Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
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FORUM ZAGOR TE NAY LA DARKWOOD DEL WEB :: Zagor-Te-Nay il Forum dello Spirito Con La Scure :: Commenti alle storie
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Il ponte dell'arcobaleno (n.400)

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni e copertina: Gallieno Ferri
Alba dei tempi. Athaska , un valoroso guerriero che non ha mai accettato l’esistenza della Morte, ha osato sfidare Manito scagliando la sua lancia oltre l’abisso e generando così il Ponte sull’Arcobaleno, che conduce nel Regno dei Morti. Ponte che Zagor dovrà attraversare, per scoprire la verità su suo padre (era veramente un massacratore di indiani?), e per salvare Darkwood!
Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Il topic nel vecchio forum : http://ramath.forumup.it/viewtopic.php?t=1506&mforum=ramath
Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Quando lessi “Il ponte dell'arcobaleno” nel 1998 non mi piacque particolarmente e, per questo, lo infilai tra gli altri albi di Zagor e non lo guardai più.
In occasione della ristampa della CSAC, l'ho riletto: mi rendo conto che 16 anni fa non avevo capito nulla.
L'albo, in realtà, è un ottimo esempio di come potrebbe essere un albo celebrativo.
E' il seguito di “Zagor racconta” che riprende da dove era arrivato Nolitta: l'ultima vignetta di quella memorabile storia ci mostra Zagor che guarda fuori dalla finestra della capanna e informa Cico che ha smesso di piovere e che c'è l'arcobaleno.
In tutte le culture l'arcobaleno è un simbolo di contatto tra due mondi diversi, di riappacificazione di serenità.
Alla fine di Zagor racconta, lo Spirito con la Scure non ha ancora trovato la pace: l'avere narrato a Cico il suo tragico passato è solo il primo passo verso la catarsi, è la presa di coscienza di avere un problema, non la sua soluzione.
E il problema di Zagor è il tradimento del padre, che non era l'essere meraviglioso che credeva che fosse, ma un assassino spietato che lo aveva ingannato, spingendolo, suo malgrado, ad una vendetta sanguinosa e cruenta quanto ingiusta.
Il rimorso aveva spinto il giovane Pat Wilding a trasformarsi nello Spirito con la Scure: in definitiva, a muovere Zagor non era un senso di giustizia, ma solo la volontà di riparare al male compiuto. Di tutto questo Zagor incolpa il padre, al punto nasconde che l'unica immagine di lui e della madre che possiede: è un genitore di cui vergognarsi, non di cui andare fiero.
Ne “Il ponte dell'arcobaleno” Zagor deve fare i conti con i suo passato: i tre fratelli Kinski (tre come le Moire, le divinità greche che soprintendono al destino dell'uomo) vogliono riannodare i fili della giustizia che l'inerzia delle autorità hanno lasciato in sospeso quando non hanno perseguito il colpevole dell'uccisione di Salomon.
Per farlo colpiscono Zagor in ciò che è per lui più importante: la sua missione, l'affetto del popolo rosso che costituiscono la sua redenzione. Di fronte a tutti i capi smascherano il suo inganno e tutti, tranne Molti Occhi e Tonka, gli voltano le spalle.
E' la fine del mondo di Zagor, la fine dell'illusione di avere posto rimedio al male fatto.
Per rimettere tutto a posto lo Spirito con la Scure deve prima di tutto fare chiarezza in se stesso e per farlo deve parlare con suo padre, capire e perdonare; ma il padre è morto, non c'è più.
Come gli eroi del mito, come Dante che si è smarrito, per ritrovarsi Zagor deve recarsi nel Regno dei Morti. Per raggiungerlo deve quasi morire e attraversare l'arcobaleno, ponte tra i due mondi.
