonista di qualche gag questa risulti inserita nel contesto della narrazione. Tuttavia non chiedi troppo, naturalmente, come non chiederebbe troppo lo sceneggiatore che, memore dei precedenti di Nolitta, volesse fare come faceva lui.


16 – Caro Moreno, non so proprio se ci abbia mai pensato, assieme a tutta quella valanga di disegnatori che si trova ad avere la Casa Editrice Bonelli, ma Luigi Siniscalchi, che ha disegnato storie per Dylan Dog, Demian, Saguaro ecc., col suo tratto potrebbe volerlo vedere all’opera anche su Zagor oppure i suoi disegni non sono poi così affini allo Spirito con la Scure?


Sono un ammiratore fin dalla prima ora dei disegni di Luigi Siniscalchi, che però non ricordo essersi mai proposto come disegnatore zagoriano, avendo (credo) sempre avuto da lavorare su altre serie. Andrebbe capito se i suoi impegni gli consentono di mettersi alla prova sulle tavole dello Spirito con la Scure e, soprattutto, se l’affollamento del nostro staff permetterebbe di trovargli un posto.


17 – Caro Moreno, pur sapendo che la tecnica dell’eutanasia sia oggi molto discussa, e che nel periodo in cui sono ambientate le storie di Zagor bastava un colpo di pistola o un veleno per non patire i dolori di una malattia, crede che ci possa essere abbastanza materiale per poterne parlare anche in queste storie?


L’eutanasia è un tema a me molto caro (ho anche collaborato con un libro edito da Allagalla, “Disegni e parole per essere liberi”), però ai tempi di Zagor non era certamente intesa come la intendiamo adesso. Di sicuro non si poteva parlare di “accanimento terapeutico”.


18 – Gentile Moreno, Port Whale è stata scelta in passato come base per la storia tumultuosa di Wolfingham ed Andrew Cain ma, in fondo, perché è stata scelta dal Barone? Quali sono le origini di Port Whale? Cosa si nasconde dietro l’aria salmastra di quel luogo?


Credo che alcune risposte saranno fornite in una storia, in corso di realizzazione, scritta da Giorgio Giusfredi e illustrata da Marco Villa.


19 – Caro Moreno, Zagor è, molto più di altri fumetti bonelliani, la rappresentazione fumettistica della variazione di genere da storia a storia, pur cercando di far rimanere invariati il suo carattere ed il motivo delle sue azioni. Proprio per questo, cominciando a leggere un suo racconto, non sai mai cosa aspettarti. Un racconto per adulti? Per infanti? Fantasy? Western? Avventuroso? Horror? Non si può sapere, se non dalle anteprime. Ma che gusto c’è a rovinarsi la sorpresa? Quindi comprende anche lei il grande lavoro che sta dietro a questo personaggio, essendone da qualche anno il suo curatore. È un fumetto per tutti. Ci saranno sempre storie più belle e meno belle, ma se non si viene accontentati con una tematica, quella successiva potrebbe essere quella giusta per i nostri palati. Insomma, il sense of wonder e l’aspettativa in noi lettori è rimasta invariata, e non capisco sinceramente tutte queste critiche (sul qui presente blog, sui forum, sui vari social media, anche sul canale Youtube, mentre di persona non saprei proprio) quando per godersi un fumetto non bisogna passare da detrattori, come dice lei, bensì leggerlo con cervello, ma anche aspettandosi ironia, rilassandosi e traendo giovamento dai comportamenti di uno Zagor che si è evoluto, insieme a Cico, rimanendo sempre se stesso. I lettori non saranno più in numero tale come quelli di una volta, per vari motivi, ma finché la barca viene spinta dalle sue sapienti mani e dai suoi fidi collaboratori, vedo un futuro roseo per lo Spirito con la Scure. Chiedo soltanto, quindi, il perché non provare sinceramente a passare delle belle ore in compagnia del proprio personaggio preferito, spensierate, senza andare a cercare il classico pelo nell’uovo?


Eh.


20 – Salve. Vorrei sapere qual è il personaggio che tornerà nella sua storia che sta disegnando Torricelli. E di quanti albi sarà?


Si saprà entro la fine dell’anno, credo. Ma trattandosi di una storia di Tex, le anticipazioni vanno chieste a Mauro Boselli.

https://www.facebook.com/forumzagortenay
claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da wakopa Sab 06 Mag 2023, 10:01

la 19 e' da premio "paraculizer" clap
wakopa
wakopa
Vincitore COPPA ITALIA
Vincitore COPPA ITALIA

Messaggi : 7448
Data d'iscrizione : 20.01.15

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da capelli d'argento Sab 06 Mag 2023, 10:08

Sarà un parente...... *.* stella2
capelli d'argento
capelli d'argento
DOTTORE DEL FORUM
DOTTORE DEL FORUM

Messaggi : 2819
Data d'iscrizione : 02.08.16
Località : canaveìs

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da graziano Sab 06 Mag 2023, 10:38

Rispondo io alla numero 19
Ma vai a cagare, fatti vedere da qualcuno
graziano
graziano
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
LAUREATO IN ZAGOROLOGIA

Messaggi : 4176
Data d'iscrizione : 19.01.15
Località : falconara marittima

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da capelli d'argento Sab 06 Mag 2023, 14:41

mutley1
capelli d'argento
capelli d'argento
DOTTORE DEL FORUM
DOTTORE DEL FORUM

Messaggi : 2819
Data d'iscrizione : 02.08.16
Località : canaveìs

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da claudio57 Mar 01 Ago 2023, 10:20

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (55)

1 – Caro Moreno leggo Zagor da 50 anni ed è inutile negare che il segno dello Zagor nolittiano è quello che mi ha sempre guidato nella mia lettura in tutti questi anni. Ho fatto questo breve incipit perché uno dei più grandi punti controversi che mi sono trovato ad affrontare nella mia lettura zagoriana degli ultimi tempi è stato quello relativo alla riscrittura di “Zagor racconta…” che tu ci hai proposto qualche anno fa con la miniserie “Le Origini”. Quello che io penso al proposito, contrariamente a quanto tu hai sempre legittimamente sostenuto e che continui a sostenere, è che “Le Origini” hanno cambiato lo “Zagor racconta…” di Guido Nolitta.
.
“Le Origini” costituiscono una miniserie che io ho da subito definito come un capolavoro, una pietra miliare da inserire nella lunghissima saga di Zagor; hai scritto una storia bellissima, uno dei picchi della tua carriera di autore, una sceneggiatura stupenda, una storia carica di emozioni, forte, struggente, entusiasmante, resa ancora più bella dai disegni dei collaboratori che ti hanno affiancato. Peccato… peccato però che tu abbia (a mio avviso) disseminato la miniserie di elementi che hanno determinato un allontanamento progressivo da “Zagor racconta…”. Intendiamoci, non si tratta di uno stravolgimento degli eventi base che hanno caratterizzato la giovinezza di Zagor, direi invece che la miniserie è disseminata di tanti fatti piccoli e grandi aggiunti, o in alcuni casi omessi rispetto a “Zagor racconta…”, di sequenze deviate dalla direzione nolittiana, di frasi modificate, tolte o aggiunte in bocca ai protagonisti che in parte sono spiegabili, coerenti con la nuova narrazione e quindi giustificate, ma in parte no (ovviamente tutto ciò dal mio punto vista).

