Il vendicatore alato (n.167/168/169)
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Il vendicatore alato (n.167/168/169)


Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni e copertina: Gallieno Ferri
Zagor e Cico ricevono un messaggio da Miwok, il capo dei Munsee. Mentre vanno da lui, si imbattono nell’ingegner Robson, che sta costruendo nella zona una nuova ferrovia, ma è perseguitato da un misterioso ricattatore, che uccide senza lasciare traccia. Zagor non può fermarsi, perché deve correre ad aiutare gli amici indiani. Una volta giunto nel loro villaggio, non trova, però, nessuno. Tranne...
Ben Stevens è vivo! Il Re delle Aquile, che sembrava morto in seguito al precedente scontro con Zagor, è stato invece salvato da Prometeus, uno scienziato geniale che ha innestato le ali di un'aquila nel corpo di un giovane indiano, rendendolo (suo malgrado, perché Proteus è un uomo pacifico) un feroce uomo-alato. Il ragazzo, soprannominato Proteus, obbedisce a Ben Stevens ed è stato spinto a uccidere gli uomini di Robson. Sembra invincibile: nessuno può fermarlo!
Ultima modifica di Admin il Dom 26 Apr 2015, 01:28 - modificato 1 volta.
Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Il topic nel vecchio forum : http://ramath.forumup.it/viewtopic.php?t=4539&highlight=&mforum=ramath
Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)