Nelle praterie di Manito, finalmente Zagor incontra suo padre: in un drammatico colloquio apprende che è tutto vero, che il genitore ha veramente compiuto quel terribile eccidio. Ma apprende anche che dopo quel fatto il vecchio arrivista e crudele capitano Wilding è morto ed ha lasciato il posto al tenero marito e padre che lui conosceva. Il passato non si può cancellare, ma gli uomini possono cambiare: è questo il messaggio di redenzione, di speranza, che in fondo in fondo Zagor ha sempre portato nel suo animo. Allora lo Spirito con la scure può perdonare il padre e riappacificarsi con il suo passato.
Mentre la sua anima è nell'Aldilà, i Kinski catturano gli amici fedeli e li incatenano.
Convinti che Zagor sia morto lo legano ad un palo e lo mettono al rogo. Proprio in quel momento Zagor ritorna in sé e, come l'araba fenice, balza fuori dalle fiamme vivo ed incolume, purificato dal fuoco. Da solo affronta i nemici, ma benché si batta come una furia da solo non potrebbe vincere. In suo soccorso arrivano i fantasmi del passato, ora non più suoi nemici ma suoi alleati, non più suoi tallone d'Achille ma suo punto di forza.
Sconfitti i Kinski, gli indiani lo riaccolgono come inviato di Manito, testimoni del suo ritorno dalla Morte e di nuovo fiduciosi nella sua giustizia.
E Zagor, in realtà, è un uomo nuovo: a muoverlo ora non c'è nessun rimorso, ma solo un motivo più alto: il desiderio di un Giustizia imparziale.
Non serve neppure che si sappia perché Zagor sia il paladino della giustizia, l'importante è che compia la sua missione.
Riappacificato con il padre, Zagor appende nella sua capanna il ritratto che nascondeva per la vergogna.
Sbaglierebbe chi cercasse in quest'albo l'azione, il ritmo incalzante: questa è la storia di un'anima, della sua redenzione, è una storia di perdono e di crescita umana.
E' la consacrazione di un mito.
Se la storia non è un capolavoro assoluto è solo perché qualche passaggio appare un po' forzato ed incongruente (i Kinski adoratori del male, le allucinazioni collettive).
Al servizio di tutto questo gli splendidi disegni di Ferri.
Voto alla storia: 9
Voto ai disegni: 9
In occasione della ristampa della CSAC, l'ho riletto: mi rendo conto che 16 anni fa non avevo capito nulla.
L'albo, in realtà, è un ottimo esempio di come potrebbe essere un albo celebrativo.
E' il seguito di “Zagor racconta” che riprende da dove era arrivato Nolitta: l'ultima vignetta di quella memorabile storia ci mostra Zagor che guarda fuori dalla finestra della capanna e informa Cico che ha smesso di piovere e che c'è l'arcobaleno.
In tutte le culture l'arcobaleno è un simbolo di contatto tra due mondi diversi, di riappacificazione di serenità.
Alla fine di Zagor racconta, lo Spirito con la Scure non ha ancora trovato la pace: l'avere narrato a Cico il suo tragico passato è solo il primo passo verso la catarsi, è la presa di coscienza di avere un problema, non la sua soluzione.
E il problema di Zagor è il tradimento del padre, che non era l'essere meraviglioso che credeva che fosse, ma un assassino spietato che lo aveva ingannato, spingendolo, suo malgrado, ad una vendetta sanguinosa e cruenta quanto ingiusta.
Il rimorso aveva spinto il giovane Pat Wilding a trasformarsi nello Spirito con la Scure: in definitiva, a muovere Zagor non era un senso di giustizia, ma solo la volontà di riparare al male compiuto. Di tutto questo Zagor incolpa il padre, al punto nasconde che l'unica immagine di lui e della madre che possiede: è un genitore di cui vergognarsi, non di cui andare fiero.
Ne “Il ponte dell'arcobaleno” Zagor deve fare i conti con i suo passato: i tre fratelli Kinski (tre come le Moire, le divinità greche che soprintendono al destino dell'uomo) vogliono riannodare i fili della giustizia che l'inerzia delle autorità hanno lasciato in sospeso quando non hanno perseguito il colpevole dell'uccisione di Salomon.
