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Messaggio Da lukas luke Ven 24 Giu 2016, 23:15

Fabri73 ha scritto:Sì, quei 3 speciali sono a colori.

Tra l'altro costano un botto §'§

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Messaggio Da Ospite Ven 24 Giu 2016, 23:41

lukas luke ha scritto:
Fabri73 ha scritto:Sì, quei 3 speciali sono a colori.

Tra l'altro costano un botto §'§


secondo me, 20 euro l'uno li valgono.

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Messaggio Da graziano Sab 25 Giu 2016, 09:55

Fabri73 ha scritto:
lukas luke ha scritto:
Fabri73 ha scritto:Sì, quei 3 speciali sono a colori.

Tra l'altro costano un botto §'§


secondo me, 20 euro l'uno li valgono.
li ho venduti io poco fa,quello che c'ho fatto di più è stato il 31 che ho venduto intorno ai 40 euro,gli altri intorno ai 20
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Messaggio Da lukas luke Sab 25 Giu 2016, 22:24

In fiera li vendono a prezzi più alti, a 20 euro non li ho mai visti pale

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Messaggio Da Ospite Lun 27 Giu 2016, 09:18

ebay, per esempio.

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Messaggio Da Ospite Mer 06 Lug 2016, 13:48

KEN PARKER - Pagina 20 Kp0510

DI BERARDI E MILAZZO (5)

E alle volte vorrei perdere anch'io la memoria, risvegliarmi nel Montana, trovarmi in un tepee e vivere come un indiano. Respirare l’aria pulita del Grande Nord, andare a caccia e spostarmi con la mia tribù inseguendo primavere e albe lontane. L’uomo compiuto deve vivere, per così dire, contemporaneamente in più luoghi e in più uomini: in questo frammento di Novalis è perfettamente sintetizzata una storia come Chemako, ossia: il primo capolavoro della serie. Senza mezzi termini. Questa storia l’ho riletta qualche giorno fa, nella quiete mattutina, e le immagini e le parole scorrevano con una grazia che raramente ho trovato in altri fumetti. Sembrava, anzi era, un film. Alla fine di Omicidio a Washington abbiamo lasciato Ken in fin di vita, colpito alla fronte dal traditore Welsh. In Chemako lo ritroviamo privo di memoria e con una ferita alla testa, un espediente utilizzato dal grande Manfredi in futuro nella serie Magico Vento. Chemako parla di integrazioni, quelle tra i bianchi e gli indiani, tra Belle McKeever, catturata dagli Hunkpapa, e il capo Ottawa, tra Ken Parker e la vedova Tecumseh. Due unioni, una bianca con un indiano, un bianco con un’indiana, ma quattro modi diversi d’intendere la vita e l’amore. Un’integrazione bagnata nel sangue e nel dramma perché nelle storie di Berardi prevale sempre il crudo realismo. Ci sarebbero mille cosa da dire, spiegare e di cui parlare, ma questa è una storia meravigliosa, con personaggi meravigliosi come il piccolo Theba, situazioni comiche e altre tragiche, raccontate, anzi scandite, con grande mestiere. Milazzo in Chemako mostra la sua abilità grafica in quella che è sicuramente la sua prova più convincente in questi primi albi. E se Ken qui perde una moglie come Tex ha perduto Lilith, riacquista però la memoria e con questa la consapevolezza di rintracciare il suo nemico. E iniziare così la sua odissea. So long.

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Messaggio Da doctorZeta Mer 06 Lug 2016, 13:56

Beh, Berardi viene dal cinema, i suoi primi lavori sembrano veri e propri film, però chissenefrega le storie sono ottimamente realizzate

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E ti sta parlando un Bonelli-dipendente...
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Messaggio Da Ospite Mer 06 Lug 2016, 13:57

KEN PARKER - Pagina 20 Kp0610

DI BERARDI E ALESSANDRINI (6)

