Testi o disegni?

70% testi e 30% i disegni.
Mi è capitato di rileggere una storia di Rauch con i disegni di D'arcangelo Delaware e l'ho trovata godibile malgrado i disegni trascurabili.

80% testi e 20% disegni

Fifty fifty. Sono fumetti, non libri 

Letteratura per immagini, 50 e 50

50 e 50. Sono importanti entrambe le cose

difficile rispondere, sinceramente vado a casaccio, quindi potrei dire 50 e 50

però se una storia è brutta do un'insufficienza anche se i disegni sono buoni (esempio: il libro delle ombre)

mentre se i disegni sono bruttissimi, ma la storia è buona, do la sufficienza (esempio: i sabotatori)

dunque forse è 51 testi 49 disegni, ergo voto 60 testi 40 disegni

deve essere per forza 50 e 50
pensiamo agli splendidi disegni di Ferri, senza i testi di Nolitta le storie non sarebbero state cosi' memorabili e lo abbiamo visto poi con Toninelli che spesso ha sprecato un Ferri in stato di grazia:shock:
viceversa una marcia della disperazione disegnata magari da un disegnatore che va oggi per la minore ,sarebbe stato mai il masterpiece che conosciamo?

wakopa ha scritto:deve essere per forza 50 e 50
pensiamo agli splendidi disegni di Ferri, senza i testi di Nolitta le storie non sarebbero state cosi' memorabili e lo abbiamo visto poi con Toninelli che spesso ha sprecato un Ferri in stato di grazia:shock:
viceversa una marcia della disperazione disegnata magari da un disegnatore che va oggi per la minore ,sarebbe stato mai il masterpiece che conosciamo?      

Stessa idea

Decisamente più importanti i testi. Infatti da qualche anno a questa parte ho ridotto drasticamente gli acquisti SBE dopo un lungo periodo in cui dei personaggi che mi interessano prendevo tuttto, mentre adesso decido quasi esclusivamente in base al nome dello sceneggiatore. Un eventuale ritorno di Boselli su Zagor lo prenderei a scatola chiusa, anche se fosse disegnato dal primo che passa. Una storia di Faraci invece non la comprerei nemmeno se per disegnarla facessero resuscitare Ferri.
In generale i disegni devono essere veramente brutti per rovinarmi il piacere della lettura, mentre una storia pensata e scritta male resta tale indipendentemente dal talento del disegnatore.
Quindi direi 70 storia e 30 disegni

Io ho dato 50% alla pari.
Dovrebbero contare di più i testi perché se una storia è brutta, anche i migliori disegnatori della testata non la possono rendere avvincente.
Però su una storia a fumetti, per me la parte grafica è molto importante, ed anche una bella storia se mal disegnata faccio fatica a riprenderla.
Un esempio è il Maxi "La lunga marcia".

50 e 50...anche se un bel disegno sa rendermi meno brutta una storia scadente...una storia bellissima non sa rendere più accettabili dei disegni meno accattivanti

50 e 50 anche io.
Immagino a tante storie di Ferri anni 70 se fossero state disegnate da Gamba probabilmente non sarebbero rientrate tra i capolavori o i classici.

I disegni sono importanti, ma quello che ti colpisce e che ti porta a ricordare una storia sono i testi.

Una buona storia accompagnata da ottimi disegni è sicuramente il massimo, ma come avete già detto una buona storia resta tale anche se la qualità dei disegni cala, mentre anche una prova grafica superba può risollevare solo parzialmente una storia carente dal punto di vista narrativo.

Prendiamo per esempio collane con uno standard qualitativo elevato unanimemente riconosciuto come la Storia del West o Ken Parker. In questo caso la differenza la fanno i disegni.
Viceversa nelle collane dove lo standard è rappresentato dal disegno, come le prime serie a striscia di Tex o dello stesso Zagor, dove il tratto era sempre quello di Galep e Ferri, a fare la differenza sono proprio i testi.

Quindi premesso che il mio auspicio sarebbe quello di avere testi al 100% con disegni al 100%, nella consapevolezza che tale evenienza si possa concretizzare in rare circostanze, per quanto mi riguarda preferisco il contenuto al contenitore pur riconoscendo che una buona confezione conferisce sicuramente un valore aggiunto.

Per tutto ciò 60% testi, 40% disegni

Se i disegni sono stupendi però la storia è priva di mordente o sconclusionata difficilmente mi riesco a godere la lettura, viceversa mi riesce più facilmente anche con disegni non all'altezza dei soggetti o delle sceneggiature.

70%, 30%

80% ai disegni e 20% ai testi

Capitan Kidd ha scritto:Se i disegni sono stupendi però la storia è priva di mordente o sconclusionata difficilmente mi riesco a godere la lettura, viceversa mi riesce più facilmente anche con disegni non all'altezza dei soggetti o delle sceneggiature.

70%, 30%

Ho votato anch'io 70% ai testi e 30% ai disegni per lo stesso motivo. Preferisco leggere una bella storia disegnata male che il contrario.
L'unica eccezione sono le storie di Nolitta e Ferri, nelle quali disegni e testi si valorizzavano reciprocamente (qui addirittura forse i disegni erano più importanti della sceneggiatura), ma sono un unicum nel fumetto italiano.

60% testi e 40% ai disegni.

50 e 50 anche per me. Vi faccio un esempio, secondo me Il terrore del museo di Boselli non ha nulla da invidiare ad altre storie magnfiche del Borden, ma perde molto per i disegni di Cassaro che la declassano di molto.

In teoria dovrebbe essere 50 e 50. Ma nella realta' spesso ti capita la storia scarsa valorizzata da disegni di qualità superiore , o viceversa cioe' una storia notevole danneggiata dai disegni scarsi. Questo capita soprattutto nel fumetto commerciale. L'ideale sarebbe avere il fumetto d'autore dove il disegnatore e lo sceneggiatore sono la stessa persona che eccelle in entrambe le professioni...

50 e 50 Anche per me, almeno  in partenza.  Per Hugo Pratt  il fumetto è  letteratura disegnata, Graphic Novel.  Per Will Eisner il fumetto è  arte sequenziale, per qualcun'altro è  cinema tascabile.  Insomma le influenze sono tante. Letteratura, teatro, pittura, fotografia, cinema. La realtà dei fatti  è che alla Bonelli comandano gli sceneggiatori,  per cui il testo prevale spesso sui disegni. Quindi il disegnatore deve tutto sommato adeguarsi alla sceneggiatura . Forse solo i  disegnatori più bravi  avranno un minimo di carta bianca per potersi esprimere in maniera creativa. Anche perché la maggior parte degli sceneggiatori non ha le giuste competenze per quanto riguarda il disegno o la regia cinematografica. Parliamo sempre di un fumetto commerciale. In America invece il disegnatore ha la stessa importanza e autorevolezza dello sceneggiatore.  Poi anche in casa Bonelli ci sono le eccezioni. A parte D'Antonio, mi viene da ricordare Ambrosini, ottimo come disegnatore ma anche come sceneggiatore.  Per finire ci sono i lontani ricordi di Ken Parker, dei disegni senza testo di Ivo Milazzo, disegni che parlano da soli .

Anche Enoch aggiungerei, comunque discorso che condivido. In America anche il colorista è considerato quasi alla stessa stregua dello sceneggiatore.