Per farlo colpiscono Zagor in ciò che è per lui più importante: la sua missione, l'affetto del popolo rosso che costituiscono la sua redenzione. Di fronte a tutti i capi smascherano il suo inganno e tutti, tranne Molti Occhi e Tonka, gli voltano le spalle.
E' la fine del mondo di Zagor, la fine dell'illusione di avere posto rimedio al male fatto.
Per rimettere tutto a posto lo Spirito con la Scure deve prima di tutto fare chiarezza in se stesso e per farlo deve parlare con suo padre, capire e perdonare; ma il padre è morto, non c'è più.
Come gli eroi del mito, come Dante che si è smarrito, per ritrovarsi Zagor deve recarsi nel Regno dei Morti. Per raggiungerlo deve quasi morire e attraversare l'arcobaleno, ponte tra i due mondi.
Nelle praterie di Manito, finalmente Zagor incontra suo padre: in un drammatico colloquio apprende che è tutto vero, che il genitore ha veramente compiuto quel terribile eccidio. Ma apprende anche che dopo quel fatto il vecchio arrivista e crudele capitano Wilding è morto ed ha lasciato il posto al tenero marito e padre che lui conosceva. Il passato non si può cancellare, ma gli uomini possono cambiare: è questo il messaggio di redenzione, di speranza, che in fondo in fondo Zagor ha sempre portato nel suo animo. Allora lo Spirito con la scure può perdonare il padre e riappacificarsi con il suo passato.
Mentre la sua anima è nell'Aldilà, i Kinski catturano gli amici fedeli e li incatenano.
Convinti che Zagor sia morto lo legano ad un palo e lo mettono al rogo. Proprio in quel momento Zagor ritorna in sé e, come l'araba fenice, balza fuori dalle fiamme vivo ed incolume, purificato dal fuoco. Da solo affronta i nemici, ma benché si batta come una furia da solo non potrebbe vincere. In suo soccorso arrivano i fantasmi del passato, ora non più suoi nemici ma suoi alleati, non più suoi tallone d'Achille ma suo punto di forza.
Sconfitti i Kinski, gli indiani lo riaccolgono come inviato di Manito, testimoni del suo ritorno dalla Morte e di nuovo fiduciosi nella sua giustizia.
E Zagor, in realtà, è un uomo nuovo: a muoverlo ora non c'è nessun rimorso, ma solo un motivo più alto: il desiderio di un Giustizia imparziale.
Non serve neppure che si sappia perché Zagor sia il paladino della giustizia, l'importante è che compia la sua missione.
Riappacificato con il padre, Zagor appende nella sua capanna il ritratto che nascondeva per la vergogna.
Sbaglierebbe chi cercasse in quest'albo l'azione, il ritmo incalzante: questa è la storia di un'anima, della sua redenzione, è una storia di perdono e di crescita umana.
E' la consacrazione di un mito.
Se la storia non è un capolavoro assoluto è solo perché qualche passaggio appare un po' forzato ed incongruente (i Kinski adoratori del male, le allucinazioni collettive).
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Voto alla storia: 9
Voto ai disegni: 9
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strepa- DIPLOMATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
il punto e' proprio questostrepa ha scritto:
Sconfitti i Kinski, gli indiani lo riaccolgono come inviato di Manito

da "Incubi",passando per il ponte dell'arcobaleno e "Darkwood anno zero",zagor e' diventato davvero l'inviato di Manito non per finta

il tema della predestinazione divina ha finito col prevalere su quello squisitamente umano(che delizia per esempio erano i siparietti con Molti occhi che conosceva i veri segreti dello spirito con la scure

non e' un caso che zagor sia diventato sempre piu' un eroe meccanico incapace di emozionare

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Straordinaria recensione condivido tutto voto compreso,infatti la storia sfiora il capolavoro e chi come te ne raggiunge l'essenza non può metterla in discussionestrepa ha scritto:Quando lessi “Il ponte dell'arcobaleno” nel 1998 non mi piacque particolarmente e, per questo, lo infilai tra gli altri albi di Zagor e non lo guardai più.
