I Fratelli di Tex
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I Fratelli di Tex

L’opera di GLB è talmente vasta che ci sono decine di personaggi interessanti da analizzare, leggere e condividere sul forum, senza per questo però aprire altrettanti dispersivi topic. Dall’alto della mia incredibile e infinita saggezza ho dunque pensato di aprirne uno soltanto dedicato a questi “fratelli” - figli di uno stesso padre - che per alterne situazioni non hanno avuto la stessa fortuna editoriale di Tex. Dell’odiato Tex. Due (ma anche tre) parole su Bonelli Padre: viaggiatore, pugile, poeta, romanziere, editore innovativo e traduttore di novelle rosa, il papà dell’inossidabile ranger è stato un po’ (e anche di più) tutto questo. Ripercorrere interamente la sua carriera è impossibile. Sono troppe le opere del Grande Vecchio, migliaia le pagine scritte, soprattutto quei cineromanzi degli anni Trenta ormai introvabili in cui ha saputo spaziare in ogni genere narrativo, dal romanzo di cappa e spada alla fantascienza, dall’avventura esotica allo spionaggio. Tornando a noi, sempre dall’alto della mia incredibile saggezza, ho pensato che questo spazio potrà diventare una vera e propria galleria di personaggi, non solo quelli creati dal mitico GLB, ma anche di altri autori. Un piccolo viaggio nel mondo dei fumetti del Dopoguerra, quindi, in quello che è stato un periodo pionieristico ma incredibilmente fertile che ci ha regalato tantissime storie. Storie e personaggi oggi forse dimenticati ma che voglio ripercorrere insieme agli altri appassionati. Mentre scrivo sto leggendo Occhio Cupo (cui dedicherò un post in occasione nel centenario del mitico Galleppini), fumetto straordinario della premiata ditta Bonelli&Galep. Ma è presto per parlarne. Dico solo che i disegni sono straordinari.
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Re: I Fratelli di Tex
YUMA KID – LA STORIA
Questa è la storia di Yuma Kid, un uomo temerario e indomito, temuto e ammirato… un uomo che aveva alle spalle un misterioso passato… un uomo nel cui nello sguardo spietato i fuorilegge potevano raramente scorgere la luce di morte che precedeva di qualche attimo il tragico lampeggiare dell’infallibile pistola.
Inizia così, forse in maniera un po’ enfatica, la grande avventura di Yuma Kid. Nelle prime vignette GLB costruisce e delinea, grazie alle immancabili didascalie, un affresco davvero sui generis per il suo personaggio: abbandonato non si sa da chi nel deserto di Gila, il Kid viene è un bambino bianco ritrovato da una banda di indiani Yuma. Tra le sue mani ha una fascia sacra, il Wampum. GLB è avaro di altri dettagli, non ci rivela altre spiegazioni e qualsiasi considerazione, domanda, quesito sul passato di Yuma Kid resta avvolto nel mistero. Dopo aver parlato con la saggia Wa-No-Tah (la classica vecchia strega indiana vista in tante avventure bonelliane di Tex), il nostro eroe decide di partire per andare incontro al suo destino. Un destino di morte, ma non per lui. Per i suoi avversari. Nella prima avventura, Yuma Kid si confronta con una banda di trafficanti d’armi, predoni Apache, indiani in rivolta e la bella figlia del colonnello da salvare. Memorabile l’assedio finale sul roccione, con Yuma Kid che decide di affrontare la sorte avversa risparmiando una pallottola per la giovane e bella Miss Jennie, ma per fortuna ci sarà il classico "arrivano i nostri" con tanto di trombetta. Nel prosieguo della storia, Yuma Kid giunge a Robber Roost, la famigerata città dei fuorilegge (città che ritroveremo anche in una classica avventura di Tex come Gilas). Questa serie, come tante altre del papà di Tex, si legge tutta d’un fiato, come un bicchiere di whisky. GLB ti tiene avvinto alla lettura, pur non approfondendo in nessun modo l’introspezione dei personaggi e con una trama improvvisata e "in divenire". La vicenda, infatti, è piuttosto semplice, gli eventi si susseguono a ritmo incalzante e sotto il segno di un dialogo sempre avvincente (memorabile lo scambio di battute tra Yuma e il doc della storia). Insomma quello che conta è l’avventura. E con Yuma Kid il lettore ne ha in abbondanza!

Questa è la storia di Yuma Kid, un uomo temerario e indomito, temuto e ammirato… un uomo che aveva alle spalle un misterioso passato… un uomo nel cui nello sguardo spietato i fuorilegge potevano raramente scorgere la luce di morte che precedeva di qualche attimo il tragico lampeggiare dell’infallibile pistola.
Inizia così, forse in maniera un po’ enfatica, la grande avventura di Yuma Kid. Nelle prime vignette GLB costruisce e delinea, grazie alle immancabili didascalie, un affresco davvero sui generis per il suo personaggio: abbandonato non si sa da chi nel deserto di Gila, il Kid viene è un bambino bianco ritrovato da una banda di indiani Yuma. Tra le sue mani ha una fascia sacra, il Wampum. GLB è avaro di altri dettagli, non ci rivela altre spiegazioni e qualsiasi considerazione, domanda, quesito sul passato di Yuma Kid resta avvolto nel mistero. Dopo aver parlato con la saggia Wa-No-Tah (la classica vecchia strega indiana vista in tante avventure bonelliane di Tex), il nostro eroe decide di partire per andare incontro al suo destino. Un destino di morte, ma non per lui. Per i suoi avversari. Nella prima avventura, Yuma Kid si confronta con una banda di trafficanti d’armi, predoni Apache, indiani in rivolta e la bella figlia del colonnello da salvare. Memorabile l’assedio finale sul roccione, con Yuma Kid che decide di affrontare la sorte avversa risparmiando una pallottola per la giovane e bella Miss Jennie, ma per fortuna ci sarà il classico "arrivano i nostri" con tanto di trombetta. Nel prosieguo della storia, Yuma Kid giunge a Robber Roost, la famigerata città dei fuorilegge (città che ritroveremo anche in una classica avventura di Tex come Gilas). Questa serie, come tante altre del papà di Tex, si legge tutta d’un fiato, come un bicchiere di whisky. GLB ti tiene avvinto alla lettura, pur non approfondendo in nessun modo l’introspezione dei personaggi e con una trama improvvisata e "in divenire". La vicenda, infatti, è piuttosto semplice, gli eventi si susseguono a ritmo incalzante e sotto il segno di un dialogo sempre avvincente (memorabile lo scambio di battute tra Yuma e il doc della storia). Insomma quello che conta è l’avventura. E con Yuma Kid il lettore ne ha in abbondanza!

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Re: I Fratelli di Tex
PERCORSO EDITORIALE

I diciotto numeri di Yuma Kid escono dal mese di aprile al novembre del 1953 e furono pubblicati nella Collana Arco dell’Audace, nel classico formato a Striscia. In quel periodo non era una novità denominare una testata a fumetti con nomi immediati e riconoscibili. Ad esempio un personaggio come Il Cavaliere Nero, scritto da GLB e disegnato dalla mitica ESSEGESSE, fu pubblicato nella Collana Fiamma, mentre il nostro Zagor nella Collana Lampo.
La Collana Arco pubblicò tanti eroi a fumetti creati da GLB ma anche da altri autori (penso a Roy D’Amy). In questa collana dal 1953 al 1958 sono usciti:
Yuma Kid
Zà La Mort
El Kid
Terry
Cherri Brandy Racconta
La Pattuglia dei Bufali
Big Davy
Rocky Star
La Collana Arco ospita dunque otto serie diverse di personaggi, tutti scritti e creati da GLB, tranne La Pattuglia dei Bufali e Cherry Brandi Racconta di Roy D’Amy, e Rocky Star di Andrea Lavezzolo.
Il disegnatore di questa serie è Mario Uggeri, collaboratore dei primissimi Tex, disegnatore eclettico che si è occupato di pittura. Uggeri è bravissimo nel disegnare i primi piani e nel dare una certa atmosfera all’azione generale. Le copertine della serie a Striscia sono però opera di Giovanni Benvenuti, tranne le ultime tre, disegnate da Giovanni Sinchetto (ma in realtà furono utilizzati tre disegni tratti da Il Cavaliere Nero, forse per esigenze editoriali).