Giunto a Paradise City, nel Wyoming, cittadina di frontiera dove “l’arrivo della ferrovia ha cambiato tutto”, ritroviam Ken intento a rintracciare Welsh. Il desiderio di vendetta muove i suoi passi, l'impulso di vendicare i suoi amici periti nello scontro tra indiani e giacche blu nel doloroso finale di Omicidio a Washington. In Sangue sulle stelle, titolo davvero evocativo, si dipana però una vicenda western classica, con Ken che funge da eroe alla Clint Eastwood: un paese di frontiera come Paradise City ha bisogno di ordine e giustizia e, per questo motivo, Lungo Fucile accetta di indossare la stella di sceriffo. Ma il nemico principale non è rappresentato solo dai soliti banditi che spadroneggiano contro i più deboli, ma soprattutto dall’ipocrisia della cosiddetta “classe dirigente”. I disegni di Alessandrini, qui al suo debutto, sono ancora scarni e acerbi, soprattutto nei primi piani del nostro eroe. Quello che sorprende, però, è l’abilità narrativa di Berardi, capace anche in un episodio di transizione come questo di utilizzare gli stereotipi western in una chiave originale. E se troviamo al fianco di Ken un simpatico vecchietto alla Walter Brennan come Otis, in Sangue sulle Stelle c’è anche l’inedito assassinio di un bambino innocente e il suicidio di sua madre. Perché il West kenparkeriano non è fatto solo di indomiti eroi e personaggi epici, ma anche di uomini vili e di assassini. So long.

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Messaggio Da Ospite Ven 15 Lug 2016, 14:13

KEN PARKER - Pagina 20 Kp0710

DI BERARDI E MILAZZO (7)

Sotto il cielo del Messico e il primo tassello del grande viaggio di Ken. Una sorta di odissea zagoriana vista da Berardi con il suo eroe in giro per gli Stati Uniti fino agli estremi limiti settentrionali dell’Alaska. Deserti, città, viaggi in nave, paesaggi innevati, bufere di neve, sono tanti gli elementi che ruoteranno intorno a queste storie, con Welsh che è un antenato fumettistico di Nat Murdo. Avventure ed emozioni dunque, con la natura che diventa un elemento dinamico nella serie di Lungo Fucile tanto da poter essere annoverata tra i protagonisti della saga parkeriana. Giunto in Messico per ritrovare le tracce di Welsh, Ken incontra una coppia di strani rivoluzionari come la sensuale Carmen e il gigantesco Ramon e si unisce a loro. In questa storia, Welsh sta facendo affari con il solito generale messicano che sogna di soggiogare il proprio Paese, il bieco Huerta, che si rivelerà carogna sin dalle prime vignette. Sotto il cielo del Messico è una vicenda di armi, tradimenti e tanta azione, disegnata con la consueta perizia da Milazzo. I paesaggi desertici sono un anticipo di quelli che vedremo nella storia Soleado, mentre Berardi, con i suoi dialoghi freschi e il sapiente taglio delle scene, ci regala anche un vero e proprio finale sclaviano. Questo molto prima di Dylan Dog. So long.

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Messaggio Da Ospite Ven 15 Lug 2016, 14:24

KEN PARKER - Pagina 20 Kp0810

DI BERARDI E MILAZZO ( 8 )