il vendicatore alato
numeri 167, 168 e 169, testi nolitta, disegni ferri
sequel che ha poco da invidiare all'originale... anzi, nella prima storia l'addestramento delle aquile era accennato, qui vediamo qualcosa di più
nolitta e ferri calcano la mano sul versante "pulp", scene inquietanti come quella del treno e del villaggio ricordano l'ultimo hellingen nolittiano
mentre nel personaggio di prometeus e i suoi assurdi esperimenti con gli animali affiora la vena più grottesca di queste ultime storie di nolitta
memorabile anche la morte di miwok e il duello nell'arena naturale, uno dei più spettacolari, bello anche il finale tipicamente nolittiano con ayala...
grandiosa la prima copertina, ho sempre avuto un debole per le copertine con zagor in difficoltà...
voto 10
Ultima modifica di Kramer76 il Gio 10 Dic 2020, 10:18 - modificato 4 volte.
Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Quel che risalta, secondo me, in questa storia è l'attesa della rivelazione del mistero, che viene preparato secondo lo standard dei film horror. Non si riesce ad immaginare chi possa aver assaltato il treno, per ben due volte, senza lasciare traccia e, successivamente, la paura che traspare dal volto del vecchio indiano - tra l'altro, splendidamente raffigurata dal Maestro - la facciamo nostra, esattamente come era già accaduto nelle storie del vampiro o dell'uomo lupo, tanto per citarne due tra le più rappresentative.
Quanto al ritorno del re delle aquile, con spirito critico, voglio aggiungere che questa, per me, è la seconda ed ultima storia in cui compare lo stesso.
Altra critica, invece, voglio muovere allo sceneggiatore quando fa sconfiggere, alla fine, Zagor da Ultor, sia pur giustificando la sconfitta con la perdita di sangue. Mi diede molto fastidio allora e me ne ha dato altrettanto adesso.
Voto alla storia: 8,6
Voto ai disegni: 10
Quanto al ritorno del re delle aquile, con spirito critico, voglio aggiungere che questa, per me, è la seconda ed ultima storia in cui compare lo stesso.
Altra critica, invece, voglio muovere allo sceneggiatore quando fa sconfiggere, alla fine, Zagor da Ultor, sia pur giustificando la sconfitta con la perdita di sangue. Mi diede molto fastidio allora e me ne ha dato altrettanto adesso.
Voto alla storia: 8,6
Voto ai disegni: 10
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Andrea67- PROFETA DI ZTN
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Riuscito sequel del "Re delle aquile". L'autore fa tornare in scena Ben Stevens, uno dei nemici che sono riusciti ad entrare di più nella memoria dei lettori e lo fa in modo credibile, presentando l'avversario dello spirito con la scure privo di una gamba, menomazione che si aggiunge al cranio scalpato e il viso deturpato, rendendolo ancora più cattivo e smanioso di vendetta( anche se viene un po' a perdersi quel senso di pietà che infondeva nel primo episodio).
Un altro personaggio riuscito e Prometeus, lo scienziato che intende creare una stirpe di uomini pacifici, i suoi scopi sono buoni ma sbagliati sono i mezzi con cui intende realizzarli. Molto suggestivo comunque il suo giardino zoologico. Come molti altri personaggi Nolittiani è animato da una forte coscienza che gli permetterà di rendersi conto dei propri errori, a cominciare dalla collaborazione con Stevens e riscattarsi nel finale. L'avventura nella prima parte vede anche il ritorno dell'ingegner Robson e da lì in avanti va in crescendo il livello d'emozione. Anche se Ben Stevens, come nel primo episodio, si avvale di delinquenti di mezza tacca, questa volta(piaccia o meno) c'è il "Vendicatore alato" a conferire alla storia quel tocco di drammaticità mista di malinconia.
Un buco è la mancanza di notizie di Cervo Bianco, il figlio del defunto Miwok capo dei Munsee, non è pensabile che Zagor non si chieda e non chieda che ne è stato di lui. Ottimo invece il finale nell'arena dove l'odio del nemico traspare anche in punto di morte con tanto di minaccia di un nuovo ritorno che si realizzerà molti anni dopo in modo piuttosto patetico nella discutibile "Ombre su Darkwood"
Molto belli anche se forse non come in altre circostanze i disegni di Ferri.
VOTO 7/8
Un altro personaggio riuscito e Prometeus, lo scienziato che intende creare una stirpe di uomini pacifici, i suoi scopi sono buoni ma sbagliati sono i mezzi con cui intende realizzarli. Molto suggestivo comunque il suo giardino zoologico. Come molti altri personaggi Nolittiani è animato da una forte coscienza che gli permetterà di rendersi conto dei propri errori, a cominciare dalla collaborazione con Stevens e riscattarsi nel finale. L'avventura nella prima parte vede anche il ritorno dell'ingegner Robson e da lì in avanti va in crescendo il livello d'emozione. Anche se Ben Stevens, come nel primo episodio, si avvale di delinquenti di mezza tacca, questa volta(piaccia o meno) c'è il "Vendicatore alato" a conferire alla storia quel tocco di drammaticità mista di malinconia.
Un buco è la mancanza di notizie di Cervo Bianco, il figlio del defunto Miwok capo dei Munsee, non è pensabile che Zagor non si chieda e non chieda che ne è stato di lui. Ottimo invece il finale nell'arena dove l'odio del nemico traspare anche in punto di morte con tanto di minaccia di un nuovo ritorno che si realizzerà molti anni dopo in modo piuttosto patetico nella discutibile "Ombre su Darkwood"
Molto belli anche se forse non come in altre circostanze i disegni di Ferri.
VOTO 7/8
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
L'asso nella manica di Nolitta è tutta la preparazione del mistero, mischiando dei fatti crepuscolari, inquietanti, cupi che sembrano sconnessi tra di loro ma che alla fine convergono tutti nello stesso punto: Robson ricattato, la scomparsa dei Munsee, il treno assaltato.
Una tensione che man mano sale alle stelle per culminare con l'incontro scontro con Ultor.
Bello e di una tensione narrativa molto alta l'incontro con Stevens decrepito ma carico d'odio e truce nell'aspetto e tutto il suo racconto su come si è salvato e l'incontro con Prometeus.
Momenti topici della storia:
1-Lo stregone dei Munsee uscito fuori di senno e che dipinge Ultor come un fantasma, come un demone che aleggia pericoloso sulla vicenda, con la tragica fine del vecchio poi.

2-Non so voi ma lo sfogo della madre di Ultor l'ho trovato un momento commovente.

3-Il finale col discorso di Zagor rivolto ad Ayala, ancora una volta in un tocco in una vignetta Nolitta dipinge la filosofia zagoriana.

A chiudere, sicuramente inferiore all'episodio precedente, e preferivo anche io un Ben Stevens meno sovrannaturale e con meno macchinazioni fantastiche, ma preso così singolarmente è una storia pregevole.
Storia: 9
Disegni: 9,5
Una tensione che man mano sale alle stelle per culminare con l'incontro scontro con Ultor.
Bello e di una tensione narrativa molto alta l'incontro con Stevens decrepito ma carico d'odio e truce nell'aspetto e tutto il suo racconto su come si è salvato e l'incontro con Prometeus.
Momenti topici della storia:
1-Lo stregone dei Munsee uscito fuori di senno e che dipinge Ultor come un fantasma, come un demone che aleggia pericoloso sulla vicenda, con la tragica fine del vecchio poi.