I diciotto numeri di Yuma Kid escono dal mese di aprile al novembre del 1953 e furono pubblicati nella Collana Arco dell’Audace, nel classico formato a Striscia. In quel periodo non era una novità denominare una testata a fumetti con nomi immediati e riconoscibili. Ad esempio un personaggio come Il Cavaliere Nero, scritto da GLB e disegnato dalla mitica ESSEGESSE, fu pubblicato nella Collana Fiamma, mentre il nostro Zagor nella Collana Lampo.
La Collana Arco pubblicò tanti eroi a fumetti creati da GLB ma anche da altri autori (penso a Roy D’Amy). In questa collana dal 1953 al 1958 sono usciti:
Yuma Kid
Zà La Mort
El Kid
Terry
Cherri Brandy Racconta
La Pattuglia dei Bufali
Big Davy
Rocky Star
La Collana Arco ospita dunque otto serie diverse di personaggi, tutti scritti e creati da GLB, tranne La Pattuglia dei Bufali e Cherry Brandi Racconta di Roy D’Amy, e Rocky Star di Andrea Lavezzolo.
Il disegnatore di questa serie è Mario Uggeri, collaboratore dei primissimi Tex, disegnatore eclettico che si è occupato di pittura. Uggeri è bravissimo nel disegnare i primi piani e nel dare una certa atmosfera all’azione generale. Le copertine della serie a Striscia sono però opera di Giovanni Benvenuti, tranne le ultime tre, disegnate da Giovanni Sinchetto (ma in realtà furono utilizzati tre disegni tratti da Il Cavaliere Nero, forse per esigenze editoriali).
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Re: I Fratelli di Tex
LE RISTAMPE
Sergio Bonelli ha riproposto molte volte Yuma Kid in varie ristampe che hanno ottenuto un discreto successo negli anni. La prima riproposizione del personaggio arriva grazie a Le avventure del West, collana nel formato Albo D’Oro (cm.17x24) suddivisa in dieci serie che, a partire dal 1954 fino al 1960, ha rieditato tantissimi personaggi bonelliani.
Nella Quarta Serie de Avventure del West, dal numero 4 al 9, viene riproposto appunto Yuma Kid. Ecco il numero uno (4):

In seguito la Bonelli ristamperà Yuma Kid nella celebre collana Rodeo (numero 32) e in Tutto West (numero 28):


Una curiosità: sono solo i primi nove numeri della serie a Striscia sono stati pubblicati in queste due ristampe, mentre per leggere gli altri nove bisogna procurarsi gli albi originali. Le spiegazioni probabili sono due: mancanza del materiale o scelta editoriale. Infatti, fu lo stesso Sergio Bonelli in una rubrica della posta di Tutto West a spiegare che avrebbe mandato in edicola quelle storie meritevoli di pubblicazione. Ora io non so se i restanti nove numeri di Yuma Kid fossero o meno meritevoli, però sarei curioso di leggerli perché ho trovato interessanti i primi nove albetti.
Sergio Bonelli ha riproposto molte volte Yuma Kid in varie ristampe che hanno ottenuto un discreto successo negli anni. La prima riproposizione del personaggio arriva grazie a Le avventure del West, collana nel formato Albo D’Oro (cm.17x24) suddivisa in dieci serie che, a partire dal 1954 fino al 1960, ha rieditato tantissimi personaggi bonelliani.
Nella Quarta Serie de Avventure del West, dal numero 4 al 9, viene riproposto appunto Yuma Kid. Ecco il numero uno (4):

In seguito la Bonelli ristamperà Yuma Kid nella celebre collana Rodeo (numero 32) e in Tutto West (numero 28):


Una curiosità: sono solo i primi nove numeri della serie a Striscia sono stati pubblicati in queste due ristampe, mentre per leggere gli altri nove bisogna procurarsi gli albi originali. Le spiegazioni probabili sono due: mancanza del materiale o scelta editoriale. Infatti, fu lo stesso Sergio Bonelli in una rubrica della posta di Tutto West a spiegare che avrebbe mandato in edicola quelle storie meritevoli di pubblicazione. Ora io non so se i restanti nove numeri di Yuma Kid fossero o meno meritevoli, però sarei curioso di leggerli perché ho trovato interessanti i primi nove albetti.
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Re: I Fratelli di Tex
YUMA KID - IL REMAKE

Caso più unico che raro Yuma Kid è stato protagonista di un remake uscito negli anni Settanta. I testi sono sempre di GLB ma i disegni di Jeorge Luis Moliterni. In questo caso l’autore spagnolo ci dà una versione più matura ed energica del personaggio, disegnandolo come un gigante. Bellissime le scene notturne, tra l’altro. Leggendo questo remake c’è da dire che in pratica l’avventura è uguale perfino nei testi a quella dei primi nove albetti a striscia (come detto, proposti nella Rodeo e in Tutto West) ma curiosamente manca la parte in cui Yuma si reca a Robber Roost. Il remake fu realizzato nel 1975 e pubblicato l’anno seguente per la Mondadori nella collana I Grandi Fumetti.


Caso più unico che raro Yuma Kid è stato protagonista di un remake uscito negli anni Settanta. I testi sono sempre di GLB ma i disegni di Jeorge Luis Moliterni. In questo caso l’autore spagnolo ci dà una versione più matura ed energica del personaggio, disegnandolo come un gigante. Bellissime le scene notturne, tra l’altro. Leggendo questo remake c’è da dire che in pratica l’avventura è uguale perfino nei testi a quella dei primi nove albetti a striscia (come detto, proposti nella Rodeo e in Tutto West) ma curiosamente manca la parte in cui Yuma si reca a Robber Roost. Il remake fu realizzato nel 1975 e pubblicato l’anno seguente per la Mondadori nella collana I Grandi Fumetti.

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Re: I Fratelli di Tex
YUMA KID - LE RACCOLTE
Integro con questo post il discorso sulle ristampe di Yuma Kid. Si tratta di due raccolte uscite come supplemento alla Collana Zenit, più precisamente il 9 e il 10:


In queste due Raccolte sono riproposti i diciotto numeri usciti nel formato a Striscia, quindi la serie completa che non è stata ristampata nella Rodeo e in Tutto West.
Piccola parentesi sulla Collana Zenit, pubblicata dall'Audace dal 1950 al 1958. Come la Collana Arco, anche in questo caso vengono proposti vari personaggi:
Red Carson
Buffalo Bill
Lo Sceriffo di Ferro
I Tre Bill
Rio Kid - Il Cavaliere del Texas
Il Sergente York
Il ritorno dei Tre Bill
Hondo
Hondo e Rio Kid sono due personaggi di GLB, così come I Tre Bill (che, pare, dovranno comparire come guest star in una futura storia di Tex nella serie Maxi), mentre Il Sergente York è creazione di Roy D'Ami. Red Carson, Lo Sceriffo di Ferro e Buffalo Bill sono tre serie statunitense tradotte (e integrate con testi inediti) sempre dal vulcanico GLB.
Integro con questo post il discorso sulle ristampe di Yuma Kid. Si tratta di due raccolte uscite come supplemento alla Collana Zenit, più precisamente il 9 e il 10:


In queste due Raccolte sono riproposti i diciotto numeri usciti nel formato a Striscia, quindi la serie completa che non è stata ristampata nella Rodeo e in Tutto West.
Piccola parentesi sulla Collana Zenit, pubblicata dall'Audace dal 1950 al 1958. Come la Collana Arco, anche in questo caso vengono proposti vari personaggi:
Red Carson
Buffalo Bill
Lo Sceriffo di Ferro
I Tre Bill
Rio Kid - Il Cavaliere del Texas
Il Sergente York
Il ritorno dei Tre Bill
Hondo
Hondo e Rio Kid sono due personaggi di GLB, così come I Tre Bill (che, pare, dovranno comparire come guest star in una futura storia di Tex nella serie Maxi), mentre Il Sergente York è creazione di Roy D'Ami. Red Carson, Lo Sceriffo di Ferro e Buffalo Bill sono tre serie statunitense tradotte (e integrate con testi inediti) sempre dal vulcanico GLB.
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Re: I Fratelli di Tex
RIO KID, IL CAVALIERE DEL TEXAS - LA STORIA
Intorno al 1864, da Laredo sino a El Paso e in tutto il territorio che dal sud del Texas giunge sino ad Austin, un nome correva sulle bocche di moltissimi: Rio Kid! Un nome che significava generalmente fastidi e preoccupazioni per gli sceriffi, seccature e vetri rotti per i proprietari dei saloon, e aria di cimitero per i fuorilegge che infestavano quelle regioni!
Ancora una volta è una fulminante didascalia a presentare la breve avventura di Rio Kid. Un sistema che GLB utilizzava in quei periodi eroici dell'editoria a fumetti per delineare in modo immediato le caratteristiche del suo nuovo eroe. In questa storia Rio e il suo pard Whisky Bill (che ricorda i forzuti Pat Mc Ryan e Gros-Jean, solo ancora più scapestrato, arrogante e fuori di testa dei due amici di Tex) incontrano la solita coppia di archeologici composta da padre e figlia: il professor Dayton e sua figlia Anna, quest’ultima accompagnata dall’imberbe Tom Harvey, il classico fidanzato dell’Est. La coppia Papà Dayton e figlia mi ricordano quella già vista nella memorabile I Figli della Notte (il Professor Nizon e sua figlia Gloria) una delle avventure di Tex più affascinanti del primo centenario. Anzi l’incipit è pressoché uguale. Anche GLB rivisitava le sue stesse opere. Dayton è alla ricerca di un disco d’oro, che dovrebbe trovarsi tra le rovine di un antico tempio Maya situato nei pressi della Sierra Encantada (un luogo che i lettori di Tex e gli appassionati di El Morisco conoscono bene). A far loro da guida è l’infido Benito Rosales detto “El Escorpiòn”, uno che accopperebbe la mamma per un bicchiere di latte in più, e che si è alleato con gli indiani di Yamada per ottenere i suoi loschi scopi. Rio e Whisky, venuti a conoscenza della situazione in cui si trovano i Dayton, decidono di intervenire a modo loro salvando prima il povero Tom e poi aiutando Anna e suo padre. In questo racconto ci sono tutti i tipici elementi bonelliani: tanta azione, dialoghi scoppiettanti, ironia, le classiche e antiche rovine del tempio, deserti e impervi canyon, e l’anaconda (serpente che perfino Tex incontra in una sua vecchia avventura). Anche il finale è tipicamente bonelliano, con la galleria allagata e i nostri che rischiano di morire annegati (Il Veliero Maledetto). Naturalmente Rio Kid riuscirà a salvare i suoi amici e a sconfiggere il temibile El Escorpiòn per poi tornare, insieme al fido Whisky Bill, nella loro Laredo. Verso nuove avventure che non sono mai state raccontate.