Dopo il Messico è la volta di San Francisco, cittadina costiera che ha avuto un ruolo dinamico negli avvenimenti dell’Ovest americano. Scenario perfetto per tante storie texiane, San Francisco dà modo a Berardi di confezionare una vicenda dove il vero protagonista è Welsh, a cui dedica le prime quaranta pagine dell’albo. Ken dunque continua con la caccia alla sua nemesi opo aver lasciato il Montana per trovare le tracce del suo nemic. In questa storia si ricongiunge con il simpatico Dash, l’amico creduto morto nello struggente finale di Omicidio a Washington, ma Welsh oltre a essere un killer spietato è anche un abile rapinatore. D’altronde un titolo come Colpo grosso a San Francisco lascia poco spazio alle interpretazioni e la tematica della rapina appare evidente. Insieme a un dentista e a una donna di facili costumi, Welsh sta per ordire il suo piano folle e geniale: rapinare la zecca di San Francisco utilizzando il gas esilarante. Ma Berardi a fine albo si ispira al linguaggio cinematografico proponendo delle scelte narrative inedite per l'epoca: dividendo la storia in due piani sequenza, con vignette alternate dove il lettore seguirà, da un lato, Ken e Dash che corrono contro il tempo per fermare i rapinatori, dall’altro Welsh e i suoi complici che cercano di mettere a segno il loro diabolico piano. L'autore mostra quindi la consapevolezza di volersi allontanare dalle didascalie temporali e dalle sequenze stabili tipiche del cosidetto "fumetto popolare". E una regia calibrata insieme a un disegno pulito ed efficace rendono questa storia un piccolo gioiello. Soprattutto nel finale, quando Ken grazie al suo Kentucky – un vecchio fucile cui è molto legato – riesce ad avere la meglio di Welsh, prototipo del bandito “futurista” alla Diabolik, spietato e intelligente come pochi. So long.

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Messaggio Da Ospite Ven 15 Lug 2016, 14:37

KEN PARKER - Pagina 20 Kp0910

DI BERARDI E ALESSANDRINI (9)

Adoro le storie di viaggi sulle navi e negli oceani, le escursioni nei deserti, la scoperta di posti nuovi, le avventure in luoghi lontani, i guai e gli imprevisti che capitano all’eroe nel suo ritorno a casa. Con l'epilogo di Welsh, Berardi fa compiere al suo personaggio una piccola odissea zagoriana: dalle coste di San Francisco, Ken raggiungerà le lande innevate dell’Alaska. In Caccia sul Mare, Lungo Fucile viene infatti imbarcato con la forza sulla baleniera New England, e in questo caso l'autore ripropone un espediente narrativo utilizzato anche nell’indimenticabile capolavoro di Nolitta, Il mostro della laguna, e in un classico della Storia del West come La costa lunga. A bordo del New England, Ken capisce che la vita del marinaio, pur essendo diversa da quella del cacciatore, ha delle sottili attinenze. In Caccia sul Mare le praterie verdi lasciano spazio alle immense distese blu dell’oceano, alla vita di bordo e la caccia alla balena. Oltre al simpatico Nanuk, modellato sulle fattezze e nel modo di parlare di Dersu Uzala – "il piccolo uomo delle grandi pianure" protagonista dell'omonimo e indimenticabile film di Akira Kurosawa – ci sono altri personaggi tipicamente berardiani tra cui il Capitano Owen Chase e sua moglie Laura. Berardi continua a sperimentare, come aveva fatto nell’albo precedente, e a proporre il montaggio alternato: la sequenza dello stupro ai danni di Laura, si contrappone alle scene vivide e crude della caccia al capodoglio. E, alla fine di questa bella avventa, è proprio la balena ad avere la meglio, lasciando Ken, Nanuk, Chase e la sua moribonda moglie ad affrontare il loro destino. So long.

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Ultima modifica di Guitarjim1982 il Mar 26 Lug 2016, 19:48 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Ven 15 Lug 2016, 14:48

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DI BERARDI E MARRAFFA (10)