Tutto quanto ti sto scrivendo l’ho ampiamente illustrato in un lunghissimo articolo di qualche tempo fa proposto per una nota rivista amatoriale dedicata allo Spirito con la Scure e quindi non posso riproporti qui l’elenco di queste “differenze”, però su una vorrei soffermarmi e condividerla con te confidando sulla tua consueta gentilezza nel fornire a me e magari ad altri lettori il tuo punto di vista sulla questione.

Veniamo al punto: dopo qualche tempo dalla morte di Kinsky e di Fitzy, Patrick Wilding salva i Sullivan dall’attacco di una banda di indiani, si ferma da loro per la cena e il bivacco serale è l’occasione per il ragazzo di raccontare le proprie drammatiche vicende personali. In “Zagor racconta…” lo Spirito con la Scure dice a Cico che il carrozzone era stato attaccato da una banda di Delaware, quegli stessi Delaware di Kanoxen che Patrick  aveva già incontrato in “Darkwood Anno Zero” (uno speciale Zagor sceneggiato da te). Ma ne “Le Origini” gli indiani che attaccano i Sullivan non sono Delaware, bensì Wyandot e quindi è evidente che Zagor si è sbagliato quando ha raccontato questo episodio a Cico. Certo, aver scelto i Wyandot al posto dei Delaware ha permesso poi di costruire una sequenza molto ben strutturata che porta al gran finale nella piana della piccola acqua però resta il fatto che uno Zagor che confonde addirittura bande di indiani è parecchio difficile da accettare (almeno per me) anche se si volesse ragionare secondo il postulato del “non detto” o del “non ricorda”.

Verrebbe da chiedersi veramente come abbia fatto a prendere un abbaglio tale. Ora siamo tutti d’accordo nel sostenere che Zagor è un essere che non esiste, o meglio non esiste come persona della vita reale; Zagor è un personaggio “inventato”, è un personaggio del mondo dei fumetti che esiste nella nostra fantasia perché c’è qualcuno che lo scrive e qualcun altro che lo disegna. Ecco perché a me non interessa tanto sapere perché Zagor non ha detto questo o quell’altro a Cico in “Zagor racconta…”, se l’ha dimenticato, se ha preferito non dirlo o se non era a conoscenza del fatto stesso (torniamo al famoso postulato del “non detto”); a me interesserebbe sapere quali sono state le motivazioni dell’autore Burattini nel decidere di scrivere, riscrivere o non scrivere quella specifica cosa.

E quindi torniamo all’incontro con i Sullivan. Ne “Le Origini” tu ci hai raccontato che questo incontro non è il primo in assoluto tra il giovane Patrick e Tobia Sullivan, poiché i due si erano già visti molti anni prima ai tempi del Bloom Circus. Ora non ci vuole molto a sostenere che quando Zagor racconta a Cico del suo passato può aver dimenticato di dire che una volta da bambino gli era già capitato di incontrare Tobia Sullivan tra l’altro per pochi minuti; però questo è uno di quei casi in cui il postulato del “non detto” cozza con l’aspetto narrativo che un autore può trasmettere ai suoi lettori attraverso le sue sceneggiature o i suoi disegni. L’incontro con i Sullivan con relativo salvataggio dall’attacco della banda di indiani aveva rappresentato uno dei momenti cruciali di “Zagor racconta…” e la sorpresa del giovane Patrick nel vedere le spettacolari performance artistiche e acrobatiche dei tre saltimbanchi era stata resa in maniera magistrale dai testi di Nolitta e dai disegni di Gallieno Ferri. Lo stupore di Patrick che esce fuori dirompente dalle vignette sceneggiate da Nolitta e disegnate da Ferri, è qualcosa di talmente memorabile che a mio parere non doveva essere scalfito in nessun modo da una diversa esposizione degli eventi quale poteva essere il fatto che Patrick e Tobia si erano già conosciuti parecchi anni prima all’interno di un circo. Nelle esclamazioni di Zagor e nelle sue espressioni si evidenzia tutta la sorpresa e lo stupore di chi vede quelle cose per la prima volta e ciò difficilmente può essere in linea con le reazioni che invece avrebbe dovuto avere una persona che in un ambiente circense aveva vissuto per parecchi anni. A mio avviso si è trattato di una variante che ha tolto qualcosa a “Zagor racconta…” senza aggiungere niente a “Le Origini” e quindi la domanda è: cosa ha motivato l’autore Burattini ad inserire questo elemento nuovo nella sua miniserie?

