Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
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Kramer76
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Spedizione di soccorso (Maxi n.21)

Uscita:17/01/2014
Soggetto: Jacopo Rauch
Sceneggiatura:Jacopo Rauch
Disegni di:Gianni Sedioli
Copertina: Gallieno Ferri
Spedizione di soccorso
I naturalisti Kruger e Mayer tornano a Darkwood dopo tanti anni, su invito di un loro collega. Il professor Kranack si è stabilito a Munrowhill, una cittadina situata ai margini della "Terra-da-cui-non-si-torna", una regione in cui vivono piante e animali mutanti che lo scienziato vuole studiare. Purtroppo, lo Spirito con la Scure conosce molto bene i pericoli di quel territorio, a cui, in passato, è miracolosamente sfuggito. Zagor decide di affiancare la coppia di studiosi, tentando comunque di scoraggiare Kranack dall'affrontare le insidie della zona maledetta. Ma, quando i nostri giungono in città, lo scienziato è già partito... e da allora non ha più dato notizie di sé. Con l'aiuto dell'avventuriero Staggler, il Re di Darkwood decide di organizzare un'operazione di soccorso, ma la missione non sarà certo semplice dato che, in quella landa infernale, Kranack sembra aver fatto un'importante e preziosa scoperta scientifica che fa gola anche certa gente senza scrupoli...
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Il topic nel vecchio forum : http://ramath.forumup.it/viewtopic.php?t=9840&mforum=ramath
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Spedizione di soccorso
Sceneggiatura:Jacopo Rauch voto 8,5
Disegni:Gianni Sedioli voto 8,5
Copertina: Gallieno Ferri voto 6+
"Questo non è un posto come gli altri professore, se volete rimanere vivo è bene che lo teniate sempre a mente...qui tutto quello che si muove è un pericolo perché questa è la Terra-da-cui-non-si-torna!"
Le parole di Jonathan Staggler, rivolte al professor Kranack, aprono il sequel della fortunata storia La terra da cui non si torna del duo Marcello Toninelli e Gallieno Ferri che nel lontano 1985, rimase impressa a moltissimi lettori zagoriani, me compreso, e che da tempo auspicavano una nuova sfida alla terra maledetta!
Si, perché un posto del genere si presta davvero a qualsiasi tipo di vicenda avventurosa, la sfida all'ignoto, che poi è da sempre il senso stesso di avventura.
Ci hanno pensato Jacopo Rauch e Gianni Sedioli due tra gli autori più bravi ed apprezzati in forza allo staff di Zagor, a realizzare un maxi ricco di situazioni avventurose che riportano il lettore nella landa infernale da cui Zagor era riuscito ad uscire miracolosamente e in modo a dir poco rocambolesco.
In effetti la curiosità è tanta nel rivedere un posto dove praticamente è impossibile sopravvivere, viste le condizioni proibitive e dove sia fauna e flora appartengono a mondi letali, lontani anni luce da quello terrestre.
Così come il primo viaggio dentro La terra da cui non si torna fu casuale, frutto del caso, di situazioni sfortunate che si sono rapidamente susseguite, questa volta la situazione è differente perché ci sono degli studiosi interessati a studiare quel territorio ostile, quei Kruger e Mayer di Nolittiana concezione, che tornano a Darkwood dopo tantissimo tempo, a dare una mano, dal punto di vista delle ricerche, al professor Kranack, loro grande amico.
Il professore attratto dalla grande quantità di piante e animali strani da studiare ha organizzato una spedizione all'interno del territorio più ostile di tutta la regione, facendosi guidare nientemeno che da Jonathan Staggler,uno che da quel posto, La terra da cui non si torna, era riuscito a tornare eccome (assieme a Zagor e Cico).
Confesso che Jonathan Staggler, di professione avventuriero, nella prima storia a me era sembrato molto più losco (addirittura per lunga parte del racconto, avevo pensato fosse lui l'autore del colpo in banca) perchè mi parse subito sospetto il fatto che si unì al gruppetto che inseguiva il carrozzone dei teatranti fin dentro la terra maledetta, dove non c'era la minima possibilità di tornare...
Infatti alla domanda di Zagor "avevate dei soldi depositati nella banca rapinata anche voi" Staggler risponde "oh no...sono solo di passaggio qui a Munrowhill...mi sono unito alla posse solo perchè mi piace l'azione..." insomma il rischio è troppo grosso rispetto al piacere dell'azione, qui si tratta di lasciarci la pelle (nel suo caso, per puro spirito d'avventura).
