La strada di ferro (n.82/83)
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wakopa
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FORUM ZAGOR TE NAY LA DARKWOOD DEL WEB :: Zagor-Te-Nay il Forum dello Spirito Con La Scure :: Commenti alle storie
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La strada di ferro (n.82/83)


Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni: Franco Donatelli
Copertina: Gallieno Ferri
L'ingegner Robson sta costruendo un'altra linea ferroviaria: ma gli indiani Kickapus si rivelano una autentica spina nel fianco. Attaccano il treno sul quale sta viaggiando con Zagor e Cico, diretti verso Rolling Town, un misero agglomerato di baracche abitate da operai.
Il treno diventa un mattatoio, e sembra proprio che i nostri a Rolling Town non ci giungeranno mai...
I Kickapus sono ora guidati da un giovane e irrequieto guerriero, Atkor. Questi attacca i visi pallidi per ricevere viveri e coperte (che il governo americano, contravvenendo ai patti, non manda più loro) da parte di un inquietante individuo nascosto dietro una maschera bianca. Quali sono i piani del misterioso personaggio?
Ultima modifica di Admin il Sab 28 Mag 2016, 04:00 - modificato 1 volta.
Re: La strada di ferro (n.82/83)
qui per leggere il topic del vecchio forum : http://ramath.forumup.it/viewtopic.php?t=5373&highlight=&mforum=ramath
Re: La strada di ferro (n.82/83)
Questa storia pur non essendo certo tra le migliori di Nolitta possiede il suo fascino discreto.A cominciare dalla bella copertina con Zagor sulla locomotiva per proseguire subito con il curioso inizio del racconto che vede due uomini nel buio(Zagor e Cico) camminare appaiati senza accorgersi(nemmeno i lettori)di farlo a fianco di una ferrovia.Magari l'amico ingegnere e il nemico maschera bianca non hanno la personalità spiccata di altri comprimari dello spirito con la scure ma fanno decorosamente la loro parte.E' il primo Zagor che mio cugino provo' a farmi leggere,il mese successivo sarebbe iniziata la Golden Age e non a caso la mia passione per questo fumetto. VOTO 7
Ospite- Ospite
Re: La strada di ferro (n.82/83)
Siamo alla vigilia della golden age e lo siamo perchè questa storia non è al livello delle successive, altrimenti la golden age inizierebbe prima.
Dopo questa ovvia premessa, ci tengo a sottolineare che grazie alla CSAC sto rivalutando alcune storie del periodo Nolittiano che - in b/n ed in tempi passati - non avevo gradito molto, pur considerandole sempre sulla sufficienza.
Oltre a questa, ci metto Il fiore che uccide, Molok, Lo strano Mister Smith, tutte storie non brutte ma che non avevo riletto tanto spesso come altre più famose.
Ebbene, nell'avventura in esame ho trovato parecchi lati positivi: innanzitutto un Cico superlativo, in più occasioni, in una delle quali, addirittura, esce vincitore, ed é un caso più unico che raro.
Poi, si continua ad ammirare uno Zagor carismatico agli occhi degli indiani, persino di questa tribù non troppo conosciuta e neanche tanto ricorrente nella saga. E questa è una caratteristica che fa sempre piacere ad uno zagoriano.
Poi abbiamo la giusta dose di azione ed un giallo con tentativo di sviare il lettore.
Insomma una storia gustosa e piacevole da leggere.
Voto alla storia: 6,8
Voto ai disegni: 8,5
Dopo questa ovvia premessa, ci tengo a sottolineare che grazie alla CSAC sto rivalutando alcune storie del periodo Nolittiano che - in b/n ed in tempi passati - non avevo gradito molto, pur considerandole sempre sulla sufficienza.
Oltre a questa, ci metto Il fiore che uccide, Molok, Lo strano Mister Smith, tutte storie non brutte ma che non avevo riletto tanto spesso come altre più famose.
Ebbene, nell'avventura in esame ho trovato parecchi lati positivi: innanzitutto un Cico superlativo, in più occasioni, in una delle quali, addirittura, esce vincitore, ed é un caso più unico che raro.
Poi, si continua ad ammirare uno Zagor carismatico agli occhi degli indiani, persino di questa tribù non troppo conosciuta e neanche tanto ricorrente nella saga. E questa è una caratteristica che fa sempre piacere ad uno zagoriano.