La domanda dimostra una grande attenzione verso il mio lavoro, cosa di cui ringrazio. Credo si possa essere tutti d’accordo nell’affermare che il mondo del fumetto (ma anche della letteratura, basti pensare alle contraddizioni di Verne riguardo al Capitano Nemo) è pieno di riscritture che cambiano, talvolta di poco, talvolta di parecchio, le carte in tavola. Per fare un esempio, nella serie del Comandante Mark ci sono due versioni diverse dell’uccisione dei genitori di Betty da parte degli inglesi e di come la futura fidanzata dell’eroe dell’Ontario si sia salvata (in un caso perché era altrove, in un altro perché si nascose in cantina): sono stato io, in un albetto allegato a uno Speciale a sanare questa contraddizione, giustificandole entrambe. Potremmo continuare esaminando la nuova narrazione di John Byrne dell’origine di Superman piuttosto che quella di Mauro Boselli del passato di Tex, ma ci fermiamo qui prendendo atto che in questo tipo di operazioni ci sono variazioni che i nuovi autori ritengono di dover apportare per risolvere quelle che a loro sembrano delle incongruenze, delle aporie o delle difficoltà contenute nel modello originale (modello che va contestualizzato, di cui non si mettono in discussione la grandezza o il valore, ma che, chiaramente, rispondeva a criteri e si rivolgeva a lettori molto diversi). Qual era dunque l’aporia contenuta nella storia di Nolitta e Ferri che ho cercato di risolvere trasformando l’attacco dei Delaware al carro dei Sullivan in un attacco dei Wyandot? Chiaramente, il duello in cui l’appena auto-proclamatosi Re di Darkwood uccide Oga-Ito (appunto sakem dei Wyandot) che, tutto sommato, nella versione nolittiana, non aveva fatto altro che reagire come, se ci si riflette bene, avrebbero potuto reagire anche altri capi presenti alla prima apparizione di Zagor. Compare infatti questo Za-Gor-Te-Nay, si proclama inviato da Manito, dichiara che d’ora in poi detterà legge nella foresta… e siccome uno dei presenti non si lascia impressionare e lo sfida (del resto i pellerossa sono per convenzione indipendenti e fieri), lo Spirito con la Scure fa capire chi comanda uccidendolo. Tutto molto emozionante, soprattutto nella libertà narrativa di cui godevano gli autori degli anni Sessanta, ma oggi ci sarebbe sicuramente stato, tra i lettori, chi si sarebbe chiesto di quale colpa si sia macchiato Oga-Ito per meritare la morte, se non quella di aver contraddetto l’uomo dalla casacca rossa che vedeva per la prima volta. Vero è che poco prima il sakem Wyandot aveva manifestato propositi minacciosi, ma non si sa di attacchi dei suoi guerrieri ai danni di qualcuno: fra gli intenti che Zagor si prefigge c’è anche la moral suasion, la persuasione e la mediazione tese a disinnescare i conflitti che stanno per esplodere (“smussare i punti di attrito”, dice lo Spirito con la Scure nel celebre discorso al samurai Minamoto), dunque invece di uccidere Oga-Ito avrebbe potuto e dovuto tentare almeno di convincerlo a raffreddare i bollenti spiriti. Non basta un atteggiamento bellicoso (senza che alle parole siano ancora seguiti dei fatti) a giustificare l’implacabile determinazione dell’eroe nel portare il duello fino alle estreme conseguenze. Peraltro, uccidere un sakem davanti agli altri capi non è proprio il miglior biglietto da visita da esibire a un primo incontro. Chiaramente ci dovevano essere motivi molto più gravi per aver portato Zagor a quell’uccisione, motivi che appunto vengono spiegati nel sesto volume de “Le Origini”. Ne “L’eroe di Darkwood” si spiega chiaramente che i Wyandot si sono macchiati di gravi crudeltà per ordine del loro capo, ed è per questo che Oga-Ito viene castigato. Non solo: Zagor sconfigge il sakem in duello senza finirlo, lo lascia a terra umiliato ma ancora vivo (come avrebbe potuto fare anche nella versione nolittiana, secondo logica), dimostrando valore e magnanimità. Ne “Le Origini” Oga-Ito viene ucciso perché, incapace di accettare la sconfitta, tenta di colpire il suo avversario a tradimento. C’è dell’altro. Nella versione nolittiana dei fatti, i Sullivan sono attaccati dai Delaware, è vero. Sono loro, si dice, ad aver compiuto stragi (non mostrate) ai danni di coloni bianchi. Però, stranamente, nella riunione nella Radura della Piccola Acqua i Delaware non si fanno notare, se ci sono accettano il bel discorso di Zagor, il nostro eroe non li cita né li rimprovera. Improvvisamente i cattivi diventano i Wyandot (a carico dei quali, però, non sono imputabili azioni di guerra, almeno che si sappia). È chiaro che quanto narrato da Nolitta presenta numerose incongruenze, che nella mia visione delle cose andavano per forza sanate, anche per impedire che la mutata sensibilità dei lettori dei nostri tempi portasse qualcuno a contestare i punti dolenti e le illogicità. In fondo bastava poco: era sufficiente far sì che i Sullivan fossero attaccati dai Wyandot e non dai Delaware. Un cambiamento che garantiva il massimo risultato con il minimo sforzo. Mi si chiederà (e infatti mi chiedi): ma allora perché Zagor, nel suo racconto fatto a beneficio di Cico, dice che ad attaccare i Sullivan sono i Delaware? Come può essersi confuso su un punto così importante (vista l’importanza che hanno i Delaware e il loro capo Kanoxen nella storia di apertura dell’intera serie)? Potrei rispondere che è molto meno grave accettare che Zagor possa aver sbagliato (lapsus verbis) il nome della tribù piuttosto che accettare tutte le ben più pesanti incongruenze riscontrabili nel seguito della narrazione. Però, c’è una possibile spiegazione (che, peraltro, serve a giustificare molti altri punti oscuri): è chiaro che Zagor, come si è detto più volte, adatta a beneficio di Cico un racconto ben più complesso e dunque salta passaggi, la fa più semplice, vuole arrivare al punto. Ma, ciò premesso, è chiaro altresì che quanto si vede nel flashback in “Zagor racconta…” non è la visualizzazione di ciò che narra lo Spirito con la Scure, ma di ciò che capisce il suo amico messicano. Il primo incontro fra lo Spirito con la Scure e il messicano avviene perché l’eroe dalla casacca rossa salva il pancione dalle grinfie dei Delaware. Agli occhi di Cico, i Delaware sono i cattivi per antonomasia, il paradigma di tutti gli indiani feroci della foresta. Zagor li individua come i responsabili dell’attacco ai Sullivan appunto nell’interpretazione del racconto così come lo intende il messicano. Zagor può aver parlato solo dell’attacco in quanto tale,  ma agli occhi (o meglio, alle orecchie) del pancione ecco che quell’attacco viene attribuito ai Delaware. Ed ecco dunque anche spiegata la seconda aporia proposta dalla lunga e articolata domanda a cui ho dato una lunga e articolata risposta. Mi si dice: se Zagor ha vissuto in mezzo ai circensi per lungo tempo (come si spiega ne “Le Origini” per giustificare il talento da acrobata del nostro eroe), non può fare, di fronte ai numeri da saltimbanchi dei Sullivan, le facce meravigliate che Ferri gli disegna ne “Il re di Darkwood”, assumendo espressioni che manifestano grande stupore. Giusto: ma nella versione di Nolitta Zagor non ha fatto cenno al Circo Bloom raccontando il suo passato all’amico. Quindi, se la visualizzazione dei fatti riporta, come io sostengo per giustificati motivi, l’interpretazione dei medesimi fatta da Cico, il messicano non può che immaginare uno Zagor meravigliato di fronte alle acrobazie dei Sullivan. Ed è esattamente ciò che ci mostra il disegnatore.
.