2-Non so voi ma lo sfogo della madre di Ultor l'ho trovato un momento commovente.

3-Il finale col discorso di Zagor rivolto ad Ayala, ancora una volta in un tocco in una vignetta Nolitta dipinge la filosofia zagoriana.

A chiudere, sicuramente inferiore all'episodio precedente, e preferivo anche io un Ben Stevens meno sovrannaturale e con meno macchinazioni fantastiche, ma preso così singolarmente è una storia pregevole.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
La prima frase te la quoto tutta, soprattutto la scena del conducente terrorizzato, impaurito che trasporta sul treno un carico di morti.
Voto 9 al personaggio di Prometeus che all'inizio mi stava sulle balle, poi cambia atteggiamento, letteralmente impossessato dei suoi stessi esperimenti, salvo poi rinsavirsi e cercare di rimediare nel finale.
Morale: gli uomini cercano guerra e violenza sempre e comunque, ricadendo negli stessi soliti errori
Voto 9 al personaggio di Prometeus che all'inizio mi stava sulle balle, poi cambia atteggiamento, letteralmente impossessato dei suoi stessi esperimenti, salvo poi rinsavirsi e cercare di rimediare nel finale.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Indimenticabile ritorno del re delle aquile. Un nemico incredibile e affascinante, Ultor, e un personaggio nolittiano in pieno, Prometeus. Ripensare ad una storia così fa semplicemente pensare di rileggerla una volta ancora.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
doctorZeta ha scritto:
Voto 9 al personaggio di Prometeus che all'inizio mi stava sulle balle, poi cambia atteggiamento, letteralmente impossessato dei suoi stessi esperimenti, salvo poi rinsavirsi e cercare di rimediare nel finale.
In effetti Doctor, Prometeus è uno dei personaggi più ambigui di Nolitta se ci pensiamo: uno che da un lato sostiene che la scienza a volte sia un orrore e bisogna lottare per far sì che essa sia mirata solo per far bene, dall'altro usa esseri umani come le sue cavie.
Un personaggio che avrebbe meritato più approfondimento, e che invece è stato troppo oscurato da Stevens, ma anche dalle mirabolanti qualità e poteri di Ultor.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
La mia top 10 di "Il vendicatore alato"
10. Gli esperimenti di Prometeus
"Ombre su Darkwood" è sicuramente una storia eccessiva..
ma anche Nolitta....

9. Il particolare della madre di Ultor, ispirato pure questo da Red Carson


8. Il treno

7. Il finale (uno zagor color su Ayala?)

6. La morte di Ben Stevens, che se non è il miglior nemico di zagor poco ci manca
e un grande nemico lo si vede anche nel momento del trapasso...

5. La morte di Miwok

4. La morte di Ultor

3. Ayala addestra Ultor

2. La tribù scomparsa

1. Il combattimento nell'arena

10. Gli esperimenti di Prometeus
"Ombre su Darkwood" è sicuramente una storia eccessiva..
ma anche Nolitta....

9. Il particolare della madre di Ultor, ispirato pure questo da Red Carson


8. Il treno

7. Il finale (uno zagor color su Ayala?)

6. La morte di Ben Stevens, che se non è il miglior nemico di zagor poco ci manca
e un grande nemico lo si vede anche nel momento del trapasso...

5. La morte di Miwok

4. La morte di Ultor

3. Ayala addestra Ultor

2. La tribù scomparsa

1. Il combattimento nell'arena

Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Io dico Miwok impazzito e tutta l'atmosfera di mistero prima della comparsa di Ultor.
Ma anche la scena del treno.

Ma anche la scena del treno.

Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Kramer76 ha scritto: (uno zagor color su Ayala?)
Vade retro!