Poi abbiamo la giusta dose di azione ed un giallo con tentativo di sviare il lettore.
Insomma una storia gustosa e piacevole da leggere.
Voto alla storia: 6,8
Voto ai disegni: 8,5
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Hernan Cortes
Andrea67- PROFETA DI ZTN
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Re: La strada di ferro (n.82/83)

la strada di ferro
numeri 82 e 83, testi nolitta, disegni donatelli
esattamente come nella storia precedente, il primo albo è il migliore, veramente notevole, c'è un pò di tutto
grandi gag cichiane (il sandwich sul 36), l'attacco dei kickapus al treno, il treno che ritorna pieno di cadaveri, la guerriglia nei boschi
il secondo albo è meno interessante, quasi crepuscolare, quasi toninelliano (lupo solitario, i trafficanti, la riserva indiana)
strepitosa la prima copertina con la firma "ferri gallieno" sulla locomotiva
voto 8
Ultima modifica di Kramer76 il Ven 08 Gen 2021, 18:51 - modificato 12 volte.
Kramer76- Vincitore Champions league/Europa league/Supercoppa/Europeo
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Storia abbastanza ingenua che non mi ha mai preso, anzi la scena in cui Cico, col suo comportamento fantozziano, mette a repentaglio la vita di zagor, mi ha addirittura irritato.
La considero una delle avventure nolittiane meno riuscite.
La considero una delle avventure nolittiane meno riuscite.
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
storia molto convenzionale, ma è un classico.
Donatelli in gran forma, e Ferri con ottime copertine.
una stranezza che fu fatta è l'essersi dimenticato di scrivere
"Fine" nell'ultima tavola, ma anche l'ambiguità del titolo
"La Maschera Bianca" , che in costolina
è scritto senza l'articolo. (parlo dell'albo Zenith).
Donatelli in gran forma, e Ferri con ottime copertine.
una stranezza che fu fatta è l'essersi dimenticato di scrivere
"Fine" nell'ultima tavola, ma anche l'ambiguità del titolo
"La Maschera Bianca" , che in costolina
è scritto senza l'articolo. (parlo dell'albo Zenith).
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Una storia che non rileggo da molto tempo. Mi colpì all'epoca per la splendida copertina di Ferri, e per i disegni di un Donatelli che comunque dava una versione valida di Zagor. Veramente una carogna, l'uomo che doveva consegnare la merce ai pellerossa, e invece gliela consegnava solo se ubbidivano ai suoi malvagi piani.
Cico ne combina di tutti i colori... prima si stende tra le rotaie del treno, poi riesce a vincere alla roulette facendosi pagare in sandwich, e infine si fa scoprire dal nemico credendo di riuscire a muoversi a occhi chiusi. Tuttavia non reputo queste sue gag molto divertenti... neanche Nolitta poteva essere sempre brillantissimo.
Cico ne combina di tutti i colori... prima si stende tra le rotaie del treno, poi riesce a vincere alla roulette facendosi pagare in sandwich, e infine si fa scoprire dal nemico credendo di riuscire a muoversi a occhi chiusi. Tuttavia non reputo queste sue gag molto divertenti... neanche Nolitta poteva essere sempre brillantissimo.
Ospite- Ospite
Re: La strada di ferro (n.82/83)
Piacevole storia con un Cico divertentissimo, ricordo la gag della roulette con la vincita fatta a sandwich
oppure all'inizio quando la locomotiva lo stava travolgendo perchè lui si era addormentato sui binari
o lo scambio di battute con Zagor quando quest'ultimo si chiede chi può avercela contro la ferrovia, Cico gli risponde i produttori di scarpe...
Storia comunque che non è niente di eccezionale e anche il misterioso maschera bianca viene liquidato con un colpo di freccia.
Belli i disegni di Donatelli.
voto storia: 7
voto disegni: 8.5



Storia comunque che non è niente di eccezionale e anche il misterioso maschera bianca viene liquidato con un colpo di freccia.
Belli i disegni di Donatelli.
voto storia: 7
voto disegni: 8.5
Ospite- Ospite
Re: La strada di ferro (n.82/83)
Marco65 ha scritto:Magari l'amico ingegnere e il nemico maschera bianca non hanno la personalità spiccata di altri comprimari dello spirito con la scure ma fanno decorosamente la loro parte.