Sinceramente ho creduto fosse una scusa, e che si fosse aggregato agli inseguitori solo per potere recuperare il bottino che aveva nascosto nel carro dei guitti.
Abbiamo visto che non era lui l'autore del colpo, ma se avessi dovuto puntare il dito su qualcuno, avrei senza dubbio fatto il suo nome.
Per cui non ho avuto nessuna sorpresa a rivederlo a fare da guida ai ricercatori famelici di nuove scoperte scientifiche, ma stavolta inizialmente non ho minimamente dubitato di lui, tra l'altro diventato nel frattempo, sceriffo di Munrowhill!
Nemmeno Zagor, che si fida di lui, ha pensato, rivedendolo, che dietro la losca faccenda legata alla sparizione del professor Kranack ci fosse lui e mister Davenport, il signorotto della città...
Tutto gira intorno al voltafaccia di Staggler, dunque, che per denaro e avidità, come fu per la prima avventura dentro La terra da cui non si torna, si trasforma, cambia, come i mostri che la popolano, vendendo Zagor e i suoi amici, e non esitandoli a (farli) uccidere più volte: la trappola della "buca della vedova" da cui Zagor sfugge per soffio ad una morte atroce, è solo l'ultima delle imboscate ordite ai danni dello Spirito con la scure, ci mostra tutta la spietatezza di un uomo che ancora una volta per bramosia e delirio di un folle senso di ricchezza, perde di vista ogni briciolo di umanità, fino all'ultimo, fino alla fine, quando cerca di freddare Zagor che comunque lo voleva salvare dalle fiamme incombenti portandolo sul pallone aerostatico...
"ma quel furfante aveva intenzione di lasciarci qui" afferma il professor Kranack "lo immagino ma noi non siamo come lui..." la risposta di Zagor!
Alla fine, colpito a morte dallo Spirito con la scure, le sue parole suonano come una implacabile sentenza "in fondo lo sapevo che non sarei mai dovuto tornare in questo postaccio..." ma uno Zagor deciso ribatte "quello che non dovevi fare era di passare dall'altra parte della barricata".
Il resto è una fuga in pallone aerostatico dei nostri, che miracolosamente riescono a salvarsi ancora una volta,un attimo prima, mentre giù si scatena un inferno che, pare decretare la fine de La terra da cui non si torna, fatto di colate laviche, lapilli ed esplosioni, corse pazze di mostri verso una improbabile salvezza...
I disegni di Gianni Sedioli, (che con questo maxi celebra il decennale delle sue pubblicazioni per Zagor la sua prima storia uscì sulla serie regolare nel 2004 "Neve rossa") a me sono piaciuti moltissimo, è un disegnatore che apprezzo molto, dalla linea chiara, classica, e tuttavia con quel qualcosa di moderno che mi piace come la plasticità, o la rappresentazione dei volti che ricordano molto l'impostazione Ferriana nella loro essenzialità e precisione.
Ma la cosa che a me ha fatto impazzire di Sedioli è come ha rappresentato i fondali misteriosi della terra da cui non si torna: strepitosi e oscuri, ha saputo ricreare in modo perfetto tutta l'atmosfera di inquietudine e mistero della storia precedente aggiungendone dell’ulteriore, disegnando in maniera eccezionale lo scorcio di una Darkwood impenetrabile e crudele, così come le nuove specie di animali mutati in mostri, disegnati in modo credibile seppure nelle loro fattezze caricaturali e raccapriccianti!
La cover del maestro Ferri è sufficiente, più che dignitosa.
Il concept poteva però essere sviluppato meglio, e per una storia che segnava il ritorno in un posto malefico, forse ci sarebbe voluto qualcosa di più incisivo a livello grafico, ma come tratto non posso che fare un applauso al leggendario Gallieno!
Sceneggiatura:Jacopo Rauch voto 8,5
Disegni:Gianni Sedioli voto 8,5
Copertina: Gallieno Ferri voto 6+
"Questo non è un posto come gli altri professore, se volete rimanere vivo è bene che lo teniate sempre a mente...qui tutto quello che si muove è un pericolo perché questa è la Terra-da-cui-non-si-torna!"