2 – Caro Moreno, vedo che spesso Zagor è paragonato a Tex. Sono due personaggi che, comunque, vivono in epoche diverse, conoscono personaggi differenti ed hanno le loro storie completamente opposte. Per questo ti chiedo se possa essere giusta una disamina sui personaggi di Zagor che fanno da contraltari a quelli di Tex. Per esempio, Zagor e Cico rappresentano Tex e Carson. Tonka, non solo perché indiano, ma soprattutto perché è il secondo miglior amico dello Spirito con la Scure, può rappresentare Tiger Jack. Hellingen, il maggior nemico della saga, rappresenta il contraltare di Mefisto. Mortimer, trasformista al pari del Proteus di Tex. Rocky Thorpe come Pat Mac Ryan. Caratteri diversi, comportamenti simili, ruolo nella saga praticamente uguale. E ce ne sono anche molti altri, credo. Pensa che sia giusta una sorta di disamina del genere o si parla di fantascienza? Ne ha altri di esempi da dare?
.
Lo spunto è interessante. Noto solo che Mortimer non è un trasformista, nel senso che non si trucca in modo da prendere il posto di persone note (alla maniera di Diabolik), ma “interpreta” il ruolo di un prete, un giudice, un uomo di affari a seconda del caso, con talento di attore, non di imitatore (il che lo rende un po’ più credibile di Proteus). Nel microcosmo zagoriano direi che il contraltare di Proteus sia il Fante di Picche. Suggerirei che anche che il corrispondente di Pat Mac Ryan sia Doc Lester, piuttosto che Rocky Thorpe, non fosse altro che per numero di apparizioni. Senza dubbio il gioco potrebbe continuare a lungo e invito chi voglia cimentarsi a proseguirlo, però resta da notare come alla base ci siano figure archetipiche ricorrenti nelle leggende e nella letteratura, per cui Zagor e Cico potrebbero essere visti come Don Chisciotte e Sancho Panza, i quattro pards ricordano i Tre Moschettieri più D’Artagnan, eccetera.

.
3 – Caro Moreno, un personaggio creato all’interno di una Casa Editrice appartiene, di norma, alla Casa Editrice stessa e, se non di più, all’autore del personaggio in questione. La mia domanda verte sul fatto che, parlando sia della Sergio Bonelli Editore che di altre Case Editrici, sia regola, o quantomeno buona abitudine, chiedere al creatore, se ancora in vita, il permesso di utilizzare una delle figure create da egli stesso, oppure se sia impossibile per la variegata rete di personaggi creati nel corso del tempo?
.
Come sempre avviene un po’ in tutti i campi, non solo riguardo la gestione dei personaggi a fumetti, con il passare del tempo la giurisprudenza tesa a regolare un settore piuttosto che un altro si è andata progressivamente affinando, sia per l’entrata in vigore di nuove leggi, sia per il susseguirsi di sentenze in tribunale che hanno stabilito torti e ragioni. Oggi, le property delle creazioni letterarie sono normate da regole, anche a livello internazionale, molto più precise e cogenti rispetto a quanto accadeva a qualche decennio fa. Ci sono molto spesso contratti stipulati fra le parti (Case editrici e autori) che stabiliscono a chi appartengono i diritti e a chi è affidata la gestione dei protagonisti come dei personaggi secondari. Non è detto che i diritti di un character siano di proprietà di chi lo ha creato, se sono stati ceduti o se un regolare contratto stabilisce diversamente, ma ormai tutto è normato e gestito in punta di legge, almeno per quel che ne so io e in base a quel che mi pare accada in Bonelli.

.
4 – Gentile Moreno, nel momento in cui ti scrivo non è ancora uscito il nuovo Color Tex storie brevi del 2022, dove ci sarà una tua storia disegnata da Frederic Volante. Oltre a chiederti come giudichi il suo tratto e se possa essere adatto anche a Zagor (impegni con Tex permettendo, ovviamente), cosa penseresti a proposito di una storia breve per i Racconti di Darkwood sempre disegnata da lui e con una tua sceneggiatura?
.
Di Frederic Volante penso tutto il bene possibile e sono sicuro che farebbe bella figura anche su Zagor. Temo però che Boselli non me lo passerebbe troppo facilmente (ammesso che Frederic desideri essere dato in prestito).

.
5 – Caro Moreno, la mia domanda riguarda un antico personaggio rimasto vivo, oserei dire ingabbiato, dopo aver perso un confronto con Zagor che mandò all’aria i suoi piani criminali. Sto parlando di Buddy Fox, apparso nei numeri 15 e 16 della collana mensile, nella storia che ha come titolo “Gentiluomo ma non troppo”. Non ha una lunghezza fantasmagorica, ma certe chicche non hanno bisogno di molte pagine per diventare dei veri e propri gioiellini. Partendo dal presupposto che non si possa far tornare tutti e che per far tornare qualcuno serve sempre lo spunto giusto, quale tipo di spunto potrebbe servire per far tornare un ormai galeotto come lui?
.
Sono d’accordo sulle chicche e sui gioiellini, anche se sorrido pensando che mentre alcuni lettori vorrebbero (giustamente) recuperare personaggi anche minori, altri si lamentano a gran voce scandendo in coro lo slogan “basta ritorni”. Spiego subito, per i meno informati, che Buddy Fox, detto “La Volpe”, riconosciuto da Zagor grazie alla propria memoria “fotografica” (dopo averne visto il ritratto su un avviso di taglia) è un truffatore ricercato dagli sceriffi di mezza America, sorpreso dallo Spirito con la Scure sul punto di mettere a segno un colpo in una villa: un delinquente di piccolo cabotaggio che permette a Nolitta e Ferri di mettere in scena un’avventura con dei risvolti umoristici davvero esilaranti, a testimonianza del talento dei due autori anche nel registro del comico. Una sua eventuale ricomparsa sulla scena dovrebbe rispettarne le caratteristiche originarie, perciò conservarne il talento di rapinatore così come il tono ilare del racconto che lo veda di nuovo come uno degli attori. Così su due piedi mi viene in mente che per qualche motivo possa diventare, per breve tempo e nel corso di una sola missione, perfino un alleato di Zagor.
.