Intorno al 1864, da Laredo sino a El Paso e in tutto il territorio che dal sud del Texas giunge sino ad Austin, un nome correva sulle bocche di moltissimi: Rio Kid! Un nome che significava generalmente fastidi e preoccupazioni per gli sceriffi, seccature e vetri rotti per i proprietari dei saloon, e aria di cimitero per i fuorilegge che infestavano quelle regioni!
Ancora una volta è una fulminante didascalia a presentare la breve avventura di Rio Kid. Un sistema che GLB utilizzava in quei periodi eroici dell'editoria a fumetti per delineare in modo immediato le caratteristiche del suo nuovo eroe. In questa storia Rio e il suo pard Whisky Bill (che ricorda i forzuti Pat Mc Ryan e Gros-Jean, solo ancora più scapestrato, arrogante e fuori di testa dei due amici di Tex) incontrano la solita coppia di archeologici composta da padre e figlia: il professor Dayton e sua figlia Anna, quest’ultima accompagnata dall’imberbe Tom Harvey, il classico fidanzato dell’Est. La coppia Papà Dayton e figlia mi ricordano quella già vista nella memorabile I Figli della Notte (il Professor Nizon e sua figlia Gloria) una delle avventure di Tex più affascinanti del primo centenario. Anzi l’incipit è pressoché uguale. Anche GLB rivisitava le sue stesse opere. Dayton è alla ricerca di un disco d’oro, che dovrebbe trovarsi tra le rovine di un antico tempio Maya situato nei pressi della Sierra Encantada (un luogo che i lettori di Tex e gli appassionati di El Morisco conoscono bene). A far loro da guida è l’infido Benito Rosales detto “El Escorpiòn”, uno che accopperebbe la mamma per un bicchiere di latte in più, e che si è alleato con gli indiani di Yamada per ottenere i suoi loschi scopi. Rio e Whisky, venuti a conoscenza della situazione in cui si trovano i Dayton, decidono di intervenire a modo loro salvando prima il povero Tom e poi aiutando Anna e suo padre. In questo racconto ci sono tutti i tipici elementi bonelliani: tanta azione, dialoghi scoppiettanti, ironia, le classiche e antiche rovine del tempio, deserti e impervi canyon, e l’anaconda (serpente che perfino Tex incontra in una sua vecchia avventura). Anche il finale è tipicamente bonelliano, con la galleria allagata e i nostri che rischiano di morire annegati (Il Veliero Maledetto). Naturalmente Rio Kid riuscirà a salvare i suoi amici e a sconfiggere il temibile El Escorpiòn per poi tornare, insieme al fido Whisky Bill, nella loro Laredo. Verso nuove avventure che non sono mai state raccontate.

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Re: I Fratelli di Tex
PERCORSO EDITORIALE

Tra il 1948 (anno dell’uscita di Tex) e il 1959 GLB per l'Audace produce e scrive decine di serie inventando numerosi personaggi dall'alterna fortuna, oltre a tradurre le avventure di tre saghe americane: Giubba Rossa, Verdugo Ranch, Lo Sceriffo di Ferro. Ed è proprio in questo periodo di fertile creatività che, nel 1953, esce nel consueto formato Striscia, la serie Rio Kid – Il Cavaliere del Texas pubblicata nella Collana Zenit. Questo personaggio esce nello stesso anno di Yuma Kid ma è un eroe molto diverso, una specie di Pecos Bill per quanto riguarda l'abbigliamento ma meno damerino rispetto all'eroe del grande Guido Martina. Accompagnato da una divertente e inseparabile spalla come Whisky Bill, Rio vive le sue avventure principalmente nei territori tra il Texas e il Mexico. Il suo percorso editoriale nelle edicole fu alquanto breve: soltanto nove numeri che corrispondono alle 98 pagine del consueto formato bonelliano. I disegni di questa breve serie sono affidati all'esperto Roy D'Amy che, in quel periodo, era un valido collaboratore delle serie Audace.

Tra il 1948 (anno dell’uscita di Tex) e il 1959 GLB per l'Audace produce e scrive decine di serie inventando numerosi personaggi dall'alterna fortuna, oltre a tradurre le avventure di tre saghe americane: Giubba Rossa, Verdugo Ranch, Lo Sceriffo di Ferro. Ed è proprio in questo periodo di fertile creatività che, nel 1953, esce nel consueto formato Striscia, la serie Rio Kid – Il Cavaliere del Texas pubblicata nella Collana Zenit. Questo personaggio esce nello stesso anno di Yuma Kid ma è un eroe molto diverso, una specie di Pecos Bill per quanto riguarda l'abbigliamento ma meno damerino rispetto all'eroe del grande Guido Martina. Accompagnato da una divertente e inseparabile spalla come Whisky Bill, Rio vive le sue avventure principalmente nei territori tra il Texas e il Mexico. Il suo percorso editoriale nelle edicole fu alquanto breve: soltanto nove numeri che corrispondono alle 98 pagine del consueto formato bonelliano. I disegni di questa breve serie sono affidati all'esperto Roy D'Amy che, in quel periodo, era un valido collaboratore delle serie Audace.
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Re: I Fratelli di Tex
LE RISTAMPE
Pur essendo una collana dalla breve durata Rio Kid - Il Cavaliere del Texas è stato comunque riproposto varie volte e in diversi formati dalla casa editrice di Sergio Bonelli.
Inizio con l'immancabile Raccolta:

Questo è il numero 11 e fu pubblicato nella Collana Zenit - Raccoltine. Ecco un elenco di come è composta questa serie di Raccolte:
Buffalo Bill - 1-2
Lo Sceriffo di Ferro - 3
Gordon Jim - 4-5
I Tre Bill - 6-7-8
Yuma Kid - 9-10
Rio Kid - 11
Rio Kid - Il Cavaliere del Texas è stato riproposto in Le Avventure del West:

Nel numero 14 della Collana Rodeo:

E numero 1 dell'immancabile Tutto West, con cover inedita del bravo Vincenzo Monti:

Infine, Rio Kid è stato riproposto nella Prima Serie Zenith Gigante, da non confondersi con la Seconda Serie Zenith Gigante (dove, a partire dal numero 52, furono pubblicate le storie di Zagor che tutt'oggi proseguono nelle edicole). Ecco la cover del numero 6:

La copertina è uguale a quella utilizzata per Le Avventure del West (infatti furono usate le rese invendute di questa collana per formare questa serie) e il valore di un pezzo del genere raggiunge prezzi da capogiro sul mercato dei fumetti.
Pur essendo una collana dalla breve durata Rio Kid - Il Cavaliere del Texas è stato comunque riproposto varie volte e in diversi formati dalla casa editrice di Sergio Bonelli.
Inizio con l'immancabile Raccolta:

Questo è il numero 11 e fu pubblicato nella Collana Zenit - Raccoltine. Ecco un elenco di come è composta questa serie di Raccolte:
Buffalo Bill - 1-2
Lo Sceriffo di Ferro - 3
Gordon Jim - 4-5
I Tre Bill - 6-7-8
Yuma Kid - 9-10
Rio Kid - 11
Rio Kid - Il Cavaliere del Texas è stato riproposto in Le Avventure del West:

Nel numero 14 della Collana Rodeo:

E numero 1 dell'immancabile Tutto West, con cover inedita del bravo Vincenzo Monti:

Infine, Rio Kid è stato riproposto nella Prima Serie Zenith Gigante, da non confondersi con la Seconda Serie Zenith Gigante (dove, a partire dal numero 52, furono pubblicate le storie di Zagor che tutt'oggi proseguono nelle edicole). Ecco la cover del numero 6:

La copertina è uguale a quella utilizzata per Le Avventure del West (infatti furono usate le rese invendute di questa collana per formare questa serie) e il valore di un pezzo del genere raggiunge prezzi da capogiro sul mercato dei fumetti.
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Re: I Fratelli di Tex
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Re: I Fratelli di Tex
La collezione completa di Tutto West è quella che ho anch'io. Magari avessi le raccoltine, le strisce o altre serie d'epoca. Poi posseggo qualcosina che ho trovato in rete, tipo le avventure francesi di Hondo, Il Cavaliere Nero, Un ragazzo nel Far West e altre chicche...
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Re: I Fratelli di Tex
EL KID - LA STORIA
Sulle frontiere nord del Messico, al tempo in cui solo i ricchi e i pezzi grossi dell'esercito godevano della protezione della legge, un uomo sorse in difesa dei poveri e degli oppressi... El Kid!
La consueta didascalia introduce questo nuovo eroe bonelliano, nato dalla fervida fantasia di GLB e dal magico pennino di Dino Battaglia. Pistolero, ribelle, anarchico, El Kid è un personaggio che agisce nei territori arroventati del Messico, in fuga dai Rurales. Don José de Altamura y San Diego y Almaviva, governatore di Cohamila, ha posto un taglia sulla sua testa: mille pesos. Cominciano in questo modo le gesta di El Kid, un hombre dalla battuta e dalla pistola facile. Nella sua prima storia affronta banditos, aiuta i suoi amici Comanches e sconfigge l'astuto Laredo. Nella seconda aiuta un suo vecchio amico, Nick Tatum, gestore di un saloon che fa gola a Tom Brady, il solito opportunista che vuole mettere le mani su tutta la città. Come sempre la mancanza di originalità delle trame è sopperita dai dialoghi sempre avvincenti di Giovanni Luigi Bonelli. El Kid è un personaggio che assomiglia molto a Tex, potremmo definirlo la sua "versione messicana", ma agisce da solo, come nelle primissime storie del ranger. E ha i suoi stessi guai con la legge, una taglia sulla testa, e sulle sue tracce, al posto dello sceriffo e i suoi scagnozzi, le truppe di più o meno onesti rurales.