Le parole di Jonathan Staggler, rivolte al professor Kranack, aprono il sequel della fortunata storia La terra da cui non si torna del duo Marcello Toninelli e Gallieno Ferri che nel lontano 1985, rimase impressa a moltissimi lettori zagoriani, me compreso, e che da tempo auspicavano una nuova sfida alla terra maledetta!
Si, perché un posto del genere si presta davvero a qualsiasi tipo di vicenda avventurosa, la sfida all'ignoto, che poi è da sempre il senso stesso di avventura.
Ci hanno pensato Jacopo Rauch e Gianni Sedioli due tra gli autori più bravi ed apprezzati in forza allo staff di Zagor, a realizzare un maxi ricco di situazioni avventurose che riportano il lettore nella landa infernale da cui Zagor era riuscito ad uscire miracolosamente e in modo a dir poco rocambolesco.
In effetti la curiosità è tanta nel rivedere un posto dove praticamente è impossibile sopravvivere, viste le condizioni proibitive e dove sia fauna e flora appartengono a mondi letali, lontani anni luce da quello terrestre.
Così come il primo viaggio dentro La terra da cui non si torna fu casuale, frutto del caso, di situazioni sfortunate che si sono rapidamente susseguite, questa volta la situazione è differente perché ci sono degli studiosi interessati a studiare quel territorio ostile, quei Kruger e Mayer di Nolittiana concezione, che tornano a Darkwood dopo tantissimo tempo, a dare una mano, dal punto di vista delle ricerche, al professor Kranack, loro grande amico.
Il professore attratto dalla grande quantità di piante e animali strani da studiare ha organizzato una spedizione all'interno del territorio più ostile di tutta la regione, facendosi guidare nientemeno che da Jonathan Staggler,uno che da quel posto, La terra da cui non si torna, era riuscito a tornare eccome (assieme a Zagor e Cico).
Confesso che Jonathan Staggler, di professione avventuriero, nella prima storia a me era sembrato molto più losco (addirittura per lunga parte del racconto, avevo pensato fosse lui l'autore del colpo in banca) perchè mi parse subito sospetto il fatto che si unì al gruppetto che inseguiva il carrozzone dei teatranti fin dentro la terra maledetta, dove non c'era la minima possibilità di tornare...
Infatti alla domanda di Zagor "avevate dei soldi depositati nella banca rapinata anche voi" Staggler risponde "oh no...sono solo di passaggio qui a Munrowhill...mi sono unito alla posse solo perchè mi piace l'azione..." insomma il rischio è troppo grosso rispetto al piacere dell'azione, qui si tratta di lasciarci la pelle (nel suo caso, per puro spirito d'avventura).
Sinceramente ho creduto fosse una scusa, e che si fosse aggregato agli inseguitori solo per potere recuperare il bottino che aveva nascosto nel carro dei guitti.
Abbiamo visto che non era lui l'autore del colpo, ma se avessi dovuto puntare il dito su qualcuno, avrei senza dubbio fatto il suo nome.
Per cui non ho avuto nessuna sorpresa a rivederlo a fare da guida ai ricercatori famelici di nuove scoperte scientifiche, ma stavolta inizialmente non ho minimamente dubitato di lui, tra l'altro diventato nel frattempo, sceriffo di Munrowhill!
Nemmeno Zagor, che si fida di lui, ha pensato, rivedendolo, che dietro la losca faccenda legata alla sparizione del professor Kranack ci fosse lui e mister Davenport, il signorotto della città...
Tutto gira intorno al voltafaccia di Staggler, dunque, che per denaro e avidità, come fu per la prima avventura dentro La terra da cui non si torna, si trasforma, cambia, come i mostri che la popolano, vendendo Zagor e i suoi amici, e non esitandoli a (farli) uccidere più volte: la trappola della "buca della vedova" da cui Zagor sfugge per soffio ad una morte atroce, è solo l'ultima delle imboscate ordite ai danni dello Spirito con la scure, ci mostra tutta la spietatezza di un uomo che ancora una volta per bramosia e delirio di un folle senso di ricchezza, perde di vista ogni briciolo di umanità, fino all'ultimo, fino alla fine, quando cerca di freddare Zagor che comunque lo voleva salvare dalle fiamme incombenti portandolo sul pallone aerostatico...
"ma quel furfante aveva intenzione di lasciarci qui" afferma il professor Kranack "lo immagino ma noi non siamo come lui..." la risposta di Zagor!