In occasione della ristampa della CSAC, l'ho riletto: mi rendo conto che 16 anni fa non avevo capito nulla.
L'albo, in realtà, è un ottimo esempio di come potrebbe essere un albo celebrativo.
E' il seguito di “Zagor racconta” che riprende da dove era arrivato Nolitta: l'ultima vignetta di quella memorabile storia ci mostra Zagor che guarda fuori dalla finestra della capanna e informa Cico che ha smesso di piovere e che c'è l'arcobaleno.
In tutte le culture l'arcobaleno è un simbolo di contatto tra due mondi diversi, di riappacificazione di serenità.
Alla fine di Zagor racconta, lo Spirito con la Scure non ha ancora trovato la pace: l'avere narrato a Cico il suo tragico passato è solo il primo passo verso la catarsi, è la presa di coscienza di avere un problema, non la sua soluzione.
E il problema di Zagor è il tradimento del padre, che non era l'essere meraviglioso che credeva che fosse, ma un assassino spietato che lo aveva ingannato, spingendolo, suo malgrado, ad una vendetta sanguinosa e cruenta quanto ingiusta.
Il rimorso aveva spinto il giovane Pat Wilding a trasformarsi nello Spirito con la Scure: in definitiva, a muovere Zagor non era un senso di giustizia, ma solo la volontà di riparare al male compiuto. Di tutto questo Zagor incolpa il padre, al punto nasconde che l'unica immagine di lui e della madre che possiede: è un genitore di cui vergognarsi, non di cui andare fiero.
Ne “Il ponte dell'arcobaleno” Zagor deve fare i conti con i suo passato: i tre fratelli Kinski (tre come le Moire, le divinità greche che soprintendono al destino dell'uomo) vogliono riannodare i fili della giustizia che l'inerzia delle autorità hanno lasciato in sospeso quando non hanno perseguito il colpevole dell'uccisione di Salomon.
Per farlo colpiscono Zagor in ciò che è per lui più importante: la sua missione, l'affetto del popolo rosso che costituiscono la sua redenzione. Di fronte a tutti i capi smascherano il suo inganno e tutti, tranne Molti Occhi e Tonka, gli voltano le spalle.
E' la fine del mondo di Zagor, la fine dell'illusione di avere posto rimedio al male fatto.
Per rimettere tutto a posto lo Spirito con la Scure deve prima di tutto fare chiarezza in se stesso e per farlo deve parlare con suo padre, capire e perdonare; ma il padre è morto, non c'è più.
Come gli eroi del mito, come Dante che si è smarrito, per ritrovarsi Zagor deve recarsi nel Regno dei Morti. Per raggiungerlo deve quasi morire e attraversare l'arcobaleno, ponte tra i due mondi.
Nelle praterie di Manito, finalmente Zagor incontra suo padre: in un drammatico colloquio apprende che è tutto vero, che il genitore ha veramente compiuto quel terribile eccidio. Ma apprende anche che dopo quel fatto il vecchio arrivista e crudele capitano Wilding è morto ed ha lasciato il posto al tenero marito e padre che lui conosceva. Il passato non si può cancellare, ma gli uomini possono cambiare: è questo il messaggio di redenzione, di speranza, che in fondo in fondo Zagor ha sempre portato nel suo animo. Allora lo Spirito con la scure può perdonare il padre e riappacificarsi con il suo passato.
Mentre la sua anima è nell'Aldilà, i Kinski catturano gli amici fedeli e li incatenano.
Convinti che Zagor sia morto lo legano ad un palo e lo mettono al rogo. Proprio in quel momento Zagor ritorna in sé e, come l'araba fenice, balza fuori dalle fiamme vivo ed incolume, purificato dal fuoco. Da solo affronta i nemici, ma benché si batta come una furia da solo non potrebbe vincere. In suo soccorso arrivano i fantasmi del passato, ora non più suoi nemici ma suoi alleati, non più suoi tallone d'Achille ma suo punto di forza.