Guardi questa stupenda copertina e pensi al Nord e ai ghiacciai. Al freddo e alla neve. Con Le Terre bianche assistiamo al trionfo del Berardi narratore, la vittoria dell’autore sul personaggio perché, a differenza di eroi come i consolidati Tex e Zagor, Ken è pronto a subire le sperimentazioni narrative del suo creatore. Da semplice mountain man, il nostro eroe fa nuove esperienze di vita, si adatta alla natura, esplora luoghi lontani e mette in discussione le proprio certezze. Un passo avanti nella rivoluzione berardiana che ha spinto il fumetto popolare verso una nuova strada che sarebbe giunta a compimento con il Dylan Dog di Sclavi. Ma Le Terre bianche è un’avventura immersa negli scenari nordici e tra le improvvise bufere di neve, dove la lotta per sopravvivere in una regione come l’Alaska è il tema principale. Ma questa non è una storia che si legge, quest'avventura si vive! Le scene clou sono tantissime: dalla costruzione dell’igloo da parte di Nanuk, all’inseguimento dell’orso tra i ghiacciai innevati, con la natura che fa da sfondo alla vicenda, lasciando nel lettore un qualcosa di nuovo e di mai visto. E la fame, che i sopravvissuti sono costretti a provare sulla propria pelle. Le terre bianche è anche una rivisitazione cult di Terra Violenta, storia comparsa sulla Collana Rodeo, ma qui Berardi ne innalza il livello qualitativo. Inoltre ritorna il consueto confronto tra le civiltà, già era apparso in un capolavoro Chemako: basta leggere il racconto che Nanuk fa a Ken della leggenda del Corvo Nero, ossia il punto di vista di un Eskimo sulle origini dell’umanità che si contrappone a quello di un mountain man del Montana. Quest’avventura è un piccolo classico che si legge come un racconto di Jack London. Una storia che sembra vera, ma è VERA, e che emoziona. Perché davanti alla crudezza della natura emerge bianca come la neve la figura di Nanuk, con la sua filosofia, il suo modo di parlare, la sua semplicità, e il suo essere "Omo cacciatore". Quando il fumetto diventa poesia e dà lezioni di vita. Anzi, di sopravvivenza alla vita. So long.

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Messaggio Da Ospite Ven 22 Lug 2016, 12:43

KEN PARKER - Pagina 20 Kp1110

DI BERARDI E MARRAFFA (11)

Il popolo degli uomini è un titolo meraviglioso e che lascia spazio all'immaginazione. Dopo le vicissitudini narrate in Le Terre bianche, Ken e Nanuk si sono stabiliti tra gli Inuit. Berardi riesce a unire in un unico episodio momenti di vita vissuta tipici di questo popolo: la caccia ai trichechi, le corse con le slitte trainate dai cani, la pesca a bordo degli esili ma affascinanti Kayak lungo le gelide acque dell'Artico. Un documentario, dunque, una puntata di Superquark, ma Il Popolo degli uomini lascia spazio anche ai toni leggeri e quasi da commedia tipici di Berardi, perfettamente sorretto dai disegni di Bruno Marraffa. La storia d’amore tra Jolu ed Enja, per esempio, le bizzarre disavventure sentimentali di Nanuk alle prese con talismani e vecchia bisbetiche a caccia di mariti. Ma in questo episodio c‘è spazio anche per momenti di profonda tragedia come la morte di Ituk, lasciata sola e abbandonata dalla sua famiglia perché ormai vecchia. Oppure quando Lungo Fucile è costretto a farsi urinare sulle mani ghiacciate dal freddo e che mi ha ricordato nella sua essenza uno splendido racconto di London intitolato Farsi un fuoco. Perché col freddo non si scherza. Come non si scherza con gli uomini bianchi. Lo scopriranno Anja e Jolu alla fine di quest’avventura perché, con la loro ingenuità, trascineranno Ken in una serie di guai che si svilupperanno nell’albo successivo. E se in Chemako Ken era “colui che non ricorda”, qui è “Kablunak”, l’uomo bianco, ennesima definizione per un eroe antieroe che riesce sempre ad adattarsi alla vita. Un uomo come noi. So long.

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Messaggio Da Ospite Ven 22 Lug 2016, 12:49

KEN PARKER - Pagina 20 Kp1210

DI BERARDI E MILAZZO (12)