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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Da fanciullo mi lasciò molto triste vedere Zagor sconfitto da Ultor.
Pensavo veramente che si fosse trovato davanti un nemico imbattibile.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Superclassico nolittiano.
Dove al grande mistero iniziale segue l'apparizione di un nemico a cui è rimasto soltanto l'odio e la vendetta che riecheggiano nel canyon, segue il dolore di una mamma per vedere un figlio ridotto a un mezzo mostro, e poi Prometeus, il genio visionario che alla fine mette un punto a quell'essere mostruoso che ha creato.
Dove al grande mistero iniziale segue l'apparizione di un nemico a cui è rimasto soltanto l'odio e la vendetta che riecheggiano nel canyon, segue il dolore di una mamma per vedere un figlio ridotto a un mezzo mostro, e poi Prometeus, il genio visionario che alla fine mette un punto a quell'essere mostruoso che ha creato.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Nel referendum del 1981 figurò fra le più riuscite degli ultimi anni ( sesta ) , secondo me ci sono tante luci ma anche alcune ombre . A mio avviso è particolarmente riuscita nella grandissima introduzione con elementi classici di suspence e mistero tipicamente Nolittiani .
IL campo abbandonato , il vento che soffia gelido sulle cime teatro di chissà quale evento nefasto , una scena di totale abbandono , il tempo trascorso che sembra aver cristallizzato l'angoscia della tribù scomparsa . Poi il mistero del treno, il ritorno dal viaggio inaugurale , con il suo carico di morte . Nel momento che la minaccia si concretizza scende un po di tono, occorre una buona sospensione di incredulità per digerire i trapianti di Prometeus e anche il personaggio stesso appare abbastanza sopra le righe , pagato lo scotto a questo eccesso di fantasia la storia prosegue verso un finale altamente drammatico. Memorabile la sequenza della saggia e lucida madre, disperata, che riconosce e disconosce in Ultor suo figlio, ormai un mostro e non uno essere superiore , altamente drammatica la morte di Miwok e il pirotecnico ed altrettanto drammatico scontro finale con Ben Stevens che ferisce a morte Prometeus , Zagor che uccide Ben Stevens e Prometeus morente che salva Zagor da Ultor. Certo , Zagor contro Ultor non ci fa un figurone ( va bene essere sorpresi una volta due ma poi … ) . Storia che mi ha sempre generato emozioni contrastanti , amata e meno amata per i particolari di cui sopra , nel complesso la considero più che discreta nel testo e capolavoro nei disegni che rendono al meglio la componente drammatica di questa storia .
IL campo abbandonato , il vento che soffia gelido sulle cime teatro di chissà quale evento nefasto , una scena di totale abbandono , il tempo trascorso che sembra aver cristallizzato l'angoscia della tribù scomparsa . Poi il mistero del treno, il ritorno dal viaggio inaugurale , con il suo carico di morte . Nel momento che la minaccia si concretizza scende un po di tono, occorre una buona sospensione di incredulità per digerire i trapianti di Prometeus e anche il personaggio stesso appare abbastanza sopra le righe , pagato lo scotto a questo eccesso di fantasia la storia prosegue verso un finale altamente drammatico. Memorabile la sequenza della saggia e lucida madre, disperata, che riconosce e disconosce in Ultor suo figlio, ormai un mostro e non uno essere superiore , altamente drammatica la morte di Miwok e il pirotecnico ed altrettanto drammatico scontro finale con Ben Stevens che ferisce a morte Prometeus , Zagor che uccide Ben Stevens e Prometeus morente che salva Zagor da Ultor. Certo , Zagor contro Ultor non ci fa un figurone ( va bene essere sorpresi una volta due ma poi … ) . Storia che mi ha sempre generato emozioni contrastanti , amata e meno amata per i particolari di cui sopra , nel complesso la considero più che discreta nel testo e capolavoro nei disegni che rendono al meglio la componente drammatica di questa storia .
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Concordo anche qui parzialmente Liberty.
Dopo la cattura di Zagor e dopo che tutto il mistero si risolve la storia cala leggermente di ritmo. Fermo restando che poi si è ripresa alla grande con uno dei finali più drammatici di sempre (bella anche l'apparizione di Ben Stevens piano piano in penombra nella caverna).
Dopo la cattura di Zagor e dopo che tutto il mistero si risolve la storia cala leggermente di ritmo. Fermo restando che poi si è ripresa alla grande con uno dei finali più drammatici di sempre (bella anche l'apparizione di Ben Stevens piano piano in penombra nella caverna).
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Walter Dorian ha scritto:Dopo la cattura di Zagor e dopo che tutto il mistero si risolve la storia cala leggermente di ritmo.
E te pareva... i flashback!

Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Kramer76 ha scritto:Walter Dorian ha scritto:Dopo la cattura di Zagor e dopo che tutto il mistero si risolve la storia cala leggermente di ritmo.
E te pareva... i flashback!

E' che tra la prima parte di mistero delle morti sui treni, Miwok, l'apparizione di Ultor e la parte seguente c'è come uno stacco dove quell'aura di mistero svanisce un po'.
Ma nulla che infici questo capolavoro.

Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Io sono d'accordo con Dorian. Alla prima parte molto bella con tutto il mistero a fare da sfondo è seguita una seconda parte con tutto il racconto dello scienziato che crea l'aquila dove quella tensione iniziale svanisce, oltre ad essere al limite della sospensione dell'incredulità.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Uno degli ultimi capolavori di Nolitta (che da qui a poco, purtroppo, smetterà di scrivere storie per il personaggio), il seguito (che per bellezza è ai livelli del prequel) dell'indimenticabile capolavoro "Il re delle aquile".
L'albo, fino all'apparizione di Ultor, presenta una stupenda e impareggiabile atmosfera di mistero e si crea molta curiosità per la risoluzione dello stesso. Molto tenebrosa e inquietante la scena al campo abbandonato dei Munsee (per merito, ovviamente, anche delle tavole di Gallieno Ferri), con la presenza dell'anziano indiano impazzito che rende l'atmosfera ancor più angosciosa e suggestiva. Splendida la prima apparizione di Ultor, una geniale creazione del Sergione. Graditissimo, ovviamente, il ritorno di Ben Stevens, che, anche a causa della perdita di una gamba, è completamente smanioso di vendicarsi. Assai riuscito anche il personaggio di Prometeus. Epica la parte finale nell'arena, molto poetica la scena della morte di Ultor e, infine, ottimo il discorso, puramente nolittiano, che Zagor rivolge ad Ayala nel finale.
Stratosferiche le tavole di Ferri. In particolar modo, la scena nel campo abbandonato, per come è stata realizzata, è da oscar. Non potevano poi mancare due bellissime cover.
Soggetto/Sceneggiatura: 9,5
Disegni: 10
L'albo, fino all'apparizione di Ultor, presenta una stupenda e impareggiabile atmosfera di mistero e si crea molta curiosità per la risoluzione dello stesso. Molto tenebrosa e inquietante la scena al campo abbandonato dei Munsee (per merito, ovviamente, anche delle tavole di Gallieno Ferri), con la presenza dell'anziano indiano impazzito che rende l'atmosfera ancor più angosciosa e suggestiva. Splendida la prima apparizione di Ultor, una geniale creazione del Sergione. Graditissimo, ovviamente, il ritorno di Ben Stevens, che, anche a causa della perdita di una gamba, è completamente smanioso di vendicarsi. Assai riuscito anche il personaggio di Prometeus. Epica la parte finale nell'arena, molto poetica la scena della morte di Ultor e, infine, ottimo il discorso, puramente nolittiano, che Zagor rivolge ad Ayala nel finale.
Stratosferiche le tavole di Ferri. In particolar modo, la scena nel campo abbandonato, per come è stata realizzata, è da oscar. Non potevano poi mancare due bellissime cover.
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Ultima modifica di Magico Vento il Sab 21 Ago 2021, 12:19 - modificato 2 volte.
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Concordo Mv. Fantastica l'apparizione di Ultor (la prima) e tutto il clima angoscioso che la precede (il vecchio munsee che impaurito dal pipistrello cade nel burrone durante la corsa).
Straordinari i disegni di Ferri, la parte dove Stevens racconta come è sopravvissuto e come ha creato Ultor le matite del Maestro sono state inchiostrate da Bignotti.
Straordinari i disegni di Ferri, la parte dove Stevens racconta come è sopravvissuto e come ha creato Ultor le matite del Maestro sono state inchiostrate da Bignotti.
Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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Re: Il vendicatore alato (n.167/168/169)
Struggente quella scena quando Ultor vola verso il sole e si accascia su quella roccia sanguinante e privo di vita.
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