Alla fine, colpito a morte dallo Spirito con la scure, le sue parole suonano come una implacabile sentenza "in fondo lo sapevo che non sarei mai dovuto tornare in questo postaccio..." ma uno Zagor deciso ribatte "quello che non dovevi fare era di passare dall'altra parte della barricata".
Il resto è una fuga in pallone aerostatico dei nostri, che miracolosamente riescono a salvarsi ancora una volta,un attimo prima, mentre giù si scatena un inferno che, pare decretare la fine de La terra da cui non si torna, fatto di colate laviche, lapilli ed esplosioni, corse pazze di mostri verso una improbabile salvezza...
I disegni di Gianni Sedioli, (che con questo maxi celebra il decennale delle sue pubblicazioni per Zagor la sua prima storia uscì sulla serie regolare nel 2004 "Neve rossa") a me sono piaciuti moltissimo, è un disegnatore che apprezzo molto, dalla linea chiara, classica, e tuttavia con quel qualcosa di moderno che mi piace come la plasticità, o la rappresentazione dei volti che ricordano molto l'impostazione Ferriana nella loro essenzialità e precisione.
Ma la cosa che a me ha fatto impazzire di Sedioli è come ha rappresentato i fondali misteriosi della terra da cui non si torna: strepitosi e oscuri, ha saputo ricreare in modo perfetto tutta l'atmosfera di inquietudine e mistero della storia precedente aggiungendone dell’ulteriore, disegnando in maniera eccezionale lo scorcio di una Darkwood impenetrabile e crudele, così come le nuove specie di animali mutati in mostri, disegnati in modo credibile seppure nelle loro fattezze caricaturali e raccapriccianti!
La cover del maestro Ferri è sufficiente, più che dignitosa.
Il concept poteva però essere sviluppato meglio, e per una storia che segnava il ritorno in un posto malefico, forse ci sarebbe voluto qualcosa di più incisivo a livello grafico, ma come tratto non posso che fare un applauso al leggendario Gallieno!
Ospite- Ospite
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Storia bellissima, complimenti a Rauch
albo che mi è piaciuto moltissimo.
Ottimo l'inizio con l'arrivo di Drunky Duck e la gag iniziale. Poi l'incontro con Mayer e Kruger e il misterioso attacco dei 4 pellerossa.
Poi l'ingresso nella terra da cui non si torna con l'accampamento del professore.
Ottimo anche il personaggio di Staggler e anche il suo cambiamento da avventuriero a spietato assassino.
Buona anche l'idea della scoperta scientifica che devo dire mi è piaciuta, anche perchè avevo pensato a qualche cosa di fantascientifico...
Bellissime le scene nella foresta con Zagor armato di arco e frecce.
Ottimo il finale.
Disegni di Sedioli molto belli.
voto storia: 8
voto disegni: 8

Ottimo l'inizio con l'arrivo di Drunky Duck e la gag iniziale. Poi l'incontro con Mayer e Kruger e il misterioso attacco dei 4 pellerossa.
Poi l'ingresso nella terra da cui non si torna con l'accampamento del professore.
Ottimo anche il personaggio di Staggler e anche il suo cambiamento da avventuriero a spietato assassino.
Buona anche l'idea della scoperta scientifica che devo dire mi è piaciuta, anche perchè avevo pensato a qualche cosa di fantascientifico...
Bellissime le scene nella foresta con Zagor armato di arco e frecce.

Disegni di Sedioli molto belli.

voto storia: 8
voto disegni: 8
Ospite- Ospite
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)

spedizione di soccorso
maxi numero 21, testi rauch, disegni sedioli
storia che, a un primo impatto, soffre il confronto con la pietra miliare "terra maledetta"
il confronto impietoso con i disegni del maestro ferri in uno dei suoi migliori periodi...
la prima metà del maxi è un lento avvicinamento, ci sono addirittura gli indiani alcolizzati
però i dialoghi sono sempre scorrevoli... insomma, avercene di storie scritte così...
abbastanza ben utilizzati kruger e mayer, con zagor è costretto ancora a fargli da balia
altro elemento toninelliano il sottomarino di "l'assassino di darkwood" nella gag con drunky
la storia inevitabilmente decolla con il ritorno della "jurassic park" zagoriana
i migliori mostri toninelliani erano sostanzialmente due, i rospi giganti e gli uccelli
gli altri erano un contorno... stessa cosa per rauch, due quelli degni di essere ricordati
l'insetto gigante chiamato "vedova" e la geniale catena alimentare della solfatara
con le meduse volanti e zagor a torso nudo come ai tempi di "la notte del diluvio"
alla fine rauch distrugge sia l'ex-comprimario staggler che la terra-da-cui-non-si-torna
che diventa la terra in cui non si potrà più tornare... chissà che avrà detto toninelli...