6 – Caro Moreno, vorrei sottoporti una domanda che riguarda Eddy Rufus. Il creatore delle Dime Novels riguardanti avventure di Zagor “fantastiche” risulta deceduto a causa dell’arrivo del figlio che intende vendicarsi dello Spirito con la Scure nel primo dei “Racconti di Darkwood” datato 2017, nella storia-cornice. Viene appunto detto che sia deceduto, ma sono solo parole, per citare una canzone sanremese. Zagor e Cico non hanno visto il cadavere, noi lettori neanche, ed una parola può sempre essere messa in dubbio. Naturalmente è stato, credo, tolto di mezzo per non rovinare il ricordo della sua prima apparizione ma... siamo davvero sicuri che sia scomparso senza neanche provare a tornare, fuggendo di galera (cosa molto difficile ma non impossibile) e quindi tornando a capeggiare una rivolta od una masnada di banditi oppure in una storia non con un incipit così “banale” ma pronta per essere gustata dal pubblico esigente che oggi non ne fa passare nemmeno una?
.

Eddy Rufus non è un bandito né un tipo violento di per sé (si serve di banditi e tipi violenti da lui ingaggiati, questo sì), è uno scrittore. Non lo vedo a capo di una masnada di rapinatori o di rivoltosi all’interno del carcere. Potrebbe senza dubbio ispirare, manovrare, sobillare, ma senza sporcarsi le mani. Io continuerei a darlo per defunto (ci sarebbe se no da spiegare perché il figlio sia così convinto della sua morte da volerlo vendicare), anche per non provocare la fazione dei lettori contrari ai ritorni. Però, se mai tornasse, dovrebbe tornare nel ruolo chi usa la penna e non la spada.

.
7 – Caro Moreno, una volta letto il terzo Team-Up fra Dylan Dog e Martin Mystère intitolato “L’abisso del male”, le apparizioni di Hellingen e Zagor sono cascate all’occhio e per questo ti chiedo, con tutto ciò che afferma il Mad Doctor, e presumendo che ciò sia stato revisionato anche da te curatore dello Spirito con la Scure, è da considerarsi un’avventura in continuity con la serie regolare di Zagor oppure quell’Hellingen non è l’Hellingen che avremmo rivisto poi e che rivedremo ancora in futuro contro il suo acerrimo nemico?
.
Ho letto in anteprima la sceneggiatura di Carlo Recagno, credo di aver dato qualche minimo suggerimento, ma soprattutto ho verificato che non ci fosse niente in contraddizione su quel che era stato detto su Hellingen sulle pagine di Zagor. Fermo restando che il Mad Doctor compare comunque nel contesto dell’universo comune di Dylan Dog e Martin Mystére e che si potrà sempre sostenere che non è quello zagoriano, ritengo che la continuity sia del tutto possibile. Continuity che a questo punto dovrà anche tener conto della storia sulla macchina del tempo scritta da Antonio Serra e disegnata da Fabiano Ambu (la si può leggere sullo Zagor Più n° 7).

.
8 – Domanda tecnica: Si vedono assai di rado usate le nuvolette multiple collegate. Essendo il testo di un fumetto fatto pressoché esclusivamente da dialoghi, come a teatro, la segmentazione di un lungo discorso in più nuvolette aiuterebbe a evidenziare certe parti e ridurrebbe il testo presente in ognuna di esse sveltendo la lettura e creando anche effetti di climax all’occasione. Immaginiamo un personaggio che dica: “Eccoci arrivati finalmente in questa fiorente, popolosa, ospitale città...” in una vignetta posizionata strategicamente a “girapagina”. Se invece di racchiuderlo in una sola nuvoletta se ne usassero tre: 1 “Eccoci arrivati finalmente in questa fiorente (neretto - solo “fiorente”) 2 popolosa (neretto) 3 ospitale (neretto) città..” si accrescerebbe l’effetto combinato del “girapagina” e dell’aposiopesi, direi. Va da sé che non sempre si è liberi di fare ciò che si vuole e che è chi ha il mestolo che può “minestrare” e magari chi scrive vorrebbe adottare di queste soluzioni che l’editore rigetta. Sperando che non lo faccia per le stesse ragioni del giudice nel lieder di Mahler “lode d’alto intelletto”…
.
Testate come Zagor e come Tex hanno una tradizione sedimentata nel corso di decenni di storie e che si tende a rispettare. Sulle collane di questi personaggi storici le avventure si raccontano in un certo modo, soprattutto nelle testate “madri” che propongono una gabbia ben precisa, certi sonori e non altri, un uso limitato di neretti e così via. Niente vieta ad autori di fumetti diversi di utilizzare nuvolette multiple collegate, diciamo che su Zagor si è sempre fatto diversamente, ci siamo sempre trovati bene, chi ci legge sa che le storie seguono un certo codice grafico in cui è rassicurante trovare un punto di riferimento come in una vecchia e cara abitudine. Il discorso cambia se si parla di collane ispirate al modo di raccontare di certi albi francesi, o americani, o giapponesi. Esperimenti se ne possono fare tanti (e qualcuno se ne è fatto), ma magari al di fuori della Collana Zenith, che garantisce il lettore di ritrovarsi in un ambiente noto e amato.

.
9 – Buongiorno Moreno, mi chiamo Matteo Agostini e ti scrivo solo per ringraziarti per la cura e la passione che metti nella cura della serie e delle belle storie che mi fanno passare momenti sereni. Grazie ancora e mi dispiace solo leggere certe critiche al vostro lavoro quando dovremmo solo essere grati a tutti voi perché se Zagor è ancora uno dei migliori fumetti Bonelli è merito vostro e dei vostri collaboratori che ci mettete passione.
.
Grazie, caro Matteo. Hai detto bene, ci mettiamo passione. È ciò che ci sostiene anche quando dobbiamo affrontare tante difficoltà.