Sconfitti i Kinski, gli indiani lo riaccolgono come inviato di Manito, testimoni del suo ritorno dalla Morte e di nuovo fiduciosi nella sua giustizia.
E Zagor, in realtà, è un uomo nuovo: a muoverlo ora non c'è nessun rimorso, ma solo un motivo più alto: il desiderio di un Giustizia imparziale.
Non serve neppure che si sappia perché Zagor sia il paladino della giustizia, l'importante è che compia la sua missione.
Riappacificato con il padre, Zagor appende nella sua capanna il ritratto che nascondeva per la vergogna.
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E' la consacrazione di un mito.
Se la storia non è un capolavoro assoluto è solo perché qualche passaggio appare un po' forzato ed incongruente (i Kinski adoratori del male, le allucinazioni collettive).
Al servizio di tutto questo gli splendidi disegni di Ferri.
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Marco65- DOTTORE DEL FORUM
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Il miglior color di sempre e lo dico da affezionato fan di "Indian circus",per me anche la più bella avventura scritta da Boselli.L'autore riesce nel difficilissimo compito di rispolverare la storia di Zagor ,un autentico caposaldo della collana,chiudendo meravigliosamente il cerchio lasciato aperto da Nolitta e facendo respirare a pieni polmoni l'aria del suo predecessore.Non ribalta la triste realtà ma ne svela il meccanismo psicologico. L' incontro con personaggi chiave del passato dell'eroe nel suo viaggio nell'aldilà e' anche un omaggio a noi lettori di vecchia data.Una fantastica storia onirica,una favola leggendaria nell'universo del protagonista.Il tutto rappresentato da colori stupefacenti e da i soliti splendidi disegni del grande Ferri. Un solo difetto:la mancanza durante il raduno dei capi storici(Tonka a parte) delle tribu' indiane che sono invece rappresentate da nomi piuttosto anonimi.VOTO 9
Marco65- DOTTORE DEL FORUM
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Quarto centenario della serie nel quale l’Autore aggiunge un altro tassello al passato di Zagor, mischiandolo questa volta col presente, condito di eventi soprannaturali che contribuiscono a renderlo celebrativo.
Si pesca ancora dalla mitologia greca e Zagor, dopo Ulisse, Ercole e Giasone (nell’ordine), ritorna a mettersi nei panni di Ulisse.
E così abbiamo l’ennesima sciamana ultracentenaria di sfolgorante bellezza, i fratelli di Salomon Kinsky, un nuovo capo indiano cattivo ed agguerrito e, soprattutto, tanti amici ritrovati, seppur per pochi istanti.
L’incontro tra padre e figlio è inizialmente poco buonista: forse ci si aspettava che il primo desse una spiegazione logica e scriminante al proprio passato comportamento, ma così non è, poiché vi è una cruda confessione che non lascia più adito a dubbi o speranze, ma che lascia comunque Zagor ottimista sul proprio futuro.
La parte finale, con le polveri allucinogene che generano mostri, è un po’ più debole e fa calare il gradimento su una storia che resta comunque discreta, grazie anche agli stupendi disegni del Maestro.
Voto alla storia: 6,3
Voto ai disegni: 9,5
Si pesca ancora dalla mitologia greca e Zagor, dopo Ulisse, Ercole e Giasone (nell’ordine), ritorna a mettersi nei panni di Ulisse.
E così abbiamo l’ennesima sciamana ultracentenaria di sfolgorante bellezza, i fratelli di Salomon Kinsky, un nuovo capo indiano cattivo ed agguerrito e, soprattutto, tanti amici ritrovati, seppur per pochi istanti.
L’incontro tra padre e figlio è inizialmente poco buonista: forse ci si aspettava che il primo desse una spiegazione logica e scriminante al proprio passato comportamento, ma così non è, poiché vi è una cruda confessione che non lascia più adito a dubbi o speranze, ma che lascia comunque Zagor ottimista sul proprio futuro.
La parte finale, con le polveri allucinogene che generano mostri, è un po’ più debole e fa calare il gradimento su una storia che resta comunque discreta, grazie anche agli stupendi disegni del Maestro.