Sulle frontiere nord del Messico, al tempo in cui solo i ricchi e i pezzi grossi dell'esercito godevano della protezione della legge, un uomo sorse in difesa dei poveri e degli oppressi... El Kid!
La consueta didascalia introduce questo nuovo eroe bonelliano, nato dalla fervida fantasia di GLB e dal magico pennino di Dino Battaglia. Pistolero, ribelle, anarchico, El Kid è un personaggio che agisce nei territori arroventati del Messico, in fuga dai Rurales. Don José de Altamura y San Diego y Almaviva, governatore di Cohamila, ha posto un taglia sulla sua testa: mille pesos. Cominciano in questo modo le gesta di El Kid, un hombre dalla battuta e dalla pistola facile. Nella sua prima storia affronta banditos, aiuta i suoi amici Comanches e sconfigge l'astuto Laredo. Nella seconda aiuta un suo vecchio amico, Nick Tatum, gestore di un saloon che fa gola a Tom Brady, il solito opportunista che vuole mettere le mani su tutta la città. Come sempre la mancanza di originalità delle trame è sopperita dai dialoghi sempre avvincenti di Giovanni Luigi Bonelli. El Kid è un personaggio che assomiglia molto a Tex, potremmo definirlo la sua "versione messicana", ma agisce da solo, come nelle primissime storie del ranger. E ha i suoi stessi guai con la legge, una taglia sulla testa, e sulle sue tracce, al posto dello sceriffo e i suoi scagnozzi, le truppe di più o meno onesti rurales.

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Re: I Fratelli di Tex
PERCORSO EDITORIALE

El Kid è un personaggio uscito nella Collana Arco (di cui già ho parlato). Divise in due serie (oggi le chiameremmo stagioni) le sue avventure sono state pubblicate tra l'ottobre del 1955 al marzo del 1956 e nel classico formato a striscia. I disegni della prima serie, suddivisa in quindici numeri, sono appannaggio di un giovanissimo Dino Battaglia (che per l'Audace aveva pubblicato lo stupendo e sognante Peter Pan, sempre sui testi del poliedrico GLB), aiutato in un numero da Renzo Calegari. Nella seconda serie, invece, subentreranno il citato Calegari e Gino D'Antonio, autori della parte grafica dei restanti nove albetti a striscia.

El Kid è un personaggio uscito nella Collana Arco (di cui già ho parlato). Divise in due serie (oggi le chiameremmo stagioni) le sue avventure sono state pubblicate tra l'ottobre del 1955 al marzo del 1956 e nel classico formato a striscia. I disegni della prima serie, suddivisa in quindici numeri, sono appannaggio di un giovanissimo Dino Battaglia (che per l'Audace aveva pubblicato lo stupendo e sognante Peter Pan, sempre sui testi del poliedrico GLB), aiutato in un numero da Renzo Calegari. Nella seconda serie, invece, subentreranno il citato Calegari e Gino D'Antonio, autori della parte grafica dei restanti nove albetti a striscia.
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Re: I Fratelli di Tex
LE RISTAMPE
Come per gli altri personaggi presi in esame in questo topic, anche El Kid è stato oggetto di numerose riproposizioni nel corso degli anni. Una curiosità rispetto alle precedenti ristampe, è che sia la Collana Rodeo che Tutto West, non hanno pubblicato la seconda serie delle sue avventure. Un caso simile a quanto già evidenziato per Yuma Kid. Mancanza di materiale originale dove attingere? Problemi di programmazione? Un vero peccato perché dei nove albetti a striscia che costituiscono la seconda serie di questo eroe, bisogna recuperarli o nella versione originale o nelle ristampe più antiche, e per questo difficili da reperire.
Come di consueto, ecco la carrellata di ristampe. A partire dalla famigerata (e introvabile) Raccoltina:

Alla versione Le Avventure del West:

E alle recenti (per modo di dire) riproposizioni per la Collana Rodeo 29 e 30:

E per i numeri 2 e 3 di Tutto West:

El Kid potremmo definirlo un fumetto figlio dei suoi tempi e delle esigenze tipiche di quel periodo editoriale, ossia: storie di pura evasione, prive di approfondimento psicologico, ma solo SANA e meravigliosa avventura. A differenza di Tex, anche questa serie è finita nell'oblio, ma al lettore appassionato e nostalgico, nonché amante dell'opera omnia del grande Giovanni Luigi Bonelli, le storie di El Kid vanno lette e valutate per quello che riescono a dare e alla positività di queste avventure, scritte in un periodo in cui il fumetto era il media più apprezzato dai ragazzi.
Come per gli altri personaggi presi in esame in questo topic, anche El Kid è stato oggetto di numerose riproposizioni nel corso degli anni. Una curiosità rispetto alle precedenti ristampe, è che sia la Collana Rodeo che Tutto West, non hanno pubblicato la seconda serie delle sue avventure. Un caso simile a quanto già evidenziato per Yuma Kid. Mancanza di materiale originale dove attingere? Problemi di programmazione? Un vero peccato perché dei nove albetti a striscia che costituiscono la seconda serie di questo eroe, bisogna recuperarli o nella versione originale o nelle ristampe più antiche, e per questo difficili da reperire.
Come di consueto, ecco la carrellata di ristampe. A partire dalla famigerata (e introvabile) Raccoltina:

Alla versione Le Avventure del West:

E alle recenti (per modo di dire) riproposizioni per la Collana Rodeo 29 e 30:


E per i numeri 2 e 3 di Tutto West:


El Kid potremmo definirlo un fumetto figlio dei suoi tempi e delle esigenze tipiche di quel periodo editoriale, ossia: storie di pura evasione, prive di approfondimento psicologico, ma solo SANA e meravigliosa avventura. A differenza di Tex, anche questa serie è finita nell'oblio, ma al lettore appassionato e nostalgico, nonché amante dell'opera omnia del grande Giovanni Luigi Bonelli, le storie di El Kid vanno lette e valutate per quello che riescono a dare e alla positività di queste avventure, scritte in un periodo in cui il fumetto era il media più apprezzato dai ragazzi.
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Re: I Fratelli di Tex
LOBO KID - LA STORIA
La storia di colui che fu per un lungo tempo il più famoso desperado del west… di un cavaliere inimitabile, di un tiratore infallibile, di un uomo dai nervi d’acciaio: la storia di un uomo che affrontò con una temerarietà senza pari le più disperate imprese.
Con il solito tonfo enfatico tipicamente bonelliano sono introdotte le avventure di Lobo Kid. A differenza di altri suoi personaggi GLB non introduce questa serie con l'immancabile didascalia ma lascia il compito di narrare le imprese di Lobo Kid a un vecchio di nome Joss Hardin. Nelle prime pagine di quest’avventura si capisce che è ambientata durante gli anni della Guerra Civile. Il protagonista è il giovane Larry Clayton, che in futuro diventerà Lobo Kid, insieme a Yagor, un comanche in fuga e braccato dagli uomini bianchi. Larry decide di condurre l’indiano nella sua villa, aiutato dal nero Sam. Un gruppo di malviventi si traveste da soldati nordisti e attacca la piantagione di Peter Clayton, papà di Larry, uccidendo i genitori del ragazzo. A ordire questo losco piano è suo zio Fred, che si è alleato con i banditi per far fuori il fratello e impossessarsi della sue proprietà. Cominciano così le avventure di questo personaggio bonelliano che, nella sua parte iniziale, ricorda un po’ il nostro Zagor: anche Lobo Kid, infatti, resta orfano dei genitori, ma sarà accudito non da un vecchio trapper con l'anima del filoso, ma da un uomo come Yagor che gli farà da tutore. GLB intreccia dunque due vicende: da un lato il piccolo Larry e i suoi propositi di vendicare i suoi cari; dall'altro, le disavventure di Freccia Spezzata, alias Yagor, e i suoi problemi legati ai comanche di Faccia Tagliata, indiano che gli ha ammazzato la fidanzata. Insomma, anche in questo caso GLB indulge nella tematica della vendetta allargandola addirittura a due personaggi e non solo al protagonista principale.
In Lobo Kid non mancano le sparatorie, gli inseguimenti e i dialoghi coloriti. Così come alcuni archetipi bonelliani, tra cui la saggia Nadya, madre di Yagor, che vive su una mesa abbandonata insieme a un puma e a un corvo nero e che ricorda tante vecchie indiane viste anche nella saga di Tex o in Yuma Kid. Nel secondo albo, Il giorno della Vendetta, scritto dal "misterioso" Glauco Verozzi, Lobo Kid cresce e, divenuto un astuto pistolero, riesce a vendicarsi del suo bieco zio. Ma l’autore eccede nel sentimentalismo e, a differenza di quanto aveva annunciato GLB nella prima parte di questa storia, Lobo non solo non diventa un pistolero alla El Kid, anzi, ma trova l’amore di Suyana, una ragazza comanche con cui decide di appendere le pistole al chiodo e dedicarsi alla famiglia!