.
10 – Gentile Moreno, è ormai assodato che da sempre, praticamente, Zagor sia amico dei trappers. Ma essendo proprio loro amico, come può continuare a permettersi un’amicizia del genere, in quanto il commercio delle pelli darà loro un senso di vita e di affari, pur facendo scontentare le tante prede uccise e non lasciate ai vari indiani della foresta di Darkwood? Devono sostentarsi anche loro, ma le pelli servono anche per ripararsi dall’inverno, e non mi stupirei che il troppo alla fine possa riuscire a guastare l’umore di Zagor, determinato a diventare ecologista ed a disconoscere queste amicizie per puro spirito anti-commerciale. Cosa pensi di questa possibile svolta ecologista in ambito zagoriano?
.
Gli anni in cui per convenzione sono ambientate le avventure di Zagor non sono da paragonarsi a quelli della seconda metà dell’Ottocento, specialmente sul finire del secolo, in cui la caccia sconsiderata (e talvolta condotta proprio per danneggiare gli indiani) portò allo sterminio e alla quasi estinzione dei bisonti. Nella foresta di Darkwood (che è enorme) i trappers sono poche decine, forse un centinaio, sicuramente meno numerosi dei pellerossa con cui convivono pacificamente, e dei quali addirittura sposano le donne (come avveniva nella realtà storica, nella quale ai rendez-vous dei mountain men partecipavano anche gruppi di nativi, spesso loro parenti). Si può ritenere che ci fossero prede per tutti, anzi è proprio su questo presupposto che si basa, soprattutto, lo sforzo di peacekeeper di nostro eroe, il quale (almeno così ha stabilito Nolitta) propugna la convivenza pacifica fra uomini bianchi e uomini rossi, resa possibile da una disponibilità ancora sufficiente di risorse e di territori. La Storia con la S maiuscola insegna che poi le cose sarebbero cambiate, e i visi pallidi avrebbero scacciato i nativi dalle loro terre, non di rado sterminandoli, ma nella nostra finzione letteraria lo Spirito con la Scure preserva l’equilibrio fra le etnie e comunque nelle avventure che narriamo, perché l’universo in cui sono ambientate è stato immaginato così da Guido Nolitta, è previsto che i trapper (almeno quelli “buoni”) siano amici di Zagor al pari dei pellerossa (almeno quelli “buoni”) e che, salvo incidenti che il nostro eroe è chiamato a risolvere, trapper e pellerossa si tollerino a vicenda. Riguardo la “svolta ecologista” faccio notare come il nostro eroe sia un ecologista ante litteram, avendo difeso l’ambiente naturale fin dalle prime avventure. È facile notare come nel racconto “Fort Thunder” (si può leggere nell’albo “Condanna a morte”, Zagor n° 17) il bieco tenente Dubrowsky giunga ai ferri corti con lo Spirito con la Scure per la sua folle pretesa di costruire un forte militare bloccando il Passo del Tuono, e dunque ostacolando la migrazione dei bisonti, da cui dipende il sostentamento delle tribù indiane delle vallate al di là di quella strettoia, che funge da punto di passaggio obbligato. Quanta attualità, in questo spunto ecologista, in un fumetto ritenuto per ragazzi risalente, eppure, a quasi sessant’anni fa! E quanta attenzione, anche, verso le ragioni e i diritti dei pellerossa.

.
11 – Caro Moreno, spero di non spoilerare troppo chiedendoti, a proposito del personaggio di Jules Verne, come detto nella Conferenza a Lucca, il Capitano Nemo, se l’avvento di quest’ultimo nelle storie di Zagor (con due storie in lavorazione), non sia un po’ troppo “irrealistico”. Non parlo del personaggio in sé, anzi sono curioso di leggerlo, ma la sua data di nascita, ovviamente fittizia essendo un personaggio inventato, dovrebbe essere intorno al 1830 e le avventure di Zagor si svolgono già in quegli anni. Quindi, a meno di uno Zagor più anziano in azione, è possibile che possa esserci un problema temporale fra i due personaggi?

.
Un video di presentazione sul sito Bonelli (e su YouTube) ha permesso a Jacopo Rauch e Antonio Serra di spiegare come le cose non stiano affatto così. Il Capitano Nemo compare in due romanzi di Verne, e il secondo di essi, “L’isola misteriosa”, è ambientato durante gli anni della Guerra di Secessione dato che i naufraghi che giungono, a bordo di una mongolfiera, sull’isola Lincoln sono militari nordisti fuggiti da un campo di prigionia sudista (del resto l’isola viene da loro battezzata, appunto, “Lincoln” proprio per questo). Come tutti sanno, in una grotta marina è rimasto intrappolato il “Nautilus” e a bordo i naufraghi incontrano il Capitano Nemo ormai anziano, tanto anziano che infatti muore. Ora, è vero che in “Ventimila leghe sotto i mari” si forniscono date incongruenti con ciò che invece è palese nel romanzo successivo (come capita spesso a Verne e a tanti altri scrittori), ma l’assunto di base dell’“Isola misteriosa” è assoluto e incontrovertibile: siamo tra il 1861 e il 1865 (gli anni della guerra civile americana) e di conseguenza Nemo era più giovane di trent’anni quando costruisce il “Nautilus”. L’incontro con Zagor è perciò assolutamente possibile.

.
12 – Caro Moreno, ti scrivo per chiederti se la storia, ambientata anni prima rispetto alle attuali avventure di Zagor, e che è stata pubblicata nello Speciale Comandante Mark n. 9, “L’orso sacro”, sceneggiata dalle tue sapienti mani ed illustrata da Lina Buffolente, incentrata su questa creatura albina sacra agli Oneida, possa in qualche modo dare uno spunto per una storia basata sulla stessa figura, o su uno dei suoi figli, ai tempi dell’ambientazione di Zagor. Gli Oneida sono parte integrante dell’immaginario collettivo dello Spirito con la Scure e non mi stupirei affatto che fossero ancora legati a questo orso. Si può fare?
.
Fare si può fare, sennonché non c’è bisogno di riferirsi allo Speciale del Comandante Mark n° 9 per immaginare anche a Darkwood la presenza un orso albino considerato sacro. Anzi, pretendere che i lettori di Zagor ricordino ciò che accade in un albo di Mark del 1998 mi sembrerebbe troppo e preferirei che l’ipotetico nuovo racconto fosse scollegato dal precedente. Mi domando però quale novità potrebbero essere inserite in un racconto che preveda un plantigrado del genere, rispetto al modello di partenza. Rischieremmo di creare solo un duplicato. Senza contare che c’è stata una storia riguardante un orso nei “Racconti di Darkwood” contenuti nello Zagor Più intitolato “Lo spirito del lupo”.