wakopa- Vincitore COPPA ITALIA
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Magari tutti gli autori di adesso sapessero gestire Cico in maniera così sapiente come in questa storia!
Smash- LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
LA STRADA DI FERRO
Aprile 1972 …torna mio padre dal lavoro.
Non lo so ancora…ma tra le mani stringe qualcosa che mi legherà a lui in un atto d’amore che si protrarrà per anni …anni... e anni…
E’ un film…uno di quei film che posso vedere solo raramente alla tv perché… dopo Carosello… si va a dormire.
E’ qui … è tra le mie mani… lo posso prendere …guardare ...poi …tornare indietro… soffermarmi su un’immagine …. fantasticare…e quindi riprendere il via… il tutto…ogni volta che voglio.
Che memorabile sensazione.
Sulla copertina c’è una grossa locomotiva…sta sbuffando …e l’enorme fumo nero che fuoriesce dal camino della sua caldaia non lascia dubbi sul fatto che sia lanciata in una corsa sfrenata.
L’attrito stridente delle sue ruote ferrose emana un fumo bianco che si mescola alla polvere sollevata dalla corsa e al vapore che scalpitante esce dalla caldaia …. sembra inarrestabile.
Un uomo… vestito con un costume alquanto originale… armato di un’insolita scure … sta affrontando l’impervia impresa per raggiungere l’apice della locomotiva.
E’ in piedi…in piena corsa …il suo busto inclinato in avanti si sottrae all’acre odore di ciò che resta di una brace incandescente in un atto che poderoso contrasta quel muro d’aria impervio che la locomotiva sfonda e la sua figura impatta.
Nel suo volto c’è stampata la fermezza di chi sa che riuscirà nella sua impresa …di chi sa che nulla lo può fermare.
Resto a fissarlo per interminabili minuti…poi… ammaliato da quella figura che sembra dirmi “Sali che ci sono io”… mi fido… sfoglio la cover …e parto con lui per un’avventura …che prende il via per non fermarsi ancora.
Sembra ieri … e sono passati 44 anni.
Sarà stato un caso … oppure quello fu un giorno fortunato…( lo dice anche Cico che si lascia ammirare in una delle rare volte in cui ne esce vincitore da un suo solito pasticcio)… perché credo che questa storia sia la storia ideale per poter iniziare la lettura dell’eroe di Darkwood.
Infatti l’avventura che vede un primo tempo in ascesa per poi calare nel finale mi resta impressa per la grande capacità di Sergio nel regalarmi … in 192 tavole …tutto quello che è indispensabile per conoscere quello che era ….dopo poche pagine …già diventato il mio eroe insieme all’inseparabile pancione messicano.
I due amici …uno l’opposto dell’altro… si intrecciano armoniosamente insieme e il comico …quasi farsesco …sa amalgamarsi meravigliosamente con la suspence e l’azione senza mai disturbarsi a vicenda … completandosi meravigliosamente attraverso quella mano sublime di cui mi sono innamorato…la mano di Guido Nolitta.
Cover:
La strada di ferro 0123456
La maschera bianca 0123456
Storia
0123456
Disegni
0123456
Aprile 1972 …torna mio padre dal lavoro.
Non lo so ancora…ma tra le mani stringe qualcosa che mi legherà a lui in un atto d’amore che si protrarrà per anni …anni... e anni…
E’ un film…uno di quei film che posso vedere solo raramente alla tv perché… dopo Carosello… si va a dormire.
E’ qui … è tra le mie mani… lo posso prendere …guardare ...poi …tornare indietro… soffermarmi su un’immagine …. fantasticare…e quindi riprendere il via… il tutto…ogni volta che voglio.
Che memorabile sensazione.
Sulla copertina c’è una grossa locomotiva…sta sbuffando …e l’enorme fumo nero che fuoriesce dal camino della sua caldaia non lascia dubbi sul fatto che sia lanciata in una corsa sfrenata.
L’attrito stridente delle sue ruote ferrose emana un fumo bianco che si mescola alla polvere sollevata dalla corsa e al vapore che scalpitante esce dalla caldaia …. sembra inarrestabile.