La storia di colui che fu per un lungo tempo il più famoso desperado del west… di un cavaliere inimitabile, di un tiratore infallibile, di un uomo dai nervi d’acciaio: la storia di un uomo che affrontò con una temerarietà senza pari le più disperate imprese.
Con il solito tonfo enfatico tipicamente bonelliano sono introdotte le avventure di Lobo Kid. A differenza di altri suoi personaggi GLB non introduce questa serie con l'immancabile didascalia ma lascia il compito di narrare le imprese di Lobo Kid a un vecchio di nome Joss Hardin. Nelle prime pagine di quest’avventura si capisce che è ambientata durante gli anni della Guerra Civile. Il protagonista è il giovane Larry Clayton, che in futuro diventerà Lobo Kid, insieme a Yagor, un comanche in fuga e braccato dagli uomini bianchi. Larry decide di condurre l’indiano nella sua villa, aiutato dal nero Sam. Un gruppo di malviventi si traveste da soldati nordisti e attacca la piantagione di Peter Clayton, papà di Larry, uccidendo i genitori del ragazzo. A ordire questo losco piano è suo zio Fred, che si è alleato con i banditi per far fuori il fratello e impossessarsi della sue proprietà. Cominciano così le avventure di questo personaggio bonelliano che, nella sua parte iniziale, ricorda un po’ il nostro Zagor: anche Lobo Kid, infatti, resta orfano dei genitori, ma sarà accudito non da un vecchio trapper con l'anima del filoso, ma da un uomo come Yagor che gli farà da tutore. GLB intreccia dunque due vicende: da un lato il piccolo Larry e i suoi propositi di vendicare i suoi cari; dall'altro, le disavventure di Freccia Spezzata, alias Yagor, e i suoi problemi legati ai comanche di Faccia Tagliata, indiano che gli ha ammazzato la fidanzata. Insomma, anche in questo caso GLB indulge nella tematica della vendetta allargandola addirittura a due personaggi e non solo al protagonista principale.
In Lobo Kid non mancano le sparatorie, gli inseguimenti e i dialoghi coloriti. Così come alcuni archetipi bonelliani, tra cui la saggia Nadya, madre di Yagor, che vive su una mesa abbandonata insieme a un puma e a un corvo nero e che ricorda tante vecchie indiane viste anche nella saga di Tex o in Yuma Kid. Nel secondo albo, Il giorno della Vendetta, scritto dal "misterioso" Glauco Verozzi, Lobo Kid cresce e, divenuto un astuto pistolero, riesce a vendicarsi del suo bieco zio. Ma l’autore eccede nel sentimentalismo e, a differenza di quanto aveva annunciato GLB nella prima parte di questa storia, Lobo non solo non diventa un pistolero alla El Kid, anzi, ma trova l’amore di Suyana, una ragazza comanche con cui decide di appendere le pistole al chiodo e dedicarsi alla famiglia!

Ultima modifica di Guitarjim1982 il Sab 12 Ago 2017, 16:14 - modificato 1 volta.
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Re: I Fratelli di Tex
PERCORSO EDITORIALE

Lobo Kid a differenza di altri eroi bonelliani non ha avuto una testata autonoma, ma appare per la prima volta nel 1964 in appendice a Furio – Serie Libretto, collana composta da quaranta numeri che riproponevano storie inedite del famoso Furio Almirante, personaggio creato da Carlo Cossio per Audace Giornale e poi ripreso varie volte da GLB. E fu proprio sulle pagine di Furio che il creatore di Tex iniziò la sua breve avventura di editore, rilevando la testata Audace e inventando l’albo giornale dedicato a un solo personaggio. Ma questa è un’altra storia.
Una curiosità su Furio - Serie Libretto è data da questa copertina:

La cover ricorda moltissimo una celebre storia di Tex, ossia Il lago scarlatto, dove il nostro ranger si ritrova praticamente nella medesima situazione vista in questa copertina di Furio.

Lobo Kid a differenza di altri eroi bonelliani non ha avuto una testata autonoma, ma appare per la prima volta nel 1964 in appendice a Furio – Serie Libretto, collana composta da quaranta numeri che riproponevano storie inedite del famoso Furio Almirante, personaggio creato da Carlo Cossio per Audace Giornale e poi ripreso varie volte da GLB. E fu proprio sulle pagine di Furio che il creatore di Tex iniziò la sua breve avventura di editore, rilevando la testata Audace e inventando l’albo giornale dedicato a un solo personaggio. Ma questa è un’altra storia.
Una curiosità su Furio - Serie Libretto è data da questa copertina:

La cover ricorda moltissimo una celebre storia di Tex, ossia Il lago scarlatto, dove il nostro ranger si ritrova praticamente nella medesima situazione vista in questa copertina di Furio.
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Re: I Fratelli di Tex
LE RISTAMPE
In questo caso c'è poco da dire: tutta la serie di Lobo Kid è stata riproposta solo una volta nella celebre Collana Rodeo. I numeri sono il 6 e il 7:

In ultima analisi vorrei spendere qualche riga per Glauco Verozzi. Chi era?
Quest'autore ha scritto la seconda parte delle avventure di Lobo Kid e rappresenta, ancora oggi, un mistero editoriale mai risolto. In un primo momento si è pensato a un collaboratore esterno, un aspirante sceneggiatore che ha utilizzato uno pseudonimo. La certezza non c'è e, di questo Glauco Verozzi, non c'è traccia nella storia del fumetto italiano e bonelliano.
A complicare la situazione è che esiste un altro Verozzi, tale Franco, che ha firmato le avventure di Rick Master, personaggio TOTALMENTE di Gianluigi Bonelli. Ora quello che mi chiedo è: perché usare quel cognome? Che GLB utilizzasse pseudonimi era una cosa risaputa e, a inizio carriera, lo aveva fatto più volte; ma se in Rick Master è evidente, avendo letto le storie (prossimamente dedicherò un post anche a lui) che la mano è sempre quella del papà di Tex, in Lobo Kid, nell'albo scritto da Glauco, è chiaro che si tratta di un altro autore. Lo stile di scrittura nella seconda parte è diverso da quello originale, l'autore eccede in soluzioni romantiche che GLB non avrebbe di certo utilizzato e scombina totalmente le caratteristiche del personaggio rinnegando il fatto che sarebbe dovuto diventare un fuorilegge.
Cercando in rete, nel sito della Sergio Bonelli, leggo che Glauco avrebbe completato la storia, lasciata in sospesa da Bonelli, ma altre informazioni non ne trovo. Dunque per ora il mistero rimane su chiunque sia nascosto dietro il nome di Glauco Verozzi.
In questo caso c'è poco da dire: tutta la serie di Lobo Kid è stata riproposta solo una volta nella celebre Collana Rodeo. I numeri sono il 6 e il 7:


In ultima analisi vorrei spendere qualche riga per Glauco Verozzi. Chi era?
Quest'autore ha scritto la seconda parte delle avventure di Lobo Kid e rappresenta, ancora oggi, un mistero editoriale mai risolto. In un primo momento si è pensato a un collaboratore esterno, un aspirante sceneggiatore che ha utilizzato uno pseudonimo. La certezza non c'è e, di questo Glauco Verozzi, non c'è traccia nella storia del fumetto italiano e bonelliano.
A complicare la situazione è che esiste un altro Verozzi, tale Franco, che ha firmato le avventure di Rick Master, personaggio TOTALMENTE di Gianluigi Bonelli. Ora quello che mi chiedo è: perché usare quel cognome? Che GLB utilizzasse pseudonimi era una cosa risaputa e, a inizio carriera, lo aveva fatto più volte; ma se in Rick Master è evidente, avendo letto le storie (prossimamente dedicherò un post anche a lui) che la mano è sempre quella del papà di Tex, in Lobo Kid, nell'albo scritto da Glauco, è chiaro che si tratta di un altro autore. Lo stile di scrittura nella seconda parte è diverso da quello originale, l'autore eccede in soluzioni romantiche che GLB non avrebbe di certo utilizzato e scombina totalmente le caratteristiche del personaggio rinnegando il fatto che sarebbe dovuto diventare un fuorilegge.
Cercando in rete, nel sito della Sergio Bonelli, leggo che Glauco avrebbe completato la storia, lasciata in sospesa da Bonelli, ma altre informazioni non ne trovo. Dunque per ora il mistero rimane su chiunque sia nascosto dietro il nome di Glauco Verozzi.
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Re: I Fratelli di Tex