influenze burattiniane: i riassunti delle storie precedenti, il racconto ripetitivo di staggler
i cattivi che vorrebbero sfruttare la scoperta dell'anestetico, la citazione colta di cico
mayer lo prende per il culo "ti pensavo più ignorante" e il messicano gli risponde piccato...
i disegni non mi fanno impazzire, ma si lasciano guardare, mi è piaciuta molto la serra
copertina bruttissima, tra le peggiori di sempre
voto 8
Ultima modifica di Kramer76 il Dom 21 Mar 2021, 12:14 - modificato 11 volte.
Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
- Messaggi : 6003
Data d'iscrizione : 19.01.15
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Ottima storia, un grandissimo plauso a Rauch, che ha saputo imbastire un’impeccabile sceneggiatura e a Sedioli, che, con i suoi eccellenti disegni, ha dato un notevole valore aggiunto all’albo.
L’albo è molto avvincente sin dalla prima pagina, non c’è stato un solo passaggio che non mi abbia “preso”, me lo sono letto tutto d’un fiato.
Rauch è bravissimo anche nella gestione di Cico, che, con le sue battute simpatiche ed ironiche, mai è pedante ed è parte integrante della storia.
Tutti i personaggi sono molto interessanti, gli “storici” professori sono stati rappresentati come “Nolitta li aveva creati”, questo ci fa capire come oramai Rauch abbia completamente assorbito il mondo zagoriano e come sappia muovercisi con disinvoltura.
Staggler è un personaggio che mi piace molto, sin dalla sua prima apparizione con toninelli mi rimase simpatico, quindi, seppure abbia apprezzato questa scelta narrativa che non mi aspettavo (quindi complimenti allo sceneggiatore), mi è dispiaciuto che sia passato dall’altra parte della barricata, ma, quantunque questo, non l’ho visto come un emerito farabutto, ma bensì come una “simpatica canaglia”, ossia un tipico avventuriero.
Molto “coraggiosa” l’idea di fare scomparire definitivamente la-terra-da-cui-non-si-ritorna dalla regione di darkwood, in quanto era un’area che poteva dare adito ad ulteriori spunti sceneggiativi, però concordo con la scelta dello sceneggiatore, in quanto un nuovo ritorno in tale terra avrebbe probabilmente partorito una storia sulla falsa riga delle precedenti.
Infatti, prima di iniziare la lettura dell’albo, un mio timore era che questa storia potesse ricalcare quella di toninelli, invece questa mia remora è stata completamente smentita, in quanto rauch è stato abilissimo nel creare un’avventura molto ben articolata, piena di colpi di scena e distinta dalla precedente.
Veramente una bella trovata che la fonte di arricchimento fosse una scoperta scientifica come l’anestesia, questo non era assolutamente intuibile. Avevo capito che non poteva essere un filone aurifero/petrolifero, perché in questo caso gli scienziati non sarebbero stati indispensabili, ma all’anestesia mai e poi mai avrei pensato.
Lo Zagor di questa avventura è determinato, astuto e micidiale nei combattimenti, quindi, dal mio punto di vista, caratterizzato impeccabilmente, penso che a uno sceneggiatore non è possibile chiedere di più; infatti, attualmente, Rauch è il mio sceneggiatore zagoriano preferito.
I disegni sono spettacolari, mi piace molto il tratto marcato e pulito di Sedioli, la bellezza delle sue rappresentazioni paesaggistiche lascia senza fiato.
L’albo è molto avvincente sin dalla prima pagina, non c’è stato un solo passaggio che non mi abbia “preso”, me lo sono letto tutto d’un fiato.
Rauch è bravissimo anche nella gestione di Cico, che, con le sue battute simpatiche ed ironiche, mai è pedante ed è parte integrante della storia.
Tutti i personaggi sono molto interessanti, gli “storici” professori sono stati rappresentati come “Nolitta li aveva creati”, questo ci fa capire come oramai Rauch abbia completamente assorbito il mondo zagoriano e come sappia muovercisi con disinvoltura.
