I lupi rossi (523/524/525)
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I lupi rossi (523/524/525)
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Alfonso Font
Copertina: Claudio Villa
Hanno ricevuto il loro battesimo da guerriero nello stesso giorno. Sono un Cheyenne e uno Skidi Pawnee, nemici irriducibili, dunque; ma Colpo Coraggioso e Cavallo Bianco, questi i loro nomi, sono stranamente affratellati da un identico senso dell'onore e del coraggio. Ne daranno prova, anni dopo, nel corso di una tesa e complessa conferenza di pace, cui prenderanno parte, oltre ai Pawnee e ai loro alleati, anche una delegazione di Navajos guidata da Tex e da Tiger Jack, Ben Lushbaugh, il valente agente indiano della riserva Pawnee, l'esercito e la combattiva compagine formata dalle tribù federate ai Cheyennes. Ai discorsi e ai proclami fanno però seguito azioni di guerra da entrambe le parti e il clima, alla confluenza del Loup Fork e del Platte, dove risiede l'agente Lushbaugh, si arroventa rapidamente. Il pericolo monta inarrestabile, e per la famiglia Dolan, i coloni che Tex ha scortato fin lì, il viaggio all'ovest rischia di tramutarsi in una inesorabile condanna
Ospite- Ospite
Re: I lupi rossi (523/524/525)
Un Tex d'annata si potrebbe definire, visto che con questa storia Boselli "salva" il 2004, così come con “A sud del Rio Grande” e l'Almanacco aveva salvato l'anno precedente.
Un pò poco per un personaggio come il ranger, abituato a fior di storie ma che, in questo periodo, complice l'enorme quantità di storie sceneggiate da Nizzi, non sembra imbroccarne una.
Ovviamente, obietterà qualcuno, devono ancora uscire il Maxi - osannato da molti, e che mi riservo di commentare - ed Il diadema indiano, sempre di Boselli, della quale posso anticipare che, sicuramente, é stata "rovinata" dai disegni di Letteri.
Tornando alla storia in oggetto, Boselli mette in campo tanti bei personaggi e, per un albo/un albo e mezzo, non sembra neanche una storia di Tex, ma un'avventura dedicata ai due ragazzi indiani che la fanno da padrone sulle nostre pagine.
Poi arriva Tex, e bisogna ammettere che è una goduria.
Sempre risolutivo, carismatico, perfino sornione, appoggiato da degli ottimi pards, ognuno dei quali fa la sua buona e giusta parte
Insomma, un'ottima storia che conferma, ancora una volta di più, la genialità dell'Autore, cui tutti noi dobbiamo molto. E soprattutto lo dovevamo in quel periodo buio.
Voto alla storia: 8,5
Voto ai disegni: 7,8
Un pò poco per un personaggio come il ranger, abituato a fior di storie ma che, in questo periodo, complice l'enorme quantità di storie sceneggiate da Nizzi, non sembra imbroccarne una.
Ovviamente, obietterà qualcuno, devono ancora uscire il Maxi - osannato da molti, e che mi riservo di commentare - ed Il diadema indiano, sempre di Boselli, della quale posso anticipare che, sicuramente, é stata "rovinata" dai disegni di Letteri.
Tornando alla storia in oggetto, Boselli mette in campo tanti bei personaggi e, per un albo/un albo e mezzo, non sembra neanche una storia di Tex, ma un'avventura dedicata ai due ragazzi indiani che la fanno da padrone sulle nostre pagine.
Poi arriva Tex, e bisogna ammettere che è una goduria.
Sempre risolutivo, carismatico, perfino sornione, appoggiato da degli ottimi pards, ognuno dei quali fa la sua buona e giusta parte
Insomma, un'ottima storia che conferma, ancora una volta di più, la genialità dell'Autore, cui tutti noi dobbiamo molto. E soprattutto lo dovevamo in quel periodo buio.
Voto alla storia: 8,5
Voto ai disegni: 7,8
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Hernan Cortes
Andrea67- PROFETA DI ZTN
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Re: I lupi rossi (523/524/525)
Versione Texiana della Zagoriana FRATELLI DI SANGUE , ma meno riuscita rispetto al capolavoro Zagoriano , spicca di netto rispetto al piattume del periodo con un Nizzi ormai in declino .
Ospite- Ospite
Re: I lupi rossi (523/524/525)
Intervengo, brevemente, sull' argomento Tex:
Ebbene, Liberty, tanto per farti un esempio, questa storia ( che, tanto per cambiare, mi fece imbestialire ) rappresenta, per il sottoscritto, il sunto del Boselli pensiero, cioè la tipica "corte dei miracoli" dove si trova di tutto meno che Tex ( e me lo disse pure un autorevole disegnatore texiano, ancora in attività ).
Hasta luego, pard.