Un uomo… vestito con un costume alquanto originale… armato di un’insolita scure … sta affrontando l’impervia impresa per raggiungere l’apice della locomotiva.
E’ in piedi…in piena corsa …il suo busto inclinato in avanti si sottrae all’acre odore di ciò che resta di una brace incandescente in un atto che poderoso contrasta quel muro d’aria impervio che la locomotiva sfonda e la sua figura impatta.
Nel suo volto c’è stampata la fermezza di chi sa che riuscirà nella sua impresa …di chi sa che nulla lo può fermare.
Resto a fissarlo per interminabili minuti…poi… ammaliato da quella figura che sembra dirmi “Sali che ci sono io”… mi fido… sfoglio la cover …e parto con lui per un’avventura …che prende il via per non fermarsi ancora.
Sembra ieri … e sono passati 44 anni.
Sarà stato un caso … oppure quello fu un giorno fortunato…( lo dice anche Cico che si lascia ammirare in una delle rare volte in cui ne esce vincitore da un suo solito pasticcio)… perché credo che questa storia sia la storia ideale per poter iniziare la lettura dell’eroe di Darkwood.
Infatti l’avventura che vede un primo tempo in ascesa per poi calare nel finale mi resta impressa per la grande capacità di Sergio nel regalarmi … in 192 tavole …tutto quello che è indispensabile per conoscere quello che era ….dopo poche pagine …già diventato il mio eroe insieme all’inseparabile pancione messicano.
I due amici …uno l’opposto dell’altro… si intrecciano armoniosamente insieme e il comico …quasi farsesco …sa amalgamarsi meravigliosamente con la suspence e l’azione senza mai disturbarsi a vicenda … completandosi meravigliosamente attraverso quella mano sublime di cui mi sono innamorato…la mano di Guido Nolitta.
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JOEVITO NUCCIO: colui che disegna l'anima a Zagor
Tonka- LAUREATO IN ZAGOROLOGIA
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Bella storia, anche se una delle storie meno riuscite del periodo (siamo alla vigilia della Golden Age, non dimentichiamolo).
Molto interessante il primo albo, con belle scene d'azione, tra cui la migliore è senz'altro quella del tragico attacco indiano al treno. Memorabile anche la scena dell'arrivo del treno pieno di morti al campo base. Ottimo l'utilizzo di Cico: divertentissima la scena in cui si addormenta sui binari e quella in cui vince 35 panini alla roulette. Intrigante il nemico con la maschera bianca, anche se, secondo me, avrebbe dovuto essere più presente e cattivo. Molto bella, comunque, la trama gialla, che tenta di sviare il lettore. Ottimo il colpo di scena sull'identità del volto celato dalla maschera e bello il finale.
I disegni di Donatelli sono nella sua discreta media. Bello il dinamismo delle sue tavole.
Spettacolari entrambe le copertine realizzate dal Maestro Ferri.
Soggetto/Sceneggiatura: 7,6
Disegni: 7
Molto interessante il primo albo, con belle scene d'azione, tra cui la migliore è senz'altro quella del tragico attacco indiano al treno. Memorabile anche la scena dell'arrivo del treno pieno di morti al campo base. Ottimo l'utilizzo di Cico: divertentissima la scena in cui si addormenta sui binari e quella in cui vince 35 panini alla roulette. Intrigante il nemico con la maschera bianca, anche se, secondo me, avrebbe dovuto essere più presente e cattivo. Molto bella, comunque, la trama gialla, che tenta di sviare il lettore. Ottimo il colpo di scena sull'identità del volto celato dalla maschera e bello il finale.
I disegni di Donatelli sono nella sua discreta media. Bello il dinamismo delle sue tavole.
Spettacolari entrambe le copertine realizzate dal Maestro Ferri.
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Magico Vento- MASTER IN ZAGOR
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Mah, non penso sia una questione di "essersi dimenticato di". Anche alla fine della storia precedente non c'era la scritta "Fine", se è per questo.Fabri73 ha scritto:storia molto convenzionale, ma è un classico.
Donatelli in gran forma, e Ferri con ottime copertine.
una stranezza che fu fatta è l'essersi dimenticato di scrivere
"Fine" nell'ultima tavola, ma anche l'ambiguità del titolo
"La Maschera Bianca" , che in costolina
è scritto senza l'articolo. (parlo dell'albo Zenith).
