Fratello bianco (542/543)

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giovanni Ticci
Copertina: Claudio Villa

Una diligenza corre per i sentieri dell'Arizona, scortata da numerosi uomini armati. Nella carrozza vengono tenuti incatenati alcuni apaches che devono essere condotti in città per subire un rapido processo e finire con una corda insaponata al collo. I pellerossa, infatti, sono accusati del massacro di minatori avvenuto a San Cristòbal, una strage che sembrerebbe essere stata perpretrata dagli uomini di quello che viene dipinto come uno spietato condottiero, Taiga. E' proprio quest'ultimo che, con un abile inganno, riesce a liberare i prigionieri evitando spargimenti di sangue. Dietro il suo piano c'è la mente di Tex, deciso a riabilitare Taiga e i suoi uomini, togliendogli dalle spalle il peso di un'ingiusta accusa. Il gruppo che fa capo al prode guerriero ha promesso al generale Crook che non avrebbe più impugnato le armi contro l'uomo bianco, e la promessa di un apache è sacra!

In questo caso abbiamo un’onesta storia, ben scritta e sufficientemente appassionante.
Quello che naturalmente stona di brutto è il trattamento riservato al personaggio Tex in pochi ma fastidiosissimi episodi. Su tutti l’ingenuità con cui si fa scappare Raimundo.
Oppure quando Tex e Carson vanno a chiedere suggerimenti al Giudice su come comportarsi.
Una tendenza discutibile del Nizzi di questo periodo era quella di inserire continuamente personaggi che mettessero in ombra il nostro. In questo caso Taiga.
Aggiungo, tra gli elementi negativi, la cattura di Carson e l'arresto dei nostri pards, che se ne stanno in cella per ben tre giorni.
Voto alla storia: 6
Voto ai disegni: 7,5