Re: Seminoles (n.43/44/45)

Da doctorZeta Lun 07 Mar 2022, 01:19

188 tavole di Nolitta e Donatelli. Voto: 8, storia EPICA. Fantastico il personaggio di Manetola, sakem dei seminoles e il momento di commozione di Zagor, veramente toccante. Storia il cui canovaccio sono le furbizie, i sospetti, i tradimenti e la lealtà che alla fine trionfa.
Reduci dall'ultima avventura, Zagor e Cico in viaggio verso il loro rifugio nella foresta di Darkwood attraversano la Florida, facendo tappa a Fort Pierce, dove vedono un gruppo di seminoles, nuova tribù nella serie, progionieri dei soldati del forte. I seminoles provengono dal nord e discendono da indiani cherokee o shawnee, ma anche da africani schiavi scappati dalle colonie e di bianchi rifugiatisi nelle paludi; riconoscerli è semplicissimo dato il loro sgargiante e colorato abbigliamento.
Interrogato un soldato, tale Carter, i Nostri apprendono di una guerra seminole e quelli catturati sono prigionieri di guerra. Il tenente Harryman, però, si arrabbia per aver comunicato queste cose a dei civili. Intanto Zagor è chiamato da un prigioniero, Sarota, che lo ha riconosciuto come lo Spirito con la Scure. Zagor non gli nega l'acqua, ma si prende una frustata dal tenente: ne nasce subito una rissa. Intanto dal forte il generale Wilcox ordina ai suoi uomini di fermarsi e convoca Zagor, ritenendolo fisicamente idoneo per un certo lavoretto. Durante il pranzo, i due cozzano avendo idee diverse, infine lo Spirito con la Scure accetta di recarsi nei pressi del lago Kaloosa alla ricerca del sakem dei seminoles Manetola e consegnarli un messaggio di pace scritto dal generale in persona; una volta trovato bisogna portarlo a Fort King, sede nella quale si discuteranno le trattative di pace. Come guida è stato richiesto proprio Sarota che accompagna, con molte gag di Cico, nei posti bazzicati da Manetola, perché un rifugio fisso non ce l'ha. Durante la marcia trovano la terza compagnia di fucilieri del "Virginia regiment" o quello che ne resta... Sentendosi ormai spacciati, l'ufficiale in comando, il capitano Macomber, consegna le piastrine dei morti e dei vivi, per consegnarle ai superiori. Scena molto toccante che si è vista poi (non proprio uguale, ma il concetto è quello) in Salvate il soldato Ryan, comunque uscito solo decenni dopo, ehhh, Nolitta non sbagliava un colpo...
Un soldato smarritosi e folle spara verso i nostri e uccide Sarota per poi perire a sua volta nelle sabbie mobili. Il seminole indica strada e trucchetti per avvicinarsi e Zagor e Cico trovano un fortino abbandonato, peccato che l'info non sia vera: si trovano gli scagnozzi spagnoli del sergente Antonio Fuente. Ne nasce subito un parapiglua, ma Zagor si deve arrendere perché tutti miravano a Cico svenuto a terra. Il Nostro spiega al Fuente di non essere una spia e gli mostra il documento firmato dal generale Wilcox; peccato che brucino, perché gli spagnoli fanno affari con i seminole e quindi non vogliono la fine della guerra. Al fortino si presenta Manetola in persona desideroso di armi, perché altre tribù sono diventate alleate, ma viene preso a cannonate. I seminoles quindi stringono d'assedio il fortino e, poco prima dell'attacco, Zagor si libera dalla cella e proprio con un cannone distrugge l'ingresso del fortino e manomette un altro cannone. Entrati i seminoles, gli spagnoli capitolano. Zagor narra a Manetola delle intenzioni di pace di Wilcox e il.sakem ha qualche dubbio di recarsi a Fort King, teme un evento mancino che possa ledere l'incolumità sua e della sua gente. Rassicurato da Zagor, arrivano al forte e il generale quasi non ci crede di vedere Manetola e scatta il suo piano: arrestarlo e far finire da vincitore la guerra. Manetola accusa Zagor di tradimento che s'infuria, ingaggia battaglia contro i soldati, ma viene messo ko (classica botta in testa). Siccome non è facile giustificare le morti di Zagor e Cico, questi vengono messi su un carro, ma Zagor tiene nascosto dietro la schiena un coltello e, facendo un buco, riescono a sgattaiolare via. Lo Spirito con la Scure, accecato dalla furia, entra a Fort King, ingaggia battaglia, libera Manetola, scontrandosi anche con lui per il "tradimento". Riappacificatisi, il forte capitola e Manetola uccide il generale Wilcox (della serie: "Chi la fa, l'aspetti." Fuori dal forte, Zagor si rammarica per la distruzione di Fort King, si addossa le colpe, additando gli ufficiali che lo hanno costretto a scendere contro. Uno Zagor umano, ma ancora di più quando si congeda da Manetola, quando capisce che per i seminoles prima o poi ci sarà solo la resa e la perdita delle loro terre, tutto colpa della cosiddetta "civiltà dei bianchi" e si mette a piangere (e vergognandosi anche, nascondendo anche timidezza e sconforto oersonale, raccontando una scusa a Cico che lo aveva fatto notare). EPICO!
Le gag di Cico:
1) dal generale Wilcox, mentre questo e l'amico parlano, si sbafa tutto, anche le loro porzioni
2) durante una sosta, prepara il cibo, ma lo mette sulla schiena di un alligatore e, per rincorrerlo, si trova accerchiato da altri e fugge (forse la battuta è sbagliata, quando minaccia di farne valigette e portafogli: non so se all'epoca già si usassero la pelle degli alligatori per questi oggetti citati)
3) durante la marcia, prima un nugolo di insetti colpisce solo lui, poi crede di essere stato morso da un serpente e chiede a Zagor di finirlo; allo suono dello sparo, Cico non sente dolore, ma in realtà è vivo e vegeto perché a sparare senza mira è il soldato smarrito
4) fuggito dal carro, cade su un cactus, ma non può muoversi finché il mezzo non scomoare dalla vista
5) gag finale: Cico si appresta a nangiare un uovo, ma si schiude e un piccolo alligatore lo morsica nel naso

Personaggi principali:
- Carter
- tenente Harryman
- generale Wilcox
- Sarota
- capitano Macomber
- sergente Antonio Fuente
- Manetola

Luoghi:
- Fort Pierce
- lago Lakoosa
- Fort King

Da Drunky Dex Dom 05 Mar 2023, 10:10

Finito "I Vendicatori", non aspetto nemmeno la fine per dire che questo è il primo CAPOLAVORO della serie. Avventura, scene toccanti, commoventi, coraggio, tradimenti, lealtà, vendetta. C'è tutto.