Voto alla storia: 6,3
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Ultima modifica di Andrea67 il Dom 07 Apr 2019, 00:30 - modificato 1 volta.
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)

Ottima l'idea di riprendere un passato di quel caposaldo zagoriano di Zagor racconta e dargli un seguito, con annessa la vendetta dei Kinsky. Mi è piaciuto il dialogo tra Zagor e il padre dove traspare tutta l'umanità del nostro eroe, e anche un po' di dispiacere perché è evidente che dal padre si aspettava una risposta completamente diversa. Anche rivedere tutti quei suoi ex amici, anche se i dialoghi tra Zagor e questi mi sono sembrati un po' troppo deboli, non sono quei dialoghi coloriti di cui Boselli mi ha sempre abituato e di cui ne è capace.

Il finale troppo compresso e poco convincente: questi Kinsky come hanno fatto a spargere nell'aria di una miniregione intera come Darkwood quella polvere per far impazzire la popolazione ???

Se a Zagor serviva altro fluido da far bere per fargli ritrovare la via giusta sull'arcobaleno e proprio mentre stava bevendo la brocca che conteneva quel liquido viene distrutta dai proiettili, come ha fatto a ritrovare la strada giusta ? Tra l'altro quando la ritrova si vede uno sfondo tutto fuoco come quello del demone Shayatan.
Unico passo falso di Boselli nel rinascimento.
Sempre ottimi i disegni di Ferri, non mi ha convinto solo qualche espressione come quando Zagor parlando davanti al consiglio degli indiani, lo fa con espressioni tipiche da persona troppo calma.
STORIA: 5,5
DISEGNI: 8,5
Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Non è certo un capolavoro, però è una buona storia, adatta ad un centenario. Infatti secondo me alcune storie centenarie, oltre al colore, dovrebbero cercare di dare ulteriori dettagli sulla vita dell'eroe, ed in questo caso boselli ci ha provato.
Quindi ho molto apprezzato l'incontro padre-figlio, così come ho ritenuto giusto e logico che non sia stata modificata e giustificata l'azione indegna compiuta dal padre. In caso contrario sarebbe stata stravolta la psiche del nostro eroe e ciò sarebbe stato illogico. Invece è bellissima la sequenza in cui zagor perdona il padre
Quindi ho molto apprezzato l'incontro padre-figlio, così come ho ritenuto giusto e logico che non sia stata modificata e giustificata l'azione indegna compiuta dal padre. In caso contrario sarebbe stata stravolta la psiche del nostro eroe e ciò sarebbe stato illogico. Invece è bellissima la sequenza in cui zagor perdona il padre
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Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Discreto albo centenario. Molte scene le avrei evitate, appunto quella tipo con Mohican Jack, o il ritorno dei Kinski. Bella e toccante la scena dell'incontro col padre di Zagor...
In definitiva un soggetto evitabile.
Belli i disegni di Ferri.
voto storia: 6
voto disegni: 9
In definitiva un soggetto evitabile.
Belli i disegni di Ferri.
voto storia: 6
voto disegni: 9
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
wakopa ha scritto:il punto e' proprio questostrepa ha scritto:
Sconfitti i Kinski, gli indiani lo riaccolgono come inviato di Manito![]()
da "Incubi",passando per il ponte dell'arcobaleno e "Darkwood anno zero",zagor e' diventato davvero l'inviato di Manito non per finta![]()
il tema della predestinazione divina ha finito col prevalere su quello squisitamente umano(che delizia per esempio erano i siparietti con Molti occhi che conosceva i veri segreti dello spirito con la scure)
non e' un caso che zagor sia diventato sempre piu' un eroe meccanico incapace di emozionare![]()
Tutto vero...sono le esagerazioni solite di Boselli..
gigi brivio- PROFETA DI ZTN
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Neanche fosse un benefattore dell'umanità.Kramer76 ha scritto:

Smash- LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Per me ci può stare che Zagor alla fine diventi realmente l'inviato di Manito, ma la storia di Sclavi probabilmente era "l'ultima storia di Zagor"... gli altri autori avrebbero dovuto tornare indietro, fare come nel n.100 di Dylan Dog, dove si diceva che quella storia andava posta alla fine della collezione.