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Anche all'inizio succedeva e io la consideravo una unica stora
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Re: La strada di ferro (n.82/83)
Tonka ha scritto:LA STRADA DI FERRO
Aprile 1972 …torna mio padre dal lavoro.
Non lo so ancora…ma tra le mani stringe qualcosa che mi legherà a lui in un atto d’amore che si protrarrà per anni …anni... e anni…
E’ un film…uno di quei film che posso vedere solo raramente alla tv perché… dopo Carosello… si va a dormire.
E’ qui … è tra le mie mani… lo posso prendere …guardare ...poi …tornare indietro… soffermarmi su un’immagine …. fantasticare…e quindi riprendere il via… il tutto…ogni volta che voglio.
Che memorabile sensazione.
Sulla copertina c’è una grossa locomotiva…sta sbuffando …e l’enorme fumo nero che fuoriesce dal camino della sua caldaia non lascia dubbi sul fatto che sia lanciata in una corsa sfrenata.
L’attrito stridente delle sue ruote ferrose emana un fumo bianco che si mescola alla polvere sollevata dalla corsa e al vapore che scalpitante esce dalla caldaia …. sembra inarrestabile.
Un uomo… vestito con un costume alquanto originale… armato di un’insolita scure … sta affrontando l’impervia impresa per raggiungere l’apice della locomotiva.
E’ in piedi…in piena corsa …il suo busto inclinato in avanti si sottrae all’acre odore di ciò che resta di una brace incandescente in un atto che poderoso contrasta quel muro d’aria impervio che la locomotiva sfonda e la sua figura impatta.
Nel suo volto c’è stampata la fermezza di chi sa che riuscirà nella sua impresa …di chi sa che nulla lo può fermare.
Resto a fissarlo per interminabili minuti…poi… ammaliato da quella figura che sembra dirmi “Sali che ci sono io”… mi fido… sfoglio la cover …e parto con lui per un’avventura …che prende il via per non fermarsi ancora.
Sembra ieri … e sono passati 44 anni.
Sarà stato un caso … oppure quello fu un giorno fortunato…( lo dice anche Cico che si lascia ammirare in una delle rare volte in cui ne esce vincitore da un suo solito pasticcio)… perché credo che questa storia sia la storia ideale per poter iniziare la lettura dell’eroe di Darkwood.
Infatti l’avventura che vede un primo tempo in ascesa per poi calare nel finale mi resta impressa per la grande capacità di Sergio nel regalarmi … in 192 tavole …tutto quello che è indispensabile per conoscere quello che era ….dopo poche pagine …già diventato il mio eroe insieme all’inseparabile pancione messicano.
I due amici …uno l’opposto dell’altro… si intrecciano armoniosamente insieme e il comico …quasi farsesco …sa amalgamarsi meravigliosamente con la suspence e l’azione senza mai disturbarsi a vicenda … completandosi meravigliosamente attraverso quella mano sublime di cui mi sono innamorato…la mano di Guido Nolitta.
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Descrizione da bnividi che quoto totalmente.
Ebbi la stessa esperienza sensoriale leggendo l’albo, da bambino, e poi giocando, negli interminabili e assolati pomeriggi estivi, lungo la piccola ferrovia del mio paese.
Tra l’altro, c’erano ancora i treni a vapore lungo quella tratta periferica e c’era un solo binario su cui passavano pochi treni con carro postale e vagoni con sedili di legno (come quelli del racconto di Zagor).
Lungo i binari calcinati dal sole il silenzio era rotto solo dal frinire di grilli mentre si effondeva, dalle traversine in legno, l’odore acremente aromatico di olio e carbone di cui erano impregnate.
E stavamo li, ad aspettare che il treno passasse, annunciato dal lontano tintinnio di un passaggio a livello.
Ed io immaginavo Zagor, sulla locomotiva sbuffante, e la realtà di confondeva con la fantasia.
Ospite- Ospite
Re: La strada di ferro (n.82/83)
Sì infattidoctorZeta ha scritto:Anche all'inizio succedeva e io la consideravo una unica stora
Magico Vento- MASTER IN ZAGOR
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