Con La ballata di Pat O’ Shane Berardi elimina definitivamente le didascalie utilizzando in questo caso strofe e ritornelli per sottolineare i passaggi e gli stacchi tra un punto e l’altro della storia. Una rivoluzione, dunque, per il cosiddetto “fumetto popolare”, ma anche la consapevolezza che quella di Ken Parker è una serie sperimentale. Il linguaggio è nuovo, così come il ritmo, la sostanza, la tematica. Gli eroi sono uomini e i personaggi gente comune. Buono o cattivo ha poco senso. E il rapporto tra la piccola Pat e Ken si dipana da qui e per altri tre episodi lasciando una traccia indelebile nel cuore dei lettori. Un rapporto quasi d’amore, forse platonico per la quattordicenne Pat che vede in Ken un fratello, un amico, un fidanzato o il defunto padre. La giovane, oltre a essere simpatica e intraprendente, salva Lungo Fucile dall’accusa di omicidio con cui era stato imprigionato alla fine de Il popolo degli uomini. Nella sua fuga da Deerlane, insieme rientrano in Canada, si confrontano con Latimer e la sua banda, e Ken riafferma la propria innocenza. Grazie ai disegni di Milazzo, che in quest’avventura si è appropriato di una maggiore incisività stilistica, Berardi confeziona un episodio delizioso e perfetto, scandito da momenti alti e bassi, da pause e improvvise accelerazioni. Proprio come una ballata. Un albo dal linguaggio cinematografico, certo, che potremmo leggere utilizzando come colonna sonora Bob Dylan. Perché la musicalità è un punto importante di questa saga, fatta di silenzi, soggettive, sguardi e intimità. Perché la musicalità è vita. So long.

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Messaggio Da MASSIMO Mar 26 Lug 2016, 14:23

Qualcuno mi sa dire con certezza se la riproposizione a colori, da parte della Mondadori, delle storie di KEN PARKER si è interrotta col n.3 o prosegue?
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Messaggio Da natural killer Mar 26 Lug 2016, 14:37

Per il momento si è interrotta.
Quando uscì il primo dissero che erano per il momento previste tre uscite e l'ultima è arrivata ai primi di marzo.
Ufficialmente non c'è stata nessuna comunicazione ufficiale per cui non è da escludere a priori che possano uscire altri numeri, ma evidentemente il ritorno di vendite non è stato soddisfacente, considerando che lo zoccolo duro degli affezionati ha affrontato la collezione "definitiva" e molti sono rimasti assai delusi dalla conclusione della saga.
Ma la vita editoriale di Lungo Fucile è costellata da innumerevoli interruzioni, ritardi, cambi di linea editoriale e imprevisti ritorni, per cui mai dire mai...

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Messaggio Da MASSIMO Mar 26 Lug 2016, 19:35

natural killer ha scritto:Per il momento si è interrotta.
Quando uscì il primo dissero che erano per il momento previste tre uscite e l'ultima è arrivata ai primi di marzo.
Ufficialmente non c'è stata nessuna comunicazione ufficiale per cui non è da escludere a priori che possano uscire altri numeri, ma evidentemente il ritorno di vendite non è stato soddisfacente, considerando che lo zoccolo duro degli affezionati ha affrontato la collezione "definitiva" e molti sono rimasti assai delusi dalla conclusione della saga.
Ma la vita editoriale di Lungo Fucile è costellata da innumerevoli interruzioni, ritardi, cambi di linea editoriale e imprevisti ritorni, per cui mai dire mai...
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Messaggio Da Ospite Mer 27 Lug 2016, 10:10

"mai dire mai" è esattamente quel che ha detto Berardi di recente
su un eventuale ritorno di KP, e ha aggiunto che ha una quindicina di
nuove storie nel cassetto. ma è evidente che ciò non accadrà a breve.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 12:56

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DI BERARDI E TREVISAN (13)