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)

il ponte dell'arcobaleno
numero 400, testi boselli, disegni ferri
come il fantasy sarebbe dovuto rimanere confinato sugli speciali, anche il numero 400 sarebbe dovuto rimanere confinato al numero 400
un errore inserire la riappacificazione tra zagor e il padre nella continuity e a considerarla come una cosa reale, e non come un fatto "mentale"
che poi è anche il difetto di questa storia: era meglio focalizzarsi sul "viaggio" di zagor e basta, invece di tutto 'sto ridicolo delirio fantasy
che centrano la strega velina, i demoni, zagor morto e risorto, i fratelli di kinsky? meglio i parenti di fitzy tirati fuori da toninelli....
il messaggio è molto positivo ed edificante, zagor fa pace con il suo passato, non nasconde più il ritratto, cico lo omaggia cantando molly malone
i colpevoli vengono perdonati e trovano la pace accanto alle loro vittime in paradiso... boh... forse sono io che non sono pronto ad accettarlo...
mohican jack era affascinante, ma era pur sempre un assassino... uno che si firmava con il sangue delle vittime, come un serial killer...
c'è da dire che, qui, il padre di zagor motiva ancora le sue azioni con l'odio e l'ambizione... insomma, burattini ha le sue responsabilità...
ha annacquato boselli che, prima di lui, aveva annacquato "zagor racconta", oggi mike wilding è praticamente un santarellino...
grandi disegni e grande copertina, comunque, forse l'unica cosa che conta in questo genere di albi?
voto 5/6
Ultima modifica di Kramer76 il Sab 26 Dic 2020, 19:55 - modificato 5 volte.
Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Kramer76 ha scritto:
il ponte dell'arcobaleno
A parer mio, una delle tante "bosellate" ( per la verità meno "presenti" su Zagor rispetto a Tex ).
Nun se pò vedè....


E non l' ho "dimenticata".


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capelli d'argento- DOTTORE DEL FORUM
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Storia troppo assurda , avrei evitato assolutamente .
L'uomo lupo- DIPLOMATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
La normalizzazione e beatificazione di Mohican Jack fu una scelta folle, concordo.
Walter Dorian- FORUMISTA MAXIMUS
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
A me l'albo piacque molto ma molto ma ammetto che non conoscevo il personaggio di Mohican Jack, se ha davvero fatto quanto scritto nelle vignette sopra....bè cacchio una beatificazione esagerata o__0
RemovedQuasar- Novellino del forum
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Per me è un capolavoro assoluto ! Ci sono diverse cosette che all'inizio non sembrano funzionare ( vedasi la visione collettiva ) e per le quali occorre una buona sospensione di incredulità, al di la del contesto spiritualista - teista - religioso che dir si voglia , però le pagine finali sono di una intensità unica e volano alto su tutto.
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Per me Zagor è morto nel momento in cui la macchia nel cuore è stata smacchiata, il mito che lasciava l'amaro in bocca è stato addolcito e sopratutto in nome di una insensata presunta coerenza logica la verità e la giustizia sono scivolate tutte da una parte...
... e se la verità e la giustizia scivolano tutte da una parte la vendetta vale quanto la giustizia e Zagor ( il suo Clone ) è solo un povero idealista preso per i fondelli da una ( voluta ) realtà molto più manichea e miseramente banale. INACCETTABILE !
Liberty Secular Sam- FORUMISTA D'ASSALTO
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Il miglior centenario della collana in assoluto, poetico e onirico.
Wolfenstein1976- FORUMISTA GRINTOSO
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Data d'iscrizione : 26.07.17
Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Un albo "spirituale", dove Zagor fa pace col suo passato e un finale bellissimo.