Staggler è un personaggio che mi piace molto, sin dalla sua prima apparizione con toninelli mi rimase simpatico, quindi, seppure abbia apprezzato questa scelta narrativa che non mi aspettavo (quindi complimenti allo sceneggiatore), mi è dispiaciuto che sia passato dall’altra parte della barricata, ma, quantunque questo, non l’ho visto come un emerito farabutto, ma bensì come una “simpatica canaglia”, ossia un tipico avventuriero.
Molto “coraggiosa” l’idea di fare scomparire definitivamente la-terra-da-cui-non-si-ritorna dalla regione di darkwood, in quanto era un’area che poteva dare adito ad ulteriori spunti sceneggiativi, però concordo con la scelta dello sceneggiatore, in quanto un nuovo ritorno in tale terra avrebbe probabilmente partorito una storia sulla falsa riga delle precedenti.
Infatti, prima di iniziare la lettura dell’albo, un mio timore era che questa storia potesse ricalcare quella di toninelli, invece questa mia remora è stata completamente smentita, in quanto rauch è stato abilissimo nel creare un’avventura molto ben articolata, piena di colpi di scena e distinta dalla precedente.
Veramente una bella trovata che la fonte di arricchimento fosse una scoperta scientifica come l’anestesia, questo non era assolutamente intuibile. Avevo capito che non poteva essere un filone aurifero/petrolifero, perché in questo caso gli scienziati non sarebbero stati indispensabili, ma all’anestesia mai e poi mai avrei pensato.
Lo Zagor di questa avventura è determinato, astuto e micidiale nei combattimenti, quindi, dal mio punto di vista, caratterizzato impeccabilmente, penso che a uno sceneggiatore non è possibile chiedere di più; infatti, attualmente, Rauch è il mio sceneggiatore zagoriano preferito.
I disegni sono spettacolari, mi piace molto il tratto marcato e pulito di Sedioli, la bellezza delle sue rappresentazioni paesaggistiche lascia senza fiato.
Ospite- Ospite
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Far tornare personaggi che hanno dato vita ad avventure molto amate dai lettori non sempre è sinonimo di gradimento certo, ma in questo caso ritengo che, nonostante si sia ben lontani dai fasti nolittiani (lo so che il prequel è di Toninelli), la storia raggiunge il suo scopo, che è quello di intrattenere e divertire.
Secondo me, però, si è dato poco risalto a coloro che dovevano essere i protagonisti della storia, visto il posto in cui si svolge: i mostri. Ce ne sono pochi e non sembrano neanche tanto pericolosi come la prima volta.
Infine, un lieve pensiero per Staggler: non mi ha convinto tanto il suo totale cambiamento rispetto alla sua prima apparizione, nella quale era stato descritto come un avventuriero, ma leale e non carogna come invece ci viene mostrato adesso.
I disegni di Sedioli, qui, non mi fanno impazzire e rimangono in una media apprezzabile.
Voto alla storia: 7,2
Voto ai disegni: 7,5
Secondo me, però, si è dato poco risalto a coloro che dovevano essere i protagonisti della storia, visto il posto in cui si svolge: i mostri. Ce ne sono pochi e non sembrano neanche tanto pericolosi come la prima volta.
Infine, un lieve pensiero per Staggler: non mi ha convinto tanto il suo totale cambiamento rispetto alla sua prima apparizione, nella quale era stato descritto come un avventuriero, ma leale e non carogna come invece ci viene mostrato adesso.
I disegni di Sedioli, qui, non mi fanno impazzire e rimangono in una media apprezzabile.
Voto alla storia: 7,2
Voto ai disegni: 7,5
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Andrea67- PROFETA DI ZTN
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Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
una grande storia che mi ha divertito,e questo al di là dei confronti con la Terra maledetta di Toninelli o per il fatto che come lettura di Zagor vengo dalle ultime due storie della serie regolare di cui una mezza delusione giudicata più che sufficiente e l'ultima di Mignacco da sufficienza striminzita,ma questa storia è riuscita a divertirmi e a "prendermi"
S
P
O
I
L
E
R
Zagor è caratterizzato bene:astuto,micidiale e infallibile nell'azione e non indugia più di tanto a far fuori i rivali di turno(e a me questo Zagor impostato così piace
, e si mantiene così costante per tutta la storia,poi c'è Cico sempre utile e partecipe oltre alla bella gag iniziale
Mi sono piaciuti molto tutti i personaggi molto pacchiani che sono stati ripescati,caratterizzati come erano originariamente e tutti partecipi a questa storia(buoni gli scambi di battute tra Cico e Kruger
),e poi quello che mi ha colpito in positivo di tutta questa storia non è solo l'ambientazione e il far salire la suspence e far entrare la storia nel vivo piano piano(tipico di Rauch),ma è che nulla è stato mai scontato; per esempio che Staggler fosse una "talpa" io non me lo sarei mai aspettato
) ,e da parte dell'autore è stata una mossa soprendente e azzecata,inaspettato pure il finale con la terra da cui non si torna che va a pezzi definitivamente.