Ken arriva a Canyon City, piccola cittadina del West, con l’obiettivo di ritrovare la mamma di Pat, ragazzina che ha conosciuto nella precedente avventura. In questa storia Berardi ripropone un elemento caro a chi ama le crime story, e già visto in Colpo grosso a San Francisco: quello della rapina. Solo che Bert Knight, assoldando i migliori ladri della regione, ambisce a rapinare non solo la banca di Canyon City ma l’intera città. In quest’albo l’autore rafforza il rapporto tra Ken e Pat, e tra i due si crea un sentimento di tipo famigliare. Lungo Fucile è di nuovo “vittima degli eventi”, suo malgrado coinvolto in quella che doveva essere la rapina del secolo. Ma, alla fine, la bella e aristocratica Elaine, meravigliosamente tratteggiata con il suo tratto unico da Trevisan, disegnatore qui al suo esordio nella serie, è davvero la madre di Pat? Berardi, come farà Boselli ne Il Passato di Carson, non scioglie del tutto questo enigma di tipo materno. Ne esce dunque una storia di passaggio ma che oggi definiremmo di formazione, con La città calda che diventa l’ennesima dimostrazione del lavoro di un autore che, in quel periodo, modificava il modo di scrivere fumetti. Compresa la rivisitazione che Berardi ha compiuto nella scena con i due omosessuali da operetta tipica dei film anni Settanta che, nella ristampa Mondadori, diventano una coppia di attempati etero. Un senso di pudore, certo, ma anche una scelta inaspettata vista con gli occhi di oggi: dovremo aspettare Diritto e Rovescio per avere una trattazione epica e degna del tema omosessuale. So long.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 13:05

KEN PARKER - Pagina 20 Kp1410

DI BERARDI E ALESSANDRINI (14)

Con Ranchero! Berardi rischia di far diventare Pat un vero e proprio pard di Ken! Un pericolo da scongiurare, anche perché la psicologia e la caratterizzazione della giovane O’ Shane è così ricca da oscurare quasi il protagonista. Inoltre in una serie avventurosa come quella di Lungo Fucile, per quanto tempo questa bambina (che poi diventerà donna) potrà trovare spazio in vicende sempre più cupe che attendono il nostro eroe? Arrivato nel South Dakota, Ken decide di acquistare un ranch per permettere a Pat di realizzare il suo antico sogno, ma restano entrambi vittime di una truffa. Per racimolare soldi il nostro eroe si trasforma dunque in un provetto boxeur, proprio lui che in una precedente avventura era stato un novello marinaio, dimostrando di potersi adattare a quello che la vita e il destino gli propone. Ma non aspettatevi un novello Rocky, ma solo un uomo che si allena duramente per ottenere i soldi della “borsa” prevista dall’incontro. In Ranchero! Berardi utilizza per la prima volta le didascalie con citazione letteraria, inserendo un elemento narrativo che va quindi a impreziosire la storie. I disegni di Alessandrini, migliorato rispetto alle prime prove, evidenziano un altro particolare di questa storia: pur perdendo, Ken è riuscito a ottenere il premio grazie alla furbizia di Pat, che negli affari si dimostra meno idealista del suo amico, padre e fratello. So long.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 13:15

KEN PARKER - Pagina 20 Kp1510

DI BERARDI E MILAZZO (15)

Uomini, bestie ed eroi, è una pietra miliare della saga non solo per la mitica scena nell’Heroes Rest Saloon di Dodge City, ma anche per l’umanità e la poesia, il sapiente utilizzo dei personaggi, mai banali e futili, anzi, persone vere e non fantocci da inserire tra un balloon e un altro, i dialoghi e l'emozione. E anche per la copertina, meravigliosa, bellissima, evocativa, da guardare a riguardare. Dicevo, la famosa scena nel saloon di Dodge City: ecco, in questo caso gli autori riescono sapientemente a citare tutti i personaggi a fumetti che hanno fatto la storia del genere western. E non è un caso che al suo interno Ken incontra Zagor, Miki, Tex e i suoi pards, ma anche Berardi e Milazzo. Un gioco d’autore in anticipo coi tempi, a metà tra crossover e metafumetto. Ma Uomini, bestie ed eroi è molto, molto di più. E’ l’epopea del West, l’avventura tra le grandi praterie: Pat e Ken, dopo aver acquistato il loro ranch, devono trasportare una mandria di vacche dal Kansas a Sioux Falls, nel South Dakota. Un viaggio lungo, epico, difficile, in cui Berardi fa emergere i caratteri dei vari protagonisti: la simpatia di George Lincoln, giovane cowboy di colore, ma anche gli aspetti intimi dell’agguerrito piccolo gruppo di uomini che accompagnano Pat e Ken. Uomini che diventano eroi. E le bestie? Anche loro hanno un ruolo predominante perché le vacche, nel West, hanno permesso a milioni di americani di vivere e contribuire alla costruzione del loro sogno. La stabilità del ranch come casa e possedimento è un luogo dove poggiare le basi per un futuro privo di problemi, un alcova famigliare da cui partire per poi tornare, come insegna Gino D’Antonio nella meravigliosa Storia del West. Ed è quello che cerca di costruire e formare la giovane Pat, un'orfana sola al mondo che ha avuto la fortuna d’incontrare un tipo come Lungo Fucile. Il saluto tra Pat e Ken è un momento di grande pathos, di grande regia, di grande fumetto, e di meraviglioso disegno, con un Milazzo contribuisce a impreziosire una scena che in altre storie sarebbe diventata stucchevole. Uomini, bestie ed eroi è un albo da leggere e rileggere. So long.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 13:22