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zagoriano da una vita
marcostanchini- New Entry
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
PRECISAZIONE
Qualcuno recentemente , in occasione del revisionismo delle Origini ha scritto che già il Mike di Boselli era buono , vorrei evidenziare ché li, nel numero 400, il Mike di Boselli dice di essersi pentito , dice che poi era diventato un'altro uomo .
Pagina 70 del Ponte dell'Arcobaleno
ZAGOR L'uomo che io conoscevo era buono , Amico degli Indiani ...fingeva ? Come è possibile che mio padre e il tenente Wilding massacratore di indiani siano la stessa persona ?
MIKE WILDING Appunto , non erano la stessa persona
ZAGOR Come ...?
MIKE Il Mike Wilding che hai conosciuto , tuo padre ...non era in grado di commettere ... non avrebbe mai più commesso ...un simile delitto ! Il passato non può cambiare ...ma gli uomini si ...Lo spietato tenente Wilding mori quella notte a Silver Lake , insieme alle sue vittime ...loro lo sanno ! Se mi fosse stato concesso di vivere ti avrei raccontato tutto ...e avrei potuto dimostrare il mio cambiamento anche a te ...
Il Mike di Boselli non tradisce quello di Nolitta , anzi è un personaggio Nolittiano . Nolitta , Boselli e Zagor credeno nella redenzione ... quello di Burattini è manicheo buono fin dall'inizio , semmai un debole travolto dagli eventi . La contraddizione non si ferma quindi a Zagor racconta ma coinvolge anche il 400 . Burattini l'ha dichiarato in più di una intervista che preferisce personaggi a tutto tondo e mi sta pure bene , andare a riscrivere il mito per stravolgerlo molto meno
Liberty Secular Sam- FORUMISTA D'ASSALTO
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
In merito al massacro Mike Wilding parla di ambizione , odio e gelido furore ( fra pag 67 e 68 ) , ordinò di decimare gli uomini e di appiccare il fuoco al villaggio , Mike Wilding non accampa scuse, solo dopo arriva il pentimento che è compatibile con un nuovo stile di vita e con il fatto che viveva in pace con le tribù locali
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Per me Zagor è morto nel momento in cui la macchia nel cuore è stata smacchiata, il mito che lasciava l'amaro in bocca è stato addolcito e sopratutto in nome di una insensata presunta coerenza logica la verità e la giustizia sono scivolate tutte da una parte...
... e se la verità e la giustizia scivolano tutte da una parte la vendetta vale quanto la giustizia e Zagor ( il suo Clone ) è solo un povero idealista preso per i fondelli da una ( voluta ) realtà molto più manichea e miseramente banale. INACCETTABILE !
Liberty Secular Sam- FORUMISTA D'ASSALTO
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Re: Il ponte dell'arcobaleno (n.400)
Me lo sono riletto dopo tanti anni...
Boselli riesce a condensare gli aspetti migliori della sua scrittura nel breve spazio di un albo centenario, il gusto per l'avventura e il "saper" commuovere il lettore, anche se in modo diverso da Nolitta, questa più che una storia di Zagor è una storia "che parla di Zagor"...
il pezzo da 90 della storia è il padre di Zagor, forse per questo gli altri personaggi appaiono un po' come delle comparse... Manetola, Fitzy, Mohican Jack... Forse ci voleva un albo a parte per ciascuno di loro...
Un buon albo comunque, anche visivamente, soprattutto quando "si accende", nelle scene infuocate, che mi colpivano già da bambino...
Boselli riesce a condensare gli aspetti migliori della sua scrittura nel breve spazio di un albo centenario, il gusto per l'avventura e il "saper" commuovere il lettore, anche se in modo diverso da Nolitta, questa più che una storia di Zagor è una storia "che parla di Zagor"...

il pezzo da 90 della storia è il padre di Zagor, forse per questo gli altri personaggi appaiono un po' come delle comparse... Manetola, Fitzy, Mohican Jack... Forse ci voleva un albo a parte per ciascuno di loro...
Un buon albo comunque, anche visivamente, soprattutto quando "si accende", nelle scene infuocate, che mi colpivano già da bambino...

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