Buoni anche alcuni dialoghi,su tutti cito quelli di uno Zagor incazzato coi due scienziati tedeschi e quello finale a pag.287 dove Zagor dice che è meglio che l'uomo lasci stare certi posti anche se non è ferrato nel campo nella scienza.
Qualche pecca c'è:Il ritmo 'sta volta,non è stato frenetico come nelle storie di Rauch, ho riscontrato personalmente una certa pesantezza in alcuni tratti dei dialoghi
poi c'è il fatto della casacca che ha sottolineato Biascid,anche io sinceramente avrei preferito che Zagor avesse fronteggiato più le creature infernali che i banditi,anche se questo voler non calcare la mano da parte di Rauch sui mostriciattoli ecc.non è che mi sia dispiaciuto più di tanto;mostri e farabutti sono bilanciati bene,anche se avrei preferito anche io come Tavoletta che la storia fosse stata più incentrata sui primi.
Belli i disegni di Sedioli che ho trovato molto più curati rispetto alle ultime recenti prove che ho visto,qualche sbavatura nello Zagor a campo lungo,formidabile nei primi piani di Zagor. [smilie=hate-ok.gif]
Storia: 8-
Disegni: 8-
S
P
O
I
L
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Zagor è caratterizzato bene:astuto,micidiale e infallibile nell'azione e non indugia più di tanto a far fuori i rivali di turno(e a me questo Zagor impostato così piace


Mi sono piaciuti molto tutti i personaggi molto pacchiani che sono stati ripescati,caratterizzati come erano originariamente e tutti partecipi a questa storia(buoni gli scambi di battute tra Cico e Kruger


Buoni anche alcuni dialoghi,su tutti cito quelli di uno Zagor incazzato coi due scienziati tedeschi e quello finale a pag.287 dove Zagor dice che è meglio che l'uomo lasci stare certi posti anche se non è ferrato nel campo nella scienza.
Qualche pecca c'è:Il ritmo 'sta volta,non è stato frenetico come nelle storie di Rauch, ho riscontrato personalmente una certa pesantezza in alcuni tratti dei dialoghi

Belli i disegni di Sedioli che ho trovato molto più curati rispetto alle ultime recenti prove che ho visto,qualche sbavatura nello Zagor a campo lungo,formidabile nei primi piani di Zagor. [smilie=hate-ok.gif]
Storia: 8-
Disegni: 8-
Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
- Messaggi : 14892
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Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
Questa storia è veramente bellissima e un ritorno alla Terra da cui non si torna ci voleva proprio, l'unica cosa che mi ha dato molto fastidio è stato lo stravolgimento totale di Staggler da leale e simpatico avventuriero a carogna senza scrupoli. Anche perchè nella storia di Toninelli nulla lasciava intendere che si potesse rivelare tanto marcio. Forse è solo perchè mi stava particolarmente simpatico come personaggio ma non l'ho mandata giù. Comunque avercene di storie così sia chiaro.
chinaski89- DOTTORE DEL FORUM
- Messaggi : 3307
Data d'iscrizione : 21.01.15
Re: Spedizione di soccorso (Maxi n.21)
chinaski89 ha scritto: l'unica cosa che mi ha dato molto fastidio è stato lo stravolgimento totale di Staggler da leale e simpatico avventuriero a carogna senza scrupoli. Anche perchè nella storia di Toninelli nulla lasciava intendere che si potesse rivelare tanto marcio.
d'accordo ! Anche se ambiguetto lo era anche nella storia di Toninelli che abilmente instillava nel lettore dubbi sulle intenzioni del personaggio;
Rauch ha scelto di farlo evolvere cosi'; sempre meglio comunque del trattamento riservato a La plume o Batterton

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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