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DI BERARDI E MARRAFFA (16)

Dal Montana al Messico, dall’Alaska fino al Kansas per poi dirigersi più a Sud, nel Messico meridionale: continua l’eterno vagabondare del nostro eroe. La saga di Lungo Fucile è un continuo spostarsi, una vetrina di luoghi da esplorare e persone da incontrare. In Butch L’Implacabile Ken torna a lavorare per l’esercito, e si dirige verso Albuquerque, per partecipare come guida a una spedizione geologica militare presso le Rocky Mountains. La scena in cui, appiedato, ferma la diligenza sembra uscita da Ombre Rosse, ma i rimandi al classico di Ford sono tanti. In questo racconto crudo e violento, Berardi estrae dal cilindro l’ennessimo capolavoro. Harvey Logan, detto Butch, è un cacciatore di scalpi, un uomo privo di scrupoli, allevato dagli indiani e costretto a vivere con loro sin da banbino, Butch esprime il suo odio per i Comanche e sulla questione del popolo rosso rivela: “Ci siamo dentro tutti, invece, senza eccezioni! A cominciare dai politici, che non hanno mai rispettato un trattato… fino ai coloni, che invadono le terre degli indiani, e all’esercito, che li massacra a mucchi, e all’opinione pubblica, che acconsente in silenzio!” In questo sfogo c’è tutta la rabbia di un uomo che si è sentito derubato della sua infanzia e che ha voglia di rivelare il suo punto di vista senza ipocrisia. Perché in questa storia niente è come sembra, a cominciare dalla bella infermiera che Lungo Fucile incontra nel suo viaggio in diligenza. E Berardi in modo sclaviano costringe Ken a rivedere le sue ragioni e, soprattutto, a capire e comprendere che anche un uomo spietato come Butch nonostante il suo passato può compiere un atto di eroismo. So long.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 13:29

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DI BERARDI, CALEGARI E TREVISAN (17)

In quest'avventura conosceremo l’esito della sua esperienza sulle Rocky Mountains accennato nell'albo precedente: Ken, assoldato come guida dall’esercito, salva Miss Cheever, una donna rapita dagli indiani e in fuga con i suoi due bambini dal feroce marito. Ritorna un tema già visto in Chemako, ma qui affrontato in modo diverso. Miss Cheever ha affidato i bimbi a una donna, la sorellastra di Taza, che a sua volta li ha venduti a uno dei tanti saltimbanchi che nel West giravano a bordo dei loro carri. Taza uccide la donna e si reca sulle tracce dei figli scoprendo che sono morti a Leadville, nel Colorado. La lunga pista rossa è una storia che sfiora la tragedia epica e Lungo Fucile si trova costretto a difendere degli uomini soggiogati dalla ferocia di Taza, che riesce a tenere in scacco un’intera cittadina. Un soggetto nuovo e interessante per i fumetti e che Berardi gestisce in modo esemplare. La sua sete di vendetta assomiglia sotto certi aspetti a quella di Butch, solo che quest’ultimo è un cacciatore di scalpi e ha un suo tornaconto economico in quel che fa, mentre Taza ha visto morire i suoi figli per malattia e ha dovuto affrontare un onta quale la fuga della sua compagna. Per un indiano l’unica pista da seguire, in questi casi, è quella della vendetta, una pista che diventa rossa di sangue. Ma l’abilità di Berardi sta nel non mostrare mai Taza, che in questa storia è quasi una figura eterea, nascosta nel buio, letale come la morte. Quest'albo è disegnato da due maestri del fumetto come Calegari e Trevisan che con il loro particolare tratto danno risalto a tutta la vicenda, fino al finale, drammatico e amaro, dove Ken, ancora una volta, capisce che in certi casi, in certe situazioni e in certe storie non se ne esce né da vincitori, né da vinti. So long.