Il 28 agosto del 1917 nasceva Aurelio Galleppini, il papà grafico di Tex. Autodidatta assoluto, pittore, modellista, illustratore, artigiano e disegnatore di fumetti. Questo qui insieme ai prossimi post con protagonista Occhio Cupo sono dedicati al centenario della nascita di Galleppini, un uomo buono e d'altri tempi. Un artista che ha dedicato la sua vita a Tex e alla casa editrice e che ha rinunciato a qualsiasi velleità autoriale. Appassionato di trenini e fotografie del vecchio West, ha lasciato un'opera visiva fatta di migliaia di copertine e tavole disegnate, ma anche opere pittoriche e affeschi. Galleppini, in arte Galep, in merito alla pittura diceva di esserci giunto per gradi e non frequentando scuole. Quando è finita la guerra c'era stato un intervallo dal periodo che lavoravo nei fumetti e quindi la mano era già predisposta a imparare una nuova tecnica perciò mi son dato alla pittura per la prima volta. Alla pittura vera e propria, perché io fino ad allora avevo fatto disegni dal vero in bianco e nero, ma pittura no.
Nel Dopoguerra disegnava su mattonelle ritrovate nelle case distrutte, illustrazioni e disegni che vendeva agli americani trasformandoli in interessanti souvenir. In quel periodo della sua vita, Galep fece di tutto, pittore, il cartellonista, la pubblicità nei giornali, il Direttore artistico di un quotidiano, poi ho fatto scenografia e sceneggiatura… come ebbe a dire in una famosa intervista a Gianni Brunoro del 1977. E poi le illustrazioni, magnifiche, per le copertine dei libri: Mi sono cimentato perché avevo la mano fresca, fresca del pittore e vedrà delle illustrazioni che sembrano delle incisioni e invece sono state fatte col pennino, ma sembrano acqueforti e mettevo in pratica quello che avevo imparato come pittore. Infatti mi sentivo molto illustratore. Poi ho ripreso il fumetto.
Poi la collaborazione con l'Audace (così si chiamava la Sergio Bonelli Editore) a partire dal 1948 cambiò per sempre la sua vita. Non sul piano artistico, perché con Tex Galep si sentì come imbrigliato, ma dal punto di vista economico l'autore trovò finalmente una sicurezza dopo i difficili anni giovanili e lo sfruttamento ricevuto nelle altre case editrici per cui aveva lavorato prima. Per il ranger disegna migliaia di tavole e si occupa di tutte le copertine, realizzando piccoli capolavori come questo:

Per anni al servizio di un solo personaggio (come Gallieno Ferri) Galep dedica la sua vita a questo ranger inossidabile, a quest'uomo con la pistola facile e il pugno duro. Di lui ebbe a dire: Io non lo amo né lo odio ... Certo che il Tex mi ha rovinato la mano, sa... fare lo stesso personaggio, la stessa cosa, è un po’ fossilizzante. Nonostante ciò Aurelio ha regalato ai suoi lettori un'interpretazione grafica di un eroe che ha avuto una vita editoriale lunga e che continua tutt'ora a uscire nelle edicole. Un tratto immediato e riconoscibile che contribuì, insieme alle storie di Giovanni Luigi Bonelli, al successo della casa editrice. Ma quello che molti suoi detrattori (ebbene sì, esistono) non sanno è che Galep ha avuto molti problemi di salute. Ho avuto la disgrazia due/tre anni fa di avere una retinite all’occhio sinistro da cui vedo poco o niente, sa, con un occhio solo non si disegna più con quella sveltezza spiega a Brumoro, poi è subentrato, insieme alle cure per l’occhio, una nevrosi che mi fa tremare le mani. Forse sarà l’età, e quindi ho avuto un calo. Naturalmente in queste condizioni Galep ha continuato a produrre tavole su tavole ma a me, piuttosto che osservare il suo declino, piace ricordare i suoi momenti migliori. E una copertine evocativa e perfetta come questa in cui il suo stile armonioso, unico, impareggiabile si evidenzia totalmente per me vale mille discorsi:

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Re: I Fratelli di Tex
OCCHIO CUPO - LA STORIA

Leggendo le imprese di Occhio Cupo si capisce tutta la passione di GLB per Salgari e Dumas, per le disincantate avventure a bordo di vascelli pirati o nelle sperdute foreste canadesi. Carlo Lebeau è il protagonista di questo breve kolossal a fumetti, un uomo dedito alla vendetta (un tema glbonelliano per eccellenza) che indossa un curioso costume e una mascherina per nascondere la sua identità. Nella prima parte della sua storia, scoprima che Lebeau è un nobile deportato sulla nave “Gabbiano”. Il suo nemico è il Conte Di Vitrè, che ha ordito un turpe inganno ai suoi danni facendolo accusare ingiustamente di omicidio. A bordo della nave non c’è solo Occhio Cupo ma anche Clara, nipote del Generale Montacain (che Galep disegna come un Carson adulto) e lo stesso De Vitrè. Lebeau riuscito a scappare si rifugia nelle foreste di Quebec, tra i pini secolari, i fiumi argentati e le insidiose boscaglie. Uno scenario perfetto e poco sfruttato dai fumetti dell’epoca. Qui non si sa come (GLB non ci rivela nessun dettaglio) Occhio Cupo è riuscito a ingraziarsi la bella Luce Dei Boschi, guerriera e regina degli Uroni di cui è diventato il capo, e ad assumere l’identità misteriosa con cui si fa beffe dei nemici inglesi. In questa prima avventura di Occhio Cupo GLB colloca la sua storia durante la guerra dei Sette anni tra inglese e francesi per il possesso degli inesplorati territori canadesi. Lebeau non solo riuscirà a ottenere la sua vendetta, ma salverà anche il Generale Montecain e sua figlia Clara dall’assedio degli Irochesi utilizzando una carica di bisonti!

Lebeau, ottenuta la sua vendetta, conquista anche il cuore di Clara e, a bordo del suo vascello, inizia le sue scorribande avventurose. Negli albi successivi GLB cambia registro scenico e il tema delle storie per il suo eroe: non più durante la guerra tra inglesi e francesi ma nella lotta contro lo schiavismo; non più le intricate foreste canadesi ma lungo i mari della costa nord-americana. A bordo della sua “Tigre del Mare” Occhio Cupo cannoneggia le navi negriere liberando gli schiavi e conducendoli sul suo isolotto (come Sandokan anche Lebeau ha un suo rifugio). L’espediente letterario che Bonelli utilizza è geniale perché la “Tigre del Mare” ha una doppia identità proprio come il suo padrone: durante le fasi di battaglia è l’intrepido vascello che sconfina per i mari cercando i negrieri, ma per non avere guai con la marina, questa nave si trasforma nel “Sad Eye”, il pacifico vascello del marchese Leveau: le velature vengono cambiate, le insegne calate e le alberature modificate e il gioco è fatto. Salgari ne sarebbe stato soddisfatto! La seconda storia di Occhio Cupo è un inno all’avventura pura magnificamente disegnata: combattimenti marini, abbordaggi, intrighi, il rapimento della bella Clara, un nemico infido e traditore e chi più ne ha più ne metta.

La terza storia, che inizia sul numero cinque, L’Isola di Satana, invece è un curioso espediente editoriale: ormai la casa editrice, dopo solo quattro numeri, aveva smesso di realizzare avventure inedite di Occhio Cupo e, per questo, riadatta i prossimi due albi utilizzando i disegni di Capitan Fortuna, una vecchia storia di Rino Albertarelli pubblicata nel 1941. Nelle diciotto tavole che compongono gli ultimi due albi di Occhio Cupo, la casa editrice Audace e GLB cambiano i dialoghi nei balloon (anche perché all’origine e per la consueta censura fascista, i cineromanzi di quel periodo venivano pubblicati privi delle famose nuvolette per non assomigliare ai comics americani). Galep disegna la mascherina sul volto del protagonista e Capitan Fortuna diventa Occhio Cupo! In questa avventura “Lebeau” deve salvare Jane, la figlia del corsaro Trundall, abbandonata nella famigerata Isola di Satana. Qui il nostro eroe incontrerà dinosauri e affronterà i pirati guidati da Hortega e Dorky per vendicare Trumball.

Leggendo le imprese di Occhio Cupo si capisce tutta la passione di GLB per Salgari e Dumas, per le disincantate avventure a bordo di vascelli pirati o nelle sperdute foreste canadesi. Carlo Lebeau è il protagonista di questo breve kolossal a fumetti, un uomo dedito alla vendetta (un tema glbonelliano per eccellenza) che indossa un curioso costume e una mascherina per nascondere la sua identità. Nella prima parte della sua storia, scoprima che Lebeau è un nobile deportato sulla nave “Gabbiano”. Il suo nemico è il Conte Di Vitrè, che ha ordito un turpe inganno ai suoi danni facendolo accusare ingiustamente di omicidio. A bordo della nave non c’è solo Occhio Cupo ma anche Clara, nipote del Generale Montacain (che Galep disegna come un Carson adulto) e lo stesso De Vitrè. Lebeau riuscito a scappare si rifugia nelle foreste di Quebec, tra i pini secolari, i fiumi argentati e le insidiose boscaglie. Uno scenario perfetto e poco sfruttato dai fumetti dell’epoca. Qui non si sa come (GLB non ci rivela nessun dettaglio) Occhio Cupo è riuscito a ingraziarsi la bella Luce Dei Boschi, guerriera e regina degli Uroni di cui è diventato il capo, e ad assumere l’identità misteriosa con cui si fa beffe dei nemici inglesi. In questa prima avventura di Occhio Cupo GLB colloca la sua storia durante la guerra dei Sette anni tra inglese e francesi per il possesso degli inesplorati territori canadesi. Lebeau non solo riuscirà a ottenere la sua vendetta, ma salverà anche il Generale Montecain e sua figlia Clara dall’assedio degli Irochesi utilizzando una carica di bisonti!