Ebbene, Liberty, tanto per farti un esempio, questa storia ( che, tanto per cambiare, mi fece imbestialire ) rappresenta, per il sottoscritto, il sunto del Boselli pensiero, cioè la tipica "corte dei miracoli" dove si trova di tutto meno che Tex ( e me lo disse pure un autorevole disegnatore texiano, ancora in attività ).
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capelli d'argento- DOTTORE DEL FORUM
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Re: I lupi rossi (523/524/525)
Non è riuscita infatti per tanti motivi e si distingue secondo me solo perché in quel periodo Nizzi stava per toccare il fondo con il suo Tex imbolsito, stanco, invecchiato .
Sintetizzando non è riuscita per questi due motivi, secondo me :
1) Su Zagor una storia relativamente simile era stata sviluppata in due storie distinte, la prima : COMANCHEROS, TEXAS RANGERS ,LA MINIERA PERDUTA. La seconda : FRATELLI DI SANGUE , TERRITORIO COMANCHE, SOTTO LA BANDIERA DEL MESSICO, SFIDA SUI MONTI WICHITA. Ben sette albi contro tre su Tex dove molti passaggi risultano troppo didascalici , talora affrettati o magari pesanti.
2) Il secondo motivo è strutturale . Boselli ama scrivere dei romanzi , spesso gran belle storie , ricche di personaggi tutti molto ben caratterizzati che non sono schiavi della storia , la vivono indipendentemente da essa e questo è un gran pregio , il problema è che il suo " universo vivo" potrebbe fare anche a meno del protagonista. Su Zagor succede che lo spirito con la scure è coprotagonista , accompagna gli amici spesso "guasconi" verso la loro vittoria ( vedi AVVENTURA IN CANADA ) , è di supporto , magari da la sterzata decisiva agli avvenimenti ma qualche volta si ha la sensazione che se non c'era la storia poteva fare anche a meno di Zagor e anche su Zagor può essere un problema . Tuttavia Nolitta rendeva Zagor protagonista per una questione narrativa, raccontava la storia cosi come vissuta con gli occhi dell'eroe ma Zagor non abbisogna di essere sempre , sempre il Deus ex Machina specie nelle storie più drammatiche. Tex si invece. Salvo qualche storia con nemici più sfumati , personaggi in bilico ove è il destino protagonista , se togli a Tex il suo protagonismo lo ammazzi . Precisamente in questa storia quando North e i due ragazzi sono in difficoltà , quando i cattivi sembrano trionfare finalmente ( e non se ne poteva più ) arriva Aquila della Notte, il lettore tira un sospiro di sollievo " ah ma allora è vero che sto leggendo Tex" . Chiaramente il vecchio Tex sarebbe stato di certo più veloce a trarre le conclusioni e avrebbe agito prima , il Tex di Boselli è più calmo , controllato da molta meno soddisfazione, cioè non è abbastanza Texiano . Quando alla fine ci scappa il pugno alla stella di latta ….dici "e che diamine era ora !!!" … Carson sembra giustificarla al lettore …<< mi domandavo quanto tempo avresti resistito , satanasso !>>. Per tutta la storia però si ha la sensazione che Tex avrebbe anche potuto non esserci . I romanzi di Boselli hanno bisogno di un retroterra psicologico , qualcosa che si sviluppa e prende origine anche nel passato, un passato che da spessore ai personaggi , quando la storia è adattabile a Tex e il suo passato o a quello di qualche suo pard , all'ora ci scappa il capolavoro , vedi IL PASSATO DI CARSON o GLI INVINCIBILI quando il protagonista della serie è adattato ad un romanzo che potrebbe funzionare anche per conto suo l'effetto è quello di smarrimento , dove sta Tex ?
Sintetizzando non è riuscita per questi due motivi, secondo me :
1) Su Zagor una storia relativamente simile era stata sviluppata in due storie distinte, la prima : COMANCHEROS, TEXAS RANGERS ,LA MINIERA PERDUTA. La seconda : FRATELLI DI SANGUE , TERRITORIO COMANCHE, SOTTO LA BANDIERA DEL MESSICO, SFIDA SUI MONTI WICHITA. Ben sette albi contro tre su Tex dove molti passaggi risultano troppo didascalici , talora affrettati o magari pesanti.