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Ago 2016, 13:35

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DI BERARDI E ALESSANDRINI (18)

Quella della rapina al treno è un tema classico del genere western ed è il fulcro di tutta questa storia. Santa Fe Express è una fermata – forse l’ultima? – in cui Ken attende insieme a una pattuglia dell’esercito un treno che trasporta le paghe dei militari. Bo e Peter Sullivan insieme a un gruppo di malfattori architettano un piano per assaltare i vagoni e derubare i militari. Ken ed Emiliano, un simpatico soldato di origini messicane con due moglie e una nidiata di figli è un cichiano d’antonomasia ma con meno ciccia, partono per ritrovare la pista dei banditi. Arrivati in un ranch, Ken trova le tracce dei fratelli Sullivan, che sono gli unici superstiti della rapina al treno, e salva dai genitori la giovane Shirley, costretta dal padre a prostituirsi. La sparatoria finale nel bordello e il ritrovamento della paghe conclude questa vicenda in cui, tutto sommato, Berardi e Alessandrini confezionano un episodio che potremmo definire di “passaggio” per la saga kenparkeriana dopo i precedenti capolavoro. Di passaggio, quindi, proprio come quel treno che tutti noi prenderemo nella vita e che può condurci verso l’ignoto e i cambiamenti ma che, alle volte, sembra non giungere mai. So long.  

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Messaggio Da Ospite Ven 12 Ago 2016, 16:12

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DI BERARDI E MILAZZO (19)

Dopo La ballata di Pat O' Shane arriva la storia dell’Uomo inutile. Un titolo evocativo e che rappresenta l’ennesimo piccolo capolavoro della premiata ditta Berardi&Milazzo. Ken deve raggiungere Fort Sill, in Oklahoma, avamposto militare tra gli indiani in fermento per iniziare la sua esperienza come guida. Il fulcro di questa vicenda è il pensionamento del Sergente Vic Mc Cabe. E’ lui l’uomo “inutile” ma questa volta occorrono le virgolette. Perché in una storia come questa Berardi non esita a mettere a confronto il vecchio col nuovo, Vic e Ken, due personaggi così distanti che insieme collaboraranno per liberare la moglie del Colonnello Whitaker rapita dagli indiani. A differenza della Belle McKeever di Chemako, Carol è incinta. E saranno proprio i nostri due sprovveduti eroi a “provvedere” a un vero e proprio parto all’aperto. Una scena meravigliosa e berardiana. Milazzo, dal canto suo, dà l’ennesima dimostrazione del suo tratto virile e poetico, frammentario ma conciso, così ricco di particolari e di profondità. Lirismo puro. Una storia in cui si riflette sulla vita e su un percorso che deve comunque avere fine. E lo sa bene Vic Mac Cabe che tornerà alla vita civile. Alla vita di tutti i giorni. Con un pizzico di malinconia. E io penso a tutti quei pensionati di oggi, che devono mettersi in panciolle e abbandonare il loro lavoro, quei fortunati che l’hanno avuto, l’hanno sudato e l’hanno mantenuto con forza; abbandonare il loro sostentamento, molti con una pensione da fame. Una storia come questa fa riflettere anche su tutto ciò. Diavolo di un Berardi! So long.

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