.
13 – Caro Moreno, scusa il disturbo. Ti vorrei chiedere, e se possibile ottenere una risposta, una cosa a proposito del prossimo ritorno della Cacciatrice. C’è una storia in lavorazione e verrà probabilmente pubblicata in uno dei prossimi albi Bis ma... l’idea originale è stata cambiata? Avrebbe forse dovuto essere una storia divisa in più albi o più lunga di un albo singolo? Hai in mente una terza storia del personaggio per un racconto che possa andare al di là dell’albo Bis?
.
Inizialmente la Cacciatrice era prevista per una sola apparizione, quella del Bis 2022. Poi, però, sceneggiando la storia, mi è parso che il personaggio poteva prestarsi a un ritorno, e ho ipotizzato di riportarla sulla scena nel Bis 2023. Il progetto è sfumato per i ritardi del disegnatore che ha attraversato qualche guaio personale. Adesso sto valutando il da farsi (sarà impossibile, comunque anche un ritorno nel Bis 2024). Potrebbe essere che la Cacciatrice la si riveda in uno Zagor Più o in uno Speciale. Eviterei la serie regolare perché i lettori che seguono solo la Zenith assisterebbero a un sequel di cui non conoscono gli antefatti.
.
14 – Gentile Moreno, la Foresta di Darkwood è un luogo fantastico, in tutti i sensi, che trova più o meno la propria collocazione sopra una carta geografica. Molti personaggi inventati sono altresì residenti in luoghi che non esistono. Non volendo andare a scomodare Miss Marple e la sua St. Mary Mead, ti pongo il quesito riguardante il Maine. In questa località vige l’habitat naturale della mitica Jessica Fletcher, interpretata dalla purtroppo recentemente scomparsa Angela Lansbury. La maggior parte delle scene di Cabot Cove si svolgeva in realtà a Mendocino, in California, ma sentir parlare di Maine, della sua città, riesce a prendermi così tanto da permettermi di abbinarlo al Maine dove fanno scalo molte navi in quel posto chiamato Port Whale. Certo, si tratta di avventure vissute un secolo e mezzo prima e la Signora Fletcher non è certo potuta vivere in quel tempo, tranne che per i suoi antenati. Il fumetto, le storie, i film, le serie tv nascondono e fanno forza sul “tutto è possibile”, purché ci possa essere di mezzo una grande idea ed un motivo valido per mettere in piedi il tutto. E quale miglior motivo potrebbe esserci se non festeggiare, nel 2025, i cento anni di questa grande attrice che ha accompagnato le nostre giornate e serate facendola apparire, come omaggio, anche solo in un cameo, oppure far arrivare Zagor in un luogo col nome simile a quello in cui vive la Signora in Giallo?
.
Servirebbe magari una storia mezza gialla, ma il suggerimento è condivisibile.

.
15 – Caro Moreno, io sono una persona che apprezza il varo di nuove collane fumettistiche, soprattutto per quanto riguarda Zagor che leggo da anni. Lo Zagor Più mi entusiasma ma è stato varato secondo una presunta richiesta dei fans e del mercato che chiede storie meno lunghe. Bene, ma queste storie più lunghe destinate ai vecchi maxi sono finite sulla regolare, e la stessa regolare ha guadagnato come minimo un albo in più di ogni singola storia originariamente prevista per i “balenotteri”. Per mantenere la sicura uscita in edicola di Zagor è stato quindi deciso di far trasferire storie lunghe e già pronte per poterlo continuare a mandare in edicola mensilmente, ed usufruire di storie più corte e dei racconti di Darkwood per impegnare meno i disegnatori e per farli lavorare su più storie in quanto quelle che hanno da disegnare sono più brevi e quindi a disposizione in minor tempo per il racconto successivo?

.
La trasformazione del Maxi Zagor in Zagor Più, con la diminuzione del numero di pagine, ci obbliga a pubblicare sulla Collana Zenith qualunque racconto già pronto più lungo di 190 tavole. Non è che di racconti così lunghi ne abbiamo a dozzine, per cui quelli che abbiano in giacenza (saranno quattro o cinque) li pubblicheremo scaglionandoli nella serie regolare, alternati ad altri più brevi, considerando comunque che sono in lavorazione storie lunghe e brevi di tutte le tipologie, per cui non è che ogni storia in tre albi che apparirà sulla Zenith debba essere per forza un ex Maxi rimasto nel cassetto.

.
16 – Caro Moreno, qualche tempo fa, attraverso questa stessa rubrica, ha riferito una cosa che mi è rimasta impressa. Francesco Testi, sceneggiatore zagoriano, non ha ancora esordito sulla serie regolare non tanto perché le sue siano brutte sceneggiature (che non sarebbero dunque state accettate), bensì perché queste sue sceneggiature si allontanavano dalla tradizione richiesta dall’albo mensile. Per cui Le chiedo: quanto può essere labile il confine fra la giusta modernizzazione, passabile per la serie mensile, e quella, troppa, che secondo Lei non ha ancora permesso al signor Testi di ricevere l’onore di far parte di questa “tradizione”?

.
Non vedrei la questione come una patente da concedere al “signor Testi” appena superato un “labile confine”. Francesco fa delle proposte, alcune vengono accettate, quindi scrive delle sceneggiature sotto il controllo (come tutti) di un editor, poi lo stesso editor valuta la miglior destinazione possibile per il racconto finito. Non c’è dubbio alcuno (o almeno io non ne ho) che “Le creature del buio” fosse adatto al format degli Speciali, così come “Il ritorno di Lapalette” avesse le caratteristiche necessarie per comparire nei Color.

.
17 – Gentile Moreno, credi che avere a che fare, sempre più spesso, con albi colorati (e sto naturalmente togliendo dall’elenco le ristampe cartonate uscite in libreria e fumetteria) possa avere snaturato il concetto di “albo speciale” come lo si aveva quando c’erano, quasi solamente, i numeri centenari ad avere questa prerogativa? L’abuso del colore faceva paura a Sergio Bonelli, che però dette il consenso per avere delle storie che ne facessero da padrone. Oggi come oggi, trovi che per la Bonelli, in particolare, la cosa abbia potuto avere sì successo, ma defraudando della particolarità quei numeri centenari di cui sopra?
.
Non mi pare che la necessità di salvaguardare la “particolarità” dei “numeri centenari” rappresenti un motivo sufficiente per bloccare l’uso del colore su testate mirate ad accontentare un pubblico che cambia e che impone cambiamenti al mercato. Certo, riconosco anch’io il fascino di “Indian Circus” e ben ricordo l’emozione di avere fra le mani uno Zagor colorato, però i tempi mutano e l’evoluzione della specie è inarrestabile.

.
18 – Caro Moreno, voci di corridoio affermano che Claudio Chiaverotti sia a lavoro su una nuova storia di Zagor (o forse più di una). Non le chiedo niente a proposito del soggetto, quanto, invece, a come sta procedendo la sua lavorazione e quando, presumibilmente, riusciremo a vederla pubblicata.
.
Claudio Chiaverotti sta lavorando a una sola nuova storia di Zagor. È probabile che la si vedrà pubblicata, senza certezza alcuna, nel 2025. La disegna l’ottimo Stefano Voltolini il quale però, come si sa, è impegnato anche nella realizzazione delle “cornici” dei “Racconti di Darkwood”.
.