Lebeau, ottenuta la sua vendetta, conquista anche il cuore di Clara e, a bordo del suo vascello, inizia le sue scorribande avventurose. Negli albi successivi GLB cambia registro scenico e il tema delle storie per il suo eroe: non più durante la guerra tra inglesi e francesi ma nella lotta contro lo schiavismo; non più le intricate foreste canadesi ma lungo i mari della costa nord-americana. A bordo della sua “Tigre del Mare” Occhio Cupo cannoneggia le navi negriere liberando gli schiavi e conducendoli sul suo isolotto (come Sandokan anche Lebeau ha un suo rifugio). L’espediente letterario che Bonelli utilizza è geniale perché la “Tigre del Mare” ha una doppia identità proprio come il suo padrone: durante le fasi di battaglia è l’intrepido vascello che sconfina per i mari cercando i negrieri, ma per non avere guai con la marina, questa nave si trasforma nel “Sad Eye”, il pacifico vascello del marchese Leveau: le velature vengono cambiate, le insegne calate e le alberature modificate e il gioco è fatto. Salgari ne sarebbe stato soddisfatto! La seconda storia di Occhio Cupo è un inno all’avventura pura magnificamente disegnata: combattimenti marini, abbordaggi, intrighi, il rapimento della bella Clara, un nemico infido e traditore e chi più ne ha più ne metta.

La terza storia, che inizia sul numero cinque, L’Isola di Satana, invece è un curioso espediente editoriale: ormai la casa editrice, dopo solo quattro numeri, aveva smesso di realizzare avventure inedite di Occhio Cupo e, per questo, riadatta i prossimi due albi utilizzando i disegni di Capitan Fortuna, una vecchia storia di Rino Albertarelli pubblicata nel 1941. Nelle diciotto tavole che compongono gli ultimi due albi di Occhio Cupo, la casa editrice Audace e GLB cambiano i dialoghi nei balloon (anche perché all’origine e per la consueta censura fascista, i cineromanzi di quel periodo venivano pubblicati privi delle famose nuvolette per non assomigliare ai comics americani). Galep disegna la mascherina sul volto del protagonista e Capitan Fortuna diventa Occhio Cupo! In questa avventura “Lebeau” deve salvare Jane, la figlia del corsaro Trundall, abbandonata nella famigerata Isola di Satana. Qui il nostro eroe incontrerà dinosauri e affronterà i pirati guidati da Hortega e Dorky per vendicare Trumball.
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Re: I Fratelli di Tex
OCCHIO CUPO - PERCORSO EDITORIALE
Nel 1948 Tea Bonelli promise al giovane Galep di lavorare a una testata a fumetti che avrebbe fatto scintille. L'entusiasmo di questa imprenditrice milanese coinvolse il giovane Aurelio che, lasciata la Sardegna, partì per Milano. Occhio Cupo fu pubblicato nella Serie D'Oro Audace, che fu un vero e proprio fiore all'occhiello per questo tipo di testata. Poche parole, lascio lo spazio alle immagini delle cover evocative che Galep realizzò per questa serie.



I primi sei numeri di questa serie hanno per protagonista Occhio Cupo. I primi quattro sono disegnati interamente da Galep mentre, come detto, gli altri due sono il frutto di un rimontaggio del Capitan Fortuna di Albertarelli. Di seguito le restanti cover di questa serie (che ripropose le gesta di Orlando il Paladino, ennesimo capolavoro a fumetti di qualche anno prima scritto da Giovanni Luigi Bonelli):



Nel 1948 Tea Bonelli promise al giovane Galep di lavorare a una testata a fumetti che avrebbe fatto scintille. L'entusiasmo di questa imprenditrice milanese coinvolse il giovane Aurelio che, lasciata la Sardegna, partì per Milano. Occhio Cupo fu pubblicato nella Serie D'Oro Audace, che fu un vero e proprio fiore all'occhiello per questo tipo di testata. Poche parole, lascio lo spazio alle immagini delle cover evocative che Galep realizzò per questa serie.






I primi sei numeri di questa serie hanno per protagonista Occhio Cupo. I primi quattro sono disegnati interamente da Galep mentre, come detto, gli altri due sono il frutto di un rimontaggio del Capitan Fortuna di Albertarelli. Di seguito le restanti cover di questa serie (che ripropose le gesta di Orlando il Paladino, ennesimo capolavoro a fumetti di qualche anno prima scritto da Giovanni Luigi Bonelli):






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Re: I Fratelli di Tex
IL DISEGNO DI GALEP
Dal punto di vista grafico Occhio Cupo è un fumetto figlio dei grandi comics americani. Flash Gordon, Tarzan, Mandrake, Phantom e tutte le meravigliose tavole domenicali in cui artisti come Hogarth, Raymond, Ray Moore e Phil Davis si sono cimentati hanno di sicuro ispirato la casa editrice per il taglio da dare alla loro pubblicazione. Le storie di Occhio Cupo sono stringate e veloci, lo stile di scrittura utilizzato da Bonelli è meno verboso di quanto poi sarebbe diventato in Tex (e che, paradossalmente, decretò il suo successo).
Galep però non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi d'oltreoceano. Basta guardare questa galleria di disegni (compiuti in fretta e furia durante il giorno):



Il tratteggio galleppiniano è minuzioso, le pennellate precise e il disegno armonioso e bello da vedere. Raramente nel fumetto del Dopoguerra si è assistita a una tale cura per i dettagli. Per trovare un corrispettivo in termini di qualità bisogna visionare le primissime storie di Capitan Miki della Essegesse che rappresentano una vera gioia per gli occhi. Un tale dispiego di forze però determinò un prezzo alto per questo tipo di fumetto e ne decretò senza dubbio la fine. I bambini dell'epoca preferivano il tipico formato a Striscia, più facile da nascondere dagli occhi di maestri e genitori e, soprattutto, a un costo contenuto per le loro tasche. Per questo motivo delle gesta di Carlo Lebeau non rimase che una traccia sbiadita nel panorama del fumetto italiano.
Un caso curioso sono i numeri 5 e 6 con i disegni di Capitan Fortuna riadattati per Occhio Cupo. Ecco un esempio di come la casa editrice modificò le vignette.


Il primo disegno è quello originale di Albertarelli, tratto dalla versione Audace con le sole didascalie, mentre nel secondo disegno Galep applicò pochi particolari alle vignette, tra cui la famigerata mascherina a Capitan Fortuna che diventò, per due albi, Occhio Cupo. In quei tempi eroici per il fumetto italiano accadeva anche questo!
Dal punto di vista grafico Occhio Cupo è un fumetto figlio dei grandi comics americani. Flash Gordon, Tarzan, Mandrake, Phantom e tutte le meravigliose tavole domenicali in cui artisti come Hogarth, Raymond, Ray Moore e Phil Davis si sono cimentati hanno di sicuro ispirato la casa editrice per il taglio da dare alla loro pubblicazione. Le storie di Occhio Cupo sono stringate e veloci, lo stile di scrittura utilizzato da Bonelli è meno verboso di quanto poi sarebbe diventato in Tex (e che, paradossalmente, decretò il suo successo).
Galep però non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi d'oltreoceano. Basta guardare questa galleria di disegni (compiuti in fretta e furia durante il giorno):



Il tratteggio galleppiniano è minuzioso, le pennellate precise e il disegno armonioso e bello da vedere. Raramente nel fumetto del Dopoguerra si è assistita a una tale cura per i dettagli. Per trovare un corrispettivo in termini di qualità bisogna visionare le primissime storie di Capitan Miki della Essegesse che rappresentano una vera gioia per gli occhi. Un tale dispiego di forze però determinò un prezzo alto per questo tipo di fumetto e ne decretò senza dubbio la fine. I bambini dell'epoca preferivano il tipico formato a Striscia, più facile da nascondere dagli occhi di maestri e genitori e, soprattutto, a un costo contenuto per le loro tasche. Per questo motivo delle gesta di Carlo Lebeau non rimase che una traccia sbiadita nel panorama del fumetto italiano.
Un caso curioso sono i numeri 5 e 6 con i disegni di Capitan Fortuna riadattati per Occhio Cupo. Ecco un esempio di come la casa editrice modificò le vignette.


Il primo disegno è quello originale di Albertarelli, tratto dalla versione Audace con le sole didascalie, mentre nel secondo disegno Galep applicò pochi particolari alle vignette, tra cui la famigerata mascherina a Capitan Fortuna che diventò, per due albi, Occhio Cupo. In quei tempi eroici per il fumetto italiano accadeva anche questo!
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Re: I Fratelli di Tex
OCCHIO CUPO - LE RISTAMPE
Quello delle ristampe di Occhio Cupo è un discorso ampio e complesso. Prima, però, è bene capire qualcosa in più sulla serie Albo D'Oro Audace. Questa collana si divide in varie serie e diramazioni ma a noi interessa soltanto quella che ospitò le avventure di Carlo Lebeau.
Il formato Albo D'Oro consentì di riproporre alcuni personaggi stampati sul giornale Audace. La collana Albo D'Oro Audace si divide quindi in quattro serie.
PRIMA SERIE - 13 numeri totali, ripropose vari cineromanzi, tra cui La Perla Nera, di GLB E Caprioli, e Orlando il Paladino, di GLB e Albertarelli
SECONDA SERIE - 3 numeri con Capitan Fortuna
TERZA SERIE - 11 numeri con Il Giustiziere Mascherato
QUARTA SERIE - 6 numeri di Occhio Cupo più i restanti dedicati a Orlando
Al termine della quarta serie la collana nello stesso formato cambiò nome e propose altri personaggi e ristampe. Tornando a Occhio Cupo, questo fumetto fu riproposto per la prima e unica volta dalla Bonelli nella serie Il Ragno D'Oro, collana del 1950 composta di otto introvabili numeri. Ecco quello dedicato al nostro Lebeau sempre a firma del mitico Galep:
In seguito questo personaggio è stato riproposto in maniera amatoriale, quindi in ristampe non convalidate dalla casa editrice. Per festeggiare il centenario della nascita di Aurelio Galleppini, è notizia di questi giorni, il prossimo settembre la Bonelli manderà in edicola un Magazine dedicato interamente a Galep.