2) Il secondo motivo è strutturale . Boselli ama scrivere dei romanzi , spesso gran belle storie , ricche di personaggi tutti molto ben caratterizzati che non sono schiavi della storia , la vivono indipendentemente da essa e questo è un gran pregio , il problema è che il suo " universo vivo" potrebbe fare anche a meno del protagonista. Su Zagor succede che lo spirito con la scure è coprotagonista , accompagna gli amici spesso "guasconi" verso la loro vittoria ( vedi AVVENTURA IN CANADA ) , è di supporto , magari da la sterzata decisiva agli avvenimenti ma qualche volta si ha la sensazione che se non c'era la storia poteva fare anche a meno di Zagor e anche su Zagor può essere un problema . Tuttavia Nolitta rendeva Zagor protagonista per una questione narrativa, raccontava la storia cosi come vissuta con gli occhi dell'eroe ma Zagor non abbisogna di essere sempre , sempre il Deus ex Machina specie nelle storie più drammatiche. Tex si invece. Salvo qualche storia con nemici più sfumati , personaggi in bilico ove è il destino protagonista , se togli a Tex il suo protagonismo lo ammazzi . Precisamente in questa storia quando North e i due ragazzi sono in difficoltà , quando i cattivi sembrano trionfare finalmente ( e non se ne poteva più ) arriva Aquila della Notte, il lettore tira un sospiro di sollievo " ah ma allora è vero che sto leggendo Tex" . Chiaramente il vecchio Tex sarebbe stato di certo più veloce a trarre le conclusioni e avrebbe agito prima , il Tex di Boselli è più calmo , controllato da molta meno soddisfazione, cioè non è abbastanza Texiano . Quando alla fine ci scappa il pugno alla stella di latta ….dici "e che diamine era ora !!!" … Carson sembra giustificarla al lettore …<< mi domandavo quanto tempo avresti resistito , satanasso !>>. Per tutta la storia però si ha la sensazione che Tex avrebbe anche potuto non esserci . I romanzi di Boselli hanno bisogno di un retroterra psicologico , qualcosa che si sviluppa e prende origine anche nel passato, un passato che da spessore ai personaggi , quando la storia è adattabile a Tex e il suo passato o a quello di qualche suo pard , all'ora ci scappa il capolavoro , vedi IL PASSATO DI CARSON o GLI INVINCIBILI quando il protagonista della serie è adattato ad un romanzo che potrebbe funzionare anche per conto suo l'effetto è quello di smarrimento , dove sta Tex ?
Ospite- Ospite
Re: I lupi rossi (523/524/525)
Appunto, dove sta !?Liberty Secular Sam ha scritto:…. quando il protagonista della serie è adattato ad un romanzo che potrebbe funzionare anche per conto suo l'effetto è quello di smarrimento , dove sta Tex ?
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Re: I lupi rossi (523/524/525)
Ottima storia di Mauro Boselli, anche se, secondo me, non un capolavoro; non so, manca qualcosina per farla diventare un capolavoro, ma rimane comunque una storia bellissima.
Molto bello il flashback che narra la storia dei due ragazzi indiani: il cheyenne Colpo Coraggioso e il pawnee Cavallo Bianco. Ottimo il retroscena storico della vicenda. Ben ricostruite anche le culture delle tribù indiane (a parte il guerriero lakota che parla di "Manito" ). I due ragazzi indiani sono caratterizzati in modo eccelso, e, anche se io simpatizzi di più per i "Dog soldiers" e gli Cheyennes, anche il pawnee è un ottimo personaggio che mi è piaciuto. Fantastico il rapporto di rispetto che è presente tra i due nemici.
Per quanto concerne la storia nel presente, ordinaria amministrazione per il ranger e i suoi pards. Azione e colpi di scena si susseguono rendendo assai avvincente la lettura. Bella la scena del processo-farsa e ottimo il finale. Ho apprezzato moltissimo anche come Boselli concluda la vicenda legata a Colpo Coraggioso e Cavallo Bianco. Quindi, ottima storia, ben sceneggiata da Boselli.
Riguardo ai disegni, i volti di Font non mi convincono, come al solito. Non male, però, le ambientazioni, i paesaggi e le scene d'azione.
Ottime le copertine di Villa.
Soggetto/Sceneggiatura: 9
Disegni: 7,5
Molto bello il flashback che narra la storia dei due ragazzi indiani: il cheyenne Colpo Coraggioso e il pawnee Cavallo Bianco. Ottimo il retroscena storico della vicenda. Ben ricostruite anche le culture delle tribù indiane (a parte il guerriero lakota che parla di "Manito" ). I due ragazzi indiani sono caratterizzati in modo eccelso, e, anche se io simpatizzi di più per i "Dog soldiers" e gli Cheyennes, anche il pawnee è un ottimo personaggio che mi è piaciuto. Fantastico il rapporto di rispetto che è presente tra i due nemici.
Per quanto concerne la storia nel presente, ordinaria amministrazione per il ranger e i suoi pards. Azione e colpi di scena si susseguono rendendo assai avvincente la lettura. Bella la scena del processo-farsa e ottimo il finale. Ho apprezzato moltissimo anche come Boselli concluda la vicenda legata a Colpo Coraggioso e Cavallo Bianco. Quindi, ottima storia, ben sceneggiata da Boselli.
Riguardo ai disegni, i volti di Font non mi convincono, come al solito. Non male, però, le ambientazioni, i paesaggi e le scene d'azione.
Ottime le copertine di Villa.
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