19 – Gentile Moreno, ti voglio scrivere questa domanda, o meglio questa mia opinione riguardante due fatti evidenziati dalle storie che, oggi come oggi, e perché no anche ieri, sono riempite da flashback per far capire a chi legge una nuova storia per la prima volta in assoluto, i collegamenti con quelle, presumibilmente non lette, del passato. È logico pensare che gli autori di un fumetto vogliano far capire la trama ad un novizio, che però rischierebbe di vedere ristretto il campo delle scelte da effettuare per quanto riguarda la collezione, per fare un esempio, di Zagor. Se uno volesse completarla e leggerla si vedrebbe costretto a dover bypassare storie che sanno a menadito perché già riassunte, fin troppo riassunte, su quelle di recente uscita. È un possibile danno dei rivenditori, delle fumetterie che potranno abbassare il prezzo quanto vogliono, ma finiscono col dover far rimanere merce invenduta a causa di questo vizio di voler spiegare tutto quanto accaduto in passato, prendendo pagine su pagine e riempiendolo senza lasciare poi tanto spazio alla storia al presente. Ma non solo, in queste storie vi è la tendenza che le donne siano praticamente tutte belle, in forma, delle classiche pin-ups che all’epoca, seppur possibilmente esistenti, non avrebbero certamente potuto e dovuto essere così presenti come in realtà lo sono. E non sono contro la bellezza, anzi, ma contro il “realismo” di questo fumetto e di altri (dove appaiono certamente donne meno belle) e che, però, fa trasparire fin troppo, anche dalle copertine, quel senso di “falso” che non avrebbero invece potuto ottenere mettendo in primo piano bellezze meno evidenti. Detto ciò, spero di poter vedere sì belle ragazze, ma col lanternino, e co-protagoniste meno appariscenti e più “alla mano”. Se poi a Darkwood c’è l’aria buona, ben venga, così da poterci fare un salto. Ma siccome non esiste, non resta che sognare e fantasticare su un personaggio “fantastico” come Zagor ed i suoi comprimari, ma sempre tendendo un occhio verso la realistica osservanza dei canoni che un’epoca come la sua possa essere riuscita a trasmettere.
.
Se ho ben capito l’argomentazione, quando in una nuova storia ci si riallaccia a qualcosa di accaduto in un albo del passato, non si dovrebbe ricapitolare in flashback ciò che è avvenuto (per rinfrescare la memoria a qualcuno tra i lettori o spiegarlo ex novo a qualcun altro) perché facendolo si arrecherebbe danno ai rivenditori di fumetti usati (privati delle possibili vendite di chi volesse andare a rileggere l’arretrato di riferimento). Mi sembra una tesi un po’ campata per aria: potrei sostenere con facilità l’ipotesi che, anzi, il veder riassunto in un flashback qualcosa di tanto interessante da meritare un sequel, faccia venire voglia a chiunque di procurarsi un classico così fondamentale. Che io abbia capito male o bene, c’è alla base del ragionamento dei contestatori dei flashback (che si aggiungono ai contestatori dei ritorni, ai contestatori delle copertine, ai contestatori delle scene d’amore, ai contestatori delle spiegazioni, ai contestatori del prezzo, ai contestatori delle storie brevi, ai contestatori della fantascienza, ai contestatori dell’horror… eccetera eccetera) l’idea che tutti i lettori debbano essere ugualmente informati, conoscere la serie a menadito, non necessitare di “inutili” ristampe, eccetera. Se si fa uno sforzo per facilitare la comprensione a qualcuno che non ricorda o non conosce gli albi del passato, rendendo bastante a se stessa la lettura dell’albo del presente, sembra si ledano gli inviolabili diritti dei lettori della prima ora. Secondo me, i veterani dovrebbero anzi essere contenti (perché si garantisce lunga vita alla serie) che si cerchi in tutti i modi di venire incontro ai nuovi lettori, o a chi ha la casa troppo piccola per conservare intere collezioni, o a chi vuole soltanto leggere un albo in mezz’ora di relax senza doversi mettere alla caccia di chissà quali e quanti arretrati. Circa le donne, al di là della tradizione iconografica di riferimento per un fumetto come Zagor, faccio presente che Jenny, la ragazza di Pleasant Point recente protagonista di una storia romantica, sia stata scelta, non a caso, perché la meno appariscente delle tre.

.
20 – Caro Moreno, quali pensi siano le probabilità, in un futuro non troppo remoto, di poter vedere una ristampa delle storie di Zagor dal numero 1 in bianco e nero, come accade con Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa? Chiedo ciò perché da lettore nuovo di Zagor (Gennaio 2020), ho recuperato molti dei brossurati in fumetteria riguardanti le storie vecchie, e anche dei cartonati, ma ciò che mi piacerebbe di più sarebbe una ristampa a favore di portafoglio, diciamo, come appunto lo sono Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa.
.
Mi pare che la Collana Zagor Classic (ancora agli inizi della saga) sia una delle pubblicazioni più a “favore di portafoglio” della Bonelli (costa 4.50 euro al mese). L’app Bonelli Digital Classic mette a disposizione tutti gli arretrati di Zagor (e di molte altre serie) a un prezzo ancora più basso offrendo la possibilità di scegliere la lettura a colori o in bianco e nero. Di ristampe come Tutto Tex, da edicola, non ho ancora sentito parlare.



claudio57
claudio57
Moderatore
Moderatore

Messaggi : 29313
Data d'iscrizione : 25.06.15
Località : broni PV

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da capelli d'argento Mar 01 Ago 2023, 23:09

Bla....bla...bla.... rolleyes
Domanda n.1
Insomma, se ho capito bene, il curatore di Zagor con lo scrivere "Le Origini" avrebbe cercato di correggere, secondo lui,  un' aporia (sic!) presente in "Zagor racconta"..... ^^77ò
È un po' quello che sta facendo da anni Boselli con Tex: "correggere" le "inesattezze" (doppio sic!) del grande Glb....
Ma attenzione: a voler fare i puri c'è sempre uno più puro che ti epura....( cit. Pietro Nenni ) [,]
capelli d'argento
capelli d'argento
DOTTORE DEL FORUM
DOTTORE DEL FORUM

Messaggi : 2819
Data d'iscrizione : 02.08.16
Località : canaveìs

Torna in alto Andare in basso

Moreno Burattini  - Parte terza - Pagina 10 Empty Re: Moreno Burattini - Parte terza

Messaggio Da Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Pagina 10 di 11 Precedente  1, 2, 3 ... , 9, 10, 11  Successivo

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.