L'iniziativa per me è assolutamente lodevole, intendiamoci, ma non comprendo le dinamiche che hanno portato alla scellerata decisione di riproporre solo i primi due albi di Occhio Cupo. Che cosa costava alla Bonelli di ristampare anche gli altri due numeri in modo da restituire al lettore l'opera integra di Galep (che proprio nei numeri 3 e 4 è al suo apice creativo)? Posso comprendere la scelta di evitare la storia di Albertarelli, ma secondo me questo Magazine, privo degli altri due numeri integrali di Occhio Cupo, è un'operazione monca e incompleta.
Quello delle ristampe di Occhio Cupo è un discorso ampio e complesso. Prima, però, è bene capire qualcosa in più sulla serie Albo D'Oro Audace. Questa collana si divide in varie serie e diramazioni ma a noi interessa soltanto quella che ospitò le avventure di Carlo Lebeau.
Il formato Albo D'Oro consentì di riproporre alcuni personaggi stampati sul giornale Audace. La collana Albo D'Oro Audace si divide quindi in quattro serie.
PRIMA SERIE - 13 numeri totali, ripropose vari cineromanzi, tra cui La Perla Nera, di GLB E Caprioli, e Orlando il Paladino, di GLB e Albertarelli
SECONDA SERIE - 3 numeri con Capitan Fortuna
TERZA SERIE - 11 numeri con Il Giustiziere Mascherato
QUARTA SERIE - 6 numeri di Occhio Cupo più i restanti dedicati a Orlando
Al termine della quarta serie la collana nello stesso formato cambiò nome e propose altri personaggi e ristampe. Tornando a Occhio Cupo, questo fumetto fu riproposto per la prima e unica volta dalla Bonelli nella serie Il Ragno D'Oro, collana del 1950 composta di otto introvabili numeri. Ecco quello dedicato al nostro Lebeau sempre a firma del mitico Galep:

In seguito questo personaggio è stato riproposto in maniera amatoriale, quindi in ristampe non convalidate dalla casa editrice. Per festeggiare il centenario della nascita di Aurelio Galleppini, è notizia di questi giorni, il prossimo settembre la Bonelli manderà in edicola un Magazine dedicato interamente a Galep.

L'iniziativa per me è assolutamente lodevole, intendiamoci, ma non comprendo le dinamiche che hanno portato alla scellerata decisione di riproporre solo i primi due albi di Occhio Cupo. Che cosa costava alla Bonelli di ristampare anche gli altri due numeri in modo da restituire al lettore l'opera integra di Galep (che proprio nei numeri 3 e 4 è al suo apice creativo)? Posso comprendere la scelta di evitare la storia di Albertarelli, ma secondo me questo Magazine, privo degli altri due numeri integrali di Occhio Cupo, è un'operazione monca e incompleta.
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Re: I Fratelli di Tex
JUDOK - LA STORIA

Judok è senza dubbio il più accreditato tra i "fratelli" vari di Tex. Un vero e proprio ranger del futuro che si trova coinvolto in avventure mozzafiato e fantascientifiche. Basi lunari, caccia spaziali, pistole a raggi, veicoli futuribili, sciami di meteoriti e chi più ne ha più ne metta, e GLB si diverte a sostituire i cavalli con le astronavi, i paesaggi western con lo spazio. Judok è un agente segreto con tanto di patacca simile a quella che Tex riceve nello storico primo numero dalle mani di Marshall quando, insieme a Kit Carson e Arkansas Joe, diventa un ranger a tutti gli effetti firmando il consueto e bonelliano giuramento. E bonelliano è il linguaggio di questa storia e il suo protagonista, un uomo alto, tutto d’un pezzo e roccioso come un promontorio dell’Arizona. Judok nel tempo libero fa l’istruttore in una palestra, quindi è un tizio che sa menare le mani, adora le bistecche e la giustizia. E in quest’albo unico se la dovrà vedere con una misteriosa organizzazione capeggiata dallo Scorpione, l’ennesimo cinese cattivo ma futuristico che, come nelle storie di Tex, è destinato ad andare incontro a una sonora sconfitta.
Una cosa interessante in questo fumetto del 1963 è che, per la prima volta, GLB utilizza in sceneggiatura vignettoni grandi e non la solita gabbia bonelliana. Eccone un esempio:


Judok è senza dubbio il più accreditato tra i "fratelli" vari di Tex. Un vero e proprio ranger del futuro che si trova coinvolto in avventure mozzafiato e fantascientifiche. Basi lunari, caccia spaziali, pistole a raggi, veicoli futuribili, sciami di meteoriti e chi più ne ha più ne metta, e GLB si diverte a sostituire i cavalli con le astronavi, i paesaggi western con lo spazio. Judok è un agente segreto con tanto di patacca simile a quella che Tex riceve nello storico primo numero dalle mani di Marshall quando, insieme a Kit Carson e Arkansas Joe, diventa un ranger a tutti gli effetti firmando il consueto e bonelliano giuramento. E bonelliano è il linguaggio di questa storia e il suo protagonista, un uomo alto, tutto d’un pezzo e roccioso come un promontorio dell’Arizona. Judok nel tempo libero fa l’istruttore in una palestra, quindi è un tizio che sa menare le mani, adora le bistecche e la giustizia. E in quest’albo unico se la dovrà vedere con una misteriosa organizzazione capeggiata dallo Scorpione, l’ennesimo cinese cattivo ma futuristico che, come nelle storie di Tex, è destinato ad andare incontro a una sonora sconfitta.
Una cosa interessante in questo fumetto del 1963 è che, per la prima volta, GLB utilizza in sceneggiatura vignettoni grandi e non la solita gabbia bonelliana. Eccone un esempio:

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Re: I Fratelli di Tex
JUDOK - I DISEGNI

I disegni di Ticci ricordano vagamente quelli di Sydney Jordan e del suo Jeff Hawke. Il Maestro se la cava egregiamente a tratteggiare con il suo pennino i paesaggi marziani in Judok, così come la Washington futuribile e la base lunare. In questo western dello spazio Bonelli avrà probabilmente attinto alle sue letture giovanili e ai grandi romanzi scritti da autori come Heinlein, Asimov, Van Vogt e alla space opera. Di seguito altri disegni di che reputo Ticci molto evocativi soprattutto nel descrivere gli scenari di Marte. Una Marte "filtrata" dai romanzi di Bradbury e altri autori di fantascienza che hanno reso il pianeta rosso il più celebre dell'intero sistema solare.


E, infine, anche nel futuro l'eroe bonelliano non rinuncia alla bistecca!


I disegni di Ticci ricordano vagamente quelli di Sydney Jordan e del suo Jeff Hawke. Il Maestro se la cava egregiamente a tratteggiare con il suo pennino i paesaggi marziani in Judok, così come la Washington futuribile e la base lunare. In questo western dello spazio Bonelli avrà probabilmente attinto alle sue letture giovanili e ai grandi romanzi scritti da autori come Heinlein, Asimov, Van Vogt e alla space opera. Di seguito altri disegni di che reputo Ticci molto evocativi soprattutto nel descrivere gli scenari di Marte. Una Marte "filtrata" dai romanzi di Bradbury e altri autori di fantascienza che hanno reso il pianeta rosso il più celebre dell'intero sistema solare.


E, infine, anche nel futuro l'eroe bonelliano non rinuncia alla bistecca!

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Re: I Fratelli di Tex
JUDOK - PERCORSO EDITORIALE

Judok è uscito nel gennaio del 1968 e sul numero 8 della storica Collana Rodeo. Non esistono ristampe di questa storia e sarebbe interessante vederne una riproposizione in occasione del cinquantennale, previsto per il prossimo gennaio (ma non si farà). Judok non è il primo fumetto di fantascienza targato GLB, che già in passato aveva scritto I dominatori dell’Abisso, cineromanzo pubblicato negli anni Quaranta sul settimanale Il Cow Boy. Un esempio di fantascienza western è la famosa storia dell’alieno di Tex o il numero 282 Un mondo perduto. Di certo Judok è un fumetto dichiaratamente fantascientifico e con tutte le caratteristiche del genere, ma alla GLB. Quindi tanta azione, i buoni che vincono e l’eroe, alla fine, pronto per una nuova avventura!

Judok è uscito nel gennaio del 1968 e sul numero 8 della storica Collana Rodeo. Non esistono ristampe di questa storia e sarebbe interessante vederne una riproposizione in occasione del cinquantennale, previsto per il prossimo gennaio (ma non si farà). Judok non è il primo fumetto di fantascienza targato GLB, che già in passato aveva scritto I dominatori dell’Abisso, cineromanzo pubblicato negli anni Quaranta sul settimanale Il Cow Boy. Un esempio di fantascienza western è la famosa storia dell’alieno di Tex o il numero 282 Un mondo perduto. Di certo Judok è un fumetto dichiaratamente fantascientifico e con tutte le caratteristiche del genere, ma alla GLB. Quindi tanta azione, i buoni che vincono e l’eroe, alla fine, pronto per una nuova avventura!
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» Fratelli di sangue (n.411/412/413/414)
» L'oro dei fratelli Ward (n.438/439)
» I fratelli Donegan (526/527)
» I tre fratelli Bill ( Maxi Tex n.27)
» ZAGOR FAN TV: LE GRANDI STORIE BONELLI N2 "FRATELLI DI SANGUE"
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